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From: Enzo Claudio (Original message) |
Sent: 30/11/2009 17:03 |
Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:
Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!
Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.
Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?
Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?
Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?
Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:
"Signore, non cessare di amarci, mai"
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Message 556 of 1110 on the subject |
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Domenica 26 Giugno 2011
Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, solennità
Meditazione del giorno
Papa Benedetto XVI
« Sacramentum Caritatis » §70 © Libreria Editrice Vaticana
« Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. »
Il Signore Gesù, fattosi per noi cibo di verità e di amore,
parlando del dono della sua vita ci assicura che « chi mangia di questo
pane vivrà in eterno ». Ma questa « vita eterna » inizia in noi già in
questo tempo attraverso il cambiamento che il dono eucaristico genera in
noi: « Colui che mangia di me vivrà per me ». Queste parole di Gesù ci
fanno capire come il mistero « creduto » e « celebrato » possegga in sé
un dinamismo che ne fa principio di vita nuova in noi e forma
dell'esistenza cristiana. Comunicando al Corpo e al Sangue di Gesù
Cristo, infatti, veniamo resi partecipi della vita divina in modo sempre
più adulto e consapevole.
Vale anche qui quanto
sant'Agostino, nelle sue Confessioni, dice del Logos eterno, cibo
dell'anima: mettendo in rilievo il carattere paradossale di questo cibo,
il santo Dottore immagina di sentirsi dire: « Sono il cibo dei grandi:
cresci e mi mangerai. E non io sarò assimilato a te come cibo della tua
carne, ma tu sarai assimilato a me ». Infatti non è l'alimento
eucaristico che si trasforma in noi, ma siamo noi che veniamo da esso
misteriosamente cambiati. Cristo ci nutre unendoci a sé; « ci attira
dentro di sé ».
La Celebrazione eucaristica appare qui in
tutta la sua forza quale fonte e culmine dell'esistenza ecclesiale, in
quanto esprime, nello stesso tempo, sia la genesi che il compimento del
nuovo e definitivo culto, « il culto spirituale ». Le parole di san
Paolo ai Romani a questo proposito sono la formulazione più sintetica di
come l'Eucaristia trasformi tutta la nostra vita in culto spirituale
gradito a Dio: « Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio,
ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a
Dio; è questo il vostro culto spirituale » (Rm 12,1).
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Message 557 of 1110 on the subject |
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Lunedì 27 Giugno 2011
Lunedì della XIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Leone Magno ( ?-circa 461), papa e dottore della Chiesa
Omelia 95, 2-3 : PL 54, 461-462
La povertà che arricchisce
Dopo il Signore, i primi ad averci dato l'esempio di questa
magnanima povertà sono gli apostoli. Essi, lasciando senza esitare tutti
i propri beni, dopo aver udito la chiamata del divino Maestro, si sono
convertiti e hanno abbandonato questa loro pesca di pesci per divenir
pescatori di uomini (cf. Mt 4, 18-20). Fra essi, molti sono divenuti
simili a loro imitando la loro fede : Presso i primi figli della Chiesa
« tutti i credenti avevano un cuore solo e un'anima sola » (At 4, 32).
Spogliati di ogni possesso, erano arricchiti di beni eterni grazie alla
santa povertà. Dopo la predicazione degli apostoli, si rallegravano di
non avere niente in questo mondo e di possedere tutto in Cristo.
Un giorno, l'apostolo San Pietro saliva al tempio. Uno storpio
gli domanda l'elemosina : « Non possiedo né argento né oro, dice, ma
quello che ho te lo do : nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, alzati e
cammina ! » (At 3, 6)...Pietro lo guarisce con una parola. Non avendo
moneta con l'effigie di Cesare, restaura nell'uomo l'immagine di Cristo.
