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General: Terroni a Milano
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Respuesta  Mensaje 1 de 40 en el tema 
De: Claretta  (Mensaje original) Enviado: 12/04/2012 23:50
a Milano le latterie erano quello che all'estero è il bar bianco
 
c'erano i tavolini e il juke box, ci andavano le mamme dopo avere
accompagnato a scuola i bambini, nell'intervallo del mezzogiorno
ci andavano i lavoratori e le impiegate, nel pomeriggio arrivavano
prima le mamme con i bambini a fare merenda, poi i ragazzini e le
ragazzine che intrecciavano i primi filarini semiclandestini
 
----------------------------------------------------------------------------------------------
 
negli anni 60, per qualche misteriosa ragione, quasi tutte le latterie
milanesi erano gestite da meridionali
 
io ne frequentavo abitualmente due, quella sotto casa e quella nei pressi
della scuola
 
la prima apparteneva a una pugliese, la seconda a un calabrese
 
con entrambi avevo allacciato un rapporto di amicizia e ci scambiavamo
reciproche confidenze
 
Tina mi raccontava i problemi che aveva avuto per riuscire a sposare un
cugino "diggiù"
 
lei era nata a Milano, da genitori arrivati durante la grande immigrazione
dell'immediato dopoguerra
 
il padre era muratore, aveva lavorato per la ricostruzione delle case bombardate,
poi si era messo in proprio, era riuscito a fare studiare la figlia fino al diploma
di ragioneria e a darle i soldi per aprire la latteria, aveva anche preparato la casa
dove sarebbe andata ad abitare quando si fosse sposata
 
l'amore per quel cugino "diggiù" che faceva il bracciante agricolo e viveva nella
cascina dei nonni, insieme a una numerosissima famiglia, allargata a parenti di
secondo e terzo grado, è stato una tragedia per il padre e la madre di Tina
 
che hanno ceduto solo quando il cugino è venuto a Milano e ha trovato lavoro
in fonderia
 
ma rimaneva la diffidenza verso i parenti "terroni"

diffidenza ricambiata dai parenti di lui, convinti che a Milano nessuna donna 
potesse essere una buona moglie
 
fu il mio primo impatto con questo aspetto della immigrazione, ma non era destinato
a rimanere unico, e nemmeno raro


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Respuesta  Mensaje 26 de 40 en el tema 
De: ORANGE1 Enviado: 18/04/2012 08:37
Certi che ai sinistrorsi è dura far capire che il contenuto dell'orpello attaccato sul collo non è cosa da cedere in comodato d'uso, neh?

Respuesta  Mensaje 27 de 40 en el tema 
De: ORANGE1 Enviado: 18/04/2012 08:39
De: ORANGE1 Enviado: 18/04/2012 09:39
(Opss, sbagliai discussione: la risposta di cui sopra 'un c'entra nulla!)
Piotr, e rilasciare la possibilità di cancellare no, vero?

Respuesta  Mensaje 28 de 40 en el tema 
De: Massimo Doriani Enviado: 18/04/2012 11:20
Respuesta  Mensaje 29 de 40 en el tema 
De: Claretta Enviado: 18/04/2012 13:39
greta, guarda che quel terroni era di merito, se non te ne sei accorta
non è colpa mia
 
il mio thread voleva essere contro la n'drangheta, non contro i calabresi,
era così difficile da capire ?
 
ho messo due figure di calabresi e una di pugliese
 
in quella pugliese c'è la milanesità di una tradizione ultrasecolare
 
la canzone "se a Milan ci fosse il mare sarebbe una piccola Bari" risale
agli anni 30
 
il vino di Trani è arrivato a Milano con le taniche di legno portate in
spalla dai pugliesi, che lo vendevano per strada fin dal 1870
 
e "trani" è divenuto sinonimo di locali dove si beve vino, per i milanesi
 

sono i locali nati insieme alle fabbriche, Gaber ne parla nella canzone
"barbera e champagne" e ti dirò di più : in quei locali si riunivano i
partigiani durante la Resistenza 
 
