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General: er bandierone
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Respuesta  Mensaje 1 de 48 en el tema 
De: Tebro  (Mensaje original) Enviado: 05/03/2011 13:14

me tocca annà a comprà un bandierone.
Non so, nelle altre città, ma, in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia, a Roma, tra il 16 e il 17 marzo, ogni romano esporrà alla finestra, il tricolore. E' una iniziativa incredibilmente meritevole e significatica. Lo confesso, de sicuro al vedé tutte le finestre de Roma imbandierate, m'emozionerò. M'emozionerò, come m'emoziono quanno sento l'inno de Goffredo Mameli.

 

Si, me tocca annà a comprà un bandierone! Perché davvero non vojo mancà a st'appuntamento.


Le finestre imbandierate de Roma e speriamo de tutte le città italiane,  dimostreranno ancora una volta, che l'Italia è una, e indivisibile.



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Respuesta  Mensaje 19 de 48 en el tema 
De: skikko Enviado: 06/03/2011 18:50
il più grave dei problemi di questo paese è la mancanza di una storia condivisa, cosikkè ognuno si è fabbricato la propria e da quella è diventato un tifoso
 
comunque niente a ke vedere con la democrazia

Respuesta  Mensaje 20 de 48 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 06/03/2011 21:15
una storia fatta di sinergie nella diversità, una storia che è anche europea
La diversità la vedo; le sinergie non altrettanto.

Respuesta  Mensaje 21 de 48 en el tema 
De: Claretta Enviado: 07/03/2011 01:10
non c'è stato evento storico in uno dei territori della penisola che non abbia prodotto altri eventi negli altri territori,
sia direttamente che indirettamente

il collegamento primario è stato quello dela lingua latina, sempre presente anche durante il succedersi di dominazioni
straniere

siamo abituati, quando parliamo di Impero Romano a riferirci a quello dei Cesari, ma dimentichiamo ciò che accadde
nel Medioevo, quando gli imperi romani divennero due e fu fondate le prime Università a Bologna quando ancora
l'insegnamento era esclusivamente  in latino

ma nel 1200 spunta l'embrone della lingua italiana a Palermo con l'utilizzo del volgare siculo e a Bologna si hanno
i primi poeti che già usano la nuova lingua

ed ecco che anche Dante nel 1300 a Firenze la usa per scrivere la Divina Commedia, e questa E' una sinergia tra
diversi territori, sotto diverse dominazioni

ma mica posso dilungarmi più di tanto, se rifletti ne puoi trovare tantissime altre anche da solo



Respuesta  Mensaje 22 de 48 en el tema 
De: Tebro Enviado: 07/03/2011 08:51
Sì, guarda, er Gianni Alemanno sta proprio ad aspettare te. Mi ha chiesto se so se verrai in compagnia di Eco; gli ho risposto che porterai alcune ecografie, se fa lo stesso.
 
 
ehi, peteruccio, ogni vorta che te pizzico a dì na strunzata, reagisci, come di consueto: a mali parole! Ekkekkavolo! un po d'umiltà non guasterebbe! Comunque il Gianni ti ha chiesto se sarei andato in compagnia del mio amico Eco, per indossare il vestito delle grandi occasioni.
--------------------------------------------
 
Come uomo della strada, non credo, come dice skikkio,
il più grave dei problemi di questo paese è la mancanza di una storia condivisa, cosikkè ognuno si è fabbricato la propria e da quella è diventato un tifoso.
Ma non è un problema, perché non esiste nemmeno in paradiso una storia condivisa! La storia è in ogni loco, un cumulo de bucie! a uso e consumo delle parti interessate.
 
La verità (non la storia) la si scrive giorno per giorno. Er  buffone che voleva rompe li reni a la Grecia, non è storia. è una misera verità di ieri. un artro buffone cor parrucchino, che bacia le mano a na marionetta, non è storia, è una misera verità di oggi. La storia non esiste!  L'ometto cor parrucchino che in quindici anni, sulle spalle nostre, ha milluplicato i suoi guadagni, per trasferirli  in paradisi fiscali,  un ometto che ha evitato, per spudorata furbizia, 29 processi,
e costretto la moje con sei miliardi di vecchie lire mensili, a sparì dalla scenà, e fa pippa su tutto e su tutti! è la verità! non la storia. La verità è che  la Minetti è consigliere regionale, er padre der trota che beve dall'ampolla, e dice che cià pronte le pallottole,  la verità è che er  trota è deputato europeo. su ruby faccio pippa. 
 
Ha dignità di "storia" la: ruota, il bisturi, l'aspirina e il pc.  
 

