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IL TEMA POETICO DELLA DOMENICA: LA GELOSIA... IN POESIA... IN MUSICA E...
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Respuesta  Mensaje 1 de 3 en el tema 
De: Tony Kospan  (Mensaje original) Enviado: 15/07/2011 13:55
 
 

 
 
 
 
LA GELOSIA IN POESIA... MUSICA E...
 
(2011) a cura di Tony Kospan
 
 
Care amiche e cari amici il tema poetico di questa domenica
è un moto dell’animo che in estate, per ovvi motivi,
viaggi, lontananze, vacanze del corpo e della mente... etc...
serpeggia a più non posso…
 
 
 
zefa-99999067568.jpg Heart In A Cage image by Asho01
 
 
 
Sdoganata dalla scienza,
è ora chiaro che essa è un sentimento naturale,
antico quanto l’amore… insieme al quale è nata…
Ecco i versi incisivi e del tutto disincantati
con cui parla della sua donna il poeta latino Catullo.
 

Se non tua, di nessuno, dice la mia donna,
di nessuno, nemmeno di Dio.
Dice: ma ciò che donna giura all'amante
scrivilo nel vento, affidalo all'acqua errante.
 
 
 
 
Edvard Munch
 
 
 

Se è eccessiva è una vera e propria pericolosa patologia
mentre un'assenza totale rivela il massimo disinteresse.

Per alcuni psicologi essa nascerebbe solo dal desiderio
di possesso del partner, ma a parer mio questo motivo,
pur se spesso è presente nella genesi della gelosia,
non è affatto l'unico.
 
 
 
 
 
 
 
Anche chi ama senza alcuna volontà di possesso
ha infatti un progetto di vita, breve o lungo,
la costruzione di un sogno
in comune con l’amata/o
che gli fa temere il tradimento.

Ormai poi è risaputo che un pò di gelosia
è perfino utile all’amore…
mentre l'eccesso ne è la sicura tomba.
 
 
 
 
 
 
Talvolta come sappiamo dalla cronaca e dalla storia
essa può esser, ahimé, origine di tragedie
ma molto più spesso per fortuna è comica
in quanto basata solo su ombre e sospetti
che poi si rivelano senza senso.

Penso che gelosi almeno una volta nella vita, lo siamo stati tutti,
certo non fino al punto di pugnalare Desdemona
ma…. lo siamo stati…
e nei momenti di coinvolgimento più topici…
in verità… non avevamo alcuna voglia di scherzare…
 
 
 
 
 
 
L’argomento è vastissimo e non ho alcuna pretesa
d'averlo rappresentato in modo esauriente.
 

Venendo alle poesie quest'anno non inserirò nella cinquina prescelta
nè i versi di Shakespeare su Otello nè quelli di Saffo...
entrambi notissimi e sempre presenti negli altri anni...
 
 
 
 
 
 
 
Le poesie prescelte presentano le novità
di un Giambattista Marino,
poeta tra il 500 ed il 600 famoso per l'esasperato manierismo,
i cui versi però stavolta ci appaiono invece quasi sobri
e quella di un De Amicis che nel finale della poesia,
per molti versi leggiadra, seppur pungente fino a quel momento,
appare sorprendentemente truculento...

Come sempre mi piacerebbe leggere poesie e/o pensieri vostri
o di altri che amate... qui o nell'area discussioni del
Fantastico Mondo della Poesia
 
 
 
 
 
 

 
 
 
ALLA GELOSIA
Giambattista Marino

Tarlo e rima d’amor, cura mordace
che mi rodi a tutt’ore il cor dolente,
stimolo di sospetto a l’altrui mente,
sferza de l’alme, ond’io non ho più pace,
vipera in vasel d’or cruda e vorace,
nel più tranquillo mar scoglio pungente,
nel più sereno ciel nembo stridente,
tosco tra’ fior, tra’ cibi arpia rapace,
sogno vano d’uom desto, oscuro velo
agli occhi di ragion, peste d’Averno,
che la terra aveneni e turbi il cielo,
ov’amor no, ma sol viv’odio eterno
vanne a l’ombre d’abisso, ombre di gelo!
Ma temo non t’aborra anco l’inferno.
 
