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De: Enzo Claudio (Mensaje original) |
Enviado: 30/11/2009 17:03 |
Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:
Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!
Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.
Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?
Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?
Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?
Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:
"Signore, non cessare di amarci, mai"
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Domenica 28 Marzo 2010
Domenica delle Palme "De Passione Domini" - Anno C : Lc 22,14-71#Lc 23,1-56Meditazione del giorno Sant'Andrea di Creta (660-740), monaco e vescovo Discorso 9 sulle Palme PG 97, 989-993
« Ecco il tuo re viene a te » (Zc 9, 9 ; Mt 21, 5)
Venite, e saliamo insieme sul monte degli Ulivi, e andiamo incontro a Cristo che oggi ritorna da Betània e si avvicina spontaneamente alla venerabile e beata passione, per compiere il mistero della nostra salvezza. Viene di sua spontanea volontà verso Gerusalemme. è disceso dal cielo, per farci salire con sè lassù « al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare » (Ef 1, 21). Venne non per conquistare la gloria, non nello sfarzo e in forma spettacolare : « Non contenderà » dice il profeta, « né griderà, né si udrà la sua voce » (Is 42, 2). Sarà mansueto e umile, ed entrerà con un vestito dimesso e in condizione di povertà.
Corriamo anche noi insieme a colui che si affretta verso la passione, e imitiamo coloro che gli andorono incontro. Non però per stendere davanti al suo cammino rami d'olivo o di palme, tappeti o altre cose del genere, ma come per stendere in umile prostrazione e in profonda adorazione dinanzi ai suoi piedi le nostre persone. Accogliamo così il Verbo di Dio che si avanza e riceviamo in noi stessi quel Dio che nessun luogo può contenere.
Egli, che è la mansuetudine stessa, gode di venire a noi mansueto. Sale per così dire, sopra il crepuscolo del nostro orgoglio, o meglio entra nell'ombra della nostra infinita bassezza, si fa nostro intimo, diventa uno di noi per sollevarci e ricondurci a sé.
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Lunedì 29 Marzo 2010
Lunedì della Settimana Santa : Jn 12,1-11Meditazione del giorno San Cromazio di Aquileia ( ? – 407), vescovo Discorsi, 11 ; SC 154, 213
« Essa ha compiuto un'azione buona verso di me » (Mt 26,10)
Il Vangelo ci riferisce oggi che, mentre il Signore stava a mensa con Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti, « Maria, sorella di Lazzaro e di Marta, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, cosparse i piedi di Gesù »… A motivo della sua fede straordinaria, come spesso lo si può leggere nel vangelo, Santa Maria piacque molto a Gesù. Nel brano precedente, piangendo la morte di suo fratello, ella fece piangere pure il Signore ; provocò infatti alla tenerezza l'autore stesso della tenerezza. E, anche se stava per risuscitare Lazzaro dalla morte, il Signore pianse, mentre Maria piangeva, per mostrare sia la propria tenerezza che il merito di Maria… Le lacrime del Signore ci mostrano il mistero della carne assunta. La risurrezione di Lazzaro mette il luce la potenza della sua divinità.
In questo brano, guardate la dedizione e la fede di questa donna santa. Gli altri erano a tavola con il Signore ; lei, cospargeva i suoi piedi. Gli altri scambiavano con il Signore parole e discorsi ; lei, nel silenzio della sua fede, asciugava i piedi di lui con i suoi capelli. Gli altri sembravano posti all'onore, lei era al servizio ; ma il servizio reso da Maria era, agli occhi del Signore, più prezioso del posto onorevole dei convivi. Per cui, … il Signore disse a suo riguardo : « In verità vi dico : dovunque sarà predicato questo Vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei » (Mt 26, 13).
