Rispondi |
Messaggio 1 di 1110 di questo argomento |
|
Da: Enzo Claudio (Messaggio originale) |
Inviato: 30/11/2009 17:03 |
Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:
Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!
Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.
Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?
Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?
Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?
Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:
"Signore, non cessare di amarci, mai"
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 571 di 1110 di questo argomento |
|
Lunedì 11 Luglio 2011
San Benedetto abate, patrono d'Europa, festaMeditazione del giornoPapa Benedetto XVI Udienza generale, 9 aprile 2008 - Copyright © Libreria Editrice Vaticana
San Benedetto, patrono d'Europa
Vorrei oggi parlare di san Benedetto, Fondatore del monachesimo occidentale, e anche Patrono del mio pontificato. Comincio con una parola di san Gregorio Magno, che scrive di san Benedetto: «L'uomo di Dio che brillò su questa terra con tanti miracoli non rifulse meno per l'eloquenza con cui seppe esporre la sua dottrina» (Dial. II, 36). Queste parole il grande Papa scrisse nell'anno 592; il santo monaco era morto appena 50 anni prima ed era ancora vivo nella memoria della gente e soprattutto nel fiorente Ordine religioso da lui fondato. San Benedetto da Norcia con la sua vita e la sua opera ha esercitato un influsso fondamentale sullo sviluppo della civiltà e della cultura europea...
A cavallo tra il V e il VI secolo il mondo era sconvolto da una tremenda crisi di valori e di istituzioni, causata dal crollo dell'Impero Romano, dall'invasione dei nuovi popoli e dalla decadenza dei costumi. Con la presentazione di san Benedetto come «astro luminoso», Gregorio voleva indicare in questa situazione tremenda, proprio qui in questa città di Roma, la via d'uscita dalla «notte oscura della storia» (cfr Giovanni Paolo II). Di fatto, l'opera del Santo e, in modo particolare, la sua Regola si rivelarono apportatrici di un autentico fermento spirituale, che mutò nel corso dei secoli, ben al di là dei confini della sua Patria e del suo tempo, il volto dell'Europa, suscitando dopo la caduta dell'unità politica creata dall'impero romano una nuova unità spirituale e culturale, quella della fede cristiana condivisa dai popoli del continente. E' nata proprio così la realtà che noi chiamiamo «Europa».
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 572 di 1110 di questo argomento |
|
Martedì 12 Luglio 2011
Martedì della XV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Girolamo (347-420), sacerdote, traduttore della Bibbia, dottore della Chiesa
Commento di Gioele 2, 12-14 ; PL 25, 967-968
« Ritornate a me »
« Ora, ritornate a me con tutto il cuore, » esprimete la vostra
conversione « con digiuni, con pianti e lamenti » (Gl 2, 12). Se
digiunate ora, sarete poi saziati ; se piangete ora, riderete in
seguito ; se ora siete in lutto, sarete più tardi consolati (cf. Lc 6,
21 ; Mt 5,5)... Vi chiedo di « non lacerarvi le vesti ma i cuori » (Gl
2, 13), perché sono così pieni di peccati che scoppieranno da soli come
un otre se non li lacererete voi.
Quando l'avrete fatto, tornate al Signore vostro Dio a cui i
vostri peccati passati vi hanno resi stranieri. Non disperate del
pardono a causa dell'enormità delle vostre colpe, perché la sua
misericordia cancellerà grandi peccati. Egli è benigno e misericordioso,
preferendo la conversione dei peccatori alla loro morte (Ez 33, 11).
« Tardo all'ira e ricco di misericordia » (Gl 2, 13), non imita
l'impazienza degli uomini ma aspetta con perseveranza la nostra
conversione.
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 573 di 1110 di questo argomento |
|
Mercoledì 13 Luglio 2011
Mercoledì della XV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Sant'Ilario di Poitiers (circa 315-367), vescovo, dottore della Chiesa
Trattato sulla Trinità 2, 6-7
« Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il figlio lo voglia rivelare »
Dal Padre viene tutto quanto esiste. Lui in persona, in Cristo e
per Cristo, è all'origine di tutto. Del resto, è in se stesso il suo
essere, e non riceve da nessuno quello che è... è infinito perché non
sta in qualche luogo, ma tutto è in lui... è prima del tempo, il tempo
viene da lui. Il tuo pensiero corra dietro a lui, se credi di giungere
ai limiti del suo essere, sempre lo ritroverai, perché mentre avanzi
senza sosta verso di lui, la meta verso la quale ti dirigi si allontana
sempre di più... Tale è la verità del mistero di Dio, tale è
l'espressione della natura impenetrabile del Padre... Per esprimerla, la
parola può soltanto tacere, per scrutarlo, il pensiero rimane inerte, e
per afferrarlo, l'intelligenza si sente allo stretto.