 
 
 
 
 

GELOSIA
Edmondo De Amicis
 
Ella era di Granata, ei di Siviglia,
E avean d’arabi il sangue ed il sembiante,
Ei vano, ella gelosa, e un scintillante
Stiletto nascondea nella mantiglia.
E un dì gli vide in fronte la vermiglia
Traccia del labbro de la nuova amante,
E — bada — mormorò, cupa e tremante, —
Un’ape ti ferì sopra le ciglia. —
Egli la fronte nelle man nascose,
Poi con volto ridente e risoluto:
— Un’ape sì, una dolce ape, — rispose.
— Ebben — diss’ella con un bieco riso,
— Senti se questa ha il pungiglion più acuto, —
E gli confisse lo stiletto in viso.
 
 
 
Mats Eriksson
 
 
 

ULTIMO BRINDISI
Anna Andreevna Achmatova
 
Bevo a una casa distrutta,
alla mia vita sciagurata,
a solitudini vissute in due
e bevo anche a te:
all'inganno di labbra che tradirono,
al morto gelo dei tuoi occhi,
ad un mondo crudele e rozzo,
ad un Dio che non ci ha salvato.
 
 
 
 
 
 
 
IO VI HO AMATA
Alexandr Puskin

Io vi ho amata: e ancora forse l'amore
Nell'anima del tutto non ho spento;
Ma che esso non sia per voi tormento;
Non voglio che alcunché vi dia tristezza.
Io vi ho amata in silenzio, senza speranza,
Di timidezza soffrendo, di gelosia;
io vi ho amata davvero, e così teneramente
Come Dio vi conceda d'essere amata da un altro."
 
 
 
 
 
 
 
SONETTO DEL DOLCE LAMENTO
Federico Garcia Lorca

Temo di perdere la meraviglia
dei tuoi occhi di statua e la cadenza
che di notte mi posa sulla guancia
la rosa solitaria del respiro.
Temo di essere lungo questa riva
un tronco spoglio, e quel che più m’accora
è non avere fiore, polpa, argilla
per il verme di questa sofferenza.
Se sei tu il mio tesoro seppellito,
la mia croce e il mio fradicio dolore,
se io sono il cane e tu il padrone mio
non farmi perdere ciò che ho raggiunto
e guarisci le acque del tuo fiume
con foghe dell’Autunno mio impazzito.
 
 
 
 
Ciao da Tony Kospan
 



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Respuesta  Mensaje 2 de 3 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 15/07/2011 19:55
 

La gelosia è un sentimento che parte dall'idea che ciò che io ho di più "caro" potrei, da un momento all'altro, perdere. Essa si lega al concetto di possessività, alla possibile perdita di ciò che si ritiene proprio. Entrambi i sentimenti pretendono l' "altro", vogliono la sua presenza in termini esclusivi e personali. Parlo di pretendere l'altro perchè lo si considera un "oggetto" piuttosto che un "soggetto". Spesso chi ne è affetto manifesta la sua gelosia in assenza di qualunque fatto, di qualunque circostanza che possa giustificare un vissuto del genere.

 

Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l'altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.
Barthes, Roland

 

"Mi sembra che quello sia simile agli dèi, l'uomo che davanti a te siede e da vicino
ti ascolta parlare dolcemente e sorridere amorosamente. E questo invero mi fa sobbalzare il cuore nel petto: infatti
come per poco ti guardo, non mi viene neanche un soffio di voce, ma la lingua rimane spezzata, un fuoco sottile mi
 scorre subito sotto la pelle, non vedo
 più niente con gli occhi, le orecchie rombano, un udore mi bagna, tutta
un tremito mi prende, io sono più
pallida dell'erba e mi appaio poco
 lontana dalla morte."
SAFFO


Ardente Gelosia

Succhierò l’essenza di questo sentimento
e del suo siero rivestirò il mio corpo spoglio.

Gocce ruvide mi graffieranno la pelle
ma lingua calda ne laverà le ferite.

Brucerò di questa essenza
che mi infuoca dal di dentro
e di questo fuoco
farò stelle da innalzare al cielo.

Morbidamente mi concederò
al voluttuoso dire della gelosia
canto celato
di una profonda appartenenza.

