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General: Verde Verità
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De: botia (Mensaje original) |
Enviado: 14/05/2011 07:49 |
da oggi potrete leggere notizie sagge buone e giuste |
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De: botia |
Enviado: 13/08/2012 05:13 |
giusto per tenervi informati e rallegrare le Vostre vacanze
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De: botia |
Enviado: 14/08/2012 06:15 |
ROMA, 13 Ago - La storia dei genitori macedoni che vendono una figlia di 13 anni, che poi viene torturata e violentata dal futuro marito minorenne e dalla madre di lui - pure macedoni ma residenti nel nostro Paese - per dimostrare ai parenti che la ragazzina e' vergine, grida vendetta. Quello che ha subito questa creatura e' l'insieme di tutti i reati di cui sono vittime i minorenni, ma accentrati su questa povera vittima. E' una vergogna! Mi auguro che vengano inflitte pene severissime ai torturatori e che poi vengano espulsi immediatamente. Abbiamo un protocollo internazionale con la Macedonia, si faccia rispettare. Che scontino la pena a Skopje! Sarebbe una vergogna se rimanessero in Italia, anche solo per pagare il loro debito alla giustizia. Sono indegni, che marciscano in Macedonia. Qui non e' questione di religione, una cosa del genere e' inaudita e inaccettabile. E la bambina sia tenuta in luogo segreto, messa subito sotto protezione e a carico dei servizi sociali. E per le persone che si sono macchiate di questo orrendo reato sia prevista la pena piu' dura della legge italiana.
Interviene cosi', sul caso della bambina macedone venduta dai genitori e poi spedita come un pacco postale a connazionali residenti nel nostro Paese, Irene Aderenti, componente la commisione bicamerale per l'Infanzia.
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De: botia |
Enviado: 10/02/2013 11:10 |
SALVINI: contro l’odio della Sinistra, la Lega invaderà Milano col sorriso
SALVINI: contro l’odio della Sinistra, la Lega invaderà Milano col sorriso
“Anche oggi da sinistra solo insulti e odio nei confronti della Lega Nord e di Roberto Maroni. La cosa non ci preoccupa, né ci infastidisce. Non abbiamo intenzione di abbassarci allo stesso piano. La nostra risposta sarà la pacifica, colorata e sorridente manifestazione organizzata per domani, domenica 10 febbraio, dal Movimento Giovani Padani. Migliaia di ragazze e ragazzi da tutta la Lombardia e non solo, “invaderanno” pacificamente Milano. Migliaia di giovani con i volti scoperti, senza cappucci e spranghe, a differenza dei “bravi ragazzi” dei centri sociali, ma solo con tanta voglia di darsi da fare per vincere queste elezioni e realizzare il programma di Roberto Maroni”. |
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e i trecentomila bergamaschi armati di fucile pronti a battersi dove saranno andati?
forse sulla Cisa, per difendere i sacri confini della Padania... ![](/images/emoticons/risa.gif) |
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quando c'erano le valli bergamasche pronte ad insorgere MARONI disse : "attenzione, ci sono gli aerei della Nato prontissimi a bombardarci, e dove la Nato bombarda poi tutto diventa terra di nessuno dove il malaffare ha intera carta bianca, armi e droga in primis, altro che padroni a casa nostra !! "
e siccome i bergamaschi saranno forse sì barbari, ma scemi no, hanno capito subito l'antifona e sono diventati gandhiani "duri e puri", usando la matita in cabina invece che i fucili nelle piazze
non hanno ottenuto niente ?
mica vero, nel 2001 sono riusciti a ottenere l'autonomia delle regioni, piegando la sx al loro volere, nel 2006 hanno ottenuto dal parlamento l'approvazione della devolution , nel 2009 hanno ottenuto l'approvazione della legge sul federalismo fiscale a larghissima maggioranza, con la sola astensione e non il voto contrario del Pd, LA LEGGE C'E', Mario Monti non ha potuto abrogarla, ha potuto solo bloccare i tempi per la stesura delle norme attuative, ma chiunque vinca le elezioni avrà il dovere di rimettere in moto la burocrazia per completarle
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quando c'erano le valli bergamasche pronte ad insorgere MARONI disse : "attenzione, ci sono gli aerei della Nato prontissimi a bombardarci,
Era un pò che non mi facevo due risate così di cuore. Grazie, Claretta. |
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De: CL 1 |
Enviado: 10/02/2013 22:11 |
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assì?
e secondo voi cosa abbiamo di speciale noi rispetto a tutti quelli che si sono beccati i bombardamenti dal 96 a oggi ?
comunque vi faccio notare che con lo spread hanno ottenuto un risultato pari a quelli dei bombardamenti
oggi nessuno in Italia può dire "padroni a casa nostra" nemmeno Bersani e nemmeno Monti !!
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nella mente di Claretta alberga una funesta equazione:
Secessione della Padania = Guerre nella ex Jugoslavia.
Il caso jugoslavo è l'eccezione e non la regola: per esempio, l'ex Unione Sovietica si è frantumata in modo quasi pacifico, con qualche manifestazione di piazza, pochissimo spargimento di sangue mi pare nel Caucaso e in Moldavia (paese amatissimo da Ramarra).
Boemia e Slovacchia si sono separate di comune accordo.
Staremo a vedere che cosa accadrà tra la Scozia e l'Inghilterra e tra la Catalogna e la Spagna, (ma non riesco ad immaginare gli F16 della Raf all'attacco di Edimburgo...)
