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Respuesta  Mensaje 1 de 1110 en el tema 
De: Enzo Claudio  (Mensaje original) Enviado: 30/11/2009 17:03

Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:

Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!

Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.

Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?

Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?

Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?

Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:

"Signore, non cessare di amarci, mai"



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Respuesta  Mensaje 526 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 27/05/2011 03:15
Venerdì 27 Maggio 2011

Venerdì della I settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
Silvano (1886-1938), monaco ortodosso
Scritti (Sofronio)

« Come io vi ho amati »

        Perché mai l'uomo soffre sulla terra? Perché sopporta delle fatiche e subisce dei mali? Soffriamo perché non abbiamo umiltà. In un'anima umile vive lo Spirito Santo, ed egli dà la libertà, la pace, l'amore e la felicità.

        Soffriamo perché non amiamo il nostro fratello. Il Signore ha detto: «Amatevi gli uni gli altri e sarete miei discepoli» (cfr Gv 13,35). Quando amiamo il nostro fratello, l'amore di Dio viene a noi. L'amore di Dio è pieno di una grande mitezza; è un dono dello Spirito Santo e non si può conoscere in pienezza se non grazie allo Spirito Santo. Esiste anche un amore moderato, quello che l'uomo ottiene quando si sforza di compiere i comandamenti di Cristo e teme di offendere Dio; e anche questo è bene. Occorre sforzarci ogni giorno di fare il bene, e con tutte le forze, di imparare l'umiltà di Cristo.


Respuesta  Mensaje 527 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 28/05/2011 03:08
Sabato 28 Maggio 2011

Sabato della V settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
Origene (circa 185-253), sacerdote e teologo
Esortazione al martirio, 41-42

« Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me »

        Se «dalla morte siamo passati alla vita» (Gv 5,24), in quanto dal paganesimo  siamo venuti alla fede, non meravigliamoci se il mondo ci odia. Perché nessuno che non sia passato dalla morte alla vita, ma sia rimasto nella morte, può amare quanti hanno abbandonato la tenebrosa dimora della morte per entrare nella dimora «fatta di pietre vive» (1 Pt 2,5), da cui irradia la luce della vita...

        è ormai tempo, o cristiano, di glorificarci. Dice infatti l'Apostolo: «Noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza; la speranza poi non delude. Purché l'amore di Dio ricolmi i nostri cuori mediante lo Spirito Santo» (Rm 5, 3-5)...

        «Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così per mezzo di Cristo abbonda anche la nostra consolazione» (2 Cor 1,5). Prendiamo con entusiasmo su di noi le sofferenze di Cristo e alle nostre sofferenze corrisponderanno le consolazioni che cerchiamo, quelle di cui godranno tutti coloro che piangono (Mt 5,5)... Coloro che condividono le sofferenze, nella misura in cui partecipano alle sofferenze di Cristo ne condivideranno anche la consolazione. Lo sappiamo da chi ci assicurò: «Come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione» (2 Cor 1,7).



Respuesta  Mensaje 528 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 29/05/2011 03:29
Domenica 29 Maggio 2011

VI Domenica di Pasqua - Anno A
Meditazione del giorno
Sant'Ilario di Poitiers (circa 315-367), vescovo, dottore della Chiesa
Trattato sulla Trinità, 2, 31-35

« Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre: lo Spirito di verità »

        Dio è Spirito» dice il Signore alla Samaritana...; poiché Dio è invisibile, incomprensibile e infinito, non va adorato su un monte o in un tempio (Gv 4,21-24). «Dio è spirito», e uno spirito non può essere circoscritto, né trattenuto; per la potenza della sua natura, è dovunque e non è assente da alcun  luogo; con tutto se stesso sovrabbonda in ogni cosa. Per questo occorre adorare nello Spirito Santo Dio che è spirito... Non dice altra cosa l'apostolo Paolo quando scrive: «Il Signore è lo spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è la libertà» (2 Cor 3,17)... Cessino dunque le argomentazioni di coloro che rifiutano lo Spirito. Lo Spirito Santo è uno, diffuso dappertutto, è lui che ha illuminato tutti i patriarchi, i profeti e l'intero coro di tutti coloro che hanno partecipato alla redazione della Legge. Egli ha ispirato Giovanni il Battista fin dal grembo di sua madre; è stato effuso infine sugli apostoli e su tutti i credenti affinché conoscessero la verità rivelata loro per grazia.

