...E anche Rauti se n'è andato; ha raggiunto sua moglie, donna Brunella, scomparsa qualche anno fa.
Di lui se ne sono dette quasi quanto quelle contro Berluzzo: stragista, golpista, ordinovista, nazista, teppista... ma negli ultimi anni '70 la gioventù di destra (me compreso) si sarebbe fatta ammazzare per lui, che costituiva, se non altro a livello teorico, un'alternativa, l'alternativa anzi, al nulla almirantiano.
Purtroppo, non molti anni fa, uscì fuori anche il lato 'secolare' di Pino: il neosegretario della fiamma, il buon Luca Romagnoli che ricordo ancora pischello, volle far luce su 'Linea', il quotidiano del partito che era anche, del partito, quasi l'unica fonte di sostentamento, non avendo questo rappresentanti in parlamento. Si scoprì che le azioni del quotidiano erano detenute in parte da Pescatore, direttore del foglio, in parte dalla signora Rauti. Romagnoli espulse l'Onorevole, come spesso veniva chiamato, dalla Fiamma, e il giudice mise queste azioni sotto sequestro. Fine totale di un mito.
Rauti, di persona, era tutt'altro che antipatico. Era provvisto di un'ottima dialettica, quando parlava almeno diceva qualcosa, al contrario di Almirante che tutto sommato s'è sempre fatto trascinare in sterili botta e risposta dai giornalisti, e che probabilmente oltre a facezie e battuteprêt-à-porter, nelle quali va d'altronde riconosciuto che era un fenomeno, non aveva molto da dire a livello politico, ideologico, programmatico eccetera. Era inoltre uomo di vastissima cultura, cosa rara nella destra.
Un suo difetto, a conti fatti, era quello di non essere per nulla furbo come a un politico si conviene, almeno a giudicare dalla gente della quale s'era circondato: in occasione del Congresso di Fiuggi i suoi più fedeli colleghi di corrente, che erano anche suoi amici personali da tempo immemorabile, gli fecero un voltafaccia in confronto al quale Giuda può ben passare per un prode cavaliere senza macchia. Certo, ne guadagnarono per sé e per i figli: per esempio, la ex-fedelissima coppia rautiana Perina infilò il maschio somarone, Marco, negli uffici della Regione Lazio, e la figlia Flavia al Secolo d'Italia (del quale in seguito divenne direttrice); i fratelli Augello, il più anziano (un grande amico, purtroppo scomparso prematuramente nel 2000) capogruppo di AN al Comune di Roma, Andrea dapprima consigliere regionale, oggi senatore senza alcun merito se non una coltivata lista di nomi di votanti; lo stesso Alemanno, piazzato in un buon collegio dal suocero Rauti Pino e divenuto quindi facilmente deputato, poi, guarda caso, grande finiano... Ma l'elenco, soltanto di chi conoscevo di persona, sarebbe lungo.
Sulle sue presunte partecipazioni ideologiche o materiali a stragi varie non metto bocca, non c'ero e non so. Ma non parlo così per ignavia o per una simpatia politica che non nutro più da tempo, né per il fatto di aver conosciuto personalmente lui e famiglia: c'è che ho imparato, sulla mia pelle, a diffidare dei media e dei mostri in prima pagina. E nemmeno la magistratura mi dà molto affidamento: quando si tratta di politica gli indizi possono diventare prove, le supposizioni teoremi dimostrati.
Pace all'anima sua. The evil that men do lives after them; the good is oft interred with their bones...
Fini, Gasparri e compagnia bella: risparmiatevi l'elogio funebre, vi è sempre stato sui coglioni perché non era un lecchino almirantiano come voi.
l'unica consapevolezza che potevi avere era che i fascisti volevano lo spazio garantitogli dalla Costituzione, nelle elezioni del 1948 lo Msi ottenne sei deputati e un senatore, questo mentre ancora i "fascisti" venivano ammazzati a migliaia da chi non aveva cottemperato all'ordine di consegnare le armi
e oltre alla garanzia costituzionale c'era anche stata l'amnistia voluta da Togliatti, ministro degli Interni, che aveva restituito i diritti civili agli "ex" fascisti, già processati e condannati
tra l'altro gli Alleati occupanti avevano in larga parte mantenuto ai loro posti i prefetti, i funzionari e i magistrati che c'erano durante il ventennio, il che significa che avevano giurato fedeltà al PNF
insomma costituzionalmente parlando l'eversione si ha quando non viene rispettata la volontà popolare, espressa con il parlamentarismo rappresentativo
e già fin dalle prime elezioni del 1948 i missini erano rappresentati in parlamento
Ieri per esempio Alfano, l'uomo che non si capisce mai dove cavolo guarda...