Quindi, tornando a Claretta, se la Padania non sarà mai indipendente non è per la minaccia militare della Nato, ma perchè in primis la maggioranza dei padani non la vuole (e non la vuole perchè mancano i presupposti economici, storici e culturali affinchè la secessione si realizzi: sostanzialmente si tratta di una cazzata). |
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scusa peppe, ma vorrei ricordarti che già con Sant'Ambrogio esisteva una regione padano-alpina che arrivava fino a Colonia e la Diocesi Ambrosiana aveva poteri temporali, oltre che religiosi, autonomi rispetto a quelli del papato romano
potremmo anche parlare di Cesare, dei Longobardi ed infine di Napoleone,
e bisogna proprio chiamarsi Gianfranco Fini per riuscire a ragliare di storia e di geografia con la stessa impudente arroganza
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lasciamo pur perdere i bombardamenti su Serajevo, ma guarda che quando i catalani sono andati in due milioni a Madrid per chiedere l'indipendenza al parlamento di Bruxelles c'è stata una interpellanza che chiedeva l'intervento armato della Nato
altro che Asimov !!
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De: ORANGE1 |
Enviado: 11/02/2013 16:30 |
ma perchè in primis la maggioranza dei padani non la vuole (e non la vuole perchè mancano
Diciamo che in Catalogna ci sono i catalani, in Scozia gli scozzesi, nella padania ...?
Diciamo che lì magari (forse) uno su quattro ora può vantare origini del posto ! |
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dai Claretta non si può andare indietro fino ai tempi di S.Ambrogio
a quei tempi si parlava ancora il latino in Nordafrica e nei Balcani, il greco in Egitto e in Asia Minore... sai quanta acqua è passata sotto i ponti da allora!
stavano cominciando proprio in quegli anni le invasioni barbariche (germaniche), e da lì in poi tutto il Centro Nord della penisola si sarebbe frazionato in stati, staterelli e microcomunità... e non ha più avuto un comun denominatore per quasi 1500 anni
fino a 150 anni fa per andare, che ne so, da Rimini a Vercelli occorreva il passaporto, forse 4 visti, perchè prima di arrivare dovevi attraversare 4 frontiere: la "Padania" era come il vestito di Arlecchino, e per me lo è rimasta |
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De: botia |
Enviado: 12/02/2013 08:16 |
L’ingresso della Croazia nell’Unione Europea, previsto per quest’anno dopo la firma, a dicembre, del trattato di accessione, è stato a lungo ritardato dalle controversie confinarie con un altro Stato già membro dell’Ue, la Slovenia, che ha opposto la sua parte di veti. In gennaio però i due Paesi si sono accordati per deferire la controversia a un collegio arbitrale: tre arbitri scelti di comune accordo fra una rosa di nomi designata dall’Unione, più due nominati uno ciascuno dai due Paesi. La principale disputa riguarda le acque territoriali vicino all’Istria. La Slovenia chiede un corridoio di accesso alle acque internazionali a beneficio del suo porto di Koper (Capodistria). La questione è ingarbugliata dal punto di vista giuridico a causa della mancanza di regole certe sui confini marittimi in caso di successione fra Stati (Slovenia e Croazia un tempo facevano entrambe parte della Repubblica socialista federativa della Jugoslavia). Altre dispute minori riguardano piccole estensioni di terra, con aspetti più folkloristici che economici, anche se per diverse fra le persone direttamente coinvolte può essere una grossa scocciatura non poter accedere facilmente ai propri campi da mietere perché si trovano nello Stato vicino. In ogni caso, la disputa rappresenta un’aggiunta importante alla casistica sul rapporto fra sovranità nazionale e appartenenza all’Unione europea, una questione sempre più seria in vista del cammino verso l’indipendenza di Catalogna e Scozia. Entrambe queste nazioni infatti non desiderano per niente lasciare l’Unione. Anzi, la loro indipendenza dal Paese in cui sono inglobate è resa molto più facile e desiderabile proprio dal fatto che ormai esiste un’istanza superiore con una rete di istituzioni e una garanzia comune dei diritti umani, incluso quello all’autodeterminazione. Proprio l’Unione protegge di fatto i Paesi secessionisti contro eventuali mosse aggressive di matrice nazionalista del Paese da cui si vogliono staccare. Dispute territoriali marginali come quelle sloveno-croate non hanno un grande significato nel quadro dell’Unione europea, ed è del tutto appropriato che l’Unione intervenga a dirimerle. Il popolo sloveno e quello croato hanno molto più da guadagnare da una soluzione rapida, qualunque essa sia, che da una vittoria dopo anni di controversia e di badwill. Che un certo prato sia dell’uno piuttosto che dell’altro Stato ha rilievo per motivi fiscali, ma nell’Unione cittadini sloveni e croati hanno entrambi il diritto di esserne proprietari e di sfruttarlo economicamente. La proprietà di una via d’acqua in mare è meno importante del diritto comunque di percorrerla, già oggi garantito da un accordo italo-croato-sloveno. Un tempo per un fazzoletto di terra Stati vicini potevano combattere una guerra o rimanere in cattivi rapporti per decenni; oggi non è più pensabile. Come ha notato Vuk Perišic su TPortal, «Gli Stati indipendenti di Slovenia e Croazia sono sorti un po’ più di vent’anni fa sull’idea che un conflitto non si possa risolvere, o che si possa risolvere soltanto… con la fondazione di Stati distinti, indipendenti e sovrani». L’adesione a un raggruppamento come l’Unione Europea, di fatto confederale e in evoluzione verso una struttura federale, comporta certamente il trasferimento di una quota di sovranità. Infinitamente minore, peraltro, di quella che si prendeva la vecchia Federazione jugoslava, dove a comandare era la Lega dei Comunisti. |
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