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De: Enzo Claudio (Mensaje original) |
Enviado: 28/11/2009 16:27 |
Alda Merini
La fuga
Lasciami alle mie notti ed ai miei benefici di peccato, lasciami nell’errore se decantarmi è compito di Dio! So che mi assolverai delle mie pene: ma ora lasciami umana col cuore róso dalla mia paura. Quando sarò bassorilievo al tempo della Tua eternità, non avrò fronti contro cui capovolgere la faccia.
Alda Merini Testamento a cura di Giovanni Raboni Crocetti Editore 2002
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Jorge Luis Borges
Elegia
Oh destino quello di Borges avere navigato per i diversi mari del mondo o per l’unico e solitario mare dai nomi diversi, essere stato una parte di Edimburgo, di Zurigo, delle due Cordove, della Colombia e del Texas, essere ritornato, dopo mutevoli generazioni, alle antiche terre della sua stirpe, in Andalusia, in Portogallo e in quelle contee dove il sassone guerreggiò con il danese e mescolarono il loro sangue, avere vagato per il rosso e tranquillo labirinto di Londra, essere invecchiato in tanti specchi, avere cercato invano lo sguardo di marmo delle statue, avere esaminato litografie, enciclopedie, atalanti, avere visto le cose che vedono gli uomini, la morte, il goffo albeggiare, la pianura e le delicate stelle, e non avere visto nulla o quasi nulla se non il viso di una ragazza di Buenos Aires, un viso che non vuole che io lo ricordi. Oh destino di Borges, forse non più strano del tuo.
Traduzione di Livio Bacchi Wilcock
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Primo Levi
Se questo è un uomo |
Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che tovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d'inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetelele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi.
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Philippe Jaccottet
Portovenere
Di nuovo cupo il mare. Tu capisci, è l’ultima notte. Ma chi chiamo? A nessuno parlo, all’infuori dell’eco, a nessuno. Dove strapiomba la roccia il mare è nero, e rimbomba in una campana di pioggia. Un pipistrello urta come stupito sbarre d’aria, e tutti questi giorni sono persi, lacerati dalle sue ali nere, a questa gloria d’acque fedeli resto indifferente, se ancora non parlo né a te né a niente. Svaniscano questi “bei giorni”! Parto, invecchio, che importa, il mare dietro a chi va sbatte la porta.
Traduzione di Fabio Pusterla
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Costantino Kavafis
Torna
Torna sovente e prendimi, torna e prendimi amata sensazione – quando il ricordo del corpo si ridesta e trascorre nel sangue il desiderio antico; quando labbra e pelle rammentano, e alle mani pare di nuovo di toccare.
Torna sovente e prendimi, la notte, quando labbra e pelle rammentano...
Traduzione di Nicola Crocetti
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Gottfried Benn
Canti
II
Spregevoli sono gli amanti, i beffatori – tutti disperazione, brama – e i fiduciosi: noi, sofferenti ed impestati dèi, e tuttavia spesso del dio pensosi.
La molle baia. I boschivi sogni oscuri, le stelle, enormi palle-di-neve in fiore. Tacite fra le piante balzano le pantere. è tutto riva. Eterno chiama il mare.
Traduzione di Sergio Solmi
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Hermann Hesse
Un freddo vento australe scompiglia i rami ai tigli, sembra che vi s’impigli, per guardar qui, la luna.
Io scrivo alla mia bella che mi ha abbandonato e la mia lunga lettera la legge anche la luna.
La luce sua silente scorre di riga in riga. Io piango, e cosi scordo preghiere sonno e luna.
Traduzione inedita di Donata Berra
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E. E. Cummings
Crudelmente, amore, attraversa l’autunno nei cui capelli sta l’ultimo fiore, le tue labbra son fredde di canzoni
poiché, chi di noi due sarà il primo a trascorrere, a sfiorire? Il tramonto riluce in superficie e, crudelmente, cala verso l’erba la luna
amore, incedi nell’autunno amore, poiché l’ultimo fiore nei capelli appassisce, i tuoi capelli sono freddi di sogni, tu sei fragile, amore
ma percorri l’autunno in lungo e in largo e sorridi cinereo alle persone che obliquamente temono l’inverno.
