|
De: Enzo Claudio (Mensaje original) |
Enviado: 30/11/2009 17:03 |
Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:
Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!
Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.
Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?
Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?
Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?
Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:
"Signore, non cessare di amarci, mai"
|
|
|
|
Sabato 18 Agosto
2012
Sabato della XIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Salviano di Marsiglia (400 ca-480 ca), sacerdote
De Gubernatione Dei, pag. 269
“Lasciate che i bambini vengano a me”
Dio è la fonte e l'origine di ogni cosa; perché è in lui, come è
scritto, che “viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28), è da lui,
sicuramente, che anche riceviamo tutto l'affetto col quale amiamo i
nostri figli. L'universo intero e tutto il genere umano sono figli del
Creatore, e così, attraverso l'affetto che ci fa amare i nostri figli,
egli ha voluto che comprendessimo quanto egli ami i suoi figli. Poiché è
scritto che “le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate
con l'intelletto nelle opere da lui compiute” (Rom 1,20), egli ha voluto
così farci comprendere il suo amore per noi, attraverso l'amore che ci
ha dato verso le nostre opere. E come è scritto che “da lui ogni
paternità nei cieli e sulla terra prende nome” (Ef 3,15), così ha voluto
che riconoscessimo in lui l'affetto di un padre verso di noi.
E
che dico, di un padre? Il suo amore è ben più grande di quello di un
padre. Lo provano le parole del Salvatore nel Vangelo: “Dio infatti ha
tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16). E
l'apostolo Paolo dice anche: “Egli che non ha risparmiato il proprio
Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa
insieme con lui?” (Rom 8,32)
|
|
|
|
Domenica
19 Agosto 2012
XX Domenica del Tempo Ordinario - Anno B
Meditazione del giorno
San Nerses Snorhali - (1102-1173), patriarca armeno
Gesù, Figlio unico del Padre, §749-758 ; SC 203
“Il mio sangue è vera bevanda”
Dopo aver compiuto le parole della Scrittura, e reso al Padre lo spirito, quando il soldato ti ha colpito con la lancia, una fonte è scaturita dal tuo santo fianco (Gv 19,34);
L'acqua per lavare alla sacra fontana del battesimo, il sangue da bere nel mistero dell'eucaristia, a causa della ferita di colei che nacque dal fianco di Adamo (Gen 2,21), per la quale il primo uomo ha peccato.
Me, che sono fatto di carne segnata dal peccato originale e di sangue impastato con la polvere (Gen 2,7), Tu mi hai lavato con l'acqua del tuo fianco. E poi dopo, sono ricaduto nel peccato.
Non permettere che ci resti, anzi degnati di lavarmi ancora; e se questa grazia non mi è concessa, almeno i miei peccati siano bagnati dalle mie lacrime.
Apri la mia bocca al ruscello del sangue sacro che cola dal tuo fianco, come il bimbo alla mammella attira a sé il seno di sua madre,
perché possa bere la gioia ed esulti nello Spirito Santo, e divenga saporito il gusto di questa coppa di amore puro di vino senza mescolanze...
Tu che sei l'eterno presente dell'uomo effimero, tu che io reclamo come presente, tu che doni gli istanti presenti alle creature, mortali ed immortali...
Accordami la tua persona come dono della grazia, tu che a tutti doni la vita.
|
|
|
|
Lunedì 20 Agosto
2012
Lunedì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Leggenda dei tre compagni di S. Francesco d'Assisi (circa 1244)
§ 27-29
La gioia del distacco spirituale
Un giorno, messer Bernardo andò di nascosto da san Francesco,
che non aveva ancora nessun compagno. « Fratello, disse Bernardo, io
voglio distribuire, nel modo che parrà a te più appropriato, tutti i
miei beni temporali, per amore del mio Signore che me li ha dati ».
Francesco rispose : « Di buon mattino andremo in chiesa e consulteremo
il libro dei Vangeli, per sapere quello che il Signore insegnò ai suoi
discepoli ». Sul fare del giorno si alzarono, presero con sé un altro
uomo di nome Pietro, che egualmente desiderava diventare loro fratello,
ed entrarono nella chiesa ... Essendo dei semplici, non sapevano trovare
le parole evangeliche riguardanti la rinuncia al mondo, e perciò
pregavano devotamente il Signore affinché mostrasse la sua volontà alla
prima apertura del libro.