Gelosia sarai tu messo di vita,
e quando al mio cuore conficcherai spina
io saprò d’aver vissuto amore.

Gelosia tu dell’amore sei la spia
lampeggia ti prego
fammi sentire palpitare il cuore.

Gelosia vento che sbatte la mia vela
soffia impetuoso,
riscalda le mie passioni,
accendi il mio fuoco,
e trascinami laddove c’è ardore.

Vivimi gelosia
instilla avido desiderio,
ed incontenibile voglia
e attraverso il fluido sentire
della mia essenza
io berrò amore.

Gelosia,
devastami,
possiedimi
più intensa sarai
e più profondo
sarà il messaggio d’amore
ascoltato dal cuore
Anonimo

 

Gelosia

Incubi torturano la mia mente.
Gemiti, da orgie estatiche, alti si levano
ad irrompere la mia quiete.
Dove sei?!
Cupi pensieri offuscano la mia mente,
tolgono ragione alla logica
infuriando in un oblio di tormenti.

 

Ardente Gelosia

Succhierò l’essenza di questo sentimento
e del suo siero rivestirò il mio corpo spoglio.

Gocce ruvide mi graffieranno la pelle
ma lingua calda ne laverà le ferite.

Brucerò di questa essenza
che mi infuoca dal di dentro
e di questo fuoco
farò stelle da innalzare al cielo.

Morbidamente mi concederò
al voluttuoso dire della gelosia
canto celato
di una profonda appartenenza.

Gelosia sarai tu messo di vita,
e quando al mio cuore conficcherai spina
io saprò d’aver vissuto amore.

Gelosia tu dell’amore sei la spia
lampeggia ti prego
fammi sentire palpitare il cuore.

Gelosia vento che sbatte la mia vela
soffia impetuoso,
riscalda le mie passioni,
accendi il mio fuoco,
e trascinami laddove c’è ardore.

Vivimi gelosia
instilla avido desiderio,
ed incontenibile voglia
e attraverso il fluido sentire
della mia essenza
io berrò amore.

Gelosia,
devastami,
possiedimi
più intensa sarai
e più profondo
sarà il messaggio d’amore
ascoltato dal cuore.

Cleonice Parisi

Donna in tram.

Vuoi baciare il tuo bimbo che non vuole:
ama guardare la vita, di fuori.
Tu sei delusa allora, ma sorridi:
non è l'angoscia della gelosia
anche se già somiglia egli all'altr'uomo
che per «guardare la vita, di fuori»
ti ha lasciata così...

Sandro Penna


Vi prego,
Quando narrerete questi
Tragici avvenimenti,
Parlate di me quale io sono;
Non attenuate nulla,
Non scrivete nulla per malizia.
Dovrete dire allora di uno che amò
Senza saggezza ma con troppo amore,
Di uno non facile alla gelosia,
Ma che istigato,
Giunse alla follia estrema
Di un uomo la cui mano,
Come farebbe un povero indiano,
Getto via una perla più
Preziosa di tutti i suoi tesori.

Shakespeare

 

 
 

BUON WEEK END
Annamaria


Respuesta  Mensaje 3 de 3 en el tema 
De: primula46 Enviado: 16/07/2011 13:12

 

La vanità sovente, come la gelosia, coincide con l’orgoglio.
Carlo Maria Franzero





Fu adunque già in Arezzo un ricco uomo, il qual fu Tofano nominato. A costui fu data per moglie una bellissima donna, il cui nome fu monna Ghita, della quale egli senza saper perché prestamente divenne geloso, di che la donna avvedendosi prese sdegno; e più volte avendolo della cagione della sua gelosia addomandato né egli alcuna avendone saputa assegnare se non cotali generali e cattive, cadde nell’animo della donna di farlo morire del male del quale senza cagione aveva paura.

Giovanni Boccaccio





Simile a un dio mi sembra quell'uomo
che siede davanti a te, e da vicino
ti ascolta mentre tu parli
con dolcezza
e con incanto sorridi. E questo
fa sobbalzare il mio cuore nel petto.
Se appena ti vedo, sùbito non posso
più parlare:
la lingua si spezza: un fuoco
leggero sotto la pelle mi corre:
nulla vedo con gli occhi e le orecchie
mi rombano:
un sudore freddo mi pervade: un tremore
tutta mi scuote: sono più verde
dell'erba; e poco lontana mi sento
dall'essere morta.
Ma tutto si può sopportare...