Quale servizio è dunque stato reso da questa donna santa, da essere stato proclamato nel mondo intero, e questo ogni giorno ? Guardate la sua umiltà. Non ha cosparso prima il capo del Signore, ma i suoi piedi… Ha cominciato con i piedi per meritare di arrivare al capo, perché, come sta scritto, « chi si abbasserà sarà innalzato, e chi si innalzerà sarà abbassato » (Mt 23, 12). Essa si è abbassata per essere innalzata.
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Martedì 30 Marzo 2010
Il tradimento di Gesù, per opera di Giuda, è l'esempio per eccellenza della cattiveria umana. Nel corso della storia, molti uomini hanno tradito i loro amici, coniugi, genitori, figli, concittadini o altri uomini fratelli. Questi uomini hanno stimato cosa da poco la solidarietà e la comunione umana. Ora, nella persona di Giuda, quest'ondata di indifferenza e di cattiveria si alza e si rovescia contro Gesù stesso, che in quanto Logos - Verbo - è il fondamento di ogni relazione positiva. Durante la Settimana Santa, la sorte terrena del mediatore sarà decisa dal bacio del traditore. Ma il tradimento e la consegna di Gesù ai suoi nemici sarebbero impossibili senza l'azione, ad un livello più profondo, del Padre eterno che, attraverso le circostanze dell'Ultima Cena e della preghiera al Getsemani, si consegna lui stesso nella persona del Figlio. Compie così, nel tempo, il dono totale di sé che, nell'eternità, egli compie con la discesa dello Spirito Santo, il cui essere è Amore. La Passione di Gesù esprime nel tempo ciò che il Padre è nell'eternità. Così il tradimento di Giuda, colmo com'era della perversità del peccato, diventa il mezzo attraverso cui lo Spirito d'amore viene mandato in questo mondo, per salvarlo.
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Mercoledì 31 Marzo 2010
Mercoledì della Settimana Santa : Mt 26,14-25Meditazione del giorno Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942), carmelitana, martire, compatrona d'Europa La preghiera della Chiesa, 19-20
« Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua ? »
Sappiamo dai racconti degli evangelisti che Cristo ha pregato come ogni ebreo credente e fedele alla Legge... Pronunciò le antiche orazioni di benedizione, che ancora oggi sono recitate, per il pane, il vino e i frutti della terra, come ne testimoniano i racconti dell'ultima Cena, tutta consacrata all'adempimento di uno dei obblighi religiosi più santi : il solenne pasto della Pasqua, il quale commemorava la liberazione dalla schiavitù d'Egitto. Forse in questo momento ci è data la visione più profonda della preghiera di Cristo, e come una chiave che ci introduce nella preghiera di tutta la Chiesa...
La benedizione e la condivisione del pane e del vino facevano parte del rito del pasto pasquale. Ma l'una e l'altra ricevono qui un senso interamente nuovo. In questo momento nasce la vita della Chiesa. Certo, essa nasce in quanto comunità spirituale e visibile soltanto alla Pentecoste. Ma alla Cena, si compie l'innesto del tralcio sul ceppo, che rende possibile l'effusione dello Spirito. Le antiche orazioni di benedizione sono divenute nella bocca di Cristo, parole creatrici di vita. I frutti della terra sono divenuti la sua carne e il suo sangue, pieni della sua vita... La Pasqua dell'antica Alleanza è divenuta la Pasqua dell'Alleanza nuova.
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Giovedì 1° Aprile 2010
Giovedì Santo, Messa vespertina "In Cena Domini" : Jn 13,1-15Meditazione del giorno Santa Caterina da Siena (1347-1380), terziaria domenicana, dottore della Chiesa Il Dialogo, 134
« Prese il calice...e disse loro 'Questo è il mio sangue... versato per molti, in remissione dei peccati' » (Mt 26,28)
O Amore inestimabile ! Rivelandomi i tuoi segreti, mi hai dato il rimedio dolce e amaro che mi guarisce dalla mia infermità, e mi distoglie dalla mia ignoranza e dalla mia negligenza. Esso ravviva il mio zelo e mi riempie di un desiderio ardente di ricorrere a te. Mi hai mostrato la tua bontà, e gli oltraggi che ricevi da tutti gli uomini, anche dai tuoi ministri. Tu, bontà infinita, mi fai spargere lacrime su me stessa, che sono una povera peccatrice, e su questi morti che vivono così miseramente... Ti chiedo dunque con insistenza : fa' misericordia al mondo e alla tua santa Chiesa !