La ricchezza di questo tesoro ha soccorso non soltanto colui al quale è
stata resa la possibilità di camminare, ma anche i cinquemila uomini
che credettero all'esortazione dell'apostolo grazie a questo miracolo
(At 4, 4). E questo povero, che non aveva di che dare a chi gli
domandava, diede così largamente la grazia divina che, non contento di
rimettere un uomo in piedi, guarì il cuore di migliaia di uomini,
donando loro la fede.
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Message 558 of 1110 on the subject |
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Martedì 28 Giugno 2011
Martedì della XIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Beato Charles de Foucauld (1858-1916), eremita e missionario nel Sahara
« Perché avere paura ? »
Figlioli, qualunque cosa vi succeda, ricordatevi che sono sempre
con voi. Ricordatevi che, che io sia visibile o invisibile, che sembri
agire oppure dormire, veglio sempre, sono dovunque, sono onnipotente.
Non abbiate nessuna paura, nessuna inquietudine : sono qui, sto
vegliando, vi voglio bene, posso tutto... Cosa di più vi occorre ?
...Ricordatevi di quelle tempeste sedate con una sola mia parola, subito
seguite da una grande bonaccia. Abbiate fiducia, fede e coraggio ;
state senza inquietudine, sia per il vostro corpo che per la vostra
anima, poiché sono qui, onnipotente e benevolente.
Però la vostra fiducia non nasca dalla noncuranza,
dall'ignoranza dei pericoli o dalla fiducia in voi stessi o in altre
creature. In effetti, correte pericoli imminenti. ; I demoni, nemici
forti e furbi, la vostra natura peccatrice e il mondo stesso vi fanno
una guerra furiosa... E in questa vita, la tempesta è quasi continua, e
la vostra barca sempre sul punto di affondare. Tuttavia, non
dimenticatevi, io sono qui ; con me, questa barca è insommergibile !
Diffidate di tutto, e sopratutto di voi stessi, però abbiate in me una
fiducia totale che scacci ogni inquietudine.
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Mercoledì 29 Giugno 2011
Santi Pietro e Paolo, apostoli, solennità
Meditazione del giorno
San Clemente di Roma, papa dal 90 al 100 circa
Lettera ai Corinzi, 5-7
La più antica testimonianza storica del martirio di Pietro e di Paolo
Lasciando gli esempi antichi del Antico Testamento, veniamo agli
atleti vicinissimi a noi e prendiamo gli esempi validi della nostra
epoca. Per invidia e per gelosia le più grandi e giuste colonne furono
perseguitate e lottarono sino alla morte. Prendiamo i buoni apostoli.
Pietro per l'ingiusta invidia non una o due, ma molte fatiche sopportò, e
così col martirio raggiunse il posto della gloria. Per invidia e
discordia Paolo mostrò il premio della pazienza. Per sette volte
portando catene, esiliato, lapidato, fattosi araldo nell'oriente e
nell'occidente, ebbe la nobile fama della fede. Dopo aver predicato la
giustizia a tutto il mondo, giunto al confine dell'occidente e resa
testimonianza davanti alle autorità, lasciò il mondo e raggiunse il
luogo santo, divenendo il più grande modello di pazienza. A questi
uomini che vissero santamente si aggiunse una grande schiera di eletti, i
quali, soffrendo per invidia molti oltraggi e torture, furono di
bellissimo esempio a noi.
Carissimi, scriviamo tutte queste cose non solo per avvertire
voi, ma anche per ricordarle a noi. Siamo sulla stessa arena e uno
stesso combattimento ci attende. Lasciamo i vani ed inutili pensieri e
seguiamo la norma gloriosa e veneranda della nostra tradizione. Vediamo
ciò che è bello, ciò che è piacevole e gradito davanti a chi ci ha
creato. Guardiamo il sangue di Gesù Cristo e consideriamo quanto sia
prezioso al Padre suo. Effuso per la nostra salvezza portò al mondo la
grazia del pentimento.