Finita la preghiera, Francesco prese il libro dei Vangeli ancora
chiuso e, inginocchiandosi davanti all'altare, lo aprì. E subito gli
cadde sott'occhio il consiglio del Signore : « Se vuoi essere perfetto,
va' e vendi tutti i tuoi beni e distribuiscili ai poveri, e avrai un
tesoro nel cielo ». Francesco, dopo aver letto il passo, ne fu molto
felice e rese grazie a Dio. Ma, vero adoratore della Trinità, volle
l'appoggio di tre testimoni; per cui aprì il libro una seconda e una
terza volta. Nella seconda, incontrò quella raccomandazione : « Non
portate nulla nei vostri viaggi » (Lc 9, 3) ; e nella terza : « Chi
vuole seguirmi, rinunzi a se stesso » (Lc 9, 23)... Francesco disse : «
Fratelli, ecco la vita e la regola nostra, e di tutti quelli che
vorranno unirsi a noi. Andate dunque e fate quanto avete udito ».
Andò
messer Bernardo, che era assai ricco, e vendette ogni suo avere,
ricavandone molto denaro, che distribuì interamente ai poveri della
città... E da quell'ora, vissero con lui secondo la forma del santo
Vangelo, come il Signore aveva indicato loro. E così Francesco poté
scrivere nel suo Testamento : « Il Signore stesso mi rivelò che dovevo
vivere secondo la forma del santo Vangelo ».
|
|
|
|
Martedì 21 Agosto
2012
Martedì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Sant'Ireneo di Lione (circa130-circa 208), vescovo, teologo e martire
Contro le eresie, libro IV, 14,1 ; SC 100, 537
« Vieni e seguimi »
Per aver seguito la Parola di Dio, cioè la sua chiamata, spontaneamente e
liberamente nella generosità della sua fede, Abramo è divenuto l'amico
di Dio (Gc 2,23). Non a motivo di una qualsiasi indigenza il Verbo di
Dio si è acquistato l'amicizia di Abramo, essendo lui perfetto fin da
principio ; « Prima che Abramo fosse, Io sono » disse (Gv 8,58). Era
invece perché, lui che è buono, potesse concedere ad Abramo la vita
eterna... In principio Dio plasmò Adamo, non perché avesse bisogno
dell'uomo, ma per aver qualcuno su cui effondere i suoi benefici...
Egli ci domandò di seguirlo non perché avesse bisogno del nostro
servizio, ma per dare a noi stessi la salvezza. Seguire il Salvatore,
infatti, è partecipare della salvezza, come seguire la luce significa
essere circonfusi di chiarore. Chi è nella luce non è certo lui a
illuminare la luce e a farla risplendere, ma è la luce che rischiara lui
e lo rende luminoso... Dio accorda i suo benefici a coloro che lo
servono per il fatto che lo servono, e a coloro che lo seguono per il
fatto che lo seguono, ma non ne trae alcuna utilità, poiché è perfetto e
senza alcuna necessità.
Dio ricerca il servizio degli uomini
per avere la possibilità, lui che è buono e misericordioso, di riversare
i suoi benefici su quelli che perseverano nel suo servizio. Mentre Dio
non ha bisogno di nulla, l'uomo ha bisogno della comunione con Dio. La
gloria dell'uomo consiste nel perseverare al servizio di Dio. E per
questo il Signore diceva ai suoi discepoli : « Non voi avete scelto me,
ma io ho scelto voi » (Gv 15,10), mostrando così che... per il fatto che
seguivano il Figlio di Dio, erano da lui glorificati. E ancora : «
Voglio che siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria »
(Gv 17,24).
|
|
|
|
Mercoledì 22
Agosto
2012
Mercoledì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Gregorio Magno (circa 540-604), papa, dottore della Chiesa
Omelie sul Vangelo, n. 19
“Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?”