Servizio del TG2: 'Stiamo preparando per l'elettorato una cosa bella...' (cavolo, sarà un bel disegnino?) ...suspense... 'E' il ritorno del centrodestra in politica'. (ohibo', ma che culo che abbiamo). Ma rivaffanculo, va'... sembrava che stesse annunciando il ritorno del Messia, 'sto fantoccio... 'Il ritorno del centrodestra in politica'. Ecco, crisi risolta in dieci giorni ma nemmeno. E voi che non ci credevate...
Le violenze postbelliche durarono praticamente 3 anni, fino alla vittoria della DC nelle elezioni del 18 aprile 1948.
Alcune fonti attendibili fanno stime da 30.000 a 50.000 morti assassinati.
Ho letto però che la maggior parte degli omicidi (3 su 4) fu compiuta in Istria e a Fiume, e si trattava di pulizia etnica, cioè di caccia all'ITALIANO e non di vendette contro i fascisti.
Così come i trecento e passa mila esodati da quelle terre fuggirono in quanto ITALIANI, anche se le capre di sinistra di queste parti li consideravano dei fascisti per il fatto che non avevano voluto vivere sotto il compagno Tito (anche lui immediatamente demonizzato nel 1948, dopo avere rotto con Stalin).
Quindi i fascisti accoppati senza processo nei vari triangoli della morte (extra Venezia Giulia) potrebbero assommare dagli 8 ai 12 mila.
nella sola Milano furono 5000, cifra registrata dagli Alleati, io fui mandata in Brianza, presso una ex casa parrocchiale, dove 5 suore ospitavano 35 bambine rimaste prive di alloggio o prive di famiglia, 18 di loro, dai 4 ai 12 anni erano orfane postbelliche
ci ero arrivata il giorno dell'Ascensione del 1945, era da aprile che nelle acque del Naviglio e dell'Olona ogni giorno affioravano nuovi cadaveri
nel sotterraneo di un bar che esiste ancora, e che io frequentavo insieme a mio padre, in maggio erano state fatte esplodere delle bombe a mano, gettate dentro attraverso lo sfiatatoio, di cadaveri lì dentro se ne sono trovati 5
poi potremmo parlare degli altiforni di Breda e Falk, dove nessuno ha mai potuto stabilire esattamente il numero di fascisti arsi vivi tra fine aprile e tutto maggio
ma anche nelle strade, sia in quelle di periferia che in quelle del centro storico, c'erano i cadaveri dei fascisti "usciti dalle fogne" io ne ho visto uno appoggiato alla saracinesca, ancora chiusa, della latteria che c'era allora in via Ariberto, a due passi dalla scuola elementare crollata sotto i bombardamenti
in quei mesi chiunque poteva venire ucciso a Milano, ma altrettanto succedeva nei paesi intorno ai laghi di Como e Lecco e anche in quelli del Lago Maggiore
i miei hanno poi trovato un alloggio in un paese sulla riva piemontese del Lago Maggiore e ci siamo andati ad abitare nella estate del 46, lì c'erano ancora ammazzamenti e ci sono stati per tutto il 47
nel 48, anno di elezioni e di madonne pellegrine, a Milano c'era ancora chi finiva nei Navigli, e c'era anche chi metteva bombe sotto i palchi e nei locali dove si svolgeva la campagna elettorale, a Milano, non a Trieste
Sì, ma questi sono argomenti tabù per una certa storia che vuole dipingere i partigiani alla stregua di immacolati cavalieri medievali e che, diciamolo, per decenni ha fornito ovvero preteso di fornire ragion d'essere ai kommunisti per il loro teorema secondo il quale gli unici antifascisti al mondo possono essere loro eccetera; tirarli fuori attira come minimo l'accusa di revisionismo (ullallà!).
Invece sarebbe ANCHE con questa realtà che andrebbero fatti i conti anziché nascondersi dietro un dito, negare, sottovalutare. O Mag, anche fossero 'solo' tra gli ottocento e i milleduecento (assolutamente non vero, ma transeat) in sostanza cosa cambierebbe? Questa è la risposta che mi pervenne, ricordo, dal mio amico Skikko, ancora anni fa, quando mi chiesi se le vittime ebree del nazismo fossero i sei milioni della storiografia ufficiale: mi rispose che anche fossero state 'soltanto' diecimila erano i criteri ideologici, le motivazioni dello sterminio, ciò su cui si doveva ragionare. Giustissimo - ma vale per tutti, no?