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Giovedì 30 Giugno 2011
Giovedì della XIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Sant’Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorso 256 nei giorni di Pasqua
« Alzati e cammina »
« Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Cristo dai morti abita in
voi, colui che risuscitò Cristo dai morti darà vita anche ai vostri
corpi mortali » (Rm 8,11). Adesso il nostro corpo è animale, lassù sarà
spirituale. In effetti « il primo uomo fu creato per essere anima
vivente, l'ultimo uomo sarà spirito vivificante » (1 Cor 15,45). Per
questo « darà vita anche ai vostri corpi mortali ad opera dello Spirito
che abita in voi ».
Oh felice Alleluia, quello di lassù!
Alleluia pronunciato in piena tranquillità, senza alcun avversario!
Lassù non ci saranno nemici, non si temerà la perdita degli amici. Qui e
lassù si cantano le lodi di Dio, ma qui da gente angustiata, lassù da
gente libera da ogni turbamento; qui da gente che avanza verso la morte,
lassù da gente viva per l'eternità; qui nella speranza, lassù nel reale
possesso; qui in via, lassù in patria. Cantiamolo dunque adesso,
fratelli miei, non per esprimere il gaudio del riposo ma per procurarci
un sollievo nella fatica. Come sogliono cantare i viandanti, canta ma
cammina; cantando consolati della fatica… Canta e cammina!
Cosa
vuol dire: cammina? Avanza, avanza nel bene… Se tu progredisci, cammini;
ma devi progredire nel bene, nella retta fede, nella buona condotta.
Canta e cammina! Non uscire di strada, non volgerti indietro, non
fermarti! Rivolti al Signore.
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Venerdì 1° Luglio 2011
Sacratissimo Cuore di Gesù C, solennita
Meditazione del giorno
San Giovanni Eudes (1601-1680), sacerdote, predicatore, fondatore di istituti religiosi
L'ammirabile cuore di Gesù, libro 12 ; 8, 350-352
« In questo sta l'amore : non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui
che ha amato noi e ha mandato il suo unigenito Figlio » (1Gv 4,10)
Il Cuore del nostro Salvatore è un fuoco di amore per noi : di
amore purificante, di amore illuminante, di amore santificante, di amore
trasformante, di amore deificante. Di amore purificante nel quale i
cuori sono purificati più perfettamente dell'oro nel fuoco. Di amore
illuminante, che scaccia le tenebre dell'inferno che ricoprono la terra,
e che ci fa entrare nell'ammirabile luce del cielo : « Ci ha chiamato
dalle tenebre alla sua ammirabile luce » (1 Pt 2,9). Di amore
santificante, che distrugge il peccato nelle nostre anime, per
stabilirvi il regno della grazia. Di amore trasformante, che trasforma i
serpenti in colombe, i lupi in agnelli, le bestie in angeli, i figli
del diavolo in figli di Dio, i figli dell'ira e della maledizione in
figli della grazia e della benedizione. Di amore deificante, che da
uomini fa dèi rendendoli partecipi della santità di Dio, della sua
misericordia, della sua pazienza, della sua bontà, del suo amore, della
sua carità e delle altre divine perfezioni. : « partecipi della natura
divina » (2 Pt 1,4).
Il Cuore di Gesù è un fuoco che diffonde le sue fiamme da ogni
parte, in cielo, sulla terra, e in tutto l'universo ; fuoco e fiamme che
infiammano i cuori dei serafini, e infiammerebbero tutti i cuori della
terra se il ghiaccio del peccato non vi si opponesse.
Egli ha un amore straordinario per gli uomini, sia per i buoni e
per i suoi amici, che per i cattivi e i suoi nemici, per i quali ha una
carità così ardente che tutti i torrenti delle acque dei loro peccati
non sono capaci di spegnerlo.
