|
De: Enzo Claudio (Missatge original) |
Enviat: 30/11/2009 17:03 |
Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:
Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!
Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.
Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?
Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?
Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?
Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:
"Signore, non cessare di amarci, mai"
|
|
|
|
Giovedì 11 Agosto 2011
Giovedì della XIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Beato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Lettera enciclica « Dives in misericordia », cap. 7, §14 (trad. © Libreria Editrice Vaticana)
«Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno?»
Se Paolo VI indicava a più riprese la «civiltà dell'amore»' come
fine a cui debbono tendere tutti gli sforzi in campo sociale e
culturale, come pure in campo economico e politico, occorre aggiungere
che questo fine non sarà mai conseguito, se nelle nostre concezioni ed
attuazioni, relative alle ampie e complesse sfere della convivenza
umana, ci arresteremo al criterio dell'«occhio per occhio, dente per
dente» e non tenderemo invece a trasformarlo essenzialmente,
completandolo con un altro spirito. Di certo, in tale direzione ci
conduce anche il Concilio Vaticano II quando, parlando ripetutamente
della necessità di rendere il mondo più umano,' individua la missione
della Chiesa nel mondo contemporaneo appunto nella realizzazione di tale
compito. Il mondo degli uomini può diventare sempre più umano solo se
introdurremo nel multiforme ambito dei rapporti interumani e sociali,
insieme alla giustizia, quell'«amore misericordioso» che costituisce il
messaggio messianico del Vangelo.
Il mondo degli uomini
potrà diventare «sempre più umano», solo quando in tutti i rapporti
reciproci, che plasmano il suo volto morale, introdurremo il momento del
perdono, cosi essenziale per il Vangelo. Il perdono attesta che nel
mondo è presente l'amore più potente del peccato. Il perdono è, inoltre,
la fondamentale condizione della riconciliazione, non soltanto nel
rapporto di Dio con l'uomo, ma anche nelle reciproche relazioni tra gli
uomini. Un mondo da cui si eliminasse il perdono sarebbe soltanto un
mondo di giustizia fredda e irrispettosa, nel nome della quale ognuno
rivendicherebbe i propri diritti nei confronti dell'altro...
Perciò,
la Chiesa deve considerare come uno dei suoi principali doveri - in
ogni tappa della storia, e specialmente nell'età contemporanea - quello
di proclamare e di introdurre nella vita il mistero della misericordia,
rivelato in sommo grado in Gesù Cristo.
|
|
|
|
Venerdì 12 Agosto 2011
Venerdì della XIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Dal Messale romano
Solenne benedizione dal Rito del Matrimonio
«Non sono più due, ma una carne sola»
Padre santo, creatore dell'universo, che hai formato l'uomo e la donna a tua immagine, e hai posto nella prima famiglia il segno della tua benedizione, guarda con benevolenza N., che oggi si unisce a N. con il sacramento nuziale.
Scenda su questi sposi la ricchezza delle tue benedizioni, perché nel dono reciproco dell'amore, allietino di figli la loro famiglia e la comunità ecclesiale.
Ti lodino, Signore, nella gioia, ti cerchino nella sofferenza; godano della tua amicizia nella fatica e del tuo conforto nella necessità; ti preghino nella santa assemblea, siano testimoni del tuo vangelo. Vivano a lungo nella prosperità e nella pace, e con tutti gli amici che ora li circondano, giungano alla felicità del tuo regno. Per Cristo nostro Signore.
|
|
|
|
Sabato 13 Agosto 2011
Sabato della XIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Massimo di Torino ( ? - circa 420), vescovo
Omelia 58 sulla Pasqua
« Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli »
Quanto grande è il dono che Dio ci fa, fratelli ! Nella sua
Pasqua, ciò che ieri era decrepitezza del peccato, la risurrezione di
Cristo l'ha fatto rinascere nell'innocenza dei lattanti. La semplicità
di Cristo fa sua l'infanzia. Il bambino è senza rancore, non conosce la
frode, non osa colpire. Così questo bambino, che il cristiano è
divenuto, non si infuria più se lo si insulta, non si difende se lo si
spoglia, non rende i colpi se lo si colpisce. Il Signore esige anche che
preghi per i suoi nemici... L'infanzia di Cristo supera pure l'infanzia
degli uomini. Questa ignora il peccato, quella lo odia. Questa deve la
sua innocenza alla sua debolezza, quella alla sua virtù. Ed è degna di
più elogi ancora, perché il suo odio per il male procede dalla sua
volontà, non dalla sua impotenza...