 
la lattaia Tina era figlia di pugliesi arrivati a Milano nel 1948, e a me
è sembrato molto strano che i suoi genitori fossero diffidenti verso i
loro compaesani
 
meno strana la diffidenza di chi era rimasto in Puglia, perchè era la
stessa diffidenza che in molti paesi della stessa provicia di Milano
c'era verso le donne milanesi
 
dico che quello fu la prima volta in cui mi resi conto che i "trapiantati"
a Milano hano difficoltà a rapportarsi con la gente dei loro luoghi di
origine, ma bada bene, non con i luoghi, di cui mantengono sia la
nostalgia che le tradizioni popolari, hanno difficoltà solo a rapportarsi
con le persone, le loro abitudini e i loro pregiudizi
 
in seguito mi resi conto che quello era un problema comune a tutti i
"trapiantati" dal sud al nord
 
però rimane la mia meraviglia per i pugliesi, perchè dalla Puglia a Milano
non è nemmeno un trapianto, è semplicemente un trasferimento che dura
da 150 anni
 
mia madre e mia nonna comperavano pane pugliese, oltre a quello ferrarese,
e mio nonno andava al trani sui Navigli il sabato sera
 
all'Idroscalo la domenica c'erano più famiglie pugliesi che famiglie milanesi
 
invece non mi meravigliò affatto che avessero difficoltà i calabresi, loro erano
in fuga da un ambiente difficilissimo, era normale che cercassero di alzare barriere
contro le infiltrazioni che arrivavano da quell'ambiente
 
e mi è dispiaciuto moltissimo per Graziella, che di quell'ambiente era prigioniera,
senza nemmeno rendersene conto
 
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
se poi la mancanza delle virgolette in cui andava incorniciata la parola "terroni"
ha reso difficile la comprensione di quanto stavo dicendo me ne scuso, ma non
ero certa che Gabito accettasse quei segni nel titolo e ho preferito tralasciarli
 
ma vi faccio notare che io non ho MAI insultato i meridionali in quanto tali, anche
se ho criticato i loro difetti
 
tra l'altro io reagisco alle critiche, non parto all'attacco, e nemmeno questo thread
era un attacco ai meridionali, peccato che non ve ne siate accorti
 
anche perchè di milanesi ne sono rimasti talmente pochi che non capisco come
facciate a trovarli voi dalle vostre parti o in giro per il mondo
 
sono molto meno di 50 mila e sono in gran parte vecchiarelli come me :)

Respuesta  Mensaje 30 de 40 en el tema 
De: francodeltoro Enviado: 18/04/2012 14:39
quando leggo claretta
rivedo calindri in mezzo alla piazza
che beve il suo cynar....
e mi sorge pure un dubbio...
ma il panettone è proprio milanese ???
 
:D

Respuesta  Mensaje 31 de 40 en el tema 
De: Miti Enviado: 18/04/2012 15:03
La stessa cosa vale per i romani..........ormai a Roma, al Centro, entro le mura,abitano soltanto gli arricchiti, l'onorevole che compra il monolocale per la nipotina, qualche attore.....soltanto in qualche vecchia casa resiste qualche romano doc, magari perchè in possesso della nuda proprietà

Respuesta  Mensaje 32 de 40 en el tema 
De: Claretta Enviado: 18/04/2012 16:34
il panettone è proprio milanese
 
nasce nelle cucine del Castello Sforzesco ai tempi di Ludovico il Moro,
tra l'altro nemmeno il duca era milanese, era figlio del duca di Bari e proprio
a Bari era nato
 
solo sua madre faceva parte della famiglia sforzesca e Ludovico ereditò il
ducato di Milano dalla madre, autenticamente milanese, mentre dal padre
aveva ereditato proprio il ducato di Bari
 
fu una sua scelta, quella di trasferirisi a Milano, scelta che per oltre cinque
secoli è stata imitata da una miriade di suoi corregionali 
 
compresi Jannacci, Walter Chiari e Abbatantuono 
 
ma il garzone di cucina che inventò l'impasto e il metodo di lievitazione del
panettone era un milanese doc

