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De: solidea (Mensaje original) |
Enviado: 19/12/2011 07:54 |
È stata una grande interprete del filone realista. Nota anche come "Passerotto", come veniva amorevolmente chiamata, ha deliziato le folle tra gli anni trenta e sessanta. Ma già ai suoi primi sette anni ha realizzato il suo primo passo verso la musica cantando per suo padre in strada, per qualche spicciolo, la folla la gradì. La sua voce, caratterizzata da mille sfumature, era in grado di passare improvvisamente da toni aspri e aggressivi a toni dolcissimi; inoltre sapeva far percepire in modo unico la gioia con il suono della sua voce. È la cantante che con le sue canzoni ha anticipato il senso di ribellione tipico dell'inquietudine. In molti casi era lei stessa l'autrice dei testi delle canzoni che tanto magistralmente interpretava. La vita di Édith Piaf fu sfortunata e costellata da una miriade di fatti negativi: incidenti stradali, coma epatici, interventi chirurgici, delirium tremens e anche un tentativo di suicidio. In una delle sue ultime apparizioni pubbliche la si ricorda piccola e ricurva, con le mani deformate dall'artrite, e con radi capelli; solo la sua voce era inalterata e splendida come sempre. Nacque con il nome di Édith Giovanna Gassion da una famiglia di umili origini: il padre Louis faceva l'artista di circo e la madre, Annetta Maillard, di origini italiane, era una cantante di strada. Appunto per strada pare abbia partorito Édith, aiutata da un poliziotto. Il lavoro dei suoi genitori non permetteva loro di allevare un figlio per cui la piccola visse inizialmente la sua infanzia dalla nonna materna, a cui non importava assolutamente della piccola Édith, poi portata dal padre dalla nonna paterna, una prostituta che comunque si prese molta cura di lei. Édith inizia a cantare per strada per rimediare qualche moneta e dar da mangiare a se stessa e al padre, che nel frattempo le si era riavvicinato; canta La Marsigliese con quella sua voce già piena di rabbia e ruvidezza ma che inizia a prendere forma. A 17 anni ha una figlia dal muratore Louis Dupont, Marcelle, ma la bimba morirà a causa di una meningite a soli due anni; già duramente provata dalla vita, incontra l'impresario Louis Leplée e, dopo un'audizione al "Le Gerny's", piccolo locale dove si faceva cabaret, debutta nel 1935. Molti i personaggi famosi che accorrono per ascoltare la sua voce: uno fra tutti, Maurice Chevalier. A questo punto Édith ottiene un contratto con una casa discografica. Cambia il nome in Piaf, ed ha così inizio il suo successo. Ma è nel 1937 che ha inizio la sua ascesa che la porta ad ottenere un contratto con il teatro. La fama di Édith Piaf continuava a crescere. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Piaf era contro l'invasione tedesca e si esibì nei campi militari e nei campi di concentramento per prigionieri di guerra. È in quel periodo (1944) che conosce e si innamora di Yves Montand; canta con lui al Moulin Rouge, ma appena lo chansonnier inizia a diventare famoso i due si lasciano. Nel 1946 scrive le parole della canzone che, nel Dopoguerra, diventerà per i francesi l'inno del ritorno alla vita: La vie en rose. Il titolo di questa leggendaria canzone è talmente legato alla figura di Édith Piaf, viene fatto anche un film sulla tormentata vita della cantantedal titolo La môme a La vie en rose. Édith Piaf realizzò una tournée nel 1946 negli Stati Uniti ad applaudirla tra il pubblico vi erano, tra gli altri, Marlene Dietrich, Charles Boyer e Orson Welles. Nel 1948 conosce il pugile Marcel Cerdan ed è la prima volta che Édith si innamora di qualcuno che non faccia parte del mondo della musica: sono felici e innamorati ma la felicità dura poco; infatti, mentre sta volando verso gli Stati Uniti per contendere il titolo mondiale dei pesi medi a Jake La Motta, l'aereo cade e Cerdan muore. Completamente distrutta dalla morte del compagno, Piaf inizia a bere e a far uso di droghe. Dedica una canzone al suo amore perduto, la splendida Hymne à l'amour che la porta al successo a livello mondiale e che lei stessa compone , scriverà nel 1959 anche il testo di Milord. Non si sa quanti soldi riesca a guadagnare, ma è certo che non la si è mai vista sfoggiare ricchezza; in effetti, continua ad essere una donna minuta che canta l'amore e che ha bisogno di amore come dell'aria che respira; la sua casa e i suoi camerini sono frequentati da diversi uomini che