Possiamo ripartire le diverse ore del giorno fra le età della
vita di ogni uomo. Le prime ore sono l'infanzia della nostra
intelligenza. L'ora terza può paragonarsi all'adolescenza, poiché il
sole comincia a salire, per così dire, nel senso che gli ardori della
gioventù cominciano a riscaldarsi. L'ora sesta è l'età della maturità:
il sole vi si stabilisce come punto di equilibrio, poiché l'uomo è
arrivato alla pienezza della forza. L'ora nona indica l'anzianità, dove
il sole scende in qualche modo dall'alto del cielo, perché gli ardori
dell'età matura si raffreddano. Infine l'undicesima ora è l'età che si
definisce vecchiaia ... Poiché alcuni conducono una vita onesta fin
dall'infanzia, altri nell'adolescenza, altri nell'età matura, altri
nell'anzianità, altri infine nell'età più avanzata, è come se fossero
chiamati alla vigna nelle diverse ore del giorno.
Esaminate
dunque il vostro modo di vivere, fratelli, e guardate se avete
cominciato ad agire come gli operai di Dio. Riflettete bene, e
considerate se lavorate alla vigna del Signore ... Chi non ha voluto
vivere per Dio fino all'ultimo momento della vita è come l'operaio
rimasto ozioso fino all'undicesima ora... “Perché ve ne state qui tutto
il giorno oziosi?” E' come dire chiaramente: “Se non avete voluto vivere
per Dio in gioventù e nell'età matura, almeno pentitevi nell'ultimo
tempo... Venite quanto meno sulle vie della vita”....
Il
ladrone non è forse venuto all'ultima ora? (Lc 23,39s) Non per l'età
avanzata, ma per la sua condanna si è trovato alla sera della vita. Ha
confessato Dio sulla croce, e ha reso l'ultimo respiro nel momento in
cui il Signore dava la sua sentenza. Ed il Signore del posto, ammettendo
il ladrone prima di Pietro nel riposo del paradiso, ha ben distribuito
il salario a cominciare dall'ultimo.
|
|
|
|
Giovedì 23 Agosto
2012
Giovedì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Giacomo di Saroug (c. 449-521), monaco e vescovo siriano
Omelie sul velo di Mosé
“Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio”
Nei suoi disegni misteriosi, il Padre aveva preparato una Sposa
per il suo unico Figlio e gliel'aveva presentata nelle immagini della
profezia... Mosé ha scritto nel suo libro che “per questo l'uomo
abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due
saranno una sola carne” (Gen 2,24). Il profeta Mosé ci parla in questi
termini dell'uomo e della donna per annunciare Cristo e la Chiesa. Con
l'occhio lungimirante del profeta, ha contemplato Cristo che diventa una
sola cosa con la Chiesa grazie al mistero dell'acqua: ha visto Cristo
attirare a sé la Chiesa fin dal seno verginale, e la Chiesa attirare a
lei Cristo nell'acqua del battesimo. Lo Sposo e la Sposa sono stati così
completamente uniti in maniera mistica; ecco perché Mosé, col volto
velato (Es 34,33), ha contemplato Cristo e la Chiesa; ha chiamato l'uno
“uomo” e l'altra “donna”, per evitare di mostrare agli Ebrei la realtà
in tutta la sua chiarezza... Il velo doveva ancora per un po' avvolgere
il mistero; nessuno conosceva il significato di quella grande immagine,
si ignorava ciò che rappresentava.
Dopo la celebrazione
delle loro nozze, è venuto Paolo. Egli ha visto il velo steso sul loro
splendore, e l'ha sollevato per rivelare Cristo e la sua Sposa al mondo
intero. Ha mostrato che era veramente loro che Mosé aveva descritto
nella visione profetica. Esultando di gioia soprannaturale, l'apostolo
proclama: “Questo mistero è grande” (Ef 5,32). Ha rivelato cosa
rappresentava questa immagine velata che il profeta chiamava l'uomo e la
donna: “Lo dico, lui afferma, in riferimento a Cristo e alla Chiesa che
non sono più due ma una sola cosa” (Ef 5,31).
|
|
|
|
Venerdì 24 Agosto
2012
San Bartolomeo, apostolo, festa
Meditazione del giorno
Benedetto XVI, papa
Udienza generale del 4/10/06 (© Libreria Editrice Vaticana)
« Vieni e vedi » : l'apostolo Bartolomeo-Natanaele incontra il Figlio di Dio
Tradizionalmente, l'apostolo Bartolomeo viene identificato con
Natanaele: un nome che significa "Dio ha dato". Questo Natanaele
proveniva da Cana (Gv 21, 2) ed è quindi possibile che sia stato
testimone del grande "segno" compiuto da Gesù in quel luogo (Gv 2,
1-11). L'identificazione dei due personaggi è probabilmente motivata dal
fatto che questo Natanaele, nella scena di vocazione raccontata dal
Vangelo di Giovanni, è posto accanto a Filippo, cioè nel posto che ha
Bartolomeo nelle liste degli Apostoli riportate dagli altri Vangeli.
