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Resposta  Missatge 1 de 1110 del tema 
De: Enzo Claudio  (Missatge original) Enviat: 30/11/2009 17:03

Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:

Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!

Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.

Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?

Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?

Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?

Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:

"Signore, non cessare di amarci, mai"



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Resposta  Missatge 601 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 11/08/2011 03:09
Giovedì 11 Agosto 2011

Giovedì della XIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Beato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Lettera enciclica « Dives in misericordia », cap. 7, §14 (trad. © Libreria Editrice Vaticana)

«Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno?»

        Se Paolo VI indicava a più riprese la «civiltà dell'amore»' come fine a cui debbono tendere tutti gli sforzi in campo sociale e culturale, come pure in campo economico e politico, occorre aggiungere che questo fine non sarà mai conseguito, se nelle nostre concezioni ed attuazioni, relative alle ampie e complesse sfere della convivenza umana, ci arresteremo al criterio dell'«occhio per occhio, dente per dente» e non tenderemo invece a trasformarlo essenzialmente, completandolo con un altro spirito. Di certo, in tale direzione ci conduce anche il Concilio Vaticano II quando, parlando ripetutamente della necessità di rendere il mondo più umano,' individua la missione della Chiesa nel mondo contemporaneo appunto nella realizzazione di tale compito. Il mondo degli uomini può diventare sempre più umano solo se introdurremo nel multiforme ambito dei rapporti interumani e sociali, insieme alla giustizia, quell'«amore misericordioso» che costituisce il messaggio messianico del Vangelo.

        Il mondo degli uomini potrà diventare «sempre più umano», solo quando in tutti i rapporti reciproci, che plasmano il suo volto morale, introdurremo il momento del perdono, cosi essenziale per il Vangelo. Il perdono attesta che nel mondo è presente l'amore più potente del peccato. Il perdono è, inoltre, la fondamentale condizione della riconciliazione, non soltanto nel rapporto di Dio con l'uomo, ma anche nelle reciproche relazioni tra gli uomini. Un mondo da cui si eliminasse il perdono sarebbe soltanto un mondo di giustizia fredda e irrispettosa, nel nome della quale ognuno rivendicherebbe i propri diritti nei confronti dell'altro...

        Perciò, la Chiesa deve considerare come uno dei suoi principali doveri - in ogni tappa della storia, e specialmente nell'età contemporanea - quello di proclamare e di introdurre nella vita il mistero della misericordia, rivelato in sommo grado in Gesù Cristo.



Resposta  Missatge 602 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 12/08/2011 03:14
Venerdì 12 Agosto 2011

Venerdì della XIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Dal Messale romano
Solenne benedizione dal Rito del Matrimonio

«Non sono più due, ma una carne sola»

Padre santo, creatore dell'universo,
che hai formato l'uomo e la donna a tua immagine,
e hai posto nella prima famiglia
il segno della tua benedizione,
guarda con benevolenza N.,
che oggi si unisce a N. con il sacramento nuziale.

Scenda su questi sposi la ricchezza delle tue benedizioni,
perché nel dono reciproco dell'amore,
allietino di figli la loro famiglia e la comunità ecclesiale.

Ti lodino, Signore, nella gioia,
ti cerchino nella sofferenza;
godano della tua amicizia nella fatica
e del tuo conforto nella necessità;
ti preghino nella santa assemblea,
siano testimoni del tuo vangelo.
Vivano a lungo nella prosperità e nella pace,
e con tutti gli amici che ora li circondano,
giungano alla felicità del tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.