Eppure, questo nome di Padre indica la sua natura : egli è in
tutto Padre. Infatti non riceve da nessuno, come gli uomini, il fatto di
essere Padre. Egli è l'Eterno non generato... è conosciuto soltanto dal
Figlio poiché : « Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al
quale il Figlio lo voglia rivelare », e « Nessuno conosce il Figlio se
non il Padre ». Tutti e due si conoscono l'un l'altro e questa
conoscenza mutua è perfetta. Perciò, poiché : « Nessuno conosce il Padre
se non il Figlio », riteniamo dal Padre il solo pensiero conforme a
quello che è stato rivelato a noi dal Figlio, l'unico « testimone
fedele » (Ap 1, 5).
è meglio pensare a quanto riguarda il Padre che parlarne.
Infatti ogni parola è incapace di tradurre le sue perfezioni... Possiamo
soltanto riconoscere la sua gloria, avere di essa una certa idea, e
provare di precisarla con l'immaginazione. Ma il linguaggio degli uomini
prova la sua impotenza e le parole non spiegano la realtà così come
è... Perciò, per quanto riconosciamo Dio, dobbiamo rinunciare a
chiamarlo : qualsiasi siano le parole usate, non potranno esprimere Dio
così come egli è, né tradurre la sua grandezza... Dobbiamo credere in
lui, provare di comprenderlo e adorarlo ; facendo questo, parleremo di
lui.
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 574 di 1110 di questo argomento |
|
Giovedì 14 Luglio 2011
Giovedì della XV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Beato Jan Ruysbroeck (1293-1381), canonico regolare
I sette gradi dell'amore spirituale, cap. 4
« Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me »
Mediante l'umiltà viviamo con Dio, e Dio vive con noi in una
vera pace ; in essa si trova il fondamento vivo di ogni santità. Può
essere paragonata ad una fonte da cui sgorgano quattro fiumi di virtù e
di vita eterna (cfr. Gen 2,10)... Il primo di questi fiumi, che zampilla
da un suolo veramente umile, è l'ubbidienza ;... l'orecchio diviene
umilmente attento, per ascoltare le parole di verità e di vita che
vengono dalla Sapienza di Dio, mentre le mani sono sempre pronte ad
adempiere la sua amatissima volontà... Cristo, la Sapienza di Dio, si è
fatto povero per arricchirci, è divenuto servo per farci regnare, infine
è morto per darci la vita... Affinché sapessimo come seguirlo e
servirlo, ci dice : « Imparate da me, che sono mite e umile di cuore ».
La mitezza, infatti, è il secondo dei fiumi di virtù che sgorga
dal suolo dell'umiltà : « Beati i miti perché erediteranno la terra »
(Mt 5,5), cioè la propria anima e il proprio cuore, in pace. Infatti
sull'uomo mite e umile riposa lo Spirito del Signore ; e quando il
nostro spirito è così innalzato e unito allo Spirito di Dio, portiamo il
giogo di Cristo che è gradevole e dolce, e siamo caricati del suo
fardelo leggero... Da questa intima mitezza zampilla un terzo fiume, che
consiste nel vivere con ogni pazienza. Nella tribolazione e la
sofferenza, il Signore ci visita. Se riceviamo queste messaggere con un
cuore lieto, allora verrà lui ; ha detto infatti per mezzo del profeta :
« Presso di lui sarò nella sventura, lo salverò e lo renderò glorioso »
(Sal 90,15).
Il quarto e ultimo fiume di vita umile à l'abbandono della
volontà propria e di ogni ricerca di se stesso. Questo fiume nasce nella
sofferenza sopportata con pazienza. L'uomo umile... rinuncia alla
propria volontà e si abbandona spontaneamente nelle mani di Dio. Così
diviene una sola volontà e una sola libertà con la volontà divina... E
questo è proprio il fondo dell'umiltà... La volontà di Dio, che è la
libertà, ci toglie ogni spirito di timore e ci rende liberi e vuoti da
noi stessi... Allora Dio ci dà lo Spirito degli eletti, che ci fa
gridare con il Figlio : « Abba, Padre » (Rm 8,15).