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Message 562 of 1110 on the subject |
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Sabato 2 Luglio 2011
Cuore Immacolato della Beata vergine Maria, memoria
Meditazione del giorno
Cardinal Pierre de Bérulle (1575-1629), teologo, fondatore dell'Oratorio
Opusculi di pietà, 1002 ; Vita di Gesù 497, 502
« Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore »
Ora Gesù è vivente in Maria e fa come parte di lei, e il cuore
di Gesù è vicinissimo al cuore di Maria. Ora Maria è vivente in Gesù e
Gesù è il suo tutto ; e il cuore di Maria è vicinissimo al cuore di Gesù
e vi fa scorrere la vita ; ora sembra Gesù e Maria siano una cosa sola e
vivente sulla terra. Il cuore dell'uno vive e respira solo per l'altro.
Questi due cuori così vicini e così divini, e viventi insieme di
una vita così alta, cosa non sono l'uno per l'altro, e cosa non fanno
l'uno nell'altro ? Solo l'amore può pensarlo, anzi solo l'amore divino e
celeste ; però solo l'amore di Gesù stesso può comprenderlo... O cuore
di Gesù vivente in Maria e per Maria ! O cuore di Maria vivente in Gesù e
per Gesù ! O legame delizioso fra questi due cuori !
Il cuore della Vergine è il primo altare sul quale Gesù ha
offerto il suo cuore, il suo corpo, il suo spirito come ostia di lode
perpetua, e dove Gesù offre il suo primo sacrificio e fa la sua prima
oblazione di se stesso...
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Message 563 of 1110 on the subject |
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Domenica 3 Luglio 2011
XIV Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno A
Meditazione del giorno
Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942), carmelitana, martire, compatrona d'Europa
La preghiera della Chiesa
« Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra »
Quando il Signore prese il calice, egli rese grazie (Mt 26,27) ;
possiamo pensare qui alle parole di benedizione che certamente
esprimono un'azione di grazie verso il Creatore, ma sappiamo pure che
Cristo era solito rendere grazie ogni volta che alzava gli occhi verso
il Padre dei cieli, prima di compiere un miracolo (Gv 11,41). Egli rende
grazie perché sa in anticipo di essere esaudito. Rende grazie per la
potenza divina che egli porta in sè e per mezzo della quale sta per
manifestare agli occhi degli uomini l'onnipotenza del Creatore. Rende
grazie per l'opera di redenzione che gli è concessoa operare, e rende
grazie per mezzo di questa stessa opera che è glorificazione di Dio
Trinità, di cui essa rinnova nella sua pura bellezza, l'immagine
sfigurata.
Per cui, il sacrificio eternamente presente di Cristo, sulla
croce nella santa messa, e nella gloria eterna del cielo, può essere
inteso come un'unica e immensa azione di grazie – questo è il
significato della parola « eucaristia » – come un'azione di grazie per
la creazione, la redenzione e il compimento finale. Egli offre se stesso
in nome di tutto l'universo creato, di cui egli è il modello originale e
nel quale egli è disceso per rinnovarlo dal di dentro e condurlo al suo
compimento. Ma egli chiama anche tutto questo mondo creato a presentare
con lui al Creatore l'omaggio di azione di grazie a lui dovuto.
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Message 564 of 1110 on the subject |
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Lunedì 4 Luglio 2011
Lunedì della XIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Commento al Vangelo di San Giovanni 49, 15 (Nuova Biblioteca Agostiniana)
Vieni, imponi la tua mano sopra di lei ed essa vivrà »
« Chi crede in me anche se è morto vivrà, e chiunque vive e
crede in me non morirà in eterno » (Gv 11, 25-26). Che vuol dire questo ?
« Vivrà, perché il Cristo non è Dio dei morti ma dei viventi. » (Mt 22,
32)...