Resposta  Missatge 603 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 13/08/2011 02:59
Sabato 13 Agosto 2011

Sabato della XIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Massimo di Torino ( ? - circa 420), vescovo
Omelia 58 sulla Pasqua

« Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli »

        Quanto grande è il dono che Dio ci fa, fratelli ! Nella sua Pasqua, ciò che ieri era decrepitezza del peccato, la risurrezione di Cristo l'ha fatto rinascere nell'innocenza dei lattanti. La semplicità di Cristo fa sua l'infanzia. Il bambino è senza rancore, non conosce la frode, non osa colpire. Così questo bambino, che il cristiano è divenuto, non si infuria più se lo si insulta, non si difende se lo si spoglia, non rende i colpi se lo si colpisce. Il Signore esige anche che preghi per i suoi nemici... L'infanzia di Cristo supera pure l'infanzia degli uomini. Questa ignora il peccato, quella lo odia. Questa deve la sua innocenza alla sua debolezza, quella alla sua virtù. Ed è degna di più elogi ancora, perché il suo odio per il male procede dalla sua volontà, non dalla sua impotenza...

        Agli Apostoli già maturi e anziani, il Signore dice : « Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli » (Mt 18, 3). Li rinvia alla fonte stessa della loro vita ; Li incita a ritrovare l'infanzia, affinché questi uomini le cui forze stanno già declinando, rinascano dall'innocenza del cuore. « Se uno non rinasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel Regno di Dio » (Gv 3, 5).



Resposta  Missatge 604 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 14/08/2011 02:55
Domenica 14 Agosto 2011

Meditazione del giorno
Isacco della Stella (? - circa 1171), monaco cistercense
Sermone 35, 3° per la 2° domenica di Quaresima ; SC 207 (trad. it.)

« Inviato alle pecore perdute di Israele »

        « Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele » In altre parole : Egli è stato inviato a colui al quale è stato promesso. « Ora è appunto ad Abramo e alla sua discendenza che furon fatte le promesse. Non dice la Scrittura: "e ai tuoi discendenti" ... ma "e alla tua discendenza" » (Gal 3,16). La promessa fatta nel tempo si compie nel suo tempo e, per gli ebrei, a cominciare dagli ebrei, come sta scritto : « ...perché la salvezza viene dai Giudei » (Gv 4,22). è a loro che Cristo, nato da loro nella carne, è stato inviato alla fine dei tempi; è a loro che era stato promesso all'inizio del tempo, che a loro era stato predestinato prima di tutti i tempi. Predestinato per gli ebrei ed i pagani, nato dai soli ebrei senza intermediari nella carne, è stato presentato alla sua nascita nella carne a coloro ai quali era stato promesso...

      Ma il nome  « Israele » significa « uomo che vede Dio » : si applica dunque di diritto ad ogni spirito ragionevole. In questo senso si può capire che « la casa d'Israele » comprende anche gli angeli, questi spiriti predestinati alla visione di Dio...Mentre queste novantanove pecore..., sulla montagna della visione e della gioia del loro pastore, ossia del Verbo di Dio, riposano su pascoli erbosi e camminano verso acque tranquille (Sal 23,2), il buon Pastore è disceso dal Padre quando è giunto « il tempo della misericordia » (Sal 102,14). è stato inviato misericordiosamente nel tempo, lui che...era stato promesso fin dall'eternità; è venuto a cercare l'unica pecora che si era smarrita (Lc 15,4s)...

      Il buon pastore è stato quindi inviato per consolidare ciò che era rotto, per fortificare ciò che era debole (cfr Ez 34,16).  Ciò che era rotto e debole, era il libero arbitrio dell'uomo. In passato, volendo superare se stesso, è caduto; non avendo la forza di sostenersi, è precipitato e si è rotto..., totalmente incapace di rialzarsi. Consolidato, infine, e riconfortato da Cristo stesso..., ma non completamente rinvigorito finché non è collocato tra le altre novantanove pecore su pascoli erbosi, è portato tra le braccia del pastore, che : « ...porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madri » (Is 40,11).