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 575 di 1110 di questo argomento |
|
Venerdì 15 Luglio 2011
Venerdì della XV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Macario ( ? - 405), monaco in Egitto
Discorso 35
« Il Figlio dell'uomo è signore del sabato »
Nella Legge data da Mosè, la quale era soltanto un'ombra, Dio
ordinava che tutti si riposassero e non facessero alcun lavoro il giorno
di sabato. Ma quel sabato era soltanto un'ombra del vero sabato che
viene concesso dal Signore all'anima. Infatti, l'anima che è stata
ritenuta degna del vero sabato smette di dedicarsi alle sue
preoccupazioni vergognose e avvilenti e si riposa da esse ; essa celebra
il vero sabato e gode del vero riposo, essendo stata liberata da tutte
le opere delle tenebre... Gusta il riposo eterno e la gioia del Signore.
Un tempo, era stato prescritto che anche gli animali privi di
ragione si riposassero il giorno di sabato : che il bue non fosse
sottomesso al giogo, che l'asino non portasse alcun carico, affinché gli
animali stessi si riposassero dai lavori faticosi. Venuto tra noi, il
Signore portò il riposo all'anima affaticata e oppressa dal fardello del
peccato, che era costretta a compiere le opere dell'ingiustizia,
essendo assoggettata a padroni crudeli. Egli la alleggerì del peso
insopportabile dei pensieri vani e immondi, la affrancò dal giogo amaro
delle opere dell'ingiustizia e le diede il riposo.
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 576 di 1110 di questo argomento |
|
Sabato 16 Luglio 2011
Sabato della XV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Gregorio Nazianzeno (330-390), vescovo, dottore della Chiesa
Omelia per la Pasqua 9, 22,26,28 ; PG 6,633-661
« Ecco il mio servo che io ho scelto, il mio prediletto »
Il verbo di Dio che è eterno, invisibile, incomprensibile,
incorporeo, principio nato dal principio, luce nata dalla luce, fonte
della vita e dell'immortalità, impronta esatta del primo modello, segno
incancellabile, somiglianza identica del Padre (Eb 1, 3), sua intenzione
e suo pensiero, progredisce verso la sua immagine (Gen 1, 27). Prende
carne per salvare la carne, si unisce a un'anima ragionevole per salvare
la mia anima ; vuole purificare il simile con il simile e diventa
totalmente uomo, tranne ciò che riguarda il peccato... Lui che
arricchisce gli altri, si impoverisce. Adotta infatti la povertà della
mia carne perché io mi arricchisca della sua divinità. Lui che è
pienezza si annienta, si spoglia della propria gloria per poco tempo,
affinché io partecipi alla sua pienezza.
Che tesoro di bontà ! Che grande mistero in mio favore ! Io ho
ricevuto l'immagine e non l'ho conservata. Il Verbo ha partecipato alla
mia carne per salvare l'immagine e rendere la carne immortale ! Si unì a
noi per mezzo di una seconda unione, molto più stupenda della prima...
Bisognava che l'uomo fosse santificato grazie a un Dio divenuto uomo ;
dopo aver distrutto il nostro tiranno, ci liberasse e ci riconducesse
verso di lui grazie alla mediazione del Figlio, a onore del Padre. Così
il Figlio si mostra al suo cospetto ubbidiente in ogni cosa, per
compiere il suo piano di salvezza.
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 577 di 1110 di questo argomento |
|
Domenica 17 Luglio 2011
XVI Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno A
Meditazione del giorno
Gregorio Palamas (1296-1359), monaco, vescovo e teologo ortodosso
Omelie 27 ; PG 151, 345-353
«Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro»
I servi del Padre, in altre parole gli angeli di Dio, si
accorsero che c'era zizzania nel campo, che cioè gli empi e i cattivi
erano mescolati ai buoni e vivevano insieme con loro, persino nella
Chiesa di Cristo. Dissero al Signore : « Vuoi che andiamo a raccogliere
la zizzania ? », in altri termini : « che togliamo questa gente dalla
terra facendola morire » ?...