A questo Natanaele, Filippo aveva comunicato di aver trovato
"colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti: Gesù,
figlio di Giuseppe, da Nazaret" . Come sappiamo, Natanaele gli oppose un
pregiudizio piuttosto pesante: "Da Nazaret può mai venire qualcosa di
buono?" . Questa sorta di contestazione è, a suo modo, importante per
noi. Essa, infatti, ci fa vedere che, secondo le attese giudaiche, il
Messia non poteva provenire da un villaggio tanto oscuro come era
appunto Nazaret (cfr Gv 7, 42). Al tempo stesso, però, pone in evidenza
la libertà di Dio, che sorprende le nostre attese facendosi trovare
proprio là dove non ce lo aspetteremmo. D'altra parte, sappiamo che Gesù
in realtà non era esclusivamente "da Nazaret", ma che era nato a
Betlemme e che ultimamente veniva dal cielo, dal Padre che è nei cieli.
Un'altra riflessione ci suggerisce la vicenda di Natanaele: nel
nostro rapporto con Gesù non dobbiamo accontentarci delle sole parole.
Filippo, nella sua replica, fa a Natanaele un invito significativo:
"Vieni e vedi!". La nostra conoscenza di Gesù ha bisogno soprattutto di
un'esperienza viva: la testimonianza altrui è certamente importante,
poiché di norma tutta la nostra vita cristiana comincia con l'annuncio
che giunge fino a noi ad opera di uno o più testimoni. Ma poi dobbiamo
essere noi stessi a venir coinvolti personalmente in una relazione
intima e profonda con Gesù.
|
|
|
|
Sabato 25 Agosto
2012
Sabato della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Benedetto (480-547), monaco
Regola, cap. 7
“Il più grande tra voi sia vostro servo”
Fratelli, la divina Scrittura ci dice: “Chi si esalta sarà
umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. Con queste parole ci mostra che
ogni esaltazione è una forma di superbia. Il salmista testimonia di
volersene tenere lontano dicendo: “Signore, non si inorgoglisce il mio
cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di
cose grandi, superiori alle mie forze” (Sal 131,1).... Ne consegue,
fratelli, che se vogliamo raggiungere la vetta della suprema umiltà e se
vogliamo rapidamente arrivare a quell'altezza celeste dove si sale con
l'umiltà della vita presente, occorre innalzare e salire con le nostre
opere quella scala che apparve in sogno a Giacobbe, e per la quale egli
vide “gli angeli scendere e salire” (Gen 28,12). Senza alcun dubbio, la
discesa e la salita non hanno altro significato per noi che si discende
con l'esaltarsi e si sale con l'umiliarsi. Questa scala che si rizza è
la nostra vita terrena che il Signore eleva fino al cielo quando il
nostro cuore si umilia...
Il primo grado dell'umiltà
consiste nel conservare sempre nello spirito il timore di Dio ed evitare
di dimenticarlo mai. Ci si ricorderà sempre di tutto ciò che Dio ha
comandato... Per essere vigilanti sulla malignità dei pensieri, il
fratello veramente umile ripeterà senza posa nel suo cuore: “Integro
sono stato con lui e mi sono guardato dalla colpa” (Sal 18,24). Quanto a
fare la nostra volontà, la Scrittura ce lo proibisce quando dice: “Non
seguire le passioni” (Sir 18,30). Egualmente chiediamo a Dio nel Padre
nostro che la sua volontà sia fatta in noi: “In ogni luogo sono gli
occhi del Signore, scrutano i malvagi e i buoni; Il Signore dal
cielo si china sugli uomini per vedere se esista un saggio: se c'è uno
che cerchi Dio” (Pr 15,3; Sal 14,2). ...
Ascesi tutti i
gradi dell'umiltà, il monaco arriverà presto a quell'amore di Dio che,
divenuto perfetto, scaccia il timore (1Gv 4,18). Grazie a questo amore,
tutto ciò che prima osservava non senza trepidazione, comincerà ad
osservarlo senza alcuna fatica, quasi spontaneamente e per abitudine...,
per amore di Cristo, per abitudine del bene e per il gusto della virtù.
