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IL TEMA POETICO DELLA DOMENICA: IL VINO IN POESIA E NON SOLO...
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Respuesta  Mensaje 1 de 2 en el tema 
De: Tony Kospan  (Mensaje original) Enviado: 15/10/2011 21:23

 
 
 
 
IL VINO IN POESIA... NELL'ARTE E… NON SOLO…
a cura di Tony Kospan
 
 
Care amiche ed amici stavolta affronteremo un tema
che s’intona perfettamente con questo mese…
in cui si vendemmia ed inizia la produzione del vino.
 
 

Eric Christensen

 
Il rapporto tra vino e poesia è stato sempre stretto
sin dai tempi più antichi…
come ci mostra questa strofa di quasi 3000 anni fa.
 
 
 
 
IL VINO
Omero
 
"Il vino mi spinge
il vino folle
che fa cantare anche l’uomo più saggio
e lo fa ridere mollemente
e lo costringe a danzare
e tira fuori la parola
che sta meglio non detta"
 
 
 
 
Inoltre non v'è chi non colga le seguenti...
 
SIMILITUDINI TRA VINO E POESIA
 
 
Come la poesia.. il vino è cultura… e cultura millenaria…
Come il vino... la poesia per esser sublime… dev'esser genuina…
Come la poesia... il vino è vita… sia per chi lo produce che per chi se ne nutre
Come il vino... la poesia… porta al dialogo… all'amicizia...
Come la poesia... il vino… è capace di colorare la vita…
Come il vino... la poesia ... crea belle e sognanti atmosfere...
 
 

 
 
UN BRINDISI VENEZIANO
 
Infine simpaticissimo e sintetico è poi questo brindisi veneziano
del XIV SECOLO che ci dice di bere senza problemi se vogliamo…
...andar in Paradiso!
 
 
Chi ben beve ben dorme,
chi ben dorme mal no pensa,
chi mal no pensa mal no fa.
Chi mal no fa in Paradiso va.
Ora ben bevè che el Paradiso avarè…
 
 
Bacco - Caravaggio
 
 
Anche la moderna medicina dà grande importanza al vino…
(ovviamente sempre se bevuto con moderazione
e lontano dalla guida di veicoli)
per i suoi molteplici effetti salutari...
 
 

Vm_8

Banchetto all'aria aperta - Sebastian Vrancx (1576-1647)
 
 
E' poi incredibile il numero delle poesie
così come quello delle opere d'arte
che direttamente o indirettamente
ci parlano del vino e del suo mondo…
Le poesie (e le opere d'arte) prescelte stavolta
spaziano nei millenni.
 
 
Bacco - Giovanni della Robbia (1520)
 
 
Segnalo la poesia di Omar Kayam
poeta e filosofo persiano
(31 maggio 1048 – 4 dicembre 1131)
sempre in bilico tra il sublime ed i piaceri della vita
oltre alla mitica Ode al vino di Neruda.
Come sempre mi piacerebbe leggere quelle
che sul tema amate voi…
 
 
 

 
FRAMMENTI
Alceo (VII-VI sec. a.C.)
 
Beviamo, perché aspettare le lucerne?
Breve il tempo.
O amato fanciullo,
prendi le grandi tazze variopinte,
perché il figlio di Zeus e Sémele
diede agli uomini il vino
per dimenticare i dolori.
Versa due parti di acqua e una di vino;
e colma le tazze fino all’orlo:
e l’una segua subito l’altra.
Gònfiati di vino: già l’astro
che segna l’estate dal giro
celeste ritorna,
tutto è arso di sete,
e l’aria fumiga per la calura.
Acuta tra le foglie degli alberi
la dolce cicala di sotto le ali
fitto vibra il suo canto, quando
il sole a picco sgretola la terra.
Solo il cardo è in fiore:
le femmine hanno avido il sesso,
i maschi poco vigore, ora che Sirio
il capo dissecca e la ginocchia.
(traduzione di Salvatore Quasimodo)
 
 
 
 
BEVI VINO
Omar Khayyam (X-XI sec. d.C.)
 
Bevi vino, chè vita eterna è questa vita mortale,
E questo è tutto quel ch'hai della tua giovinezza;
Ed or che c'è vino, e fiori ci sono, e amici lieti d'ebbrezza,
Sii lieto un istante ora, chè questa, questa è la Vita.
 
 

Colazione dei canottieri - Renoir

 

 

I GIORNI SON SEMPRE PIU' BREVI
N. Hikmet
 
I giorni son sempre più brevi
le piogge cominceranno.
La mia porta, spalancata, ti ha atteso.
Perché hai tardato tanto?

Sul mio tavolo, dei peperoni verdi, del sale, del pane.
Il vino che avevo conservato nella brocca
l’ho bevuto a metà, da solo, aspettando.
Perché hai tardato tanto?

Ma ecco sui rami, maturi, profondi
dei frutti carichi di miele.
Stavano per cadere senz’essere colti
se tu avessi tardato ancora un poco.
 
 

Bar aux Folies Bergère - Manet

 

 

IO SONO BELLEZZA E AMORE
William Ernest Henley
 
Io sono bellezza e amore;
io sono amicizia, tuo conforto;
io sono colui che dimentica e perdona.
Io sono lo Spirito del Vino.
 