Col tempo, molti empi e peccatori, nel vivere insieme con uomini
pii e giusti giungono al punto di pentirsi e di convertirsi ; si
mettono alla scuola della pietà e della virtù, e smettono di essere
zizzania per diventare grano. Così gli angeli, afferrando di forza tali
uomini prima che potessero pentirsi, rischiavano di sradicare il grano,
raccogliendo la zizzania. Per di più, ci sono spesso stati uomini di
buona volontà fra i figli e i discendenti dei cattivi. Per questo, colui
che sa ogni cosa prima che succeda non ha permesso che la zizzania
fosse sradicata prima il momento opportuno.
Così, coloro che vogliono essere salvati dal castigo alla fine
del mondo, e vogliono ereditare il Regno eterno di Dio, devono essere
grano e non zizzania. Si astengano da ogni parola vana o cattiva,
esercitino le virtù contrarie ai propri vizi, e producano veri frutti di
penitenza ! Così infatti diventeranno degni del granaio celeste, e
saranno chiamati figli del Padre, l'Altissimo, e, allegri e risplendenti
della gloria divina, entreranno come eredi nel suo Regno.
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 578 di 1110 di questo argomento |
|
Lunedì 18 Luglio 2011
Lunedì della XVI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Pietro Crisologo (circa 406-450), vescovo di Ravenna, dottore della Chiesa
Discorsi, 3, PL 52, 303-306, CCL 24, 211-215
« Ecco, ora qui c'è più di Giona »
Lo stesso Giona decide di essere gettato fuori dalla nave : «
Prendetemi e gettatemi in mare » disse (Gn 1,12), il che designa la
Passione volontaria del Signore Gesù. Perché infatti i marinai hanno
aspettato di riceverne l'ordine ?... è perché, quando la salvezza di
molti richiede la morte di uno solo, la sua morte è rimessa alla libera
decisione di lui... Così, in questa storia, in cui è perfettamente
prefigurata quella del Signore, aspettano la volontà di colui che deve
morire, affinché la sua morte non sia una necessità subìta, bensì un
atto di libertà : « Ho il potere di offrire la mia vita, e il potere di
riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie », disse il Signore (Gv
10,18). Se infatti Cristo spirò (Gv 19,30), non è perché la sua vita gli
fosse sfuggita. Colui che tiene in mano l'anima di tutti gli uomini,
non poteva perdere la propria anima. « La mia vita è sempre nelle tue
mani » dice il profeta (Sal 118,109) e altrove « Mi affido alle tue mani
» (Sal 30,6 ; Lc 23,46).
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 579 di 1110 di questo argomento |
|
Martedì 19 Luglio 2011
Martedì della XVI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Concilio Vaticano II
Constituzione dogmatica sulla Chiesa « Lumen Gentium » §61-62
« Chiunque fa la volontà del Padre mio... è per me fratello, sorella e madre »
La beata Vergine, predestinata fino dall'eternità, all'interno
del disegno d'incarnazione del Verbo, per essere la madre di Dio, per
disposizione della divina Provvidenza fu su questa terra l'alma madre
del divino Redentore, generosamente associata alla sua opera a un titolo
assolutamente unico, e umile ancella del Signore, concependo Cristo,
generandolo, nutrendolo, presentandolo al Padre nel tempio, soffrendo
col Figlio suo morente in croce, ella cooperò in modo tutto speciale
all'opera del Salvatore, coll'obbedienza, la fede, la speranza e
l'ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per
questo ella è diventata per noi madre nell'ordine della grazia.
E questa maternità di Maria nell'economia della grazia perdura
senza soste... Difatti anche dopo la sua assunzione in cielo non ha
interrotto questa funzione salvifica, ma con la sua molteplice
intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la nostra
salvezza eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli
del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e
affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata. Per questo la
beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata,
ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice...
Nessuna creatura può mai essere paragonata col Verbo incarnato e
redentore. Ma come il sacerdozio di Cristo è in vari modi partecipato,
tanto dai sacri ministri, quanto dal popolo fedele, e come l'unica bontà
di Dio è realmente diffusa in vari modi nelle creature, così anche
l'unica mediazione del Redentore non esclude, bensì suscita nelle
creature una varia cooperazione partecipata da un'unica fonte.