Respuesta  Mensaje 23 de 48 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 07/03/2011 08:54
Be', se vogliamo anche la comune fede cattolica, che bene o male ha fatto il suo; ma in tutta Europa, almeno fino al Protestantesimo, non solo in Italia.
 
Il discorso linguistico è poco dimostrabile, a mio parere: che si parlasse tutti latino, chi meglio chi peggio, adattando questa lingua al proprio idioma natio (ed è questo che in seguito fece la differenza, parlo della nascita degli idiomi neolatini o perlomeno del loro successivo riconoscimento come lingue ufficiali), è fuori discussione.
Dante ha compiuto una sua operazione linguistica che lentamente ha dato frutti, ma il discorso di comunanza linguistica, in Italia, è forzoso, se solo si considera che per esempio le parlate occidentali erano (e sono tuttora) assai più simili all'occitano (anzi, ai relativi dialetti, non esiste un occitano 'standard') che a qualsiasi dialetto del centro-sud; che i dialetti liguri somigliano più al francese che al leccese. Le parlate toscane erano anch'esse qualcosa a parte, diciamo che erano dei dialetti del tutto paritetici agli altri. Traduco: se ci fosse stato un Dante in Sicilia forse l'italiano ufficiale adesso verrebbe parlato come si parla laggiù. Non so se abbia concorso la posizione centrale della Toscana, è un'ipotesi; sta di fatto che Dante, spulciate è vero le parlate che considerava da cavernicoli come il bergamasco, prese un dialetto e ne fece lingua, un po' prepotentemente se vogliamo. Del resto, da qualcosa si doveva pur partire.
(Ma per esempio il veneziano, che era lingua ufficiale fino alle isole greche e tale rimase per secoli? Che alle parlate toscane somiglia poco e niente, anche se, sul piano filologico, è considerato l'idioma settentrionale più vicino al toscano?)
Stante quanto sopra, cioè il parlare tutti latino dalla Lusitania fino in Romana ma ciascuno come gli pareva (e come sapeva), al tempo dei tempi tanto valeva la parlata di Bergamo bassa quanto il dialetto madrileno; le diverse varianti apportate al latino, lingua ufficiale, giacciono, quanto a 'valore', sullo stesso identico piano.
Pertanto tirare in ballo parlate comuni inesistenti, o che presentavano sì delle affinità ma non maggiori di quante non ne presentassero il volgare di Malaga o di Emona (l'attuale Lubiana) come indizio di una comune patria nascente è un argomento che non regge. 


Respuesta  Mensaje 24 de 48 en el tema 
De: Claretta Enviado: 07/03/2011 12:56
teniamo presente che malgrado le dominazioni tutti i dialetti italiani  (lingue naturali) hanno mantenuto il SI' affermativo

goti, ostrogoti e franchi non ci hanno fatto abbandonare il sì

(ma ahimè oggi, anche nelle più sperdute lande si sente dire "yes" )

Respuesta  Mensaje 25 de 48 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 07/03/2011 14:31
Un certo influsso c'è: per esempio qualcosa dipendente, per strano che possa sembrare, dal ceto: 'ricco' è parola germanica', 'povero' è latina; 'orgoglio' e 'umiltà', come sopra.
Poi: 'Fara' è germanica, ed è ben presente nella toponimia. 'Schifo' lo stesso: deriva da una barca ('schiff') da poco conto. E così 'albergo' e 'stamberga', quest'ultima una 'casa in pietra', che non so perché veniva considerata da meno di una baracca di legno. 'Sguattero' da 'wachtar', 'guardiano' (in seguito, il 'guardiano' del cuoco).
Numerosi sono anche i nomi di battesimo: Francesco, Federico, Guglielmo, Leonardo e così via.
Cito alla come-mi-viene, l'elenco è ben più lungo. Per non parlare dei termini arabi.
 
Il 'sì' (lat.: 'sic', 'così') è sopravvissuto fino nella penisola iberica; in linguadoca si diceva 'hoc', cioè 'questo' in senso confirmativo, e proprio dall' 'hoc' tale parlata prende il nome per differenziarla dalla lingua d'oil, 'oil' dal quale abbiamo poi lo 'oui' francese, che comunque mi sembra essere un decadimento fonetico del 'sic'.
 
Facevo manutenzione, si parla di quasi trent'anni fa, in un ufficio. C'era una delle impiegate che anche al telefono era solita rispondere 'yes'. Non mi risulta conoscesse altre parole inglesi tranne forse 'computer' e 'corporation'; forse addirittura era in grado di comprendere 'airlines'. Ma, sai, è fine e non impegna...