O povera me, quanto dolorosa è la mia anima, a causa del male che ho fatto. Non tardare più, Signore, a fare misericordia al mondo, acconsenti a compiere il desiderio dei tuoi servi ... Vogliono il sangue in cui hai lavato l'iniquità e cancellato la macchia del peccato di Adamo. Questo sangue è nostro, poiché in esso ci hai immersi ; non vuoi e non puoi rifiutarlo a chi te lo chiede in verità. Per cui dona il frutto di questo sangue alle tue creature... Per mezzo di questo sangue ti supplichiamo di far misericordia al mondo.
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Venerdì 2 Aprile 2010
Venerdì Santo "In Passione Domini" : Jn 18,1-40#Jn 19,1-42Meditazione del giorno San Germano di Costantinopoli (? - 733), vescovo In Domini corporis supulturam ; PG 98, 251-260
Il trono della croce
« Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce ; su coloro che abitavano in terra tenebrosa, una luce rifulse » (Is 9, 1), la luce della redenzione. Visto il Tiranno ferito a morte, questo popolo torna dalle tenebre alla luce ; passa dalla morte alla vita.
Il legno della croce porta colui che ha fatto l'universo. Subendo la morte per la mia vita, colui che porta l'universo è appeso al legno come un morto ; colui che dona la vita ai morti rende l'ultimo respiro sul legno. Non si vergogna della croce, la che, come un trofeo, attesta la sua vittoria totale. Siede da giusto giudice sul trono della croce. La corona di spine che porta sulla fronte conferma la sua vittoria. « Abbiate fiducia ; io, portando il peccato del mondo, ho vinto il mondo e il principe di questo mondo. » (Gv 16, 33 ; 1, 29).
Che la tua croce sia un trionfo, le pietre stesse lo gridano, queste pietre del calvario dove, secondo un'antica tradizione dei padri, fu sepolto Adamo, nostro primo padre. « Adamo, dove sei ? » (Gn 3, 9) grida di nuovo Cristo sulla croce. « Sono venuto a cercarti e, per poterti trovare, ho steso le mani sulla croce. Con le mani stese, mi rivolgo al Padre per rendere grazie per averti trovato, poi rivolgo le mani anche verso di te per abbracciarti. Non sono venuto per giudicare il tuo peccato, bensì per salvarti per il mio amore per gli uomini (Gv 3, 17) ; non sono venuto per maledirti per la tua disubbidienza, bensì per benedirti con la mia ubbidienza. Ti coprirò con le mie penne, sotto le mie ali troverai rifugio, la mia fedeltà ti coprirà dello scudo della croce e non temerai i terrori della notte (Sal 90, 1-5) perché conoscerai il giorno che non tramonta (Sap 7, 10). Cercherò la tua vita nascosta nelle tenebre e nell'ombra della morte (Lc 1, 79). Non mi darò riposo finché, umiliato e sceso fino agli inferi per cercarti, non ti abbia ricondotto in cielo.
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Sabato 3 Aprile 2010
Sabato Santo - Domenica di Pasqua : Veglia Pasquale nella Notte Santa : Lc 24,1-12Meditazione del giorno Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa Discorsi per la Notte Santa, 2 ; PLS 2, 549-552
La notte che ci libera dal sonno della morte
Fratelli, vegliamo, perché fino a questa notte, Cristo è rimasto nella tomba. In questa notte, è sopravvenuta la risurrezione della sua carne. Sulla croce, essa è stata esposta agli scherni ; oggi, è adorata dai cieli e dalla terra. Questa notte fa parte fin d'ora della nostra domenica. Occorreva che Cristo risuscitasse di notte, perché la sua risurrezione ha illuminato le nostre tenebre... Come la nostra fede, rinsaldata dalla risurrezione di Cristo, caccia ogni sonno, così questa notte, illuminata dalle nostre veglie, si riempie di luce. Essa ci fa sperare, insieme con la Chiesa sparsa su tutta la terra, di non essere sorpresi nella notte (Mt 13, 33).