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 580 di 1110 di questo argomento |
|
Mercoledì 20 Luglio 2011
Mercoledì della XVI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (c. 345-407), sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Discorso su Lazzaro § 2
« Chi ha orecchi intenda ! »
Un seminatore andò a seminare, e una parte del seme cadde sulla
strada, un'altra in un luogo sassoso, un'altra sulle spine, e un'altra
sulla terra buona. Tre parti furono perse, una sola diede frutto. Eppure
il seminatore non cessò di coltivare il suo campo ; per lui è
sufficiente che una parte sia conservata per non sospendere i lavori. In
questo momento, è impossibile che il seme che sto lanciando in mezzo a
un uditorio così numeroso non germogli. Se non tutti mi ascoltano, un
terzo ascolterà. Se non un terzo, almeno un decimo ; se neanche un
decimo ascolta, purché ascolti un solo membro di questa assemblea, io
non cesserò di parlare.
Non è poca cosa la salvezza, anche di una sola pecora. Il Buon
Pastore lasciò le novantanove per correre dietro a quella perduta (Lc
15, 4). Io non posso disprezzare nessuno. Anche se ce n'è uno solo,
questi è comunque un uomo, una persona tanto cara agli occhi di Dio.
Fosse anche uno schiavo, non lo disdegnerei ; infatti non cerco la
condizione sociale, bensì il valore personale, non il potere o la
schiavitù, ma un uomo. Anche se ce n'è uno solo, questi è comunque
l'uomo, per il quale il sole, l'aria, le fonti e il mare sono stati
creati, i profeti sono stati mandati, la Legge è stata data. è comunque
per questa persona che il Figlio unico di Dio si è fatto uomo. Il mio
Maestro è stato immolato, il suo sangue è stato versato per l'uomo, e io
oserei disprezzare qualcuno ?
No, non cesserò di seminare la parola, anche se nessuno mi
ascoltasse. Sono medico, propongo i miei rimedi. Devo insegnare, mi è
stato ordinato di ammaestrare ; infatti sta scritto : « Ti ho posto come
sentinella alla casa d'Israele » (Ez 3, 17).
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 581 di 1110 di questo argomento |
|
Giovedì 21 Luglio 2011
Giovedì della XVI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Giovanni Taulero (circa 1300-1361), domenicano a Strasburgo
Discorsi, 53
« Beati i vostri occhi perché vedono »
Il nostro Signore disse : « Molti profeti e re hanno desiderato
vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro » (Lc 10,24). Con la parola
profeta, si devono intendere i grandi animi sottili e ragionatori, che
si fermano alla finezza della loro ragione naturale e ne traggono vanto.
Tali occhi non sono beati. Con la parola re, si devono intendere gli
uomini che hanno un'indole da padrone, una forte e potente energia, che
sono padroni di sè, delle loro parole e opere, della loro lingua, e
possono fare quanto vogliono in fatto di digiuni, veglie e preghiere.
Poiché però danno molta importanza a queste cose, come se fossero cose
straordinarie, e disprezzano gli altri, neanche questi sono occhi che
vedono ciò che li rende beati...
Tutti costoro hanno desiderato vedere e non videro. Hanno
desiderato vedere e si sono fermati alla loro volontà propria. Nella
volontà risiede il male... La volontà propria ricopre gli occhi
interiori come una membrana o una pellicola può ricoprire l'occhio
esteriore, impedendogli di vedere... Finché dimorerai nella tua volontà
propria, sarai privato della beatitudine di vedere con l'occhio
interiore. Infatti ogni vera felicità deriva dal vero abbandono, dal
distacco dalla volontà propria. Questo nasce nel fondo dell'umiltà...
Quanto più siamo piccoli e umili, tanto meno volontà propria abbiamo.
Quando è tutta pacificata, l'anima vede la propria essenza e
tutte le sua facoltà ; riconosce se stessa in quanto immagine
ragionevole di Colui da cui è nata. Gli occhi... che fissano così
profondamente lo sguardo possono a ragione essere chiamati beati, a
motivo di ciò che vedono. Infatti si scopre allora la meraviglia delle
meraviglie, quanto c'è di più puro, di più sicuro... Potessimo seguire
questa via e vedere in tal modo che i nostri occhi siano beati. A questo
Dio ci aiuti !