        Ascoltiamo dalle parole dello stesso Signore quale sia il suo compito nei nostri confronti. Dice: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. è bene per voi che io me ne vada; se me ne vado vi manderò il Consolatore... lo Spirito di verità che vi guiderà alla verità tutta intera» (Gv 16, 7-13)... In queste parole vengono formulati sia la volontà del donatore, come pure la natura e il modo stesso del dono. Siccome la nostra limitatezza non ci permette di intendere né il Padre, né il Figlio, il dono dello Spirito Santo stabilisce un certo contatto tra noi e Dio, e così illumina la nostra fede nella difficoltà relative all'incarnazione di Dio...

        Il dono, che è Cristo, è dato interamente a tutti. Resta ovunque a nosta disposizione e ci è concesso nella misura in cui vorremo accoglierlo. Dimorerà in noi sino alla fine del mondo, è il conforto della nostra attesa, è il pegno della speranza nella futura realizzazione dei suoi doni, è la luce delle nostre menti, lo splendore delle nostre anime.


Respuesta  Mensaje 529 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 30/05/2011 03:10
Lunedì 30 Maggio 2011

Lunedì della VI settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942), carmelitana, martire, compatrona d'Europa
Poesia, Pentecoste 1937

« Il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità »

Chi sei, dolce luce ? …
Sei forse il raggio che scaturisce come il lampo
dall'alto trono del Giudice eterno,
penetrando come il ladro nella notte dell'anima
che misconosceva se stessa (Lc 12, 39) ?
Misericordioso, eppure inesorabile,
penetri fino alla sua profondità nascosta.
L'anima è spaventata da ciò che vede di se stessa
e sta in un sacro timore
davanti al principio di ogni sapienza
che viene dall'alto
e ci ancòra saldamente in alto,
davanti al tuo operare che nuovamente ci ricrea,
Spirito Santo, raggio che nulla può fermare !

Sei forse la pienezza di spirito e di potenza
che permette all'Agnello di sciogliere i sigilli
del decreto eterno di Dio (Ap 5, 7) ?
Sul tuo ordine i messaggeri del giudizio
cavalcano per il mondo e separano,
con il taglio della spada, il Regno della luce
dal regno della notte (Ap 6, 2).
nuovo sarà il cielo e la terra nuova (Ap 21,1)
e tutto ritroverà il suo giusto posto,
sotto il tuo soffio leggero :
Santo Spirito, potenza vittoriosa !



Respuesta  Mensaje 530 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 31/05/2011 02:57
Martedì 31 Maggio 2011

Visitazione della beata Vergine Maria, festa
Meditazione del giorno
San Francesco di Sales (1567-1622), vescovo di Ginevra, dottore della Chiesa

« Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente »

        è caratteristico dello Spirito Santo, quando colpisce un cuore, cacciarne ogni tiepidezza. Egli ama la prontezza, ed è nemico degli indugi, dei ritardi nell'adempiere la volontà di Dio... « Maria partì in fretta » ...

        Quante grazie si riversarono sulla casa di Zaccaria, quando Maria vi entrò ! Se Abramo ricevette tante grazie per aver ospitato tre angeli nella sua casa, quante benedizioni inondarono la casa di Zaccaria nella quale entrò l'angelo del superno consiglio, l'arca vera dell'alleanza, il divino profeta, Nostro Signore portato nel seno di Maria ! Tutta la casa fu piena di gioia : il bambino sussultò, il padre riebbe la vista, la madre fu piena dello Spirito Santo e ricevette il dono di profezia. Vedendo la Madonna entrare nella sua casa, esclamò : « A che debbo che la madre del mio Signore venga a me ? »... E Maria, udito quello che sua cugina diceva a sua lode, umiliò se stessa e rese gloria a Dio per tutto. Confessando che la sua felicità procedeva dal fatto che Dio « aveva guardato l'umiltà della sua serva », intonò il suo bel e mirabile cantico del Magnificat.

