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De: Tony Kospan (Mensaje original) |
Enviado: 24/12/2011 19:08 |
IL NATALE IN POESIA... E NON SOLO... (2011) a cura di Tony Kospan
Cari amici amanti della Poesia... non possiamo non rendere omaggio a questa festa nata oltre duemila anni fa ed ora diffusa su buona parte del nostro pianeta... coinvolgendo centinaia di milioni di persone...
Possiamo definirla... festa di ricordi nel nostro cuore... festa rivelatrice del vero amore... festa di speranza d'un domani migliore festa di sollievo per chi vive nel dolore.
Dunque le poesie stavolta parleranno del Natale... come festa religiosa... certo... ma, data la sua immensa portata simbolica, anche come momento di raccoglimento per i laici...
Passiamo ora alle poesie prescelte stavolta... e debbo confessarvi che, pur essendocene molte, di davvero belle e significative, a mio parere, non sono poi tantissime... per cui non è stato facile trovarne di nuove o almeno proprio non notissime.
IL MISTERO DI NATALE L. Hausman
La Luce guardò in basso e vide le Tenebre: "Là voglio andare" disse la Luce.
La Pace guardò in basso e vide la Guerra: "Là voglio andare" disse la Pace.
L'Amore guardò in basso e vide l'Odio: "Là voglio andare" disse l'Amore.
Così apparve la Luce e risplendette. Così apparve la Pace e offrì riposo. Così apparve l'Amore e portò vita; questo è il mistero del Natale.
A NATALE... UN GIORNO Hirokazu Ogura
Perché dappertutto ci sono cosi tanti recinti? In fondo tutto il mondo e un grande recinto.
Perché la gente parla lingue diverse? In fondo tutti diciamo le stesse cose.
Perché il colore della pelle non e indifferente? In fondo siamo tutti diversi.
Perché gli adulti fanno la guerra? Dio certamente non lo vuole.
Perché avvelenano la terra? Abbiamo solo quella.
A Natale - un giorno - gli uomini andranno d’accordo in tutto il mondo. Allora ci sarà un enorme albero di Natale con milioni di candele. Ognuno ne terrà una in mano, e nessuno riuscirà a vedere l’enorme albero fino alla punta.
Allora tutti si diranno "Buon Natale!" a Natale, un giorno.
LETTERA DI NATALE Maria Luisa Spaziani
Natale non è altro che questo immenso silenzio che dilaga per le strade, dove platani ciechi ridono con la neve altro non è che fondere a distanza le nostre solitudini, stendere nella notte un ponte d'oro. Sono qui col tuo dono che il mio illumina di dieci stelle-lune, guidandomi per mano dove vibra un riverbero di fuochi e di lanterne (verde e viola), di girandole e insegne di caffè. Un pino a destra per appendervi quattro nostalgie e la mia fede in te, bianca cometa in cima.
UN NATALE Truman Capote
Ma certo che Babbo Natale esiste. Solo che non c'è nessuno che possa fare da solo tutto quello che deve fare lui. E allora il Signore ha distribuito i suoi compiti tra tutti noi. Per questo noi siamo tutti Babbo Natale. Io. Tu. Persino tuo cugino Billy Bob. E adesso dormi. Conta le stelle. Pensa a cose più serene. Alla neve, per esempio.
NATALE Salvatore Quasimodo
Natale. Guardo il presepe scolpito, dove sono i pastori appena giunti alla povera stalla di Betlemme. Anche i Re Magi nelle lunghe vesti salutano il potente Re del mondo. Pace nella finzione e nel silenzio delle figure di legno: ecco i vecchi del villaggio e la stella che risplende, e l'asinello di colore azzurro. Pace nel cuore di Cristo in eterno; ma non v'è pace nel cuore dell'uomo. Anche con Cristo e sono venti secoli il fratello si scaglia sul fratello. Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino che morirà poi in croce fra due ladri?
A TUTTI... DA ORSO TONY
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Natale in poesia e non solo...