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 582 di 1110 di questo argomento |
|
Venerdì 22 Luglio 2011
Santa Maria Maddalena, memoria
Meditazione del giorno
Gregorio Palamas (1296-1359), monaco, vescovo e teologo ortodosso
Omelia 20: PG 151, 266. 271
« Va' dai miei fratelli »
Fra quelle donne che hanno portato gli aromi al sepolcro di
Cristo, Maria Maddalena è l'unica di cui celebriamo la memoria. Il
Cristo aveva scacciato da lei sette spiriti cattivi ( Lc 8, 2), per fare
largo alle sette operazioni della grazia dello Spirito. La sua
perseveranza nel dimorare accanto al sepolcro le è valsa la visione e la
conversazione con gli angeli. Poi, dopo aver visto il Signore, diviene
suo apostolo presso gli apostoli. Istruita e pienamente rassicurata
dalla bocca stessa di Dio, va ad annunziare loro che ha visto il Signore
e a ripetere loro ciò che ha detto.
Consideriamo, fratelli, come Maria Maddalena, si ritrasse, in
dignità di fronte a Pietro, il capo degli apostoli, e a Giovanni, il
prediletto teologo di Cristo, pure essendo più favorita di loro. Essi,
quando corsero al sepolcro, videro soltanto le bende e il sudario ; lei,
invece, che era rimasta fino alla fine con ferma perseveranza alla
porta del sepolcro, vide prima degli apostoli, non soltanto gli angeli,
ma anche il Signore degli angeli, risuscitato nella carne. Senti la sua
voce, cosicché Dio, con la propria parola, la mise a suo servizio.
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 583 di 1110 di questo argomento |
|
Sabato 23 Luglio 2011
Santa Brigida di Svezia, Religiosa, Compatrona d'Europa
Meditazione del giorno
Beato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Lettera apostolica Spes aedificandi 1/10/99 (© copyright Libreria Editrice Vaticana)
Santa Brigida di Svezia, compatrona d'Europa
Per edificare su solide basi la nuova Europa non basta certo
fare appello ai soli interessi economici, che se talvolta aggregano,
altre volte dividono, ma è necessario far leva piuttosto sui valori
autentici, che hanno il loro fondamento nella legge morale universale,
inscritta nel cuore di ogni uomo. Un'Europa che scambiasse il valore
della tolleranza e del rispetto universale con l'indifferentismo etico e
lo scetticismo sui valori irrinunciabili, si aprirebbe alle più
rischiose avventure e vedrebbe prima o poi riapparire sotto nuove forme
gli spettri più paurosi della sua storia.
A scongiurare questa minaccia, ancora una volta si prospetta
vitale il ruolo del cristianesimo, che instancabilmente addita
l'orizzonte ideale. Alla luce anche dei molteplici punti di incontro con
le altre religioni che il Concilio Vaticano II ha ravvisato (cfr
Decreto Nostra Aetate), si deve sottolineare con forza che l'apertura al
Trascendente è una dimensione vitale dell'esistenza. Essenziale è,
pertanto, un rinnovato impegno di testimonianza da parte di tutti i
cristiani, presenti nelle varie Nazioni del Continente. Ad essi spetta
alimentare la speranza di una salvezza piena con l'annuncio che è loro
proprio, quello del Vangelo, ossia la « buona notizia » che Dio si è
fatto vicino a noi e nel Figlio Gesù Cristo ci ha offerto la redenzione e
la pienezza della vita divina. In forza dello Spirito che ci è stato
donato, noi possiamo levare a Dio il nostro sguardo e invocarlo col
dolce nome di « Abba », Padre! (Rm 8, 15; Gal 4, 6).
Proprio questo annuncio di speranza ho inteso avvalorare
additando a una rinnovata devozione, in prospettiva « europea », queste
tre grandi figure di donne, che in epoche diverse hanno dato un
contributo così significativo alla crescita non solo della Chiesa, ma
della stessa società.
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 584 di 1110 di questo argomento |
|
Domenica 24 Luglio 2011
XVII Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno A
Meditazione del giorno
Origene (circa 185-253), sacerdote e teologo
Commento al Vangelo di Matteo, 10, 9-10 ; GCS 10, 10-11
La perla di grande valore
Occorre mettere le parole: «che va alla ricerca di perle
preziose « in connessione con queste: «Cercate e troverete» e «Chi cerca
trova» (Mt 7,7-8). Cosa vuol dire infatti «cercate», oppure «chi cerca
trova»? Ardirei affermare che le perle o la perla l'acquista colui che
ha dato o perduto tutto, di cui Paolo dice: «Tutto ho lasciato perdere
al fine di guadagnare Cristo» (Fil 3,8), intendendo per «tutto» le altre
perle preziose e per «guadagnare Cristo» l'unica perla di gran valore.