Respuesta  Mensaje 26 de 48 en el tema 
De: skikko Enviado: 07/03/2011 16:27
beh...questa ve la voglio raccontare
 
nell'ultima settimana ricevevo sul mio cellurare il cui numero è riservatissimo un paio di telefonate al giorno da un numero col prefisso di roma e di sole 4 cifre, non potendo mai rispondere (non rispondo quasi mai a numeri ke non siano nell'elenco dei miei contatti, al massimo rikiamo un po' dopo se ho tempo e voglia) provai a rikiamare un paio di volte il numero in questione ke risultava essere inesistente
 
dopo alcuni giorni squilla il cellulare e vedo ancora il nemrino breve, rispondo più per curiosità ke per altro ed inizia un viaggio surreale nella stupidità totale:
 
O- buongiorno, mi kiamo XXXX e la kiamo dalla sede centrale della BNL, lei è il Signor XXXXX XXXXX? (ho il conto corrente da loro per il semplice fatto ke la filiale era a 20 metri dalla prima casa in cui abitai a padova, da allora per pigrizia e seria mancanza di aletrnative non l'ho mai kiuso anke se a volte, come questa, ci sono andato molto vicino)
IO- buongiorno XXXX, si sono io, cosa posso fare per lei?
O- lei è un uomo molto fortunato!
IO- e me lo dice adesso?
O- (perplessa) dico davvero sa? tra tutti i conti attivi della sua filiale abbiamo scelto lei per darle un prestito di 30mila euro senza nemmeno l'istruttoria
IO- questo si ke è una fortuna, solo una domanda, se posso
O- dica
IO- a se voi edete ke io ho dei soldi, perkè mai vorreste prestarmene degli altri? e soprattutto cosa dovrei mai farmene io di 30mila euro se non riesco a spendere quelli ke ho già?
O- (pensa, è imbarazzata) io la kiamo solo per dirle ke le ho fissato un appun tamento col suo gestore in filiale per il 9 marzo alle 9,30
IO- grandioso, fantastico, e non vi è passato per la mente ke potrei avere altro da fare o voglia di non andarci?
O- (qui da il meglio di se) ma signore lei rappresenta il target perffetto della mission della banca
IO- are you meaning  i'm the perfect moron to be stolen by the bank?
O- mi scusi signore, io non parlo inglese
IO- mi sembrava di aver capito ke lo parlasse
O- oh no, io parlavo in italiano, deve essere stata un'interferenza. confermo l'appuntamento?
IO- certo, avverta pure di prepararmi il saldo ke vado a kiudere il conto
click (stranamente caduta la linea)

Respuesta  Mensaje 27 de 48 en el tema 
De: francodeltoro Enviado: 07/03/2011 16:33
ora noi tutti lettori e curiosi ci chiediamo: quanti soldi ci sono in quel conto ??
 
mica puoi parlarci così del tuo conto corrente senza illuminarci e senza farci morire di invidia ??

Respuesta  Mensaje 28 de 48 en el tema 
De: skikko Enviado: 07/03/2011 16:35
se non ricordo male 25 euro
 
o giù di li
 
contento?

Respuesta  Mensaje 29 de 48 en el tema 
De: francodeltoro Enviado: 07/03/2011 16:56
azz......pensavo fossi ricco......ma il dottor house (spero si scriva cosi) lui è ricco però....
mumble......

Respuesta  Mensaje 30 de 48 en el tema 
De: Claretta Enviado: 07/03/2011 17:21
in effetti mi riferivo proprio alle due lingue franche, oc e oeil,  che non hanno cancellato il sì nell' italico suol

come non lo hanno cancellato i germanici idiomi goti e visigoti, benchè siano ancora ben preseni nella lingua
lombarda

i germanici re d'Italia Odoacre e Teodorico permettevano ai romanici, e solo a loro, di leggere e scrivere, non
era permesso alla loro stirpe guerriera, che tale doveva restare, del resto veniva mantenuta in tutto una rigida
separazione fra Goti ed Italici, vietati i matrimoni misti, vietata la conversione dall'arianesimo al cattolicesimo,
e vietato agli italici anche l'uso dlle armi

però mentre i Goti non imparavano il romanico, gli italici imparavano il goto, e anche l'ostrogoto, lingua sempre
germanica, ma dei germanici dei territori dell'Est (tipo Austria, per intenderci)

solo nel longobardo Regno d'Italia accadde che il romanico divenisse linga comune a longobardi e italici

col risultato che poi evolvendosi e stabilizzandosi furono i longobardi ad apprendere la lingua dei romanici,
e l'editto di Rotari che stabiliva il Codice del Diritto Longobardo venne scritto nella lingua romanica, cioè in
neolatino

nelle varie regioni la lingua naturale degli italici aveva mantenuto il riferimento al latino, però contaminandolo
con i termini e le pronunce arrivati attraverso le dominazioni

ciò nonostante esisteva e continua ad esistere una lingua comune come base di riferimento, le diversità sono
sovrastrutture spurie che non hanno intaccato in modo irreversibile l'autenticità originaria della lingua italica