Auguri di
in poesia e non solo
Tal si giaceva il misero figliol del fallo primo dal dì che un'ineffabile ira promessa all'imo d'ogni malor gravollo, donde il superbo collo più non potea levar.
Alessandro Manzoni, Il Natale
Un vischio, fin dall'infanzia sospeso grappolo di fede e di pruina sul tuo lavandino e sullo specchio ovale ch'ora adombrano i tuoi ricci bergère fra santini e ritratti di ragazzi infilati un po' alla svelta nella cornice, una caraffa vuota, bicchierini di cenere e di bucce, le luci di Mayfair, poi a un crocicchio le anime, le bottiglie che non seppero aprirsi, non più guerra ne' pace, il tardo frullo di un piccione incapace di seguirti.
Eugenio Montale, Di un Natale metropolitano
IL VECCHIO NATALE
di Marino Moretti
Mentre la neve fa, sopra la siepe, un bel merletto e la campana suona, Natale bussa a tutti gli usci e dona ad ogni bimbo un piccolo presepe.
Ed alle buone mamme reca i forti virgulti che orneran furtivamente d'ogni piccola cosa rilucente: ninnoli, nastri, sfere, ceri attorti...
A tutti il vecchio dalla barba bianca porta qualcosa, qualche bella cosa. e cammina e cammina senza posa e cammina e cammina e non si stanca.
E, dopo avere tanto camminato nel giorno bianco e nella notte azzurra, conta le dodici ore che sussurra la mezzanotte e dice al mondo: È nato!
UNA STELLA SULLA STRADA DI BETLEMME
di Boris Pasternak
Era inverno e soffiava il vento della steppa. Freddo aveva il neonato nella grotta sul pendio del colle. L'alito del bue lo riscaldava.
Animali domestici stavano nella grotta. Sulla culla vagava un tiepido vapore. Dalle rupi guardavano assonnati i pastori gli spazi della mezzanotte.
E li accanto, sconosciuta prima d'allora, più modesta di un lucignolo alla finestrella di un capanno, tremava una stella sulla strada di Betlemme.
Vespro di Natale
Incappucciati, foschi, a passo lento, tre banditi ascendevano la strada deserta e grigia, tra la selva rada dei sughereti, sotto il ciel d’argento. Non rumore di mandre o voci, il vento agitava per l’algida contrada. Vasto silenzio. In fondo, Monte Spada ridea bianco nel vespro sonnolento. O vespro di Natale! Dentro il core ai banditi piangea la nostalgia di te, pur senza udirne le campane: e mesti eran, pensando al buon odore del porchetto e del vino, e dell’allegria del ceppo, nelle lor case lontane.
Sebastiano Satta
Buon Natale! Con tutto il cuore
Grazia
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Buone feste, Buon Natale si ripete ogni momento ed anch'io auguri cari di gran cuore vi presento, son gli auguri virtuali per vecchi e nuovi amici, e son certa che anche quest'anno di buon grado saran graditi.... Annamaria
Era festa dovunque: in ogni chiesa, in ogni casa: intorno al ceppo, lassù; innanzi a un Presepe, laggiù; noti volti tra ignoti riuniti in lieta cena; eran canti sacri, suoni di zampogne, gridi di fanciulli esultanti, contese di giocatori... E le vie delle città grandi e piccole, dei villaggi, dei borghi alpestri o marini, eran deserte nella rigida notte. E mi pareva di andar frettoloso per quelle vie,da questa casa a quella, per godere della raccolta festa degli altri; mi trattenevo un poco in ognuna, poi auguravo: - Buon Natale Luigi Pirandello
Natale
Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade Ho tanta stanchezza sulle spalle Lasciatemi cosi come una cosa posata in un angolo e dimenticata Qui non si sente altro che il caldo buono Sto con le quattro capriole di fumo del focolare
Giuseppe Ungaretti
E’ Natale E' Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E' Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro. E' Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E' Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E' Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri. Madre Teresa di Calcutta
Lode al gaio ceppo festivo! Balzate, fiamme, balzate gioiose. salute alla coppa colma di vino! spumeggia allegro, roseo liquore.
