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IL TEMA POETICO DELLA DOMENICA: LA SERA... IL TRAMONTO... IN POESIA E NON SOLO...
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Respuesta  Mensaje 1 de 3 en el tema 
De: Tony Kospan  (Mensaje original) Enviado: 12/11/2010 19:05
 
 
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LA SERA... IL TRAMONTO... IN POESIA
by Tony Kospan

Cari amici della poesia... dopo aver trattato il tema dell'alba...
stavolta affronteremo il tema della sera e la prossima settimana,
concludendo la trilogia, quello della notte. 
 
 
 
 

Vi domanderete. Ma perché saltiamo il giorno?
Il motivo è semplice. Non ci sono molte grandi poesie sul pieno giorno...
 
Il giorno infatti, con le sue concrete e pratiche occupazioni...,
i suoi ritmi ed il suo tran tran...
non ci porta a fermarci a pensare... a sognare... a poetare...

 

 

Il tema è la sera dunque... che in questo periodo dell'anno...
accorciandosi il giorno sempre di più...
ci fa compagnia molto più a lungo... 

La sera rappresenta anche il momento di riposo dopo le fatiche del giorno...
e dell'incontro familiare... sul quale ormai però incombe la tv... il pc...
 
 
 
 
Oggi in verità ci stiamo abituando a vivere intensamente anche di notte...
ma il tramonto e la sera conservano intatto il loro fascino.

Le poesie sul tema sono tantissime per cui non potendole postare tutte
ed avendone postate, negli anni scorsi,
di Foscolo , Byron,  Neruda, Cardarelli, Baudelaire... etc etc...
ho selezionato queste altre che pure mi affascinano, ciascuna a suo modo.
 
 
 
 
Come sempre mi piacerebbe leggere quelle,
vostre o degli autori che amate,  che piacciono a voi...
 
Le immagini sono tutte di Claude Théberge
inconfondibile artista franco canadese (Quebec),
che mi è sempre piaciuto molto, scomparso nel 2008.
 
 
 
 
TERRAZZA
Vittorio Sereni
 
Improvvisa ci coglie la sera.
Più non sai
dove il lago finisca;
un murmure soltanto
sfiora la nostra vita
sotto una pensile terrazza.
Siamo tutti sospesi
a un tacito evento questa sera
entro quel raggio di torpediniera
che ci scruta poi gira se ne va.
 
 
 
IL TRAMONTO DEL SOLE
G. Lorca
 
Il sole è tramontato.
Gli alberi
meditano come statue.
Ormai il grano è falciato.
Che tristezza
le norie ferme!
Un cane campagnolo
vuole mangiarsi Venere,
 e le latra.
Splende sul suo campo di pre-bacio
come una grande mela.
Le zanzare
- Pegasi della rugiada -
volano nell'aria calma.
La Penelope immensa della luce
tesse una notte chiara.
"Figlie mie, dormite, viene il lupo",
le pecorelle belano."
è arrivato l'autunno, compagne?"
dice un fiore avvizzito.
A momenti verranno i pastori coi loro nidi
dalla sierra lontana!
Giuocheranno le bambine sulla porta
della vecchia casa,
e ci saranno strofe d'amore
 
 
 
 
SEI LA NUVOLA DELLA SERA...
Tagore
 
  Tu  sei la nuvola della sera
che vaga nel cielo
dei miei sogni.
Io ti dipingo e ti  modello
con i miei desideri d'amore.
Tu sei mia, solo mia, l'abitatrice dei miei
sogni infiniti! I tuoi piedi sono rosso-rosati
per la vampa del mio desiderio,
spigolatrice dei miei canti
al tramonto! Le tue labbra sono dolci-amare
del sapore del mio vino di dolore.
Tu sei mia, solo mia,
abitatrice dei miei sogni solitari!
  Ho oscurato i tuoi occhi
con l'ombra della mia passione,
frequentatrice della profondità del mio sguardo!
T'ho presa e ti stringo, amore mio, nella rete
della mia musica. Tu sei mia, solo mia,
abitatrice dei miei sogni immortali!
 
  
 
 
A SERA
Hermann Hesse
 
A sera vanno le coppie di amanti
lentamente attraverso il campo,
donne sciolgono i loro capelli,
commercianti contano i soldi,
sul giornale della sera leggono ansiosi
i borghesi le novità,
fanciulli agitano piccoli pugni
dormono sonni profondi e lunghi.
Ognuno compie le proprie azioni
adempie al sublime dovere,
borghesi, poppanti, coppie di amanti -
eccetto me?
Certo! Neppure delle mie azioni serali
delle quali sono schiavo
lo spirito del mondo può privarsi,
anch'esse hanno un senso.
E così affondo e risalgo,
danzo nell'intimo,
canticchio sciocchi canti di strada,
lodo Dio e me stesso,
bevo vino fantasticando
di essere un pascià,
avverto noie ai reni,
sorrido e bevo anche di più,
dico sì al mio cuore
(al mattino non è possibile)
da dolori del passato
giuocando intesso una poesia,
vedo la luna e le stelle ruotare,
ne percepisco il significato
e via con loro mi sento andare
non importa dove.
 