Su tanti popoli, radunati in nome di Cristo da questa festa ovunque solennissima, il sole è tramontato – eppure fa pur sempre giorno. Le luci del cielo hanno lasciato il posto alle luci della terra ... Colui che ci ha dato la gloria del suo nome (Sal 28, 2), ha anche illuminato questa notte. Colui al quale diciamo : « Rischiara le mie tenebre » (Sal 18, 29), diffonde la sua luce nei nostri cuori. Come i nostri occhi abbagliati contemplano queste fiaccole splendenti, così il nostro spirito illuminato ci fa vedere quanto sia luminosa questa notte – questa santa notte in cui il Signore ha inaugurato nella propria carne la vita che non conosce né sonno, né morte !
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Domenica 4 Aprile 2010
Domenica di Pasqua : Risurrezione del Signore : Jn 20,1-9Meditazione del giorno Beato Guerrico d'Igny (circa 1080-1157), abate cistercense Discorso 1 sulla resurrezione del Signore ; PL 185, 143-144 ; SC 202
« Perché cercate tra i morti colui che è vivo ? » (Lc 24,5)
Per me, fratelli, « il vivere è Cristo e il morire un guadagno » (Fil 1, 21). Parto dunque per la Galilea, per il monte che Gesù ci ha indicato (Mt 28, 10.16). Lo vedrò e lo adorerò affinché io non muoia più, perché chiunque vede il Figlio dell'Uomo e crede in lui ha la vita eterna ; « anche se muore, vivrà » (Gv 11, 25).
Oggi, fratelli, quale testimonianza sull'amore di Cristo, vi rende la gioia del vostro cuore ? Se vi è successo un solo giorno, di amare Gesù, sia vivo, sia morto, sia tornato alla vita, oggi in cui i messaggeri proclamano la sua risurrezione nella Chiesa, il vostro cuore esulta e esclama : « Mi hanno portato questa novella : Gesù, mio Dio, è vivo ! Sentite queste parole, il mio cuore che si era assopito dalla tristezza, che languiva nella tiepidezza e lo scoraggiamento, ha ritrovato la vita. » Oggi, la dolce musica di questo lieto annuncio rianima i peccatori che giacevano nella morte. Altrimenti, non si potrebbe far altro che disperare e seppellire nell'oblio coloro che Gesù, tornando dagli inferi, avrebbe lasciati nell'abisso.
A questo riconoscerai che il tuo spirito ha ritrovato pienamente la vita in Cristo – se dice : « Se Gesù è vivo, questo mi basta ! Se lui vive, io vivo, poiché la mia vita dipende di lui. Egli è la mia vita, è il mio tutto. Cosa dunque potrebbe mancarmi, se Gesù è vivo ? Ancora meglio : Che tutto il resto mi manchi, non mi importa, purché Gesù sia vivo ! »
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Lunedì 5 Aprile 2010
Lunedì fra l'Ottava di Pasqua : Mt 28,8-15Meditazione del giorno Liturgia romana Sequenza di Pasqua « Victimae paschali laudes »
« Ed ecco Gesù venne loro incontro »
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge, l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.
Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.
«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea».
Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.
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Martedì 6 Aprile 2010
Martedì fra l'Ottava di Pasqua : Jn 20,11-18Meditazione del giorno San Gregorio Magno (circa 540-604), papa, dottore della Chiesa Omelie sui vangeli, 25 ; PL 76, 1188-1196
Ti chiama per nome
« Se l'hai portato via tu ... » Come se Maria avesse già detto il motivo delle sue lacrime, parla di « lui », senza nemmeno aver pronunciato il suo nome. Tale è il segno dell'amore : sempre fissi in colui che si ama, si crede che tutti gli altri ne siano ugualmente occupati... Maria non immagina che si possa ignorare l'oggetto del suo immenso dolore.