 

Jan Vermeer van Delft - The Glass of Wine

 

 

ODE AL VINO
Pablo Neruda
 
Vino color del giorno,
vino color della notte,
vino con piedi di porpora
o sangue di topazio,
vino,
stellato figlio
della terra,
vino, liscio
come una spada d`oro,
morbido
come un disordinato velluto,
vino inchiocciolato
e sospeso,
amoroso,
marino,
non sei mai presente in una sola coppa,
in un canto, in un uomo,
sei corale, gregario,
e, quanto meno, scambievole.
A volte
ti nutri di ricordi
mortali,
sulla tua onda
andiamo di tomba in tomba,
tagliapietre del sepolcro gelato,
e piangiamo
lacrime passeggere,
ma
il tuo bel
vestito di primavera
è diverso,
il cuore monta ai rami,
il vento muove il giorno,
nulla rimane
nella tua anima immobile.
Il vino
muove la primavera,
cresce come una pianta di allegria,
cadono muri,
rocce,
si chiudono gli abissi,
nasce il canto.
Oh, tu, caraffa di vino, nel deserto
con la bella che amo,
disse il vecchio poeta.
Che la brocca di vino
al bacio dell`amore aggiunga il suo bacio
Amor mio, d`improvviso
il tuo fianco
è la curva colma
della coppa
il tuo petto è il grappolo,
la luce dell`alcol la tua chioma,
le uve i tuoi capezzoli,
il tuo ombelico sigillo puro
impresso sul tuo ventre di anfora,
e il tuo amore la cascata
di vino inestinguibile,
la chiarità che cade sui miei sensi,
lo splendore terrestre della vita.
Ma non soltanto amore,
bacio bruciante
e cuore bruciato,
tu sei, vino di vita,
ma
amiciziadegli esseri, trasparenza,
coro di disciplina,
abbondanza di fiori.
Amo sulla tavola,
quando si conversa,
la luce di una bottiglia
di intelligente vino.
Lo bevano;
ricordino in ogni
goccia d`oro
o coppa di topazio
o cucchiaio di porpora
che l`autunno lavorò
fino a riempire di vino le anfore,
e impari l`uomo oscuro,
nel cerimoniale del suo lavoro,
e ricordare la terra e i suoi doveri,
a diffondere il cantico del frutto.
 
 
 
FELICE ED INEBRIANTE DOMENICA PER TUTTI
 
DA TONY KOSPAN

 
 
 


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Respuesta  Mensaje 2 de 2 en el tema 
De: primula46 Enviado: 16/10/2011 12:25
Poesie e non solo sul



 

Cibi e Bevande

 

E perché meno ammiri la parola,
guarda il calor del sole che si fa vino,
giunto a l’omor che de la vite cola.


Dante Alighieri, La Commedia – Purgatorio (Canto XXV






Tutto quest’anno ch’è, mi son frustato
di tutti i vizi che solìa avere;
non m’è rimasto se non quel di bere,
del qual me n’abbi Iddio per escusato,
ché la mattina, quando son levato,
el corpo pien di sal mi par avere;
adunque, di’: chi si porìa tenere
di non bagnarsi la lingua e ‘l palato?
E non vorrìa se non greco e vernaccia,
ché mi fa maggior noia il vin latino,
che la mia donna, quand’ella mi caccia.
Deh ben abbi chi prima pose ‘l vino,
che tutto ‘l dì mi fa star in bonaccia;
i’ non ne fo però un mal latino.


Cecco Angiolieri, Rime LXV






La Farfalla nel Vino

Una farfalla è volata nel mio bicchiere di vino,
ebbra si abbandona alla sua dolce rovina,
remiga senza forze, ora sta per morire;
ecco, il mio dito la solleva via.

Così il mio cuore, accecato dai tuoi occhi,
felice affonda nel denso calice, amore,
pronto a morire, ebbro del tuo incanto
se un cenno di tua mano non compia il mio destino.

Hermann Hesse

 





 



Calice

Calice della mia comunione
con quel che luccica e che ho perduto!
Comunione-patto di unione
tra me e i miei sogni!
O calice soprattutto dell’amore!
Nel tuo vino, fantasma del vino della terra
per labbra che sono fiori di Dio,
la mia anima ha intinto l’ostia
delle mie presaghe ore.

Le mie labbra sono come labbra baciate.
La mia anima triste canta felice.
O splendore che attraversa la bruma
delle ali trepidanti degli angeli!
Io mi sento, centro della luna di Dio,
di nuovo un bambino, fuori della strada della vita,
e ricordo come ero
quando mi risvegliai da Dio
e sentii il mondo attorno a me.


Fernando Pessoa


 
 



Ultimo Brindisi


Bevo a una casa distrutta,
alla mia vita sciagurata,
a solitudini vissute in due
e bevo anche a te:
all’inganno di labbra che tradirono,
al morto gelo dei tuoi occhi,
ad un mondo crudele e rozzo,
ad un Dio che non ci ha salvato.


Anna Andreevna Achmatova

 



I Vendemmiatori

Essi vendemmiano il vino dei loro occhi,
essi torchiano ogni pianto, anche questo:
lo vuole la notte,
la notte, cui stanno poggiati, il muro,

lo esige la pietra,
la pietra, oltre cui parla la loro gruccia,
fin nel silenzio della risposta -
la loro gruccia, che un giorno, un giorno d’autunno,
quando l’anno s’inturgida a morte, come uva,
attraversa parlando il mutore, fin giù,
nel pozzo dove sgorga il pensiero.

Essi vendemmiano, essi torchiano il vino,
essi pigiano il tempo come il loro occhio,
tutto il pianto che ne stilla ripongono
nel sepolcro del sole, che essi con mano
indurita dalla notte preparano:
affinché poi una bocca, somigliante alla loro:
torcentesi verso quanto è cieco, attrappita -
una bocca cui dal profondo sale la schiuma da bere,
mentre il cielo si cala nel cereo mare,
per splendere da lontano, mozzicone di luce,
se finalmente il labbro umidisce.


Paul Celan

 




Grazia


 
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