 
 
DOVE LA LUCE
Giuseppe  Ungaretti
 
Come allodola ondosa
Nel vento lieto sui giovani prati,
Le braccia ti sanno leggera, vieni.
Ci scorderemo di quaggiù,
E del mare e del cielo,
E del mio sangue rapido alla guerra,
Di passi d’ombre memori
Entro rossori di mattine nuove.
Dove non muove foglia più la luce,
Sogni e crucci passati ad altre rive,
Dov’è posata sera,
Vieni ti porterò
Alle colline d’oro.
L’ora costante, liberi d’età,
Nel suo perduto nimbo
Sarà nostro lenzuolo
 
 
 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 
AMI LEGGER… SCRIVER… POESIE?
DISCUTERNE… ANALIZZARLE… INSIEME
ED IN AMICIZIA? 
VIENI ANCHE TU… NE… 
 
  
FANTMONDOPOESIA.jpg picture by orsotony21 
 
TONY KOSPAN
 


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Respuesta  Mensaje 2 de 3 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 13/11/2010 19:39
 

C'e' chi diceva che non c'e' nulla di certo o incerto sotto il cielo,ma noi sappiamo bene che di certo dopo il giorno che sorge abbiamo la sera che inesorabilmente arriva.
La luce del giorno viene sostituita da tante luci artificiali che per quanto illuminare possano, non riusciranno mai da raggiungere la luminosita' dei raggi solari.....


La sera pero' e' un momento magico della giornata perche' e' il momento del rientro a casa,per i lavoratori  e per tutti coloro che conducendo una vita normale, rientrano come uccelli nel loro nido.......
La sera... quando si stacca la spina...quando il silenzio la fa  da padrone...quando la solitudine diventa una ricchezza per l'anima e per il cuore...
La sera...  è  anche evasione.....energie che reclamano riposo...ed energie che vogliono esplodere... emozioni...esasperazioni...
La sera... i ritmi che si fanno più lenti...meno frenetici.... ma anche... vite per strada...in ricerca di chissà che... in ricerca di sè...rumore...risse...rabbia...
La sera...amena amica o acerrima e angusta realtà?
Una porta che al calar del sole, ogni giorno, ci chiudiamo dietro le spalle...lasciando fuori un oggi che fugge.


La sera del dì di festa
Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi
Rara traluce la notturna lampa:
Tu dormi, che t'accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai né pensi
Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
Appare in vista, a salutar m'affaccio,
E l'antica natura onnipossente,
Che mi fece all'affanno. A te la speme
Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro
Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
Questo dì fu solenne: or da' trastulli
Prendi riposo; e forse ti rimembra
In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
Piacquero a te: non io, non già ch'io speri,
Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo
Quanto a viver mi resti, e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi
In così verde etate! Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto
Dell'artigian, che riede a tarda notte,
Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
E fieramente mi si stringe il core,
A pensar come tutto al mondo passa,
E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
Il dì festivo, ed al festivo il giorno
Volgar succede, e se ne porta il tempo
Ogni umano accidente. Or dov'è il suono
Di que' popoli antichi? or dov'è il grido
De' nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio
Che n'andò per la terra e l'oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di lor non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s'aspetta
Bramosamente il dì festivo, or poscia
Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s'udia per li sentieri
Lontanando morire a poco a poco,
Già similmente mi stringeva il core.
(Giacomo Leopardi)

Tristezze della luna

Nei suoi sogni la luna è più pigra, stasera:
come una bella donna su guanciali profondi,
che carezzi con mano disattenta e leggera
prima d'addormentarsi i suoi seni rotondi,

lei su un serico dorso di molli aeree nevi
moribonda s'estenua in perduti languori,
con gli occhi seguitando la apparizioni lievi
che sbocciano nel cielo come candidi fiori.

Quando a volte dai torpidi suoi ozi una segreta
lacrima sfugge e cade sulla terra, un poeta
nottambulo raccatta con mistico fervore

nel cavo della mano quella pallida lacrima
iridescente come scheggia d'opale.
e, per sottrarla al sole, se la nasconde in cuore.
 Baudelaire

Sera ricopre il giorno.
Uccelli si inzittiscono.
Auto parcheggiate.
Gomitoli sopra i divani.
Aria sola sulle strade.
Anime disperate cercano.
Vita riposa al caldo.
Amore vive…
Giuseppe Lorentini


Senti la sera che viene
già mutano gli angoli
d'acute certezze,
finalmente riposano
gli inutili affanni
d'ottuse fierezze.
Si cheta la luce
ed è sempre dolce
veder le stelle arrivare
come sorelle premurose
a soccorrere il mio soffrire.
Non fosse per il suo silenzio
altro non farei se non urlare.
Dal web EdWamer

Annamaria


Respuesta  Mensaje 3 de 3 en el tema 
De: primula46 Enviado: 13/11/2010 21:00

Il tema poetico di questa domenica è


*

Le immagini sono di Gustavo POBLETE Catalan, pittore cileno (1915 - 2005)
Professore di Disegno alla Facoltà delle Belle Arti Università del Cile



Viene la sera. lo catturo un odore
di corpo e d'erba. E il mio giorno è in amore.