Gesù le disse : « Maria ! » Dopo averla chiamata con l'appellativo generico di donna, senza essere riconosciuto, la chiama per nome ; come se volesse dire : « Riconosci colui dal quale sei riconosciuta ». Dio diceva lo stesso a Mosè, l'uomo perfetto : « Ti ho conosciuto per nome » (Es 33, 12). « Uomo » è il nome comune a tutti, invece, « Mosè » è il nome proprio, e il Signore gli dice chiaramente che lo conosce con il suo nome, e sembra dichiarargli : « Io ti conosco non come si conosce una persona qualunque, ma in modo del tutto speciale ».
Maria dunque, chiamata per nome, riconosce il suo creatore e subito grida : « Rabbunì », cioè Maestro : era lui che lei cercava all'esterno, ed era ancora lui che la guidava interiormente nella ricerca... « Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli : 'Ho visto il Signore' e anche ciò che le aveva detto ». In questo momento il peccato degli uomini abbandona il cuore da cui era entrato. Poiché nel Paradiso, è stata una donna a tendere all'uomo il frutto della morte ; al sepolcro, è nuovamente una donna, ad annunciare la vita agli uomini e a riportare le parole di colui che dà la vita.
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Mercoledì 7 Aprile 2010
Mercoledì fra l'Ottava di Pasqua : Lc 24,13-35Meditazione del giorno Cardinal John Henry Newman (1801-1890), sacerdote, fondatore di una comunità religiosa, teologo PPS 6, 10
« Non ci ardeva forse il cuore nel petto ? »
Fratelli, rendiamoci conto di quali furono le apparizioni di Cristo ai suoi discepoli dopo la sua risurrezione. Sono tanto più importanti in quanto ci mostrano che una simile comunione con Cristo rimane ancora possibile ; è un contatto dello stesso genere che ci è dato nel nostro presente con Cristo. In quel periodo di quaranta giorni che seguirono la risurrezione, Gesù ha inaugurato una nuova relazione con la Chiesa, che è la sua relazione attuale con noi, il tipo di presenza che ha voluto manifestare come certa.
Dopo la sua risurrezione, come era presente Cristo nella sua Chiesa ? Andava e veniva liberamente ; niente si opponeva alla sua venuta, neppure le porte chiuse. Tuttavia, benché fosse presente, i suoi discepoli non capivano con evidenza che lui era con loro. I discepoli di Emmaus ebbero coscienza della sua presenza soltanto dopo, ricordandosi quale influenza egli aveva esercito su di loro : « Non ci ardeva forse il cuore nel petto ? »
Notiamo bene quale fu il momento in cui i loro occhi si aprirono : nello spezzare il pane. Tale è infatti l'attualizzazione del vangelo : quando si riceve la grazia di afferrare la presenza di Cristo, lo si riconosce soltanto dopo. Ormai è soltanto mediante la fede che si può afferrare la sua presenza. Invece della sua presenza sensibile, egli lascia il memoriale della sua redenzione. Si rende presente nel sacramento. Quando si è manifestato ? Quando, per così dire, fa passare i suoi da una visione senza vera conoscenza ad una conoscenza autentica nell'invisibile della fede.