        Quanto, anche noi, dobbiamo essere pieni di gioia, quando quel divino Salvatore ci visita nel Santissimo e nelle grazie interiori, le parole che dice ogni giorno nel nostro cuore !


Respuesta  Mensaje 531 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 01/06/2011 03:36
Mercoledì 1° Giugno 2011

Mercoledì della VI settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
Beato John Henry Newman (1801-1890), sacerdote, fondatore di una comunità religiosa, teologo
PPS IV n° 17 del 17/05/1837

« Lo Spirito di verità prenderà del mio e ve l'annunzierà »

        Come il Paraclito, il nuovo Consolatore, essendo una sola cosa con il Figlio, essendo lo Spirito che procede dal Figlio, avrebbe potuto fare altro che manifestare il Figlio al mondo, mentre manifestava se stesso ? Come avrebbe potuto fare altro che spargere una luce nuova su colui la cui morte sulla croce apriva allo Spirito Santo un accesso nel cuore dell'uomo ? Perciò, benché la partenza del Figlio sia utile alla venuta del Consolatore (Gv 16, 7), non dobbiamo mai, in presenza del Consolatore, perdere di vista il Figlio. Cristo stesso non ha forse detto ai suoi discepoli : « Egli mi glorificherà » ?

        In qual modo lo Spirito rende gloria al Figlio di Dio ? Rivela che colui che si faceva chiamare Figlio dell'uomo è il Figlio unico di Dio. Certo, il Nostro Salvatore aveva proprio dichiarato quanto conveniva a noi, ma gli apostoli non lo avevano capito. Anche mentre, per l'opera segreta della grazia, confessavano la loro fede con convinzione, non capivano ancora tutto ciò che pur affermavano... Il Salvatore non aveva forse cura di velare il suo segreto ? Non sembra forse aver voluto che questo segreto fosse svelato non all'istante, ma a posteriori ? Come se le parole divine dovessero aspettare ancora a lungo per ricevere la loro interpretazione divina.

        è proprio questo che egli serbava per l'ora della venuta di colui che doveva mandare. Sarebbe lo Spirito a mettere in piena luce la sua persona e le sue parole... Perciò, soltanto dopo la Risurrezione di Cristo, anzi dopo la sua Ascensione, quando lo Spirito Santo è sceso su di loro, gli apostoli hanno finalmente capito chi era stato con loro. San Giovanni scrive : « Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù » (Gv 2, 22).



Respuesta  Mensaje 532 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 02/06/2011 03:35
Giovedì 2 Giugno 2011

Giovedì della VI settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorsi sul vangelo di Giovanni, n° 101

« Vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà »

        Il Signore ha detto : «Ancora un poco e non mi vedrete più, e un altro poco e mi vedrete» (Gv 16,16). E' breve infatti tutto questo spazio in cui si svolge il tempo presente; per cui il medesimo evangelista nella sua lettera dice: «E' l'ultima ora» (1 Gv 2, 18)... Queste parole sono una promessa per tutta la Chiesa, così come lo sono le altre: «Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). Il Signore non ritarda il compimento della sua promessa: ancora un poco e lo vedremo, lassù dove non avremo più nulla da chiedergli, più nessuna domanda da fargli, perché non rimarrà alcun desiderio insoddisfatto, nulla di nascosto da cercare.