Preziosa dunque è la lampada per quelli che sono al buio e c'è
bisogno di lampada, finché non sorge il sole. Prezioso è pure lo
splendore sul volto di Mosè (2 Cor 3,7) e anche dei profeti, a mio
vedere, ed è uno spettacolo bello, perché grazie a quello splendore
siamo introdotti a poter contemplare il volto di Cristo: nel rendere
testimonianza a tale splendore il Padre dice: «Questi è il mio Figlio
diletto, nel quale mi sono compiaciuto» (Mt 3,17). Ma «quello che era
glorioso non lo è più, in questa parte, a causa della sovraeminente
gloria» (2 Cor 3,10), per cui abbiamo bisogno, in un primo momento,
della gloria che accetta l'abolizione a favore della «gloria
sovraeminente», come c'è bisogno di una «conoscenza parziale», che
«quando verrà ciò che è perfetto, verrà abolita» (1 Cor 13,9).
Pertanto ogni anima arrivata alla prima infanzia e in cammino
«verso la perfezione» (Eb 6,1), fino a che si stabilisca in essa «la
pienezza del tempo» (Gal 4,4), ha bisogno di pedagogo, di amministratori
e intendenti, affinché, una volta liberata, riceva il patrimonio
analogo alla perla di gran valore, a «ciò che è perfetto, che viene per
abolire ciò che è parziale» (1 Cor 13,10), quando uno sarà capace di
accogliere la sublimità della conoscenza di Cristo (Fil 3,8). Ma i più,
che non hanno compreso la bellezza delle numerose perle della legge e
neppure «la conoscenza ancora parziale contenuta» in tutta la profezia,
immaginano di poter trovare senza che quelle siano state chiarite e
comprese in tutto e per tutto, quell'unica perla di gran valore...: Il
Vangelo perfettamente inteso, e ogni intelligenza relativa alle azioni e
alle parole di Gesù Cristo.
|
|
|
Rispondi |
Messaggio 585 di 1110 di questo argomento |
|
Lunedì 25 Luglio 2011
San Giacomo, detto il maggiore, apostolo, festa
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (c. 345-407), sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelie sul vangelo di Matteo, n° 65
Bere il suo calice per sedere alla sua destra
Tramite la loro madre, i figli di Zebedeo chiedono al loro
maestro, davanti agli altri discepoli: «Concedi che sediamo nella tua
gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra» (cf Mc 10,35)...
Cristo si affretta a far cadere le loro illusioni, dicendo che devono
essere pronti a sopportare ingiurie, persecuzioni e persino la morte:
«Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto
per bere?» nessuno si stupisca al vedere i discepoli in disposizioni
così imperfette. Aspetta che il mistero della croce sia compiuto, che la
forza dello Spirito Santo sia stata loro comunicata. Se vuoi vedere la
forza d'animo, guardali più tardi e li vedrai superiori ad ogni
debolezza umana. Cristo non nasconde la loro piccolezza, perché tu veda
come diventeranno dopo, in virtù della potenza della grazia che li
trasformerà.
«Non sapete ciò che chiedete», cioè non ne conoscete il valore,
la grandezza e la dignità, superiori alle stesse potenze celesti. E
aggiunge: «Potete bere il calice che io sto per bere e ricevere il
battesimo con cui io sarò battezzato» (Mc 10,38). Voi, sembra dir loro,
mi parlate di onore e dignità; io vi parlo, invece, di lotte e sudori.
Non è questo il tempo dei premi, né la mia gloria si manifesta ora. Il
presente è tempo di morte violenta, di guerre e di pericoli.
Osservate quindi come, rispondendo loro con un'altra domanda, li
esorti e li attragga: «Potete voi bere il calice» e per incoraggiarli
aggiunge «che io devo bere?», in modo da renderli, con la partecipazione
alle sue sofferenze, più coraggiosi... Lo stesso Giovanni, che ora si
fa avanti, cederà in ogni circostanza il primato a Pietro... Giacomo,
invece, non visse molto tempo dopo questi avvenimenti. Dopo la
Pentecoste infatti sarà tale il suo fervore che, lasciato da parte ogni
interesse terreno, perverrà a una virtù così elevata da essere ritenuto
maturo per ricevere subito il martirio (At 12,2).
|
|
|
Primo
Precedente
571 a 585 de 1110
Successivo
Ultimo
|