Resposta  Missatge 605 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 15/08/2011 03:19
Lunedì 15 Agosto 2011

Assunzione della B.V. Maria, solennità
Meditazione del giorno
Sant'Aelredo di Rievaulx (1110-1167), monaco cistercense inglese
2° sermone per l'Assunzione, coll. Durham (trad. it)

« D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata »

        Se santa Maria-Maddalena - che è stata una peccatrice e dalla quale il Signore ha espulso sette spiriti cattivi - ha meritato di essere da lui glorificata tanto che la sua lode rimane per sempre nell'assemblea dei santi, chi potrà misurare fino a che punto « i giusti si rallegrino, esultino davanti a Dio e cantino di gioia » per la Vergine Maria, che non ha conosciuto uomo?... Se l'apostolo S. Pietro - che non solo non è stato capace di vegliare un'ora sola con Cristo, ma addirittura lo ha rinnegato - ha ottenuto in seguito una grazia tale che gli sono state affidate le chiavi del Regno dei cieli, di quali lodi la Vergine Maria non è degna, lei che ha portato in grembo il re degli angeli in persona, che i cieli non possono contenere? Se Saulo, « sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore »..., è stato oggetto di una tale misericordia... che fu rapito « fino al terzo cielo, con il corpo o fuori del corpo », non c'è da meravigliarsi se la santa Madre di Dio - che ha perseverato con il figlio nelle prove da lui sopportate fin dalla culla - sia stata assunta in cielo, anche con il suo corpo, ed esaltata al di sopra dei cori angelici.

         Se c'è «più gioia in cielo per un peccatore convertito», chi dirà quale lode gioiosa e bella s'innalza davanti a Dio per la Vergine Maria, che non ha mai peccato?... Se veramente quelli che « un tempo erano tenebra » e sono divenuti, in seguito « luce nel Signore » « splenderanno come il sole nel regno del Padre loro », chi sarà in grado di esporre « il peso dell'eterna gloria » della Vergine Maria, che è venuta in questo mondo « come sorge l'aurora, bella come la luna, fulgida come il sole », e da cui è nata « la luce vera, quella che illumina ogni uomo »? Del resto, poiché il Signore ha detto: « Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo », dove pensiamo che sia sua madre, lei che lo ha servito con tanto ardore e perseveranza? Se lei lo ha seguito obbedendogli fino alla morte, nessuno si meraviglierà se adesso, più di ogni altro, lei « segua l'Agnello dovunque va ».

(Riferimenti biblici : Lc 8,2; Sal 149,1; Sal 68,4; Lc 1,34; Mt 26,40.70; Mt 16,19; At 9,1; 1Cor 7,25; 2Cor 12,2; Lc 22,28; Lc 15,7; Ef 5,8; Mt 13,43; 2Cor 4,17; Ct 6,10; Gv 1,9; Gv 12,26; Ap 14,4)




Resposta  Missatge 606 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 16/08/2011 02:51
Martedì 16 Agosto 2011

Martedì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Giovanni della Croce (1542-1591), carmelitano, dottore della Chiesa
Avvisi e sentenze

Lo spirito di proprietà o la povertà in Spirito ?

        Non abbiate nessun desiderio se non quello di entrare, solo per amore di Cristo, nel distacco, nel vuoto e nella povertà riguardo a tutto quanto esiste sulla terra. Non proverete altri bisogni che quelli ai quali avrete così sottomesso il vostro cuore ; il povero in Spirito non è mai così felice quanto quando si trova nell'indigenza ; colui che ha un cuore che non desidera nulla, vive sempre nell'agiatezza...

        I poveri in Spirito danno con grande liberalità tutto quanto possiedono. La loro gioia è di sapere farne a meno, offrendolo per amore di Dio e del prossimo. Non solo i beni, le gioie e i piaceri di questo mondo ci imgombrano e ci fanno perdere tempo nella nostra marcia verso Dio, ma pure le gioie e le consolazioni spirituali sono un ostacolo nella nostra marcia in avanti se le riceviamo o le ricerchiamo con uno spirito di proprietà.