        Questo breve intervallo di tempo a noi sembra lungo, perché dura ancora; allorché sarà finito, ci accorgeremo quanto sia stato breve. La nostra gioia, quindi, non sia come quella del mondo, il quale, come dice il Signore, «godrà»; tuttavia nel travaglio di questo desiderio, non dobbiamo essere tristi senza gioia, ma, come dice l'apostolo Paolo, dobbiamo essere «gioiosi nella speranza, pazienti nella tribolazione» (Rm 12, 12). Del resto, anche la donna in travaglio, alla quale siamo paragonati, gioisce per il bambino che attende più di quanto non sia triste per il suo dolore presente.


Respuesta  Mensaje 533 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 03/06/2011 03:33
Venerdì 3 Giugno 2011

Venerdì della VI settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
San Gregorio Nisseno (circa 335-395), monaco e vescovo
Discorsi sulla resurrezione, 1 : PG 46, 603, 606, 626-627

La generazione della nuova creazione (Rm 8,22)

        è venuto il regno della vita ed è stato distrutto il dominio della morte. Una diversa generazione è apparsa, e una vita diversa e un diverso modo di vivere. La nostra natura ha subìto un cambiamento. Qual è questa generazione ? Quella che non scaturisce dal sangue, né da volere di uomo, né da volere di carne, ma è stata creata da Dio (Gv 1, 13)...

        « Questo è il giorno fatto dal Signore » (Sal 117, 24), giorno ben diverso da quelli che furono stabiliti all'inizio della creazione del mondo e che si misurano col trascorrere del tempo. Questo giorno segna l'inizio di una nuova creazione. Poiché in questo giorno Dio crea un cielo nuovo e una terra nuova, come afferma il profeta (Is 65, 17). E quale cielo ? Il firmamento della fede in Cristo. E quale terra ? Un cuore buono, come disse il Signore, una terra avida della pioggia che la irriga e che produce abbondante messe (Lc 8, 15). In questa creazione, il sole rappresenta una vita pura, e le stelle le virtù ; l'aria una buona condotta ; il mare « la profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio » (Rm 11, 33). Le erbe e i germogli sono la buona dottrina e la Sacra Scrittura, di cui si pasce il popolo, gregge di Dio. Le piante da frutta poi rappresentano l'osservanza dei comandamenti. In questo giorno viene creato il vero uomo a immagine e somiglianza di Dio (Gen 1, 27).

        E non deve divenire il tuo mondo questo inizio, questo giorno che ha fatto il Signore ? ... Ma non abbiamo ancora spiegato quello che in questa grazia è più importante : questo giorno ha distrutto le sofferenze della morte. Questo giorno ha dato al mondo il primogenito dei morti... O confortante e splendida notizia ! Colui che si è fatto per noi uomo, pur essendo l'unigenito Figlio di Dio, per renderci suoi fratelli, si presenta come uomo davanti al Padre, per portare con sé tutti coloro che gli sono congiunti.



 




Respuesta  Mensaje 534 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 04/06/2011 03:55
Sabato 4 Giugno 2011

Sabato della VI settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
San Giovanni Maria Vianney (1786-1859), sacerdote, parroco di Ars
Catechismo sulla preghiera (trad. dal breviario)

« Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. »

        Figliuoli miei, il vostro cuore è piccolo, ma la preghiera lo dilato e lo rende capace di amare Dio. La preghiera ci fa pregustare il cielo, coòe qualcosa che discende a noi dal paradiso. Non ci lascia mai senza dolcezza. Infatti è miele che stilla nell'anima e fa che tutto sia dolce. Nella preghiera ben fatta i dolori si sciolgono come neve al sole. Anche questo ci dà la preghiera: che il tempo scorra con tanta velocità e tanta felicità dell'uomo che non si avverte più la sua lunghezza.