Respuesta  Mensaje 31 de 48 en el tema 
De: Tebro Enviado: 07/03/2011 17:27
skikkio, sei un uomo tutto d'un pezzo!
un altro al posto tuo avrebbe rifiutato. punto.
 tu no!
Tu, che la banca, mirando nel giusto,  aveva prescelto, tra tanti clienti, per un "concessione" al pari di una manna, hai rifiutato come avrebbe rifiutato ogni uomo tutto d'un pezzo! E hai fatto bene, anzi,  benissimo a raccontarci con dovizia di particolari come è andata, come hai trattato la sprovveduta pischella! miserrima! addirittura a  digiuno di lingue (mentre tu le domini) e come hai trattato la banca, che, inopinatamente, si era permessa un tale affronto. Insomma è andata così: quando dalle prime frasi, hai capito di che si trattava, hai posato la cornetta,  sei montato sul banchetto, idealmente hai messo il cinturone, l'elmetto, calzato i stivaloni e, abbardato in tal maniera,  j'hai dato giù, al pari de dò cojo cojo!
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Respuesta  Mensaje 32 de 48 en el tema 
De: fabricito Enviado: 07/03/2011 17:39
Il telemarketing non può essere mai improvvisato, pena l'insuccesso totale.
 
Prestare dei soldi significa vendere del denaro:  e sei vuoi vendere qualcosa (palanche in cambio di un interesse) a qualcuno che NON ne ha bisogno, evidentemente devi invogliarlo usando argomentazioni appropriate.
 
Trattandosi di una banca, direi che avrebbe dovuto abbondare in vaselina.

Respuesta  Mensaje 33 de 48 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 07/03/2011 17:56
Le due lingue che citi non credo che avrebbero potuto cancellare il 'sì' dalle parlate italiane, in quanto non si insinuavano nello Stivale.
Bada, comunque, che se anche il 'sì' fosse stato sostituito con altro questo non avrebbe cambiato le cose. In Slovenia, nel parlato ma spesso anche nello scritto, si ode e si legge 'ja' al posto del più letterario (e slavo) 'da'. E vai a dire a uno Sloveno che non parla sloveno: te se magna.
Il 'romanico', come lo chiami tu, significa tutto e niente: ricordiamo che gli attuali dialetti grosso modo erano tali ancora (già?) sotto i Romani, e senz'altro dovevano essere tali la pronuncia e l'intonazione, che ancora adesso ci permettono di identificare con sufficiente precisione la provenienza geografica del parlante.
Rotari avrà scritto in latino, seppure in un latino ormai annacquato come quello ecclesiastico (annacquato anche nella pronuncia, che poi è quella che oggi viene insegnata a scuola). Sennò in quale cavolo di lingua avrebbe potuto scrivere, visto che tutto lascia supporre che, come anche adesso, ogni due miglia cambiava la parlata?
In linea generale l'inserimento di termini stranieri non altera affatto una lingua: di una lingua si considera la struttura prima che il lessico, e questa davvero non l'ha modificata nessuno se non gli stessi parlanti, abolendo nel caso delle lingue neolatine le declinazioni, il genere neutro, i verbi passivi e la costruzione a destra della frase, che ricorda quella del tedesco. I termini stranieri vengono in genere adattati alla fonetica locale, tanto che a volte è difficile distinguerli dall'originale, vedi gli esempi che ho portato nel post 31: diventano, che lo vogliano o no, patrimonio della lingua che li ha accolti, perché ripeto che il lessico sul piano linguistico è praticamente l'ultima cosa cui si guarda: l'importante è la struttura.
Un esempio del compianto prof. di serbo-croato: Trajekt je arivao u port. Portoghese? Genovese? No, croato della costa ex veneziana. Tre termini italiani: traghetto, arrivare, porto, ma costruiti croaticamente ('arivao' è qui un diciamo participio passato, 'u' è una preposizione che introduce il complemento di moto a luogo ma anche di stato in luogo, dipende dal caso che segue). Ecco, tutto qua o quasi.


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