Agli Apostoli già maturi e anziani, il Signore dice : « Se non
vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel
regno dei cieli » (Mt 18, 3). Li rinvia alla fonte stessa della loro
vita ; Li incita a ritrovare l'infanzia, affinché questi uomini le cui
forze stanno già declinando, rinascano dall'innocenza del cuore. « Se
uno non rinasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel Regno di Dio »
(Gv 3, 5).
|
|
|
|
Domenica 14 Agosto 2011
Meditazione del giorno
Isacco della Stella (? - circa 1171), monaco cistercense
Sermone 35, 3° per la 2° domenica di Quaresima ; SC 207 (trad. it.)
« Inviato alle pecore perdute di Israele »
« Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di
Israele » In altre parole : Egli è stato inviato a colui al quale è
stato promesso. « Ora è appunto ad Abramo e alla sua discendenza che
furon fatte le promesse. Non dice la Scrittura: "e ai tuoi discendenti"
... ma "e alla tua discendenza" » (Gal 3,16). La promessa fatta nel
tempo si compie nel suo tempo e, per gli ebrei, a cominciare dagli
ebrei, come sta scritto : « ...perché la salvezza viene dai Giudei » (Gv
4,22). è a loro che Cristo, nato da loro nella carne, è stato inviato
alla fine dei tempi; è a loro che era stato promesso all'inizio del
tempo, che a loro era stato predestinato prima di tutti i tempi.
Predestinato per gli ebrei ed i pagani, nato dai soli ebrei senza
intermediari nella carne, è stato presentato alla sua nascita nella
carne a coloro ai quali era stato promesso...
Ma il
nome « Israele » significa « uomo che vede Dio » : si applica dunque di
diritto ad ogni spirito ragionevole. In questo senso si può capire che «
la casa d'Israele » comprende anche gli angeli, questi spiriti
predestinati alla visione di Dio...Mentre queste novantanove pecore...,
sulla montagna della visione e della gioia del loro pastore, ossia del
Verbo di Dio, riposano su pascoli erbosi e camminano verso acque
tranquille (Sal 23,2), il buon Pastore è disceso dal Padre quando è
giunto « il tempo della misericordia » (Sal 102,14). è stato inviato
misericordiosamente nel tempo, lui che...era stato promesso fin
dall'eternità; è venuto a cercare l'unica pecora che si era smarrita (Lc
15,4s)...
Il buon pastore è stato quindi inviato per
consolidare ciò che era rotto, per fortificare ciò che era debole (cfr
Ez 34,16). Ciò che era rotto e debole, era il libero arbitrio
dell'uomo. In passato, volendo superare se stesso, è caduto; non avendo
la forza di sostenersi, è precipitato e si è rotto..., totalmente
incapace di rialzarsi. Consolidato, infine, e riconfortato da Cristo
stesso..., ma non completamente rinvigorito finché non è collocato tra
le altre novantanove pecore su pascoli erbosi, è portato tra le braccia
del pastore, che : « ...porta gli agnellini sul seno e conduce pian
piano le pecore madri » (Is 40,11).