Sandro Penna









Questa sera

Le faville che danzano
nelle tue pupille
mi trafiggono
con piccole infinite
grida di gioia
Sono come uccelli migratori
al crepuscolo
infiammato del cielo
contro il blù infinito
dei tuoi occhi
Anche quando non parli
io sono parte del tuo
universo
piccolo ed infinito
diviso e fuso
con tutta la mia felicità

Felice Pagnani






UNA SERA DI SAN PIETRO

Ricordo. Fulvo il sole tra i rossi vapori e le nubi
calde al mare scendeva, come un grande clipeo di rame
che in barbariche pugne corrusca ondeggiando, poi cade.
Castiglioncello in alto fra mucchi di querce ridea
da le vetrate un folle vermiglio sogghigno di fata.
Ma io languido e triste (da poco avea scosso la febbre
maremmana, ed i nervi pesavanmi come di piombo)
guardava a la finestra. Le rondini rapide i voli
sghembi tessevano e ritessevano intorno le gronde,
e le passere brune strepïano al vespro maligno.
Brevi d'entro la macchia svariavano il piano ed i colli,
rasi a metà da la falce, in parte ancor mobili e biondi.
Via per i solchi grigi le stoppie fumavano accese:
or sí or no veniva su per le aure umide il canto
de' mietitori, lungo, lontano, piangevole, stanco:
grave l'afa stringeva l'aër, la marina, le piante.
Io levai gli occhi al sole - O lume superbo del mondo,
tu su la vita guardi com'ebro ciclope da l'alto! -
Gracchiarono i pavoni schernendomi tra i melograni,
e un vipistrello sperso passommi radendo su 'l capo.

Giosuè Carducci









Sera nel giardino


La sera mi ha rapito
i rissosi fanciulli.
Le loro voci d'angeli
in guerra.
Adesso in seno
a nuove luci stanno
là sull'opposte case.
Resta sul cielo chiaro
d'un eroe s'un cavallo
incisa macchia muta
sotto la prima stella.

Sandro Penna








La stella della sera

L' estate era al suo meriggio,
e la notte al suo colmo;
e ogni stella, nella sua propria orbita,
brillava pallida, pur nella luce
della luna, che piu' lucente e piu' fredda,
dominava tra gli schiavi pianeti,
nei cieli signora assoluta -
e, col suo raggio, sulle onde.
Per un poco io fissai
il suo freddo sorriso;
oh, troppo freddo - troppo freddo per me!
Passo', come un sudario,
una nuvola lanugiosa,
e io allora mi volsi a te
orgogliosa stella della sera,
alla tua remota fiamma,
piu' caro avendo il tuo raggio;
giacche' piu' mi allieta
l' orgogliosa parte
che in cielo svolgi a notte,
e di piu' io ammiro
il tuo fuoco distante
che non quella fredda, consueta luce.

Edgar Allen Poe








CAMPANE A SERA

Campane a sera. E dai lontani monti
sempre più stanca ne ritorna l'eco.
Una fievole brezza a tratti svola
gelida su dalla vallata in fiore.
Entro i rivi d'argento, un sussurrìo
quasi di bimbi che dican preghiere.
Per la selva d'abeti oscura e folta
vibra un chiaror di secoli defunti.
Da uno squarcio di nuvola la sera
spande un fluir di sangue e di coralli
sovra i petrosi spalti. E i rossi grani
ne rimbalzano via, senza dar suono.

Rainer Maria Rilke


Non posso non inserire questa famosa poesia,
è una delle prime poesie che ho profondamente amato,
tanti anni fa.






La mia sera


Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle. Nei campi
c'è un breve gre gre di ranelle.
Le tremule foglie dei pioppi
trascorre una gioia leggiera.
Nel giorno, che lampi! che scoppi!
Che pace, la sera!
Si devono aprire le stelle
nel cielo sì tenero e vivo.
Là, presso le allegre ranelle,
singhiozza monotono un rivo.
Di tutto quel cupo tumulto,
di tutta quell'aspra bufera,
non resta che un dolce singulto
nell'umida sera.
E`, quella infinita tempesta,
finita in un rivo canoro.
Dei fulmini fragili restano
cirri di porpora e d'oro.
O stanco dolore, riposa!
La nube nel giorno più nera
fu quella che vedo più rosa
nell'ultima sera.
Che voli di rondini intorno!
che gridi nell'aria serena!
La fame del povero giorno
prolunga la garrula cena.
La parte, sì piccola, i nidi
nel giorno non l'ebbero intera.
Né io... e che voli, che gridi,
mia limpida sera!
Don... Don... E mi dicono, Dormi!
mi cantano, Dormi! sussurrano,
Dormi! bisbigliano, Dormi!
là, voci di tenebra azzurra...
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch'io torni com'era...
sentivo mia madre... poi nulla...
sul far della sera.

Giovanni Pascoli







Vi auguro una felice domenica






 



 



 
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