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Giovedì 8 Aprile 2010
Giovedì fra l'Ottava di Pasqua : Lc 24,35-48Meditazione del giorno Paolo VI, papa dal 1963 al 1978 Allocuzione del 9/4/1975
« Pace a voi »
Fermiamo la nostra attenzione sull'improvviso saluto, tre volte ripetuto nel medesimo contesto evangelico, di Gesù risorto, apparso ai suoi discepoli, raccolti e chiusi nel Cenacolo per paura dei Giudei ; il saluto che doveva essere allora consueto, ma che nelle circostanze in cui è pronunciato acquista una pienezza stupefacente ; lo ricordate, è questo : « Pace a voi ! » Un saluto che era risuonato nel canto angelico del Natale (Lc 2, 14) : « Pace in terra » ; un saluto biblico, già preannunciato come promessa effettiva del regno messianico (Gv 14, 27), ma ora comunicato come una realtà che è inaugurata da quel primo nucleo di Chiesa nascente : la pace, la pace di Cristo vittorioso della morte e delle sue cause vicine e lontane, dei suoi effetti tremendi ed ignoti.
Gesù risorto annuncia, anzi infonde la pace agli animi smarriti dei suoi discepoli. è la pace del Signore nel suo primo significato, quello personale, quello interiore, quello che S. Paolo iscrive nella lista dei frutti dello Spirito, dopo la carità e il gaudio, quasi confuso con essi (Ga 5, 22). Che cosa v'è di meglio per un uomo cosciente ed onesto ? La pace della coscienza non è il migliore conforto che noi possiamo trovare in noi stessi ? ...
La pace della coscienza è la prima autentica felicità. Essa aiuta ad essere forti nelle avversità ; essa conserva la nobiltà e la libertà della persona umana nelle condizioni peggiori, in cui essa si può trovare ; la pace della coscienza per di più rimane la fune di salvataggio, cioè la speranza, ... quando la disperazione dovrebbe avere il sopravvento nel giudizio di sé. ... è il primo dono fatto da Cristo risorto ai suoi, cioè il sacramento del perdono, un perdono che risuscita.
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Venerdì 9 Aprile 2010
Venerdì fra l'Ottava di Pasqua : Jn 21,1-14Meditazione del giorno San Massimo di Torino ( ? – circa 420), vescovo Discorsi, 53, 1-4
« Quando già era l'alba, Gesù si presentò sulla riva »
« Questo giorno fatto dal Signore », (Sal 117, 24) penetra in tutto ; contiene tutto, abbraccia tutto, cielo, terra e inferi !... Cosa poi sia questo giorno del cielo se non Cristo, del quale dice il profeta : « Il giorno al giorno ne affida il messaggio » (Sal 18, 3). Questo giorno è il Figlio, su cui il Padre che è il giorno senza principio, fa splendere il sole della sua divinità. Dirò anzi che egli stesso è quel giorno che ha parlato per mezzo di Salomone : « Io ho fatto sì che spuntasse in cielo una luce che non viene meno » (Sir 24, 32)... Come dunque al giorno del cielo non segue la notte, così le tenebre del peccato non possono far seguito alla giustizia di Cristo. La luce di Cristo sempre risplende nel suo radioso fulgore senza poter essere ostacolata da caligine alcuna. « La luce brilla nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno sopraffatta » (Gv 1, 5).
Alla risurrezione di Cristo, tutti gli elementi sono glorificati ; sono certo che quel giorno, il sole abbia brillato di uno splendore più vivo. Non doveva forse entrare nella gioia della risurrezione, lui che si era rattristato per la morte di Cristo (Mt 27, 45) ?... Da servo fedele, si era oscurato per accompagnare Cristo nella tomba ; oggi deve risplendere per salutare la sua risurrezione...Pertanto, fratelli, tutti dobbiamo rallegrarci in questo santo giorno. Nessuno deve sottrarsi alla letizia comune a motivo dei peccati che ancora gravano la sua coscienza. Sebbene peccatore, in questo giorno nessuno deve disperare del perdono. Abbiamo infatti un indizio non piccolo : Se il Signore, sulla croce, ha perdonato al ladro, di quali beni noi non saremmo colmati dalla gloria della sua risurrezione?