|
|
|
|
Lunedì 15 Agosto 2011
Assunzione della B.V. Maria, solennità
Meditazione del giorno
Sant'Aelredo di Rievaulx (1110-1167), monaco cistercense inglese
2° sermone per l'Assunzione, coll. Durham (trad. it)
« D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata »
Se santa Maria-Maddalena - che è stata una peccatrice e dalla
quale il Signore ha espulso sette spiriti cattivi - ha meritato di
essere da lui glorificata tanto che la sua lode rimane per sempre
nell'assemblea dei santi, chi potrà misurare fino a che punto « i giusti
si rallegrino, esultino davanti a Dio e cantino di gioia » per la
Vergine Maria, che non ha conosciuto uomo?... Se l'apostolo S. Pietro -
che non solo non è stato capace di vegliare un'ora sola con Cristo, ma
addirittura lo ha rinnegato - ha ottenuto in seguito una grazia tale che
gli sono state affidate le chiavi del Regno dei cieli, di quali lodi la
Vergine Maria non è degna, lei che ha portato in grembo il re degli
angeli in persona, che i cieli non possono contenere? Se Saulo, « sempre
fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore »..., è stato
oggetto di una tale misericordia... che fu rapito « fino al terzo
cielo, con il corpo o fuori del corpo », non c'è da meravigliarsi se la
santa Madre di Dio - che ha perseverato con il figlio nelle prove da lui
sopportate fin dalla culla - sia stata assunta in cielo, anche con il
suo corpo, ed esaltata al di sopra dei cori angelici.
Se c'è «più gioia in cielo per un peccatore convertito», chi dirà quale
lode gioiosa e bella s'innalza davanti a Dio per la Vergine Maria, che
non ha mai peccato?... Se veramente quelli che « un tempo erano tenebra »
e sono divenuti, in seguito « luce nel Signore » « splenderanno come il
sole nel regno del Padre loro », chi sarà in grado di esporre « il peso
dell'eterna gloria » della Vergine Maria, che è venuta in questo mondo «
come sorge l'aurora, bella come la luna, fulgida come il sole », e da
cui è nata « la luce vera, quella che illumina ogni uomo »? Del resto,
poiché il Signore ha detto: « Se uno mi vuol servire mi segua, e dove
sono io, là sarà anche il mio servo », dove pensiamo che sia sua madre,
lei che lo ha servito con tanto ardore e perseveranza? Se lei lo ha
seguito obbedendogli fino alla morte, nessuno si meraviglierà se adesso,
più di ogni altro, lei « segua l'Agnello dovunque va ».
(Riferimenti
biblici : Lc 8,2; Sal 149,1; Sal 68,4; Lc 1,34; Mt 26,40.70; Mt 16,19;
At 9,1; 1Cor 7,25; 2Cor 12,2; Lc 22,28; Lc 15,7; Ef 5,8; Mt 13,43; 2Cor
4,17; Ct 6,10; Gv 1,9; Gv 12,26; Ap 14,4)
|
|
|
|
Martedì 16 Agosto 2011
Martedì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Giovanni della Croce (1542-1591), carmelitano, dottore della Chiesa
Avvisi e sentenze
Lo spirito di proprietà o la povertà in Spirito ?
Non abbiate nessun desiderio se non quello di entrare, solo per
amore di Cristo, nel distacco, nel vuoto e nella povertà riguardo a
tutto quanto esiste sulla terra. Non proverete altri bisogni che quelli
ai quali avrete così sottomesso il vostro cuore ; il povero in Spirito
non è mai così felice quanto quando si trova nell'indigenza ; colui che
ha un cuore che non desidera nulla, vive sempre nell'agiatezza...
I poveri in Spirito danno con grande liberalità tutto quanto
possiedono. La loro gioia è di sapere farne a meno, offrendolo per amore
di Dio e del prossimo. Non solo i beni, le gioie e i piaceri di questo
mondo ci imgombrano e ci fanno perdere tempo nella nostra marcia verso
Dio, ma pure le gioie e le consolazioni spirituali sono un ostacolo
nella nostra marcia in avanti se le riceviamo o le ricerchiamo con uno
spirito di proprietà.
|
|
|
|
Mercoledì 17 Agosto 2011
Mercoledì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (c. 345-407), sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelie, 64,3
Ognuno alla sua ora
« Andate anche voi nella mia vigna ». Fratelli, forse vi
domandate perché tutti i lavoratori non sono stati chiamati
contemporaneamente nella vigna del Signore ? Vi risponderò che il
disegno di Dio era stato di chiamarli tutti contemporaneamente. Ma loro
non hanno voluto venire appena sono stati chiamati, cioè all'alba, e
questo è stato dovuto al loro rifiuto. Per questo motivo Dio in persona
viene a chiamare ciascuno personalmente... nell'ora in cui pensava che
si sarebbe arreso e avrebbe risposto al suo invito.