Credi dunque, e anche se sei morto, vivrai ; se non credi, sei
morto anche se vivi... Quando è che muore l'anima ? Quando manca la
fede. Quando è che muore il corpo ? Quando viene a mancare l'anima. La
fede è l'anima della tua anima. « Chi crede in me , dice il
Signore, anche se è morto nel corpo, vivrà nell'anima, finché anche il
corpo risorgerà per non più morire. E chiunque vive nel corpo e crede in
me, anche se temporaneamente muore per la morte del corpo, non morirà
in eterno per la vita dello spirito e per la immortalità della
risurrezione. »
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Message 565 of 1110 on the subject |
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Martedì 5 Luglio 2011
Martedì della XIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Lacordaire (1802-1861), domenicano
Omelia del 3/5/1850, in Omelie, istruzioni e allocuzioni, 1885, t.II
« La messe è molta, ma gli operai sono pochi »
è forse stata rivolta a uomini poco numerosi e scelti questa
parola : « Andate ed ammaestrate » (Mt 28, 19) ? L'apostolato è forse
una particolarità nella Chiesa cattolica, oppure è una generalità ?
Cristo ha forse detto soltanto ai suoi discepoli « andate ed
ammaestrate » ? No, la Chiesa tutta intera è solidale con tutto ciò che
viene fatto nella Chiesa. C'è una comunione di tutto e in tutto fra
tutti i membri della famiglia di Cristo. Dire : « Questo è il dovere di
tali cristiani nella Chiesa e non è il mio dovere » è dire una parola
anticristiana. San Pietro, rivoltandosi ai primi fedeli, diceva loro :
« Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il
popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di
lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce » (1 Pt
2, 9). Eredi della luce dai nostri antenati, siamo i dispensatori della
luce ai nostri contemporanei e alla nostra posterità.
Non soltanto per voi il « sole di giustizia » (Mal 4, 2) è stato
acceso in voi ; ma affinché risplenda tutto attorno a voi. Nella
natura, i vostri occhi non hanno ricevuto la luce allo scopo di
tenerla ; la riflettono. Portano fuori il vostro animo e chiunque vuole
comunicare con voi vi guarda negli occhi per discernervi la luce che vi
si trova, che è il vostro spirito. Tutto quello che siete risplende.
Perciò, se le vostre facoltà naturali, e tutte le vostre potenze
risplendono, quanto più dovete risplendere nell'ordine soprannaturale !
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Message 566 of 1110 on the subject |
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Mercoledì 6 Luglio 2011
Mercoledì della XIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Concilio Vaticano II
Messaggio ai governanti - Copyright © Libreria Editrice Vaticana
« E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. »
E oggi la Chiesa che cosa chiede a voi, Potenti della terra? Non
vi chiede altro che la libertà. La libertà di credere e di predicare la
sua fede, la libertà di amare il suo Dio e di servirlo, la libertà di
vivere e di portare agli uomini il suo messaggio di vita. Non temetela:
essa è ad immagine del suo Maestro, la cui azione misteriosa non intacca
le vostre prerogative, ma guarisce tutto l'umano dalla sua fatale
caducità, lo trasfigura, lo riempie di speranza, di verità e di
bellezza.
Lasciate esercitare al Cristo quest'azione
purificatrice sulla società! Non crocifiggetelo di nuovo: sarebbe
sacrilegio, perché è Figlio di Dio; sarebbe suicidio, perché è Figlio
dell'Uomo. Ed a noi, suoi umili ministri, lasciate diffondere dovunque
senza ostacoli la «buona novella» del Vangelo della pace, che abbiamo
meditato durante questo Concilio. I vostri popoli ne saranno i primi
beneficiari, perché la Chiesa forma per voi dei cittadini leali, amici
della pace sociale e del progresso.
In questo giorno
solenne in cui chiude le assise del suo XXI Concilio ecumenico, la
Chiesa vi offre con la nostra voce la sua amicizia, i suoi servizi, le
sue energie spirituali e morali. Essa rivolge a voi tutti il suo
messaggio di saluto e di benedizione. Accoglietelo, come essa ve
l'offre, con cuore lieto e sincero, e portatelo a tutti i vostri popoli!
