De: solidea (Mensaje original) |
Enviado: 20/03/2010 14:31 |
Beniamino Samuele Benedetto Gigli
Dotato di una voce tenorile di rara estensione, venne paragonato più volte ad Enrico Caruso (chiamato spesso "Caruso Secondo", l'artista preferiva essere considerato "Gigli Primo").Nato, ultimo di sei figli, a Recanati, in provincia di Macerata, il 20 marzo 1890, da Domenico, calzolaio e campanaro del Duomo, e da Ester Magnaterra, casalinga, Beniamino mostrò sin da piccolissimo grandi attitudini per il canto, ed a soli sette anni fu accolto nel Coro Pueri Cantores della Cattedrale; ma la povertà della famiglia lo costrinse, per vivere, a duri sacrifici. Tra un'occupazione e l'altra, però, non trascurò di prendere lezioni di canto con il maestro Quirino Lazzarini, organista e direttore del coro della Santa Casa di Loreto.A quindici anni, mostrando voce di contralto, fu scelto a Macerata come protagonista, in vesti femminili, dell'operetta La fuga di Angelica di Alessandro Billi, alla quale seguirono altre buone prove del genere, che convinsero la famiglia, nell'autunno del 1907, a favorirne il trasferimento a Roma.Dopo una breve parentesi di alcuni mesi di servizio militare in occasione della guerra di Libia, nel 1912 Gigli vinse un concorso per una borsa di studio e si poté iscrivere finalmente al Conservatorio Santa Cecilia, studiando sotto la guida di Enrico Rosati.Benché agli allievi fosse vietato di esibirsi ufficialmente, Beniamino, con lo pseudonimo di Mino Rosa, si esibì in numerosi salotti romani, riuscendo a guadagnare la rispettabile somma di trecento lire. Il 24 aprile 1914 cantò con il proprio nome alla sala dell'Accademia di Santa Cecilia nella fiaba musicale La principessa dai capelli d'oro di Alessandro Bustini ed il 10 giugno seguente fu promosso ed ammesso al saggio finale del conservatorio.Il suo debutto teatrale avvenne al Teatro Sociale di Rovigo il 15 ottobre dello stesso anno nel ruolo di Enzo nella Gioconda di Amilcare Ponchielli. Da lì la carriera di Gigli fu tutta in ascesa, portandolo ad interpretare pressoché tutti i principali ruoli tenorili dell'opera.Nello stesso periodo Beniamino Gigli si fidanzò con Costanza Cerroni, poi sposata nella chiesa romana della Madonna dei Monti il 4 ottobre 1915. Da questo matrimonio nacquero due figli: Rina, futuro soprano di valore, nel 1916, ed Enzo nel 1919.Nel 1917 iniziarono le scritture all'estero e nella primavera del 1918 Gigli debuttò al Lirico di Milano con la Lodoletta di Pietro Mascagni,il Faust nel Mefistofele di Arrigo Boito,sotto la direzione di Arturo Toscanini, attirando l'attenzione dei maggiori impresari d'Europa e d'America.Il 26 novembre 1920 Gigli fece il suo ingresso al Metropolitan di New York di nuovo con il Mefistofele; fu un successo ed il direttore del teatro gli prolungò la scrittura,per quattro anni. Il successo americano comprese molte altre città degli Stati Uniti e fu favorito sia dall'appoggio importante della comunità italiana che dalla dichiarazione perentoria di Enrico Caruso, che, ascoltato Gigli nel 1919, vide in lui il proprio successore. Il giovane Beniamino fu però rattristato, nel 1921, dalla morte del padre, e non ebbe purtroppo la possibilità di tornare a casa e visitare la sua tomba.Il 2 agosto dello stesso anno morì anche Caruso e la stagione del Metropolitan, per diciotto anni da lui inaugurata, il 14 novembre fu inaugurata da Gigli con La traviata di Giuseppe Verdi.Il 27 maggio 1930 Gigli debuttò al Covent Garden di Londra, ma il 24 settembre dello stesso anno fu colpito da un altro lutto: venne a mancare anche la sua amata madre.Nel 1932 tornò a Roma, dove cantò per la prima volta all'Opera, alla quale dedicò gran parte della propria attività italiana. Nello stesso anno incontrò Lucia Vigarani, con la quale ebbe una relazione segreta dalla quale nacquero tre figli: Giovanni nel 1940, Gloria nel 1942 e Maria Pia nel 1944.In seguito, con l'avvento del sonoro e la collaborazione tra musica e film, il tenore approdò persino al cinema, girando una serie ininterrotta di sedici film dal 1935 al 1950.Dopo la Liberazione Gigli si ritirò temporaneamente dalle scene, ma vi ritornò già nel 1946, ancora in grado d'entusiasmare il pubblico, nonostante l'età avanzata. Fu costretto a smettere di apparire prima nelle produzioni teatrali e poi nei concerti a motivo della salute, tenendo l'ultimo concerto ufficiale, accompagnato dal solo pianoforte, alla Carnegie Hall di New York il 20 aprile 1955. Nelle ultime tournée era accompagnato a volte dalla figlia Rina, che a fianco del padre ebbe un convinto tributo al Teatro Regio di Parma il 23 maggio 1943 in una memorabile recita della Traviata.Incoraggiato dall'amico avvocato Adriano Belli, Gigli si era recato nei primi mesi del dopoguerra da Padre Pio da Pietrelcina, per un consiglio di ordine morale. Il famoso frate, inizialmente, ingiunse di troncare drasticamente ogni relazione del tenore, poi raccomandò che la carità si esercitasse anche con i figli naturali, che in effetti ebbero la loro parte di eredità.Beniamino Gigli si spense nella sua abitazione di via Serchio a Roma alle due del mattino del 30 novembre 1957, stroncato da un arresto cardiaco, avvenuto in seguito ad una polmonite, a sessantasette anni. I funerali si svolsero in Santa Maria dell'Addolorata a piazza Quadrata e la salma, tumulata provvisoriamente al Verano, venne presto traslata alla tomba di famiglia a Recanati. |
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