Questo lo nota chiaramente Paolo riguardo a se stesso : « Quando
colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua
grazia si compiacque di rivelare a me suo Figlio » (Gal 1, 15). Quando
Dio si compiacque se non quando ebbe visto che Paolo avrebbe ceduto alla
sua chiamata ? Certo, Dio avrebbe voluto chiamarlo fin dall'inizio
della sua vita, ma poiché Paolo non si sarebbe arreso alla sua voce, Dio
ha preferito chiamarlo soltanto nel momento in cui egli gli avrebbe
risposto. Così Dio ha chiamato il buon ladrone soltanto all'ultima ora,
benché avesse potuto farlo prima se avesse previsto che quest'uomo
avrebbe ceduto alla sua chiamata.
Dunque se gli operai della parabola dicono che nessuno li ha
presi a giornata, occorre ricordarsi della pazienza di Dio... Lui,
mostra a sufficienza che ha fatto quanto poteva da parte sua, affinché
tutti possano venire fin dalla prima ora del giorno. Così la parabola di
Gesù ci fa vedere che gli uomini si danno a Dio in età molto diverse. E
Dio vuole ad ogni costo impedire che quelli che sono stati chiamati per
primi disprezzino gli ultimi.
|
|
|
|
Giovedì 18 Agosto 2011
Giovedì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorso 90, 5-6 ; PL 38-39, 561-563 (Nuova Biblioteca Agostiniana)
L'abito di nozze
Qual è dunque l'abito di nozze? « Il fine del precetto - dice
l'Apostolo - è la carità che sgorga da un cuore puro, da una buona
coscienza e da una fede sincera » (1 Tm 1, 5). Questo è l'abito di
nozze. Non si tratta però d'una carità qualsiasi, poiché spesso sembra
che si amino tra loro anche individui che hanno in comune una cattiva
coscienza. Coloro che compiono insieme rapine e delitti, che sono tifosi
degl'istrioni, che insieme incitano con urla i guidatori dei cocchi in
lizza e i cacciatori del circo, per lo più si amano tra loro, ma non
hanno la carità che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza e da
una fede sincera. è siffatta carità l'abito di nozze.
Indossate l'abito delle nozze; rivolgo quest'esortazione a voi
che non l'avete ancora. Voi siete già dentro la Chiesa, vi siete già
accostati al convito, ma non avete ancora l'abito da indossare in onore
dello sposo, poiché andate ancora in cerca dei vostri interessi, non di
quelli di Cristo. L'abito di nozze infatti s'indossa in onore dei
coniugi, cioè dello sposo e della sposa. Voi conoscete lo sposo: è
Cristo; conoscete la sposa: è la Chiesa. Recate onore allo sposo e alla
sposa.
|
|
|
|
Venerdì 19 Agosto 2011
Venerdì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Sant' Alfonso Maria de' Liguori, (1696-1787), Vescovo e dottore della Chiesa
Novena del Santo Natale, Discorso 8
« Il più grande e il primo dei comandamenti »
Per poter amare molto Dio in cielo, bisogna prima amarlo molto
sulla terra. Il grado del nostro amore per Dio alla fine della nostra
vita sarà la misura del nostro amore di Dio nell'eternità. Vogliamo
acquisire la certezza di non separarci più da questo Bene sovrano nella
vita attuale? Stringiamolo sempre di più con i legami del nostro amore
dicendogli con la Sposa del Cantico dei Cantici : « Ho trovato l'amato
del mio cuore. Lo strinsi fortemente e non lo lascerò » (3,4). Come ha
fatto la sacra Sposa a cogliere il suo beneamato? « Con le braccia della
carità », risponde Guglielmo; « è con le braccia della carità che si
coglie Dio», riprende S. Ambrogio.