Resposta  Missatge 607 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 17/08/2011 02:52
Mercoledì 17 Agosto 2011

Mercoledì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (c. 345-407), sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelie, 64,3

Ognuno alla sua ora

        « Andate anche voi nella mia vigna ». Fratelli, forse vi domandate perché tutti i lavoratori non sono stati chiamati contemporaneamente nella vigna del Signore ? Vi risponderò che il disegno di Dio era stato di chiamarli tutti contemporaneamente. Ma loro non hanno voluto venire appena sono stati chiamati, cioè all'alba, e questo è stato dovuto al loro rifiuto. Per questo motivo Dio in persona viene a chiamare ciascuno personalmente... nell'ora in cui pensava che si sarebbe arreso e avrebbe risposto al suo invito.

        Questo lo nota chiaramente Paolo riguardo a se stesso : « Quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque di rivelare a me suo Figlio » (Gal 1, 15). Quando Dio si compiacque se non quando ebbe visto che Paolo avrebbe ceduto alla sua chiamata ? Certo, Dio avrebbe voluto chiamarlo fin dall'inizio della sua vita, ma poiché Paolo non si sarebbe arreso alla sua voce, Dio ha preferito chiamarlo soltanto nel momento in cui egli gli avrebbe risposto. Così Dio ha chiamato il buon ladrone soltanto all'ultima ora, benché avesse potuto farlo prima se avesse previsto che quest'uomo avrebbe ceduto alla sua chiamata.

        Dunque se gli operai della parabola dicono che nessuno li ha presi a giornata, occorre ricordarsi della pazienza di Dio... Lui, mostra a sufficienza che ha fatto quanto poteva da parte sua, affinché tutti possano venire fin dalla prima ora del giorno. Così la parabola di Gesù ci fa vedere che gli uomini si danno a Dio in età molto diverse. E Dio vuole ad ogni costo impedire che quelli che sono stati chiamati per primi disprezzino gli ultimi.



Resposta  Missatge 608 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 18/08/2011 03:04
Giovedì 18 Agosto 2011



Giovedì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorso 90, 5-6 ; PL 38-39, 561-563 (Nuova Biblioteca Agostiniana)

L'abito di nozze

        Qual è dunque l'abito di nozze? « Il fine del precetto - dice l'Apostolo - è la carità che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera » (1 Tm 1, 5). Questo è l'abito di nozze. Non si tratta però d'una carità qualsiasi, poiché spesso sembra che si amino tra loro anche individui che hanno in comune una cattiva coscienza. Coloro che compiono insieme rapine e delitti, che sono tifosi degl'istrioni, che insieme incitano con urla i guidatori dei cocchi in lizza e i cacciatori del circo, per lo più si amano tra loro, ma non hanno la carità che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. è siffatta carità l'abito di nozze.

        Indossate l'abito delle nozze; rivolgo quest'esortazione a voi che non l'avete ancora. Voi siete già dentro la Chiesa, vi siete già accostati al convito, ma non avete ancora l'abito da indossare in onore dello sposo, poiché andate ancora in cerca dei vostri interessi, non di quelli di Cristo. L'abito di nozze infatti s'indossa in onore dei coniugi, cioè dello sposo e della sposa. Voi conoscete lo sposo: è Cristo; conoscete la sposa: è la Chiesa. Recate onore allo sposo e alla sposa.



Resposta  Missatge 609 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 19/08/2011 02:33
Venerdì 19 Agosto 2011

Venerdì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Sant' Alfonso Maria de' Liguori, (1696-1787), Vescovo e dottore della Chiesa
Novena del Santo Natale, Discorso 8

« Il più grande e il primo dei comandamenti »

        Per poter amare molto Dio in cielo, bisogna prima amarlo molto sulla terra. Il grado del nostro amore per Dio alla fine della nostra vita sarà la misura del nostro amore di Dio nell'eternità. Vogliamo acquisire la certezza di non separarci più da questo Bene sovrano nella vita attuale? Stringiamolo sempre di più con i legami del nostro amore dicendogli con la Sposa del Cantico dei Cantici : « Ho trovato l'amato del mio cuore. Lo strinsi fortemente e non lo lascerò » (3,4). Come ha fatto la sacra Sposa a cogliere il suo beneamato? « Con le braccia della carità », risponde Guglielmo; « è con le braccia della carità che si coglie Dio», riprende S. Ambrogio.