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Message 567 of 1110 on the subject |
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Giovedì 7 Luglio 2011
Giovedì della XIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Cipriano (circa 200-258), vescovo di Cartagine e martire
Sull'unità della Chiesa cattolica
« La vostra pace scenda sopra di essa »
Lo spirito Santo ci dà questo avvertimento : « Cerca la pace e
perseguila » (Sal 34, 15). Il figlio di pace deve cercare e perseguire
la pace. Chi conosce e ama il vincolo della carità deve preservare la
sua lingua dal peccato della discordia. Fra le sue prescrizioni divine e
i suoi comandamenti di salvezza, il Signore, la vigilia della sua
Passione, ha aggiunto questo : « Vi lascio la mia pace, vi do la mia
pace. » (Gv 14, 27) Tale è l'eredità che ci ha lasciata : la promessa di
tutti i doni, di tutte le ricompense che vediamo in prospettiva, è
stata legata alla custodia della pace. Se siamo eredi di Cristo,
rimaniamo nella pace di Cristo. Se siamo figli di Dio, dobbiamo essere
pacifici : « Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli
di Dio. » (Mt 5, 9) Bisogna che i figli di Dio siano pacifici, miti di
cuore, semplici nelle parole, in perfetto accordo di sentimenti, uniti
fedelmente con il vincolo di un pensiero unanime.
Questa concordia esisteva un tempo, sotto l'autorità degli
Apostoli. In questo modo, il nuovo popolo dei credenti, fedele alle
prescrizioni del Signore, mantenne la carità. Da lì sorge l'efficacia
delle loro preghiere : potevano essere sicuri di ottenere tutto ciò che
domandavano alla misericordia di Dio.
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Message 568 of 1110 on the subject |
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Venerdì 8 Luglio 2011
Venerdì della XIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Beato Giovanni XXIII (1881-1963), papa
Giornale dell'anima
« Siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe »
Occorre trattare ognuno con rispetto, con prudenza e con una
semplicità evangelica... Questo è conforme all'esempio di Gesù : dar
prova della semplicità più attraente, senza pure abbandonare la prudenza
dei sapienti e dei santi che Dio aiuta. La semplicità può suscitare,
non dico dello sdegno, ma una minore considerazione da parte dei furbi.
Non importa se i furbi, di cui non si deve tenere alcun conto,
infliggono qualche umiliazione con i loro giudizi e le loro battute di
spirito ; tutto torna a loro danno e confusione. Chi è « semplice, retto
e temendo Dio » è sempre il più degno e il più forte. A condizione
naturalmente, che sia sempre sostenuto da una prudenza saggia e piena di
grazia.
è semplice chi non si vergogna di confessare il Vangelo anche
davanti a uomini che vedono in esso soltanto una debolezza e una
puerilità, e di confessarlo in ogni sua parte, in ogni occasione e in
presenza di chiunque. Non si lascia ingannare o trascinare dal prossimo
nel suo giudizio, e non perde la serenità dell'anima qualunque sia
l'atteggiamento che gli altri assumono nei suoi confronti.
è prudente chi sa tacere una parte della verità che sarebbe
inopportuno manifestare, e che può tacere senza che il suo silenzio
alteri o falsifichi la parte della verità che ha detta ; egli sa
raggiungere li buoni fini che si propone, scegliendo i mezzi più
efficaci... ; in ogni circonstanza distingue l'essenziale e non si
lascia ingombrare dall'accessorio... ; all'inizio di tutto ciò, egli
spera la riuscita da Dio solo.
Non c'è nulla nella semplicità che contraddica la prudenza, e
vice versa. La semplicità è amore ; la prudenza è pensiero. L'amore
prega, l'intelligenza veglia : « Vegliate e pregate » (Mt 26,41). In una
conciliazione perfetta. L'amore è come la colomba che geme ;
l'intelligenza, rivolta all'azione, è come il serpente che non cade mai a
terra, né si urta, perché avanza tastando con il capo ogni asperità del
terreno.