Felice allora chi può
esclamare con S. Paolino : « Che i ricchi possiedano le loro ricchezze,
che i re possiedano il loro regno : la nostra gloria, la nostra
ricchezza e il nostro regno a noi, è Cristo! » E con S. Ignazio: « Dammi
solo il tuo amore e la tua grazia : io sono ricco abbastanza ». Fa che
io ti ami e sia amato da te; non desidero e non voglio desiderare altro.
|
|
|
|
Sabato 20 Agosto 2011
Sabato della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (c. 345-407), Sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Dall'Omelia sulla lettera ai Romani, 8.
« Voi siete tutti fratelli »
«Là dove sono due o tre riuniti nel mio nome - dice Gesù - io
sono in mezzo a loro» (Mt 18,20)...Ma cosa vedo? Dei cristiani che
servono sotto la stessa bandiera, sotto lo stesso Capo, sbranarsi e
dividersi : gli uni per un po' d'oro, altri per la gloria, alcuni senza
nessun motivo, altri per il piacere di una buona parola!... Fra noi
l'appellativo fratelli è una parola vana...
Rispettate
questa santa mensa dove siamo tutti convocati; rispettate il Cristo
immolato per noi; rispettate il sacrificio che vi è offerto... Dopo aver
preso parte ad una tale mensa ed aver comunicato ad un tale alimento,
non prendiamo le armi gli uni contro gli altri allorché dovremmo armarci
tutti insieme contro il demonio!... Dimentichiamo questo avversario per
tirare le frecce contro i nostri fratelli? - Quali frecce, direte voi? -
Quelle che lanciano la lingua e le labbra. Non ci sono soltanto le
frecce con la punta di ferro : certe parole provocano delle ferite ben
più profonde.
|
|
|
|
Domenica 21 Agosto 2011
XXI Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno A
Meditazione del giorno
Benedetto XVI, papa
Angelus del 24 agosto 2008 (trad. © Libreria Editrice Vaticana)
«Su questa pietra edificherò la mia chiesa»
Il Signore interpella direttamente i Dodici: "Voi chi dite che
io sia?". A nome di tutti, con slancio e decisione è Pietro a prendere
la parola: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". Solenne
professione di fede, che da allora la Chiesa continua a ripetere. Anche
noi quest'oggi vogliamo proclamare con intima convinzione: Sì, Gesù, tu
sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente! Lo facciamo con la
consapevolezza che è Cristo il vero "tesoro" per il quale vale la pena
di sacrificare tutto; Lui è l'amico che mai ci abbandona, perché conosce
le attese più intime del nostro cuore. Gesù è il "Figlio del Dio
vivente", il Messia promesso, venuto sulla terra per offrire all'umanità
la salvezza e per soddisfare la sete di vita e di amore che abita in
ogni essere umano. Quale vantaggio avrebbe l'umanità accogliendo
quest'annuncio che porta con sé la gioia e la pace!
"Tu
sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". A questa ispirata professione
di fede da parte di Pietro, Gesù replica: "Tu sei Pietro e su questa
pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno
contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli". è la prima
volta che Gesù parla della Chiesa, la cui missione è l'attuazione del
disegno grandioso di Dio di riunire in Cristo l'umanità intera in
un'unica famiglia. La missione di Pietro, e dei suoi successori, è
proprio quella di servire quest'unità dell'unica Chiesa di Dio formata
da giudei e pagani; il suo ministero indispensabile è far sì che essa
non si identifichi mai con una sola nazione, con una sola cultura, ma
che sia la Chiesa di tutti i popoli, per rendere presente fra gli
uomini, segnati da innumerevoli divisioni e contrasti, la pace di Dio e
la forza rinnovatrice del suo amore. Servire dunque l'unità interiore
che proviene dalla pace di Dio, l'unità di quanti in Gesù Cristo sono
diventati fratelli e sorelle: ecco la peculiare missione del Papa,
Vescovo di Roma e successore di Pietro.