        Felice allora chi può esclamare con S. Paolino : « Che i ricchi possiedano le loro ricchezze, che i re possiedano il loro regno : la nostra gloria, la nostra ricchezza e il nostro regno a noi, è Cristo! » E con S. Ignazio: « Dammi solo il tuo amore e la tua grazia : io sono ricco abbastanza ». Fa che io ti ami e sia amato da te; non desidero e non voglio desiderare altro.



Resposta  Missatge 610 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 20/08/2011 03:11
Sabato 20 Agosto 2011

Sabato della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (c. 345-407), Sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Dall'Omelia sulla lettera ai Romani, 8.

« Voi siete tutti fratelli »

        «Là dove sono due o tre riuniti nel mio nome - dice Gesù - io sono in mezzo a loro» (Mt 18,20)...Ma cosa vedo? Dei cristiani che servono sotto la stessa bandiera, sotto lo stesso Capo, sbranarsi e dividersi : gli uni per un po' d'oro, altri per la gloria, alcuni senza nessun motivo, altri per il piacere di una buona parola!... Fra noi l'appellativo fratelli è una parola vana...

        Rispettate questa santa mensa dove siamo tutti convocati; rispettate il Cristo immolato per noi; rispettate il sacrificio che vi è offerto... Dopo aver preso parte ad una tale mensa ed aver comunicato ad un tale alimento, non prendiamo le armi gli uni contro gli altri allorché dovremmo armarci tutti insieme contro il demonio!... Dimentichiamo questo avversario per tirare le frecce contro i nostri fratelli? - Quali frecce, direte voi? - Quelle che lanciano la lingua e le labbra. Non ci sono soltanto le frecce con la punta di ferro : certe parole provocano delle ferite ben più profonde.



Resposta  Missatge 611 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 21/08/2011 02:49
Domenica 21 Agosto 2011

XXI Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno A Meditazione del giorno
Benedetto XVI, papa
Angelus del 24 agosto 2008 (trad. © Libreria Editrice Vaticana)

«Su questa pietra edificherò la mia chiesa»

        Il Signore interpella direttamente i Dodici: "Voi chi dite che io sia?". A nome di tutti, con slancio e decisione è Pietro a prendere la parola: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". Solenne professione di fede, che da allora la Chiesa continua a ripetere. Anche noi quest'oggi vogliamo proclamare con intima convinzione: Sì, Gesù, tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente! Lo facciamo con la consapevolezza che è Cristo il vero "tesoro" per il quale vale la pena di sacrificare tutto; Lui è l'amico che mai ci abbandona, perché conosce le attese più intime del nostro cuore. Gesù è il "Figlio del Dio vivente", il Messia promesso, venuto sulla terra per offrire all'umanità la salvezza e per soddisfare la sete di vita e di amore che abita in ogni essere umano. Quale vantaggio avrebbe l'umanità accogliendo quest'annuncio che porta con sé la gioia e la pace!

        "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". A questa ispirata professione di fede da parte di Pietro, Gesù replica: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli". è la prima volta che Gesù parla della Chiesa, la cui missione è l'attuazione del disegno grandioso di Dio di riunire in Cristo l'umanità intera in un'unica famiglia. La missione di Pietro, e dei suoi successori, è proprio quella di servire quest'unità dell'unica Chiesa di Dio formata da giudei e pagani; il suo ministero indispensabile è far sì che essa non si identifichi mai con una sola nazione, con una sola cultura, ma che sia la Chiesa di tutti i popoli, per rendere presente fra gli uomini, segnati da innumerevoli divisioni e contrasti, la pace di Dio e la forza rinnovatrice del suo amore. Servire dunque l'unità interiore che proviene dalla pace di Dio, l'unità di quanti in Gesù Cristo sono diventati fratelli e sorelle: ecco la peculiare missione del Papa, Vescovo di Roma e successore di Pietro.