Saffo





Vi prego,
Quando narrerete questi
tragici avvenimenti,
parlate di me quale io sono;
non attenuate nulla,
non scrivete nulla per malizia.
Dovrete dire allora di uno che amò
senza saggezza ma con troppo amore,
di uno non facile alla gelosia,
ma che istigato,
giunse alla follia estrema
di un uomo la cui mano,
come farebbe un povero indiano,
gettò via una perla più
preziosa di tutti i suoi tesori.


Shakespeare - Otello








Oggi
di Felice Pagnani

Oggi voglio cantare
al mio cuore
sgombro d'amore

cantare dell'ultima mia donna
delle cicatrici chiuse e quelle ancora aperte

niente piu' amore da iniziare e da finire
voglio vivere come un convalescente
felice di essere scampato alla morte

voglio essere solo a cantare
la mia solitudine
con disperata gelosia.






LA GELOSIA
di Pietro Metastasio


Perdono, amata Nice,
bella Nice, perdono. A torto, è vero,
dissi che infida sei:
detesto i miei sospetti, i dubbi miei.
Mai più della tua fede,
mai più non temerò. Per que' bei labbri
lo giuro, o mio tesoro,
in cui del mio destin le leggi adoro.
Bei labbri, che Amore
formò per suo nido,
non ho più timore,
vi credo, mi fido:
giuraste d'amarmi;
mi basta così.
Se torno a lagnarmi
che Nice m'offenda,
per me più non splenda
la luce del dì.
Son reo, non mi difendo:
puniscimi, se vuoi. Pur qualche scusa
merita il mio timor. Tirsi t'adora;
io lo so, tu lo sai. Seco in disparte
ragionando ti trovo: al venir mio
tu vermiglia diventi,
ei pallido si fa; confusi entrambi
mendicate gli accenti; egli furtivo
ti guarda, e tu sorridi... Ah quel sorriso,
quel rossore improvviso
so che vuol dir! La prima volta appunto
ch'io d'amor ti parlai, così arrossisti
sorridesti così, Nice crudele.
Ed io mi lagno a torto?
E tu non mi tradisci? Infida! ingrata!
barbara!... Aimè! Giurai fidarmi, ed ecco
ritorno a dubitar. Pietà, mio bene,
son folle: in van giurai; ma pensa al fine
che amor mi rende insano
che il primo non son io che giuri in vano.
Giura il nocchier, che al mare
non presterà più fede,
ma, se tranquillo il vede,
corre di nuovo al mar.
Di non trattar più l'armi
giura il guerrier tal volta,
ma, se una tromba ascolta
già non si sa frenar.






Gelosia
di Cesare Pavese

L'uomo vecchio ha la tetra di giorno, e di notte
ha una donna ch'è sua - ch'era sua fino a ieri.
Gli piaceva scoprirla, come aprire la terra,
e guardarsela a lungo, supina nell'ombra attendendo.
La donna sorrideva occhi chiusi.

L'uomo vecchio stanotte è seduto sul ciglio
del suo campo scoperto, ma non scruta la chiazza
della siepe lontana, non distende la mano
a divellere un'erba. Contempla tra i solchi
un pensiero rovente. La terra rivela
se qualcuno vi ha messo le mani e l'ha infranta:
lo rivela anche al buio. Ma non c'è donna viva
che conservi la traccia della stretta dell'uomo.

L'uomo vecchio si è accorto che la donna sorride
solamente occhi chiusi, attendendo supina,
e comprende improvviso che sul giovane corpo
passa in sogno la stretta di un altro ricordo.
L'uomo vecchio non vede più il campo nell'ombra.
Si è buttato in ginocchio, stringendo la terra
come fosse una donna e sapesse parlare.
Ma la donna distesa nell'ombra, non parla.

Dov'è stesa occhi chiusi la donna non parla
né sorride, stanotte, dalla bocca piegata
alla livida spalla. Rivela sul corpo
finalmente la stretta di un uomo: la sola
che potesse segnarla, e le ha spento il sorriso.







Buona domenica a chi passa di qui
Grazia



 

 



 
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