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Sabato 10 Aprile 2010
Sabato fra l'Ottava di Pasqua : Mc 16,9-15Meditazione del giorno Giovanni Paolo II Novo millennio ineunte, 29
« Il Signore Gesù fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro » (Mc 16,19-20)
Ripartire da Cristo : « Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo » (Mt 28, 20). Questa certezza, carissimi Fratelli e Sorelle, ha accompagnato la Chiesa per due millenni, ed è stata ora ravvivata nei nostri cuori dalla celebrazione del Giubileo. Da essa dobbiamo attingere un rinnovato slancio nella vita cristiana, facendone anzi la forza ispiratrice del nostro cammino. è nella consapevolezza di questa presenza tra noi del Risorto che ci poniamo oggi la domanda rivolta a Pietro a Gerusalemme, subito dopo il suo discorso di Pentecoste: « Che cosa dobbiamo fare? » (At 2, 37).
Ci interroghiamo con fiducioso ottimismo, pur senza sottovalutare i problemi. Non ci seduce certo la prospettiva ingenua che, di fronte alle grandi sfide del nostro tempo, possa esserci una formula magica. No, non una formula ci salverà, ma una Persona, e la certezza che essa ci infonde : « Io sono con voi ! »
Non si tratta, allora, di inventare un « nuovo programma ». Il programma c'è già : è quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva Tradizione. Esso si incentra, in ultima analisi, in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in lui la vita trinitaria, e trasformare con lui la storia fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste... è necessario tuttavia che esso si traduca in orientamenti pastorali adatti alle condizioni di ciascuna comunità... è nelle Chiese locali che si possono stabilire quei tratti programmatici concreti ... che consentono all'annuncio di Cristo di raggiungere le persone, plasmare le comunità, incidere in profondità mediante la testimonianza dei valori evangelici nella società e nella cultura... è dunque un'entusiasmante opera di ripresa pastorale che ci attende. Un'opera che ci coinvolge tutti.
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Domenica 11 Aprile 2010
II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia - Anno C : Jn 20,19-31Meditazione del giorno Attribuita a San Cirillo di Gerusalemme (313-350), vescovo di Gerusalemme, dottore della Chiesa Catechesi 21, 1-3
« Ricevete lo Spirito Santo »
Fratelli, battezzati in Cristo, rivestiti di Cristo (Gal 3, 27), siete stati configurati al Figlio di Dio. Infatti, Dio, che ci ha predestinati all'adozione (Rm 8, 29), ci ha plasmati (Gen 2, 7) sul modello del corpo glorioso di Cristo... Siete divenuti dei « cristi » poiché siete stati segnati con lo Spirito Santo. Tutto quello che vi è successo è immagine di quello che è successo a Cristo, del quale siete l'immagine (Gen 1, 27).
Quando, dopo esser stato immerso nelle acque del Giordano, ... Cristo ne è uscito, lo Spirito Santo in persona è sceso su di lui. Così, anche voi, usciti dal fonte battesimale, avete ricevuto la cresima ; anche voi siete stati unti con il sacro crisma. Questo segno con il quale Cristo stesso è stato unto è lo Spirito Santo... Infatti, Cristo non è stato cresimato, né è stato unto dagli uomini. Il Padre in persona lo ha stabilito Salvatore di tutto l'universo e unto con lo Spirito Santo, come ha proclamato il profeta Davide : « Dio, il tuo Dio ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali » (Sal 44, 8).
Come Cristo che è stato veramente crocifisso, sepolto e risuscitato, anche a voi, mediante il battesimo, è stato concesso di partecipare simbolicamente alla sua croce, al suo sepolcro e alla sua risurrezione. Ed è lo stesso per la cresima : Come Cristo è stato unto con olio di letizia dallo spirito Santo..., perché esso è fonte di gioia spirituale, anche voi siete stati unti con un olio santo, dal quale siete stati resi partecipi e compagni di Cristo. Siete stati dapprima unti sulla fronte per essere liberati dall'onta del primo Adamo e poter contemplare, a viso scoperto, come in uno specchio (2 Cor 3, 18), la gloria di Cristo.
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