Nel 1927 Rabagliati si trasferì da Milano ad Hollywood dopo aver vinto il concorso per il sosia di Rodolfo Valentino. Rimase negli Stati Uniti quattro anni, ma la sua carriera di attore nel cinema americano non decollò mai. Durante quel periodo ebbe però la possibilità di familiarizzare con i nuovi generi musicali che stavano prendendo piede in America: il jazz, lo swing, lo scat. Rientrato in Europa, intraprese la carriera di cantante. Dopo una breve esperienza con l'orchestra di Pippo Barzizza, lavorò con l'orchestra cubana Lecuona Cuban Boys, esibendosi con il volto tinto di nero e portando al successo la canzone Maria la O. Durante una serata con i Lecuoa Cuban Boys, incontrò Giovanni D'Anzi, che gli propose di fare un'audizione per l'EIAR. In breve tempo Rabagliati divenne una celebrità della radio italiana, al punto da arrivare ad avere, nel 1941, una trasmissione tutta sua. Ogni lunedì sera l'EIAR mandava in onda Canta Rabagliati, dove il cantante riproponeva i suoi pezzi più famosi, come Ma l'amore no, Mattinata fiorentina, Ba-ba-baciami piccina e molti altri. Divenne così famoso da essere addirittura citato nei testi delle canzoni. Il pubblico femminile andava in visibilio per lui, e lo ricopriva di rose ad ogni esibizione. In un'epoca in cui l'esterofilia era bandita, al divo Rabagliati era concesso perfino di mantenere uno stile americaneggiante; anzi, il governo fascista decise di sfruttare la sua popolarità scegliendo una sua canzone, C'è una casetta piccina (sposi), come inno della campagna demografica. L'enorme fama raggiunta come cantante fece ripartire anche la sua carriera di attore. Dal 1940 al 1965 recitò in una ventina di film. Rabagliati fu molto attivo anche in teatro fino a metà degli anni cinquanta, con la rivista e le commedie musicali di Garinei e Giovannini. La sua ultima apparizione pubblica fu nel 1974 come ospite di Mina e Raffaella Carrà nel programma televisivo Milleluci. Poco tempo dopo, Rabagliati morì a causa di una trombosi cerebrale. Il video venne trasmesso postumo il 16 marzo 1974. È sepolto nel Cimitero Flaminio di Roma, accanto alla madre.