Ecco che, allora, il Signore si degnerà di manifestarsi attraverso lo
Spirito Santo nel suo operaio.
|
|
|
|
Domenica
26 Agosto 2012
XXI Domenica del Tempo Ordinario - Anno B
Meditazione del giorno
San [Padre] Pio da Pietrelcina (1887-1968), cappuccino
Lettera 3, 980
“Tu hai parole di vita eterna”
Sii paziente e persevera nella pratica della meditazione.
All'inizio, accontentati di avanzare a piccoli passi. Più avanti, avrai
gambe che non vorranno che correre, o meglio, ali per volare.
Accontentati
di obbedire. Non è mai facile, ma è Dio che abbiamo scelto come parte
nostra. Accetta di essere ancora solo una piccola ape nel nido; presto
essa diventerà una di quelle grandi operaie abili a fabbricare il miele.
Resta sempre umile davanti a Dio e davanti agli uomini, nell'amore.
Allora il Signore ti parlerà in verità e ti arricchirà dei suoi doni.
Succede
che le api attraversino grandi distanze nei prati prima di arrivare ai
fiori che hanno scelto; poi, affaticate ma soddisfatte e cariche di
polline, rientrano nell'alveare per compiervi la trasformazione
silenziosa, ma feconda, del nettare dei fiori in nettare di vita. Fa' lo
stesso: dopo aver ascoltato la Parola, meditala attentamente, esaminane
i diversi elementi, cercane il significato profondo. Allora diventerà
per te chiara e luminosa; avrà il potere di trasformare le tue
inclinazioni naturali in pura elevazione dello spirito; ed il tuo cuore
sarà sempre più strettamente unito al cuore di Cristo.
|
|
|
|
Lunedì 27 Agosto
2012
Lunedì della XXI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Concilio Vaticano II
Costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo « Gaudium et spes », § 83,1; 82,4
“Guai a voi, guide cieche”
L'edificazione della pace esige prima di tutto che, a cominciare
dalle ingiustizie, si eliminino le cause di discordia che fomentano le
guerre. Molte occasioni provengono dalle eccessive disparità economiche e
dal ritardo con cui vi si porta il necessario rimedio. Altre nascono
dallo spirito di dominio, dal disprezzo delle persone e, per accennare
ai motivi più reconditi, dall'invidia, dalla diffidenza, dall'orgoglio e
da altre passioni egoistiche. Poiché gli uomini non possono tollerare
tanti disordini avviene che il mondo, anche quando non conosce le
atrocità della guerra, resta tuttavia continuamente in balia di lotte e
di violenze. I medesimi mali si riscontrano inoltre nei rapporti tra le
nazioni. Quindi per vincere e per prevenire questi mali, per reprimere
lo scatenamento della violenza, è assolutamente necessario che le
istituzioni internazionali sviluppino e consolidino la loro cooperazione
e la loro coordinazione e che, senza stancarsi, si stimoli la creazione
di organismi idonei a promuovere la pace.
La Chiesa di
Cristo nel momento in cui, posta in mezzo alle angosce del tempo
presente, ... non cessa tuttavia di nutrire la più ferma speranza. Agli
uomini della nostra età essa intende presentare con insistenza, sia che
l'accolgano favorevolmente, o la respingano come importuna, il messaggio
degli apostoli: “Ecco ora il tempo favorevole » per trasformare i
cuori, «ecco ora i giorni della salvezza» (2Cor 6,2).
|
|
|
|
Martedì 28 Agosto
2012
Martedì della XXI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Catechismo della Chiesa Cattolica
§ 1455-1458
“Pulisci prima l'interno del bicchiere”
La confessione dei peccati (l'accusa), anche da un punto di
vista semplicemente umano, ci libera e facilita la nostra
riconciliazione con gli altri. Con l'accusa, l'uomo guarda in faccia i
peccati di cui si è reso colpevole; se ne assume la responsabilità e, in
tal modo, si apre nuovamente a Dio e alla comunione della Chiesa al
fine di rendere possibile un nuovo avvenire. La confessione al sacerdote
costituisce una parte essenziale del sacramento della Penitenza...: “I
cristiani [che] si sforzano di confessare tutti i peccati che vengono
loro in mente, senza dubbio li mettono tutti davanti alla divina
misericordia perché li perdoni. ...[Ma] “se l'ammalato si vergognasse di
mostrare al medico la ferita, il medico non può curare quello che non
conosce” [Concilio di Trento; San Girolamo].