        Ci sono alcune persone che si sprofondano completamente nella preghiera come  un pesce nell'onda, perché sono tutte dedite al buon Dio. Non c'è divisione alcuna nel loro cuore. O quanto amo queste anime generose! San Francesco d'Assisi e santa Coletta vedevano nostro Signore e parlavano con lui a quel modo che noi ci parliamo gli uni agli altri. Noi invece quante volte veniamo in chiesa senza sapere cosa dobbiamo fare o domandare! Tuttavia, ogni qual volta ci rechiamo da qualcuno, sappiamo bene perché ci andiamo. Anzi vi sono alcuni che sembrano dire così al buon Dio: « Ho soltanto due parole da dirti, così mi sbrigherò presto e me ne andrò via da te ». Io penso sempre che, quando veniamo ad adorare il Signore, otterremmo tutto quello che domandiamo, se pregassimo con fede proprio viva e con cuore totalmente puro.


Respuesta  Mensaje 535 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 05/06/2011 03:20
Domenica 5 Giugno 2011

Ascensione del Signore, solennità - Anno A
Meditazione del giorno
Beato John Henry Newman (1801-1890), sacerdote, fondatore di una comunità religiosa, teologo
PPS, vol.6, n° 10

« Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo »

        Il ritorno di Cristo da suo Padre è nello stesso tempo fonte di tristezza, perché implica la sua assenza, e fonte di gioia, perché implica la sua presenza. Dalla dottrina della sua Risurrezione e della sua Ascensione, sgorgano questi paradossi cristiani sovente accennati nella Scrittura, che cioè ci affligiamo senza pure cessare di rallegrarci : « gente che non ha nulla e invece possediamo tutto ! » (2 Cor 6,10).

        Questa è, in verità, la nostra condizione presente : abbiamo perso Cristo e l'abbiamo trovato ; non lo vediamo eppure lo discerniamo. Abbracciamo (baciamo ?) i suoi piedi (Mt 28,9), eppure ci dice : « Non mi trattenere » (Gv 20,17). Come ? è perché abbiamo perso la percezione sensibile e cosciente della sua persona ; non possiamo guardarlo, sentirlo, conversare con lui, seguirlo di luogo in luogo ; eppure godiamo spiritualmente, immaterialmente, interiormente, mentalmente e realmente della sua vista e del suo possesso ; un possesso che avvolge più realtà e più presenza di quella di cui godevano gli apostoli nei giorni della sua carne, proprio perché essa è spirituale, proprio perché essa è invisibile.

        Sappiamo che in questo mondo, quanto più vicina è una cosa, tanto meno la possiamo percepire e comprendere. Cristo è venuto così vicino a noi nella Chiesa cristiana, se posso dire così, che non possiamo fissare lo sguardo su di lui o distinguerlo. Egli entra dentro di noi, e prende possesso dell'eredità che si è acquistata. Non si presenta a noi ; ci prende con lui. Fa di noi le sue membra... Non lo vediamo ; conosciamo la sua presenza soltanto mediante la fede, perché egli è al di sopra di noi e in noi. Per cui siamo nella tristezza perché non siamo coscenti della sua presenza..., e ci rallegriamo perché sappiamo che lo possediamo : « Voi lo amate, pur senza averlo visto ; e ora senza verderlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime » (1 Pt 1,8-9).


Respuesta  Mensaje 536 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 06/06/2011 03:47
Lunedì 6 Giugno 2011

Lunedì della VII settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
Beato Henri Suso (circa 1295-1366), domenicano
Il Libro della Sapienza eterna

« Perché abbiate pace in me »

        «Signore, sin dalla mia giovinezza, il mio spirito ha cercato non so cosa, con una sete impaziente. Cosa era dunque, Signore? Io non ho ancora perfettamente capito. Da tanti anni lo desidero ardentemente e non ho potuto ancora afferrarlo... Eppure proprio questo attira il mio cuore e la mia anima, e senza questo non posso stabilirmi in una vera pace.