Traduzione di Cristina Sparagana
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Kikuo Takano
Naturalmente
Naturalmente non potevo non desiderare che, pur essendo una piccola lampada, s’alzasse più forte la fiamma, ardesse fin troppo lo stoppino.
Naturalmente – non l’ho forse meritato? – il globo del mio lume si è annerito, è tutto fuliggine, adesso. Non può dunque far passare la luce. Ma nulla rimpiango, né mi pento di quel mio desiderio.
Ripeto ancora: “Mondo, tenebre, mia ombra!” Non ho bisogno di una semplice ombra: son venuto a ricevere la luce, la luce che ho in me naturalmente.
Traduzione di Yasuko Matsumoto
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Charles Baudelaire
Tristezze della luna
Più pigra sogna la luna stasera. Come bellezza, su molli cuscini, che accarezza distratta e leggera, prima del sonno, le curve dei seni,
sul dorso serico delle valanghe, morente, manda estenuati sospiri, sperde il suo sguardo in visioni bianche fluttuanti nell’azzurro come fiori.
Quando languida, oziosa, una furtiva lacrima lascia che quaggiù arrivi, un poeta, devoto, veglia e afferra
nella sua mano quella goccia pallida, iridata come scheggia d’opale, lungi dal sole in sé la sotterra.
Traduzione di Antonio Prete
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Sara Teasdale
Finché posso
Vento, grandine, pioggia tempestosa, foschia che vela il giorno al suo languire, d’anima e corpo ogni pena gravosa finché posso vorrei per te patire.
E se potessi amarti t’amerei perché in una notte infinita presto si perderanno i giorni miei e anche la pena mi sarà proibita.
Traduzione di Silvio Raffo
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Olav H. Hauge
Capanne di foglie e case di neve
Non sono gran che questi versi, solo qualche parola, messa insieme a caso. Tuttavia mi piace moltissimo comporli, allora è come se avessi una casa per qualche breve attimo. Ricordo le capanne di foglie che costruivamo quando eravamo piccoli: infilarcisi dentro, sedersi e ascoltare la pioggia, sapersi soli nella natura, sentire le gocce sul naso e tra i capelli – oppure le case di neve a Natale, infilarcisi dentro e chiudere con un sacco, accendere una candela, starsene lí nelle sere fredde.
Traduzione di Fulvio Ferrari
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Seamus Heaney
La sedia del poeta
3
Mio padre sta arando uno, due, tre, quattro lati del prato dove sto seduto, onniveggente nel mezzo, la schiena al biancospino che non fu mai tagliato. I cavalli sono tutti zoccoli e fianchi bronzei, io sono tutto preveggenza. Della poesia come un vomere che ruota il tempo e lo capovolge. Della sedia con foglie che la spina fatata sta iscrivendo al futuro. Di essere qui, per sempre, in ogni senso.
Traduzione di Roberto Mussapi
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Wislawa Szymborska
Un appunto
La vita – è il solo modo per coprirsi di foglie, prendere fiato sulla sabbia, sollevarsi sulle ali;
essere un cane, o carezzarlo sul suo pelo caldo;
distinguere il dolore da tutto ciò che dolore non è;
stare dentro gli eventi, dileguarsi nelle vedute, cercare il più piccolo errore.
Un’occasione eccezionale per ricordare per un attimo di che si è parlato a luce spenta;
e almeno per una volta inciampare in una pietra, bagnarsi in qualche pioggia, perdere le chiavi tra l’erba; e seguire con gli occhi una scintilla nel vento;
e persistere nel non sapere qualcosa d’importante.
Traduzione di Pietro Marchesani
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