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Message 569 of 1110 on the subject |
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Sabato 9 Luglio 2011
Sabato della XIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Patrizio (circa 385-vers 461), monaco missionario, vescovo
Confessione, § 43- 47 ; SC 249, 119
« Quello che ascoltate all'orecchio, predicatelo sui tetti »
Non per mia iniziativa ho cominciato questa opera, ma Cristo
Signore mi ha ordinato di venire a trascorrere tra i pagani Irlandesi il
resto dei miei giorni – se lo vuole il Signore e se mi custodisce da
ogni via cattiva... Ma non confido in me stesso «finché sono in questo
corpo votato alla morte» (2 Pt 1,13; Rm 7,24)... Non ho condotto una
vita perfetta come altri fedeli; ma lo confesso al mio Signore e non
arrossisco alla sua presenza. Infatti non mentisco: da quando l'ho
conosciuto nella mia giovinezza, l'amore di Dio è cresciuto in me,
insieme al suo timore, e fino a oggi, per la grazia del Signore, «ho
conservato la fede» (2 Tm 4,7).
Rida dunque e mi insulti chiunque vorrà; io non tacerò e non
nasconderò «i prodigi e i miracoli» (Dn 6,28) che il Signore che conosce
ogni cosa mi ha mostrato, molti anni prima che succedessero. Per questo
dovrei rendere senza sosta grazie a Dio, che tanto spesso ha perdonato
la mia stupidità e la mia trascuratezza e non si è irritato neanche una
sola volta contro di me, nonostante sia stato eletto vescovo. Il Signore
mi «ha fatto grazia», «in favore di mille generazioni» (Es 20,6),
perché ha visto che ero disponibile... Infatti numerosi erano coloro he
si opponevano a questa missione; parlavano anche fra di loro a mia
insaputa e dicevano: «Perché costui si getta in un'impresa pericolosa
presso degli stranieri che non conoscono Dio?» Non per malizia si
esprimevano così; io stesso lo attesto: a causa della mia rustichezza
non potevano capire perché io fossi stato nominato vescovo. Neanch'io
sono stato pronto a riconoscere la grazia che era in me. Ora tutto
questo è diventato chiaro per me.
Ora dunque, espongo semplicemente ai miei fratelli e ai miei
compagni di servizio che mi hanno creduto, perché «ho predicato prima e
lo ripeto ora» (2 Cor 13,2), allo scopo di fortificare e di confermare
la vostra fede. Possiate anche voi ricercare scopi più elevati e
compiere opere più eccellenti. Questo sarà la mia felicità, poiché «il
figlio saggio rende lieto il padre» (Pr 10,1).
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Message 570 of 1110 on the subject |
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Domenica 10 Luglio 2011
XV Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno AMeditazione del giornoSan Cirillo di Gerusalemme (313-350), vescovo di Gerusalemme, dottore della Chiesa Catechesi 18,6 ; PG 38, 1021
« Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono »
Un albero sradicato, tagliato persino sul piede, poi ripiantato – il salice, per esempio – rispunta e rifiorisce ; e un uomo sradicato dalla superficie della terra non rivivrà ? I semi mietuti riposano, dormono nei granai e rivivono in primavera ; e l'uomo mietuto, gettato nei granai della morte, non rivivrà ? Una gemma di vigna, un ramo tagliato e trapiantato, si ravvivono e portano frutti ; e l'uomo per il quale tutto è stato creato, una volta caduto non potrà rialzarsi ?
Contemplate ciò che succede attorno a voi. Meditate sul quadro di questo vasto universo. Semino un chicco di grano o di altro genere ; cade, marcisce e non può più servire come cibo all'uomo. Eppure dalla propria putredine esso rinasce, sorge, si moltiplica. Ho seminato un solo chicco e ne raccolgo venti, trenta, e più. Ora per chi esso è stato creato ? Non lo è forse per nostro uso ? Non per se stessi questi semi sono usciti dal non essere. Dunque ciò che è stato creato per noi muore e rinasce, e noi, per i quali tale prodigio si opera ogni giorno, saremmo esclusi da tale beneficio ? Come possiamo credere che non ci sarà una risurrezione per noi ?
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