Secondo il
precetto della Chiesa, “ogni fedele, raggiunta l'età della discrezione, è
tenuto all'obbligo di confessare fedelmente i propri peccati gravi,
almeno una volta nell'anno” ... Sebbene non sia strettamente necessaria,
la confessione delle colpe quotidiane (peccati veniali) è tuttavia
vivamente raccomandata dalla Chiesa. In effetti, la confessione regolare
dei peccati veniali ci aiuta a formare la nostra coscienza, a lottare
contro le cattive inclinazioni, a lasciarci guarire da Cristo, a
progredire nella vita dello Spirito. Ricevendo più frequentemente,
attraverso questo sacramento, il dono della misericordia del Padre,
siamo spinti ad essere misericordiosi come lui: ( Lc 6,36)...
Quando
comincia a dispiacerti ciò che hai fatto, allora cominciano le tue
opere buone, perché condanni le tue opere cattive. Le opere buone
cominciano col riconoscimento delle opere cattive. Operi la verità, e
così vieni alla Luce (Sant'Agostino, Gv 12, 13).
|
|
|
|
Mercoledì 29
Agosto
2012
Martirio di San Giovanni Battista, memoria
Meditazione del giorno
San Massimo di Torino ( ? - circa 420), vescovo
Discorso 36
“E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo” (Lc 1,76)
Tra i titoli di gloria del santo e beato Giovanni Battista, di
cui oggi celebriamo la festa, non so a quale dare la preferenza: alla
sua nascita miracolosa o alla sua morte ancor più miracolosa? La nascita
ha portato una profezia (Lc 1,67s), la morte la verità; la nascita ha
annunciato la venuta del Salvatore, la morte ha condannato l'incesto di
Erode. Questo santo uomo... ha meritato agli occhi di Dio di non
scomparire come tutti gli altri uomini di questo mondo: ha lasciato il
corpo ricevuto dal Signore testimoniandolo. Giovanni ha compiuto in
tutto la volontà di Dio, poiché la sua vita come la sua morte
corrispondono ai disegni di Dio...
E' ancora nell'intimo
del grembo di sua madre quando celebra la venuta del Signore, con i suoi
movimenti di gioia, poiché non poteva farlo con la voce. Elisabetta
dice alla santa Maria “Appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei
orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo” (Lc 1,44).
Giovanni esulta dunque prima di nascere, e prima che con gli occhi
riconosca il mondo, con lo spirito già riconosce colui che ne è il
signore. Penso che si trova lì il senso della frase del profeta: “Prima
di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla
luce, ti avevo consacrato” (Ger 1,5). Non meravigliamoci dunque se,
chiuso nella prigione dove Erode lo aveva fatto mettere, egli continua a
predicare Cristo per mezzo dei suoi discepoli (Mt 11,2), poiché,
racchiuso nel seno di sua madre, annunciava già coi suoi sussulti di
gioia la venuta del Signore.
|
|
|
|
Giovedì della XXI settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoSan Colombano (563-615), monaco, fondatore di monasteri Istruzioni spirituali, n. 12,2
“Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,14)
Quanto sono felici e degni di invidia, “i servi che il padrone, al suo ritorno, troverà vigilanti” (Lc 12,37). Beata vigilanza che li tiene svegli per l'incontro con Dio, il Creatore dell'universo, di cui la maestà riempie ogni cosa e tutte le supera.