Dorme nella mangiatoia il bambino. Ragliare d’asini, muggire di buoi, chiocciar di galline e canti di galli. trabocca di gente stasera l’albergo, in alto una stella splende e riluce, prega il pastore accanto al suo gregge, recano i Magi il dono regale, cantano gli angeli in alto, nel cielo, annunciano il dono divino d’amore.
Presto, bambini, svegliatevi tutti, svegliatevi e udite l’angelico canto, lasciate il sonno, è giunto ormai il giorno, il giorno glorioso, è giunto Natale! Alata Christie Mallowan
Conosco questo Natale questa neve che sa di antico che scende lenta a parlarci con il suo tempo che è tempo di sempre. Non il nostro tempo ma quello della volpe che ora mi attraversa la strada con il suo passo di paura. Forse, anche per lei sarà Natale non vi sono orme d'uomo nella neve. Come è distratto mio figlio per la testa ha regali da scartare e si è lasciato sfuggire la madre che torna alla tana. Conosco l'assenza rigata di pianto. So che il Natale non è per tutti. Lontano è il tempo quando bambino pensavo il Natale nel cuore di ognuno. Conosco questa strada e questo bosco che sa di casa mia e il fuoco caldo di sempre. Poesia del Molise Luciano D’Agostino
RE MAGI
Una luce vermiglia risplende nella pia notte e si spande via per miglia e miglia e miglia.
O nova meraviglia! O fiore di Maria! Passa la melodia e la terra s'ingiglia.
Cantano tra il fischiare del vento per le forre, i biondi angeli in coro; ed ecco Baldassarre Gaspare e Melchiorre, con mirra, incenso ed oro. Gabriele D'Annunzio
LA MANGIATOIA Per l'anniversario della nascita di un Nazareno Perché nevica ancora? I passeri sulla staccionata guardano il cielo il cielo è così buio qualcuno passa oltre la mangiatoia alla mangiatoia, il pianto di una donna come se le lacrime di dolore e vergogna di tutta una notte ancora non bastassero a inumidire la terra inaridita dell'inverno! Qualcuno passa oltre la mangiatoia dalla mangiatoia vengono lamenti che strappano il cuore ah , con innumerevoli dita la folla segna la fanciulla-madre sprezzata come immondizia nessuno è disposto a portarle un catino per il sangue a versarle un secchio di acqua calda. II vento penetra nelle crepe del muro di terra è il ghigno del freddo invernale lei lotta lotta lotta la testa appoggiata alla staccionata guardate, tra i capelli scarmigliati scintillano febbri citanti gli occhi luminosi questa donna di Betlemme scacciata, esposta alla pubblica infamia vittima del disprezzo della folla tutto il corpo in un bagno di sudore Vento soffia ancora con forza perché ti sei placato? Ascoltate i teneri vagiti il sangue della puerpera la mangiatoia mai prima fiorita ha cosparso di splendidi fiori la piccola vita dà nuova forza alla madre nella paglia di riso quattro membra si muovono qualcuno passa oltre la mangiatoia rivolge sguardi obliqui qualcuno passa oltre la mangiatoia si allontana sdegnoso qualcuno passa oltre la mangiatoia muove gelide risa il bimbo primogenito col suo pianto spaurito viene a conoscere questo mondo straniero dalla nebbia del malessere Maria si risveglia china il viso di cenere e parla tra le lacrime che scorrono ininterrotte «Bambino mio a Betlemme noi saremo scacciati noi andiamo raminghi a farti crescere Oggi ci incamminiamo ricordati che sei nato nella mangiatoia figlio di una donna reietta che ti ha dato la vita nel dolore e nell' oppressione quando ne avrai le forze dovrai con le tue lacrime lavare i peccati degli uomini». Dolorosamente si leva avvolge il neonato nel suo petto e desolata lascia la mangiatoia fiocchi di neve turbinano sui suoi capelli sparsi in silenzio va via. Ai Qing
Annamaria |
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