La parola 'fine' a quella che fu una guerra civile potrà essere detta soltanto quando si affronteranno a viso scoperto gli avvenimenti dell'immediato dopoguerra. Un tempo pensavo che sarebbe stata necessaria anche la scomparsa fisica dei protagonisti di quei tempi, sia dell'una che dell'altra parte, troppo interessati, costoro, a tramandare la 'loro' verità, troppo ancora coinvolti emotivamente, troppo, anche questo va detto, legati magari a un singolo insignificante episodio capitato a loro o a un loro conoscente, dal quale pretendevano di scrivere la storia del mondo; adesso invece comincio a pensare che per 'fare storia' in maniera il più possibile obiettiva occorra ancora una generazione...
O Mag, anche fossero 'solo' tra gli ottocento e i milleduecento (assolutamente non vero, ma transeat) in sostanza cosa cambierebbe?
Da un punto di vista umano, niente, assolutamente niente. Non è questo il motivo del mio intervento. Ho cercato di documentarmi sul web, e la cifra accertata con una certa attendibilità è quella che ho riportato.
O Mag, a un'occhiata al volo la cifra che dici documentata riguarderebbe soltanto la provincia di Modena; pensa un po' quindi in tutto il Nord Italia...
In entrambi i link, inoltre, è riportata un'iniziativa di Montanari (PCI ed ex partigiano) che gli costò l'ostracismo del partito e dell'ANPI, cui la verità ha sempre dato fastidio - e non solo questa, persino un umano tentativo di recuperare spoglie. Il tutto negli anni '90, poi, non all'indomani della fine della guerra... Questo a riprova di quanto sostenevo nel post precedente, cioè che per una lettura obiettiva bisognerà attendere il ricambio generazionale.
il nik claretta non ha niente a che fare con il fascismo proprio niente
la bambina che è arrivata quella mattina in Piazzale Loreto veniva da dove suo padre aveva messo una targa per intitolare la via all'eroe EBREO che ha fondato il primo GAP a Milano, Carlo Mendel, martire all'Arena
era una mattinata di sole, a lei sembrava quella di una Pasqua di resurrezione dagli orrori e dal terrore in cui aveva vissuto fino a quel giorno
non sono stati gli oltraggi ai cadaveri di Mussolini e dei suoi gerarchi a farle perdere questa illusione, lei aveva visto anche i 15 cadaveri di partigiani lasciati esposti in quello stesso punto della piazza
è stata l'oscena bestialità dell'accanimento sul cadavere della donna, oscena e bestiale perchè non era solo vendetta, era lo sfogo dei più bassi istinti che albergano nell'animo umano
gli stessi per i quali il corpo di Mendel era stato restituito alla famiglia, che lo aveva pagato a peso d'oro, solo dopo averlo maciullato con il lancio di bombe a mano
non c'era differenza, non c'era Pasqua di resurrezione
e non c'è a Milano la via Carlo Mendel, la targa è stassa rimossa dopo poche ore dal segretario della sezione Pci di quella zona : Mendel era ebreo, non aveva neppure voluto adottare il nome della madre cristiana, appartenente a una famiglia di notabili della cerchia arcivescovile
e nessuna manifestazione dell'Anpi si è mai ricordata di Carlo Mandel, prelevato da San Vittore, dove veniva torturato da oltre un mese, e fucilato per rappresaglia il giorno dopo l'attentato che uccise il federale di Milano Aldo Resega
insieme a Mendel furono uccisi altri quattro componenti del GAP, erano dirigenti dell'Ansaldo, della Caproni, della Marelli, che già da marzo avevano organizzato sabotaggi e scioperi nelle fabbriche
nemmeno di loro nessuno ricorda più il nome, non lo ricordo neanche io, ma Mendel era il più caro amico di mio padre, ed ra caro anche a me, quella mattina in Piazzale Loreto io ho visto lui al posto di quel cadavere oltraggiato di donna
Qualcosa in merito allo spirito di alta giustizia dei partigiani (...) mi raccontò pure mia madre, che a quei tempi, poco più che ragazzina, lavorava alle 'ortaglie' di Baranzate di Bollate.
Quante volte le capitò di trovare, al mattino, le opere di giustizia (...), nei campi, anticipate sovente dalle urla disperate della notte.