Respuesta  Mensaje 33 de 40 en el tema 
De: Claretta Enviado: 18/04/2012 16:58
d'altra parte io stessa sono autenticamente milanese solo
per quanto riguarda la famiglia di mia madre, di cui sono
certe le origini fin dal 1700
 
quella di mio padre di mio invece padre aveva origini tuttaltro
che milanesi, epperò tutte nordiche, a parte FORSE un romano,
ma la cosa non è certa
 
si tratterebbe di un tizio che aveva aperto un negozio di pelletterie
in Corso Buenos Aires circa 120 anni fa
 
così mi hanno detto, ma alle tradizioni orali non è che si debba
credere troppo
 
però fino al 1996 il negozio c'era ancora, e con lo stesso nome

Respuesta  Mensaje 34 de 40 en el tema 
De: Claretta Enviado: 18/04/2012 17:12
frankino, Calindri era toscano, ma hai ragione, io sto qui
come lui stava in mezzo alla piazza

Respuesta  Mensaje 35 de 40 en el tema 
De: Ramarra Enviado: 18/04/2012 23:42
Mi sembra che Claretta abbia messo in evidenza un fatto che rappresenta un pò uno dei guasti possibili dell'immigrazione secondo me, e cioè che le persone lasciano i luoghi dove non hanno possibilità di sviluppo e si stabiliscono altrove, però a volte tendono a riprodurre nei luoghi di destinazione quegli stessi sistemi da cui sono fuggite. Penso che all'inizio questo sia inevitabile perchè il pensiero ed il comportamento delle persone è condizionato dall cultura in cui esse si sono formate, poi alcune sono più capaci, o hanno più motivo, di rivedere le loro ideee e riadeguarle al nuovo contesto, altre meno. Mi sembra possibile e realistico che gli affari a Milano il sud li abbia cominciati a fare tanto tempo fa, anche io credo che risalire di 20 anni indietro sia ridicolo. Il Sud è sempre stato una sorta di socio occulto del Nord, dall'unità d'Italia.
Il post l'ho trovato piacevole a leggere e non mi è sembrato scortese verso nessuno. Claretta è una memoria storica con una lucidità e capacità che potrebbero invidiarle anche i maturandi.    

Respuesta  Mensaje 36 de 40 en el tema 
De: Claretta Enviado: 28/04/2012 15:58
il caporalato arrivò a Milano in ritardo di 20 anni, rispetto alla mafia
 
quella era già presente nell'immediato dopoguerra, era arrivata insieme
agli "Alleati", portandosi soldi, avvocati e faccendieri
 
teniamo presente che Milano allora aveva 1.300.000 abitanti e il 30%
delle abitazioni erano distrutte
 
nel 1960 gli abitanti erano 1.600.000 e oltre alla completa ricostruzione
dei quartieri bombardati, erano già stati costruiti 4 nuovi quartieri  di edilizia
popolare: Comasina,Sansiro, Affori e Lorenteggio, quartieri che avevano
sostituito le Coree, come venivano chiamate le baraccopoli dei sinistrati e
dei nuovi arrivati
 
difficile rendersi conto della febbre edilizia che ha pervaso Milano dal 1945
al 1960, ed edilizia significa soldi, tanti soldi, che in gran parte erano 
investimenti statali provenienti dai contributi dei lavoratori (Inacase)
 
oltre che per la edilizia i soldi arrivavano anche per le infrastrutture, strade,
ferrovia, autostrade, metropolitana, aeroporti
 
poi ospedali, scuole, musei, biblioteche e soprattutto Fiera Campionaria
 
tutto questo significava APPALTI e negli appalti la mafia regnava già sovrana
 
ma era la mafia degli appalti e delle banche, non quella del racket, del tritolo e
dei sequestri di persona
 
era la mafia dei colletti bianchi, infiltrata nella politica, nelle istituzioni,  nei
salotti e sprattutto tra il clero, che a Milano non era meno danaroso di quello
di Roma, questa del potere economico della diocesi ambrosiana è storia che
risale all'albore del cattolicesimo, l'unica differenza fra Roma e Milano è che
a Milano i soldi li venivano soprattutto dal lavoro e dal commercio, non dalle
vendite di indulgenze e dai redditi del potere temporale
 
comunque c'è sempre stata grande abbondanza di lasciti terrieri nel milanese,
e furono questi ad attrarre gli interessi dei "colletti bianchi" dal 45 fino al 1970
 
terreni e banche, su questo si basava l'egemonia mafiosa dei colletti bianchi
degli appalti negli anni del boom economico 
 
