Stasera l'aria è fresca, potrebbero venirmi dei pensieri, cantava Goran Kuzminac una trentina d'anni fa.
Ma i pensieri ti vengono lo stesso, anche se l'aria non è particolarmente fresca. Ti aiuta il crepuscolo, ti aiuta; e io so il perché: perché ti sembra la vita.
Il piccolo è in giro qua sotto a giocare con i suoi amichetti; tanto, qui non ci sono pericoli. Io sono davanti al computer a leggere cose leggibili e fesserie, e ad attendere che e se qualcuno dei miei ormai pochi contatti si affaccia in Messenger o in Facebook, tanto per scambiare due parole; poi il cucciolo si deciderà a rincasare, dovrò dirgli qualche decina di volte di lavarsi, lo farà e poi vorrà che lo accompagni a letto per leggergli qualcosa. Ricordati di fargli dire le preghiere.
...E fortuna che c'è Pico, altrimenti che senso darei al tutto? Vero, ho un nipotino di quasi un anno, ma è cosa di mia figlia, che tra l'altro sta a Roma. Be', se non avessi avuto Pico probabilmente a Roma o dintorni starei anch'io, vero - chissà come sarebbe andata la mia vita? Del resto, così come è probabile che senza Pico sarei stato dalle parti di Roma, altrettanto è probabile, diciamo anzi certo, che mi sarei annoiato anche là come mi sto annoiando stasera e come mi sto annoiando da sempre. Un flash: sarà stato il 1985, una sera uscii con amici per andare all'Estate romana (noiosa) e finimmo presso uno stand dove se rispondevi a qualche domanda ti sapevano dire chi eri e chi non eri. Partecipammo al test. Il responso che mi riguardava: Enrico, hai già visto tutto e tutto ti annoia. Questo a nemmeno ventott'anni - figuriamoci adesso che ne ho quasi il doppio. In effetti è difficile che qualcosa mi stupisca più, che mi sorprenda se non per un attimo. Cosa dovrebbe, poi? L'amicizia? E con chi? Ormai uno conosce compagni di viaggio, diceva bene chi ha detto che gli amici te li fai da giovane. L'amore? Su, non siamo ridicoli: a parte che lo rifiuto, lo temo, me ne schermisco (e lui fa altrettanto con me), anche a trovare domani qualcuna, mah, quant'è che non ho una storia?, saranno un otto mesi... anche a trovare domani una, eccola là: il primo bacio al momento opportuno, ormai lo sai quando è il momento opportuno, dopo un paio di giorni se non prima si finisce a letto, presto aumenta il numero delle prestazioni, il pompino magari la prima sera stessa, per il culo con certe bisogna aspettare qualche giorno ma alla fine lo danno più o meno tutte... ma insomma, e perdonate la scarsa poesia con la quale ho parlato del tutto, sono sempre le stesse cose e dopo neanche una settimana sei da capo a dodici: la noia. Di Moravia? No, la mia. Ma anche quella di lei, mi sa. Con quest'ultima ho tagliato i ponti quando ho avuto l'infarto, ma mi aveva rotto già da prima: un'esagitata in perenne ricerca di visibilità, ma di brutto - sembrava un'iscritta di Facebook. E poi faceva salire il gatto sul letto, vaffanculo tu e il gatto. No, per carità, è venuta a farmi visita all'ospedale, ma poi non ci siamo più cagati di pezza, né io lei né lei me. E non me n'è fregato nulla, non so a lei ma ho idea che sia lo stesso. L'amore... Mi sto annoiando, per caso si capisce?
Uuuh, che brutto post - tra l'altro mi renderà vulnerabile al cospetto dei miei denigratori, che modestamente non son pochi. Peter si confessa! Peter ha problemi esistenziali! Peter si annoia! Uuuuuuuuuu! Ma del resto se mi annoio mi annoio, no? E, anzi, meno male che stasera ho il pensiero di Superpico, mi tiene occupato mentalmente anche se potrebbe non sembrare visto che sono qui a scrivere - ma credetemi: quando non è il fine settimana in cui mi tocca mi annoio mille volte più del solito, roba da sbattere la testa al muro. To', eccolo: è venuto qui a prendere qualcosa ed è riscappato giù - ben fatto. Gli ho detto che sono le dieci e dieci, l'annuncio non lo ha minimamente turbato (non glien'è fregato nulla). A qualche ora rincaserà, tra l'altro poco fa sua madre ha chiamato, voleva giustamente salutarlo. Rieccolo, Dai, chiama mamma. Ora vuole fregarmi lo Smart per fare filmati di sé e dei suoi amici, ma temo che non avrà successo. Ecco, gli ho prestato la fotocamera, tanto non vale niente (me ne ha già rotte due o tre, evviva).