E per me che sono servo, malgrado la mia indegnità, Dio voglia svegliarmi dal sonno della mia indolenza. Faccia bruciare in me il fuoco dell'amore divino; la fiamma del suo amore salga più in alto delle stelle: bruci senza posa dentro di me il desiderio di rispondere alla sua infinita tenerezza. Oh, se mi fosse dato di poter tenere tutta la notte la mia lampada accesa e ardente nel tempio del Signore! Se essa potesse illuminare tutti coloro che entrano nella casa del mio Dio! (cf Mt 5,15) Signore, concedimi questo amore che si guarda da ogni forma di rallentamento, sappia tenere sempre accesa la mia lampada, senza mai lasciarla spegnere; sia essa fuoco in me, e luce per il mio prossimo. |
|
|
|
Venerdì della XXI settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoSant'Efrem Siro (circa 306-373), diacono in Siria, dottore della Chiesa Commento sul Vangelo concordante, § 18,15s ; SC 121
“Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora”
Il Signore ci ha detto: “Quanto a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio” , per impedire ogni domanda sul momento in cui avverrà: “Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti” (Mt 24,36; At 1,7). Ce l'ha nascosto perché vegliassimo, e ciascuno di noi possa pensare che ciò accadrà nella sua vita...
Vegliate, poiché quando il corpo dorme, la natura ci domina, ed il nostro agire è guidato non dalla volontà, ma dalla forza della natura. E quando regna sull'anima un torpore pesante di debolezza e tristezza, è il nemico che la domina e la porta contro la sua stessa volontà... Ecco perché nostro Signore ha parlato di vigilanza dell'anima e di quella del corpo, affinché il corpo non cada in un sonno pesante né l'anima nell'apatia. Come dice la Scrittura: “Ritornate in voi, come conviene” (1Cor 15,34) e “Se mi sveglio, con te sono ancora” (Sal 139,18) e “Non perdetevi d'animo” (cf Ef 3,13)...
“Cinque di loro, dice il Signore, erano stolte e cinque sapienti”. Non è alla verginità che egli ha attribuito la sapienza, poiché tutte erano vergini, bensì alle loro opere buone. Se la tua castità eguaglia la santità degli angeli, nota che la santità degli angeli è pura dal desiderio e di ogni altro male. Quindi, se non sarai rimproverato per l'impurità, sta' attento a non esserlo per la rabbia e la collera... “Le cinture siano ben strette ai vostri fianchi”, affinché la castità sia più leggera. “E le vostre lampade accese” (Lc 12,35), perché il mondo è come la notte: ha bisogno della luce dei giusti. “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5,16). |
|
|
|
Sabato della XXI settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoSan Giovanni Crisostomo (c. 345-407), sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa Omelie sul Vangelo di Matteo, 78, 2-3; PG 58, 713-714
Fare fruttare i doni ricevuti
La parabola dei talenti riguarda tutti gli uomini che, invece di aiutare i loro fratelli coi loro beni, consigli, o qualsiasi altro mezzo, non vivono che per se stessi... In questa parabola, Gesù vuole rivelarci la pazienza del nostro Padrone. Ma, secondo me, vi accenna anche alla risurrezione ... Prima di tutto, i servi che rendono il denaro con l'interesse dichiarano senza tergiversare ciò che viene da loro e ciò che viene dal loro padrone. Il primo dice : « Signore, mi hai consegnato cinque talenti » e il secondo : « Signore, mi hai consegnato due talenti ». Riconoscono, in questo modo, il fatto che il loro padrone abbia dato loro i mezzi per realizzare un'operazione vantaggiosa. Gliene sono grati e portano al suo credito la totalità della somma che è in loro possesso. Cosa risponde allora il padrone ? "Bene, servo buono e fedele" Non si riconosce forse l'uomo buono dalla sua sollicitudine per il prossimo?, ... "prendi parte alla gioia del tuo padrone": si tratta della beatitudine della vita eterna.
Ma non è lo stesso per il servo cattivo...Quale è la risposta del padrone ? "Avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri", cioè occorreva parlare, esortare, consigliarei tuoi fratelli. "Però, risponde l'altro, la gente non mi ascoltava". Il padrone risponde : "Non è affar tuo ... Avresti potuto, per lo meno, depositare quel denaro in banca e lasciare che io lo ritiri, e l'avrei ritirato con l'interesse" Intende con questa parola le opere opere che procedono dall'ascolto della Parola che noi dobbiamo dire. "Avevi soltanto da compiere la parte più facile del lavoro, e lasciarmi la più difficile". ... Come sarebbe a dire ? Chi ha ricevuto per il bene altrui la grazia della parola e dell'insegnamento e non ne fa uso, si farà togliere questa grazia. Quanto al servo zelante, attirerà su di lui una grazia più abbondante. |
|
|
Primer
Anterior
976 a 990 de 1110
Siguiente
Último
|