        Signore, volevo cercare la mia felicità nelle creature di questo mondo, come vedevo fare da tanta gente intorno a me; ma quanto più cercavo, tanto meno trovavo; quanto più mi avvicinavo, tanto più mi allontanavo. Ogni cosa infatti mi diceva: «Non sono ciò che cerchi». Sei forse tu, Signore, colui che da tanto tempo ho cercato? Forse verso di te il mio cuore era così sempre e senza sosta attratto? Perché allora non ti sei fatto vedere da me? Come hai potuto differire così a lungo quell'incontro? In quanti cammini sfibranti non mi sono impantanato? Beato veramente l'uomo che tu previeni con tanto amore da non essere lasciato in riposo finché non cerchi in te solo il suo riposo.


Respuesta  Mensaje 537 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 07/06/2011 03:28
Martedì 7 Giugno 2011
Martedì della VII settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
Beato Guerrico d'Igny (circa 1080-1157), abate cistercense
Omelia per l'Ascensione, 1-2 : PL 185, 153-155

« Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre...disse »

        Il Signore ha fatto questa preghiera la vigilia della sua passione. Ma si può dire pure che riguarda il giorno dell'Ascensione, il momento in cui egli stava per separarsi, per l'ultima volta, dai suoi « figlioli » (Gv 13, 33) che aveva affidato al Padre suo. Lui che in cielo ammaestra e dirige la moltitudine degli angeli che ha creati, aveva legato a sè sulla terra un « piccolo gregge » (Lc 12, 32) di discepoli per istruirli mediante la sua presenza nella carne, fino al momento in cui, con il cuore allargato, sarebbero stati in grado di essere condotti dallo Spirito. Amava questi piccoli con un amore degno della sua grandezza. Li aveva staccati dall'amore di questo mondo. Li vedeva rinunciare ad ogni speranza di quaggiù per dipendere solo da lui. Tuttavia, finché viveva con loro nel suo corpo, non ha prodigato loro con superficialità l'espressione del suo affetto ; si è mostrato con loro più fermo che tenero, come conviene ad un maestro e ad un padre.

        Ma, venuto il momento di lasciarli, egli sembra vinto dal tenero affetto che nutriva per loro, e non può dissimulare l'immensità della sua mansuetudine... Per cui è detto : « Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine » (Gv 13, 1). Infatti in questo momento ha versato, in un certo senso, tutta la forza del suo amore per i suoi amici, prima di versare se stesso, come acqua, per i suoi nemici (Sal 21, 15). Ha consegnato loro il sacramento del suo corpo e del suo sangue e ha prescritto loro di celebrarlo. Non so cosa deve essere ammirato maggiormente : la sua potenza o la sua carità, quando ha inventato questo nuovo modo di dimorare con essi per consolarli della sua partenza.


Respuesta  Mensaje 538 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 08/06/2011 03:51
Mercoledì 8 Giugno 2011

Mercoledì della VII settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
San Cipriano (circa 200-258), vescovo di Cartagine e martire
Dell'Unità della Chiesa

«Siano una cosa sola»

        Fratelli, chi sarebbe tanto perfido e tanto forsennato nella sua passione della discordia da immaginarsi che si possa mettere in causa, e da osare pure stracciare, l'unità di Dio, il vestito del Signore, la Chiesa di Cristo (cf Gv 19,24). Nel suo Vangelo, Dio non fa forse intendere questo avvertimento: «diventeranno un solo gregge e un solo pastore» (Gv 10, 16)? Qualcuno pensa forse, detto questo, che nello stesso luogo, si possano trovare di norma più greggi e più pastori ? Sentite come l'Apostolo Paolo ci raccomanda nello stesso modo questa unità : « Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti...sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace » (1 Cor 1, 10 e Ef 4, 2-3).