Dalla porta di casa aperta giunge il vociare dei pargoli. Divertitevi, almeno voi.
certe sere ci vorrebbe una macchina del tempo per fare un salto all'indietro di un paio di generazioni... ...sì, la generazione di mio nonno potrebbe andar bene...
...ecco, certe sere vorrei poter andare all'osteria in compagnia di mio nonno e dei suoi amici e prendermi una bella ciucca (una ciucca allegra) con loro...
ma le tempeste arrivano quando non le cerchi e non le rimpiangi
non darti tante arie in fatto di donne, sono loro l'origine del mondo,
Courbet lo sapeva, ma nonostante ciò ha fatto l'errore di sottovalutare Marianna :)
« Ho cinquant'anni ed ho sempre vissuto libero; lasciatemi finire libero la mia vita; quando sarò morto voglio che questo si dica di me: Non ha fatto parte di alcuna scuola, di alcuna chiesa, di alcuna istituzione, di alcuna accademia e men che meno di alcun sistema: l'unica cosa a cui è appartenuto è stata la libertà.»
...ecco, certe sere vorrei poter andare all'osteria in compagnia di mio nonno e dei suoi amici e prendermi una bella ciucca (una ciucca allegra) con loro...
Ma magari loro non s'annoiavano perché non avevano molto tempo a disposizione o, forse peggio, non sapevano descrivere la noia e quindi per annoiati non si davano...
Uuuuuuuuuuuuuuuu (detesto dovermi spiegare): no, o Cla, non mi sto dando arie in fatto di donne - ma da dove lo dedurresti? Ah, dal cinismo adoperato nel raccontare le fasi conquista - primo amplesso? Crudo realismo, d'accordo, ma vanteria dove? Disincantato, lo stile, per l'appunto ANNOIATO, ma dove supponente? Soprattutto se pensi che ho scritto 'L'amore? Su, non siamo ridicoli: a parte che lo rifiuto, lo temo, me ne schermisco (e lui fa altrettanto con me)'... In sostanza qui la si può leggere come una solitudine non confortata dalla speranza di una piacevole novità che potrebbe dare una storia d'amore, visto che nel passato (che riassumo realisticamente, cinicamente ecc.) da una storia d'amore non è che sia giunto questo grande afflato di vita, bensì, dopo ben poco, nuovo tedio. Né sto dandone la colpa alle donne; anzi, ho scritto a chiare note che se m'annoio io ben s'annoiano anche loro.
Il tuo amico Courbet non ha inventato un cazzo, anzi, una fica. Leggi qua il Belli (e nota la data in fondo) antesignano a 'L'origine du monde' (1866), cui forse ti riferivi:
la Madre de le Sante
Chi vvò cchiede la monna a Ccaterina Pe ffasse intenne da la ggente dotta Je toccherebbe a ddì vvurva, vaccina, E ddà ggiù co la cunna e cco la potta.
Ma nnoantri fijjacci de miggnotta Dimo scella, patacca, passerina, Fessa, spacco, fissura, bbuscia, grotta, Freggna, fica, sciavatta, chitarrina,
E di nuovo cambio casa di nuovo cambiano le cose di nuovo cambio luna e quartiere come cambia l'orizzonte, il tempo, il modo di vedere cambio posto e chiedo scusa ma qui non c'è nessuno come me.
E stasera sera do a lavare il mio vestito per l'amore cambio donna e cambio umore stasera e stasera voglio uscire che mi facciano parlare voglio ridere e voglio bere io stasera cambio amore è tutto qui.
Ma sapere dove andare è come sapere cosa dire come sapere dove mettere le mani e io non so nemmeno se ho capito quando t'ho perduta qui fioriscono le rose ma dentro casa è inverno e fuori no.