Resposta  Missatge 612 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 22/08/2011 02:56
Lunedì 22 Agosto 2011

Lunedì della XXI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Doroteo di Gaza (circa 500 ?), monaco in Palestina
Istruzioni, I, § 8-9 ; SC 92

Dio ci chiama instancabilmente alla conversione

        La bontà di Dio, come spesso lo ripeto, non ha abbandonato quelli che Lui ha creato, ma si gira ancora verso di essi a ricordare di nuovo: « Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. » (Mt 11,28). Sarebbe a dire: eccovi stanchi, eccovi infelici, avete fatto l'esperienza del male a causa della vostra disobbedienza. Orsù convertitevi, infine; vivete grazie all'umiltà, voi che eravate morti a causa dell'orgoglio...

        Oh, fratelli miei, cosa non fa l'orgoglio, e che potere possiede l'umiltà! Che bisogno c'era di tutte queste deviazioni? Se fin dall'inizio, l'uomo fosse rimasto umile e avesse obbedito a Dio..., non sarebbe caduto. Anche dopo la sua caduta, Dio ha fornito l'opportunità di pentirsi e di ottenere misericordia; ma (l'uomo) ha tenuto la testa alta. Dio, in effetti, chiamò l'uomo e gli disse : « Dove sei? » (Gn 3,9), sarebbe a dire : « Come hai fatto per cadere così in basso? »... Poi gli chiede : « Perché hai peccato? Perché hai disobbedito? », volendo, in questo modo, fargli dire : « Perdonami ». Ma...non c'è né umiltà né pentimento bensì il contrario. L'uomo replica : « La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato » (Gn 3,12); egli non dice « la mia donna » ma « la donna che tu mi hai posta accanto », come per dire : « Il carico che tu mi hai messo sulla testa ». è così, fratelli : quando un uomo non accetta di vedersi peccatore, non teme di accusare Dio stesso.

        Dio si rivolge poi alla donna e dice: « Perché nemmeno tu hai osservato il mio comandamento?», come se dicesse : « Almeno tu dimmi : Perdonami, affinché la tua anima si umili e ottenga misericordia ». Ma...la donna risponde a sua volta: « Il serpente mi ha ingannata » (v. 13), come per dire : « Se lui ha peccato perché dovrei essere io la colpevole? » Cosa fate, sciagurati?...Riconoscete la vostra colpa; abbiate pietà della vostra nudità! Ma nessuno si è degnato di riconoscersi peccatore.




Resposta  Missatge 613 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 23/08/2011 03:19
Martedì 23 Agosto 2011

Martedì della XXI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Commento alla 1a lettera di S. Giovanni - Omelia 6 § 3

« Pulisci prima l'interno »

        « Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità. Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore » (1Gv 3,18-19). Che significa : davanti a lui? Là dove lui solo vede. Per cui il Signore stesso nel Vangelo dice : « Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. » (Mt 6,1)... Sei qui davanti a Dio, ebbene interroga il tuo cuore; guarda che cosa hai fatto, che cosa hai desiderato nel tuo agire: la tua salvezza oppure la lode degli uomini che si disperde al vento? Guarda dentro la tua coscienza, poiché l'uomo non può giudicare colui che non riesce a vedere. Se vogliamo mettere in pace la nostra coscienza, facciamolo davanti a Dio.