        Pensate, dunque, di stare in piedi e di continuare a vivere, se abbandonate la Chiesa per stabilire altrove la vostra dimora, per allontanare da essa la vostra casa ? Riguardo alla Pasqua, non è forse scritto nel libro del Esodo che l'Agnello, la cui immolazione significa quella di Cristo, deve essere mangiato in una sola casa (Es 12, 46) ? La carne di Cristo, la cosa santa del Signore, e neppure la carne dell'agnello, non la si può gettare fuori casa. Per i credenti, non c'è dunque altra dimora se non la Chiesa una. E questa dimora, questo luogo di un pensiero unanime, lo Spirito Santo la designa quando suggerisce nel salmo (122) :  « Signore, fai abitare nella stessa casa i cuori unanimi ». è nella dimora di Dio, nella Chiesa di Cristo che abitano questi cuori unanimi, e che possono stabilirvisi nella concordia e nella semplicità.


Respuesta  Mensaje 539 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 09/06/2011 03:23
Giovedì 9 Giugno 2011

Giovedì della VII settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
Simeone il Nuovo Teologo (circa 949-1022), monaco ortodosso
Etica 1, 6, 8

«Perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me»

        Il corpo della Chiesa di Cristo, armonioso risultato del ricongiungimento dei suoi santi fin dall'origine dei tempi, giunge alla sua equilibrata e integrale costituzione nell'unione dei figli di Dio, dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli. Il nostro Salvatore – Dio stesso, rivela l'indissolubilità e l'indivisibilità dell'unione con lui, dicendo ai suoi Apostoli : « Io sono nel Padre e il Padre è in me ; e voi in me e io in voi » (Gv 14, 11.20). E questo, lo rende più esplicito ancora aggiungendo : « E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità ». e di nuovo : « ...perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro ».  

        O meraviglia, o indicibile umiltà dell'amore che Dio, amico dell'uomo, nutre per noi. Quello che è per natura riguardo a suo Padre, concede a noi di esserlo al suo riguardo per l'adozione e la grazia. La gloria data al figlio dal Padre, il Figlio la dà a noi, a sua volta per grazia divina. Perfino, come egli è nel Padre e il Padre è in lui, così il Figlio di Dio sarà in noi, e noi nel Figlio stesso, se lo vogliamo, in virtù della grazia. Una volta diventato simile a noi con la carne, ci ha resi partecipi della sua divinità e ci incorpora tutti in lui. E come la divinità alla quale partecipiamo attraverso questa comunione non può essere divisa in parti separate, così anche noi, una volta che abbiamo partecipato ad essa in verità, siamo inseparabili dall'unico Spirito e formiamo un solo corpo con Cristo.


Respuesta  Mensaje 540 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 10/06/2011 03:42
Venerdì 10 Giugno 2011

Venerdì della VII settimana di Pasqua
Meditazione del giorno
Beato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Omelia, Parigi, 30 maggio 1980 - Copyright © Libreria Editrice Vaticana

« Simone di Giovanni, mi vuoi bene? »

        Nell'ora della prova Pietro ha rinnegato il suo maestro tre volte. E la sua voce tremava nel rispondere: «Signore, tu lo sai che ti amo» (Gv 21,15). Tuttavia, egli non ha risposto: «Eppure, Signore, ti ho deluso», ma: «Signore, tu lo sai che ti amo». Dicendo questo, egli sapeva già che Cristo è la pietra angolare sulla quale, nonostante ogni debolezza umana, può crescere in lui, Pietro, questa costruzione che avrà la forma dell'amore. Attraverso tutte le situazioni e tutte le prove. Fino alla fine. Per questo egli scriverà un giorno...«anche voi venivate impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo» (1Pt 2,5).

        Tutto questo non significa nient'altro che rispondere sempre e costantemente, con tenacia e in maniera conseguente, a quest'unica domanda: Ami tu? Mi ami tu? Mi ami di più? Questa risposta, ossia questo amore, è ciò che fa di noi «la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato...» (1Pt 2,9). è ciò che ci permette di proclamare le opere meravigliose di colui che ci «ha chiamati dalle tenebre alla sua ammirabile luce» (1Pt 2,9). Tutto questo Pietro lo ha saputo nell'assoluta certezza della sua fede. E tutto questo egli lo sa, e continua a confessarlo anche nei suoi successori.




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