|
|
|
|
Lunedì 22 Agosto 2011
Lunedì della XXI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Doroteo di Gaza (circa 500 ?), monaco in Palestina
Istruzioni, I, § 8-9 ; SC 92
Dio ci chiama instancabilmente alla conversione
La bontà di Dio, come spesso lo ripeto, non ha abbandonato
quelli che Lui ha creato, ma si gira ancora verso di essi a ricordare di
nuovo: « Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io
vi ristorerò. » (Mt 11,28). Sarebbe a dire: eccovi stanchi, eccovi
infelici, avete fatto l'esperienza del male a causa della vostra
disobbedienza. Orsù convertitevi, infine; vivete grazie all'umiltà, voi
che eravate morti a causa dell'orgoglio...
Oh, fratelli
miei, cosa non fa l'orgoglio, e che potere possiede l'umiltà! Che
bisogno c'era di tutte queste deviazioni? Se fin dall'inizio, l'uomo
fosse rimasto umile e avesse obbedito a Dio..., non sarebbe caduto.
Anche dopo la sua caduta, Dio ha fornito l'opportunità di pentirsi e di
ottenere misericordia; ma (l'uomo) ha tenuto la testa alta. Dio, in
effetti, chiamò l'uomo e gli disse : « Dove sei? » (Gn 3,9), sarebbe a
dire : « Come hai fatto per cadere così in basso? »... Poi gli chiede : «
Perché hai peccato? Perché hai disobbedito? », volendo, in questo modo,
fargli dire : « Perdonami ». Ma...non c'è né umiltà né pentimento bensì
il contrario. L'uomo replica : « La donna che tu mi hai posta accanto
mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato » (Gn 3,12); egli non dice «
la mia donna » ma « la donna che tu mi hai posta accanto », come per
dire : « Il carico che tu mi hai messo sulla testa ». è così, fratelli :
quando un uomo non accetta di vedersi peccatore, non teme di accusare
Dio stesso.
Dio si rivolge poi alla donna e dice: «
Perché nemmeno tu hai osservato il mio comandamento?», come se dicesse :
« Almeno tu dimmi : Perdonami, affinché la tua anima si umili e ottenga
misericordia ». Ma...la donna risponde a sua volta: « Il serpente mi ha
ingannata » (v. 13), come per dire : « Se lui ha peccato perché dovrei
essere io la colpevole? » Cosa fate, sciagurati?...Riconoscete la vostra
colpa; abbiate pietà della vostra nudità! Ma nessuno si è degnato di
riconoscersi peccatore.
|
|
|
|
Martedì 23 Agosto 2011
Martedì della XXI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Commento alla 1a lettera di S. Giovanni - Omelia 6 § 3
« Pulisci prima l'interno »
« Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e
nella verità. Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e
davanti a lui rassicureremo il nostro cuore » (1Gv 3,18-19). Che
significa : davanti a lui? Là dove lui solo vede. Per cui il Signore
stesso nel Vangelo dice : « Guardatevi dal praticare le vostre buone
opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non
avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. » (Mt 6,1)...
Sei qui davanti a Dio, ebbene interroga il tuo cuore; guarda che cosa
hai fatto, che cosa hai desiderato nel tuo agire: la tua salvezza oppure
la lode degli uomini che si disperde al vento? Guarda dentro la tua
coscienza, poiché l'uomo non può giudicare colui che non riesce a
vedere. Se vogliamo mettere in pace la nostra coscienza, facciamolo
davanti a Dio.