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MA ATTENZIONE : i colletti bianchi non erano "terroni di Milano" erano degli
occupanti, infiltrati nei ruoli occulti del potere economico, finanziario e politico,
oltre che in ogni ganglio delle istituzioni
 
si dice che Milano abbia le spalle grandi e possa resistere a qualsiasi tipo di
invasione, la cosa vale sicuramente per le invasioni esplicite, per quella occulta
si è dimostrata un gigante dai piedi di argilla
 
e dopo i colletti bianchi sono arrivate le truppe di assalto, con la droga, il racket,
i tritolo, i fucili a canna mozza, i sequestri di persona, le schiave prostitute, il
caporalato e le faide
 
ma eravamo già negli anni 70, gli anni di piombo, e in quegli anni i colletti bianchi
mantennero i loro ruoli occulti anche nel movimentismo insurrezionale, alla faccia
degli opposti estremismi !!
 
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PS : sentii per la prima volta la parola "scippo" nel 1960, pronunciata da un maresciallo
che mi interrogava come testimone di un furto
 
un ragazzo in Lambretta aveva strappato la borsetta a una signora che usciva dall'ambulatorio
della Mutua sotto casa mia
 
per me era quello era un borseggiatore, fu il maresciallo a spiegarmi che si trattava di uno
scippatore e che quella dello scippo era un tipo di criminalità che si stava radicando anche
nelle strade di MIlano
 

 
 
 

Respuesta  Mensaje 37 de 40 en el tema 
De: Claretta Enviado: 28/04/2012 17:38
Milano vista da un bolognese :

Respuesta  Mensaje 38 de 40 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 28/04/2012 17:39
...sapessi com'è strano...
essere terroni...
a Milano...
...a Milano...
 



Respuesta  Mensaje 39 de 40 en el tema 
De: skikko Enviado: 29/04/2012 09:41
milano vista da (un altro) Bolognese
 


Respuesta  Mensaje 40 de 40 en el tema 
De: Claretta Enviado: 29/04/2012 14:56
quando io sono nata pesavo cinque chili
 
succede che le madri diabetiche partoriscano dei macrocosmi
 
dal dodicesimo parto di mia madre nacque una femmina di sei chili
 
clinica universitaria, galleria affollatissima di studenti, mia madre era
decisa a non urlare, e ci riuscì
 
1,45 per 36 chili peso forma, aveva allora 38 anni
 
dinamite sempre pronta ad esplodere, non c'era ostacolo che potesse
fermarla
 
meneghina purosangue, ha attraversato due guerre, educazione borghese
che comprendeva lezioni di danza e solfeggio, aveva fatto parte di una squadra
di ginnastica artistica con rfisultati lusinghieri
 
fidanzata del figlio di un banchiere abbandonò tutto e tutti, con una valigia piena
di sogni e di teneri ricordi d'infanzia per amore di mio padre
 
ha fatto l'operaia, ha patito la fame, ha rischiato mille volte la vita accanto al suo uomo,
sempre più interessato alle rivoluzioni che alla famiglia
 
eternamente incinta, lo era anche quando in tandem con lui, sotto i bombardamenti e
sfidando i mitragliamenti aerei, andò da Milano a Bologna per accertarsi che una delle
figlie, quella di 5 anni, stesse bene presso la famiglia dove l'aveva mandata per tenerla
lontano dai bombardamenti
 
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cosa ne sa Guccini della forza e del coraggio che Milano mette nelle vene di chi la ama?
 
 




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