contribuirà a lanciare come artisti nel mondo della canzone francese e mondiale. Alcuni nomi: Gilbert Bécaud, Charles Aznavour, Leo Ferré, Eddie Constantine; alcuni stringeranno con lei un sodalizio artistico e umano per più tempo, mentre altri se ne andranno prima; tutti però le lasceranno delle bellissime canzoni: fra gli altri, Georges Moustaki scriverà per lei la musica della famosa canzone Milord, Charles Aznavour Jezebel. Nel 1952 sposa il compositore Jacques Pills, ma il matrimonio dura solo pochi giorni. Siamo nel 1955, Piaf ha quarant'anni e approda finalmente all'Olympia, il tempio parigino della musica; poi, riparte per gli Stati Uniti per esibirsi alla Carnegie Hall di New York, dove la saluteranno ben sette minuti di applausi in standing ovation. Verrà invitata comunque ad esibirsi ancora all'Olympia e le repliche dureranno quattro mesi, cioè fino alla primavera del 1961. In quell'anno sposò Theophanis Lamboukas, in arte Théo Sarapo, che lei aveva lanciato nel mondo della canzone. Dopo una broncopolmonite, Piaf andò col marito nel sud della Francia a Grasse per passarvi la convalescenza, ma una ricaduta le fu fatale. Si spense l'11 ottobre 1963 durante un triste e vano viaggio di ritorno verso Parigi. Le cause del decesso furono attribuite a una cirrosi epatica, sviluppatasi a causa del massiccio uso di droga fatto da Édith. Il suo esile corpo (dimostrava molto più dei suoi 47 anni) venne caricato sul sedile posteriore della macchina dal marito Theo che, per esaudire il suo ultimo desiderio, la riportò nella capitale francese. Al suo funerale presero parte migliaia di persone. Il suo corpo riposa nel cimitero parigino delle celebrità Père Lachaise: l'elogio funebre venne scritto da Jean Cocteau . Nella tomba della "Famille GAISSION-PIAF" riposano con lei anche il padre Louis Alphonse Gaission, la figlia Marcelle ed il marito Théophanis Lamboukas. Sulla tomba c'è scritto: "Madame LAMBOUKAS dite EDITH PIAF 1915 - 1963". La città di Parigi le ha dedicato una piazza e recentemente anche una statua. Nel 1982 l'astronoma sovietica Ljudmila Georgjevna Karachina ha scoperto un pianeta, classificandolo col numero 3772 e denominandolo Edith Piaf. |
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LA VIE EN ROSE
ATMOSFERE E NOTE… DI UN TEMPO
a cura di Tony Kospan…
LA VIE EN ROSE…
è una delle canzoni più belle e più note di tutti i tempi…
nonché la canzone simbolo dell’amore romantico…
La "vita in rosa"per noi italiani
ha lo stesso significato che ha per i francesi
soprattutto nell’espressione
“Vedere la vita in rosa”.
La Piaf stessa scrisse il testo con il titolo però
Les choses en rose (Le cose in rosa),
e chiese al maestro Robert Chauvigny di musicarlo.
Però egli si rifiutò essendo il brano secondo lui
senza alcun valore.
Lei si rivolse allora al pianista Louiguy (Louis Gugliemi)
che la musicò, cambiandole anche il titolo in
La vie en rose.
La canzone divenne un successo mondiale… e dirò di più…
un successo che non è mai tramontato…
Dove poteva nascere una canzone così se non a Parigi?
Siamo nel 1945…
l’anno in cui termina la seconda guerra mondiale…
Ricordiamo per un attimo quei giorni…
Torniamo quindi alla nostra canzone ed ecco
il poetico testo… in italiano…
IL TESTO
Occhi che fanno abbassare i miei Un ridere che si perde nella sua bocca Ecco il ritratto senza ritocchi Dell’uomo al quale appartengo Quando mi prende fra le braccia Mi parla a bassa voce Vedo la vita tutta rosa Mi dice parole d’amore Parole di tutti i giorni, E sento che qualcosa E’ entrato nel mio cuore, Una parte di felicità Di cui conosco la causa E’ lui per Me, io per lui nella vita Me l’ha detto, l’ha giurato sulla sua vita, E fin dal momento in cui lo scorgo da lontano Allora sento in me, il cuore che batte… Notti d’amore senza fine Una gran felicità che si fa largo I fastidi, i dolori si cancellano Felice, felice da morire
Ma ora è giunto il momento di ascoltarla...
con le orecchie e con il cuore
… dato che è una musica che emoziona… ed affascina ancor oggi
come affascinò i contemporanei… avendo superato i confini del tempo…
CIAO DA TONY KOSPAN
Vivere il web… come in un club… un salotto tra amici
e lontano dalla folla che appare e scompare?
Parliamo in amicizia di noi… e poi…
d’arte, poesia, musica, riflessioni, buonumore, test… etc…
Vieni… sarai protagonista nel nostro gruppo di Amici di penna
in “GABITO GRUPOS”
PROBLEMI AD ISCRIVERTI?
T.K.
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