« Se il nostro cuore ci rimprovera
qualcosa » - se cioè ci accusa interiormente, perché non agiamo con
quella intenzione che dovevamo avere - « Dio è più grande del nostro
cuore e tutto conosce » (1Gv 3,20). Tu nascondi il tuo cuore agli
uomini: nascondilo a Dio, se puoi! Come potrai nasconderlo a lui, a cui
un certo peccatore, timoroso, confessò : « Dove troverò rifugio lontano
dal tuo spirito, lontano dal tuo volto? » Costui cercava un luogo ove
fuggire e sottrarsi al giudizio di Dio ma non lo trovava. Dove infatti
non è Dio? « Se salirò fino al cielo, là tu sei; se scenderò negli
abissi, tu sei presente (Sal 138, 7-8). Dove andrai, dove fuggirai? Se
vuoi un consiglio, rifugiati presso di lui, quando vuoi da lui fuggire.
Rifugiati presso di lui con fiducia, e non già sottrarti al suo sguardo:
non lo potresti fare, mentre puoi a lui aprire con fiducia il tuo
cuore. Digli dunque: Tu sei il mio rifugio (Sal 31, 7); troverà allora
alimento in te quell'amore che solo porta alla vita.
|
|
|
|
Mercoledì 24 Agosto 2011
San Bartolomeo, apostolo, festa
Meditazione del giorno
Papa Benedetto XVI
Udienza generale, 4 ottobre 2006 (trad. © Libreria Editrice Vaticana)
«Natanaele (Bartolomeo) riconosce il Messia, il Figlio di Dio»
L'evangelista Giovanni ci riferisce che, quando Gesù vede
Natanaele avvicinarsi esclama: "Ecco davvero un Israelita, in cui non
c'è falsità". Si tratta di un elogio che richiama il testo di un Salmo:
"Beato l'uomo ... nel cui spirito non c'è inganno" (Sal 32, 2), ma che
suscita la curiosità di Natanaele, il quale replica con stupore: "Come
mi conosci?" (Gv 1, 48a). La risposta di Gesù non è immediatamente
comprensibile. Egli dice: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho
visto quando eri sotto il fico" (Gv 1, 48b). Non sappiamo che cosa fosse
successo sotto questo fico. è evidente che si tratta di un momento
decisivo nella vita di Natanaele. Da queste parole di Gesù egli si sente
toccato nel cuore, si sente compreso e capisce: quest'uomo sa tutto di
me, Lui sa e conosce la strada della vita, a quest'uomo posso realmente
affidarmi. E così risponde con una confessione di fede limpida e bella,
dicendo: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele".
In
essa è consegnato un primo, importante passo nell'itinerario di
adesione a Gesù. Le parole di Natanaele pongono in luce un doppio
complementare aspetto dell'identità di Gesù: Egli è riconosciuto sia nel
suo rapporto speciale con Dio Padre, di cui è Figlio unigenito, sia in
quello con il popolo d'Israele, di cui è dichiarato re, qualifica
propria del Messia atteso. Non dobbiamo mai perdere di vista né l'una né
l'altra di queste due componenti, poiché se proclamiamo di Gesù
soltanto la dimensione celeste, rischiamo di farne un essere etereo ed
evanescente, e se al contrario riconosciamo soltanto la sua concreta
collocazione nella storia, finiamo per trascurare la dimensione divina
che propriamente lo qualifica.
|
|
|
|
Giovedì 25 Agosto 2011
Giovedì della XXI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
Jesus, The Word to be spoken, cap.10
« Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così »
Se capita, a volte, di avere l'impressione che il Maestro sia
partito, non è perché mi sono allontanata dall'una o dall'altra suora?
C'è una cosa che ci assicurerà sempre il cielo : gli atti di carità e la
gentilezza di cui avremo riempito la nostra vita. Non sapremo mai quale
bene può provocare un semplice sorriso. Diciamo agli uomini quanto Dio è
grande, comprensivo, indulgente : ne siamo noi la prova vivente?
Possono essi rendersi conto realmente che questa grandezza, questa
comprensione, questa indulgenza vivono in noi?
|
|
|
Primer
Anterior
601 a 615 de 1110
Següent
Darrer
|