        « Se il nostro cuore ci rimprovera qualcosa » - se cioè ci accusa interiormente, perché non agiamo con quella intenzione che dovevamo avere - « Dio è più grande del nostro cuore e tutto conosce » (1Gv 3,20). Tu nascondi il tuo cuore agli uomini: nascondilo a Dio, se puoi! Come potrai nasconderlo a lui, a cui un certo peccatore, timoroso, confessò : « Dove troverò rifugio lontano dal tuo spirito, lontano dal tuo volto? » Costui cercava un luogo ove fuggire e sottrarsi al giudizio di Dio ma non lo trovava. Dove infatti non è Dio? « Se salirò fino al cielo, là tu sei; se scenderò negli abissi, tu sei presente (Sal 138, 7-8). Dove andrai, dove fuggirai? Se vuoi un consiglio, rifugiati presso di lui, quando vuoi da lui fuggire. Rifugiati presso di lui con fiducia, e non già sottrarti al suo sguardo: non lo potresti fare, mentre puoi a lui aprire con fiducia il tuo cuore. Digli dunque: Tu sei il mio rifugio (Sal 31, 7); troverà allora alimento in te quell'amore che solo porta alla vita.




Resposta  Missatge 614 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 24/08/2011 03:21
Mercoledì 24 Agosto 2011

San Bartolomeo, apostolo, festa
Meditazione del giorno
Papa Benedetto XVI
Udienza generale, 4 ottobre 2006 (trad. © Libreria Editrice Vaticana)

«Natanaele (Bartolomeo) riconosce il Messia, il Figlio di Dio»

        L'evangelista Giovanni ci riferisce che, quando Gesù vede Natanaele avvicinarsi esclama: "Ecco davvero un Israelita, in cui non c'è falsità". Si tratta di un elogio che richiama il testo di un Salmo: "Beato l'uomo ... nel cui spirito non c'è inganno" (Sal 32, 2), ma che suscita la curiosità di Natanaele, il quale replica con stupore: "Come mi conosci?" (Gv 1, 48a). La risposta di Gesù non è immediatamente comprensibile. Egli dice: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico" (Gv 1, 48b). Non sappiamo che cosa fosse successo sotto questo fico. è evidente che si tratta di un momento decisivo nella vita di Natanaele. Da queste parole di Gesù egli si sente toccato nel cuore, si sente compreso e capisce: quest'uomo sa tutto di me, Lui sa e conosce la strada della vita, a quest'uomo posso realmente affidarmi. E così risponde con una confessione di fede limpida e bella, dicendo: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele".

        In essa è consegnato un primo, importante passo nell'itinerario di adesione a Gesù. Le parole di Natanaele pongono in luce un doppio complementare aspetto dell'identità di Gesù: Egli è riconosciuto sia nel suo rapporto speciale con Dio Padre, di cui è Figlio unigenito, sia in quello con il popolo d'Israele, di cui è dichiarato re, qualifica propria del Messia atteso. Non dobbiamo mai perdere di vista né l'una né l'altra di queste due componenti, poiché se proclamiamo di Gesù soltanto la dimensione celeste, rischiamo di farne un essere etereo ed evanescente, e se al contrario riconosciamo soltanto la sua concreta collocazione nella storia, finiamo per trascurare la dimensione divina che propriamente lo qualifica.




Resposta  Missatge 615 de 1110 del tema 
De: lore luc Enviat: 25/08/2011 03:12
Giovedì 25 Agosto 2011

Giovedì della XXI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
Jesus, The Word to be spoken, cap.10

« Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così »

        Se capita, a volte, di avere l'impressione che il Maestro sia partito, non è perché mi sono allontanata dall'una o dall'altra suora? C'è una cosa che ci assicurerà sempre il cielo : gli atti di carità e la gentilezza di cui avremo riempito la nostra vita. Non sapremo mai quale bene può provocare un semplice sorriso. Diciamo agli uomini quanto Dio è grande, comprensivo, indulgente : ne siamo noi la prova vivente? Possono essi rendersi conto realmente che questa grandezza, questa comprensione, questa indulgenza vivono in noi?




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