E vendo casa per un motore la soluzione è la migliore un motore certamente può tirare la mia fantasia un po' danneggiata e da troppo parcheggiata e poi cambiare casa come cambiano le cose così.
E gira, gira e gira, gira si torna ancora in primavera e mi trova che non ho concluso niente io l'amore l'avevo in mente ma ho conosciuto solo gente e posso solo andare avanti fintanto che nessuno è come me.
E gira, gira e gira, gira si torna ancora in primavera e scopro che non ho capito niente e allora io stasera do a lavare il mio vestito per l'amore cambio donna e cambio umore cambio numero e quartiere fintanto che nessuno è come me.
postare un video rientra nella polemica 'parlato - immagine', suppongo... ma me ne frego ... ritengo l'atmosfera proposta da Conte del tutto assimilabile a quelle di Pan
Il tuo amico Courbet non ha inventato un cazzo, anzi, una fica. Leggi qua il Belli (e nota la data in fondo) antesignano a 'L'origine du monde' (1866), cui forse ti riferivi:
la Madre de le Sante
Chi vvò cchiede la monna a Ccaterina Pe ffasse intenne da la ggente dotta Je toccherebbe a ddì vvurva, vaccina, E ddà ggiù co la cunna e cco la potta.
Ma nnoantri fijjacci de miggnotta Dimo scella, patacca, passerina, Fessa, spacco, fissura, bbuscia, grotta, Freggna, fica, sciavatta, chitarrina,
Vabbe', Conte mi piace, ma anche lui poco c'entra con il mio post.
Il mio post parla della noia di una sera ma anche di tutta una vita, e in questa noia include anche il celebratissimo Amore con la 'a' maiuscola, che visto così come l'ho raccontato io tutta questa 'a' maiuscola non ce l'ha: è praticamente una ripetizione di sensazioni e di movimenti, diremmo, meccanici; un cerimoniale senza fine e senza fini.
Mah, quel sonetto (a una sola coda, come avrai notato) è la risposta, la versione al femminile di 'Er padre de li santi' ovvero 'Cinquanta nomi' ('Er cazzo se pò ddi' radica, ucello...').
Il Belli è gradevole soprattutto per l'autoironia che esercita sulla sua e altrui 'romanità': il che poi è alla base del successo sia di Sordi che di Verdone, sebbene in tutt'altro contesto.
L'unico che continua a far suonare le trombe come in un kolossal quando parla di Roma è quel cretino del quale, fortunatamente, si sono perse le tracce (non è vero: lo tengo bloccato altrimenti rientra qui per dire che Phalla è da olio santo e che io mi devo vergognare...).
peterone, quello che hai scritto val bene una messa...
temo fortemente sia quanto uno ha vissuto, al di là della noia, che provoca quel movimento rasente (rasente? macchè, totalmente!) il cinismo, e con sguardo disincantato
quando le si son provate tutte, o quasi, è inevitabile provare quel che tu chiami noia, ma che potrebbe esser semplicemente prevedere ciò che accadrà data una spinta, e sapendo come in una sfera di cristallo quale sarà la reazione
dovremmo vivere con cicliche amnesie, per poterci permettere nuove sensazioni, come se non le avessimo mai provate, e con intatta la gioia e lo stupore dei primi anni adolescenziali
vecio, rilasete... è l'età...
sennò, appunto, si doveva far una vita come quella dei frequentatori delle osterie...
Be', ciò che scrivi vale ancora, mica è soggetto a scadenza come il... purè!
Buona, questa delle cicliche amnesie. Toccherebbe sperimentarla!
Poi, vabbe', sono stato troppo cinico e drastico: un nuovo incontro è logico che comporta nuove sensazioni (e giovani emozioni, direbbe Battisti?). Quanto queste durino e quanto superino il prevedibile che leggiamo nella nostra sfera di cristallo portatile, mah, non è dato sapere.
E' anche vero, comunque, lo dico per doveri di cronaca, che assai facilmente mi annoio di cose e di persone, anche perché non a ventott'anni, come ho scritto, ma già a ventuno avevo praticamente fatto tutto ciò che si fa nella vita; ma questo è un discorso mio personale che esula da quanto di 'universale', nel senso di riconoscibile da molti, si possa ravvisare in ciò che scrivo.