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Respuesta  Mensaje 1 de 1110 en el tema 
De: Enzo Claudio  (Mensaje original) Enviado: 30/11/2009 17:03

Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:

Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!

Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.

Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?

Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?

Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?

Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:

"Signore, non cessare di amarci, mai"



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Respuesta  Mensaje 1036 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 17/10/2012 02:58
 

Mercoledì  17 Ottobre  2012

Mercoledì della XXVIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San [Padre] Pio di Pietrelcina (1887-1968), cappuccino
AP ; CE 47 in Buona giornata, 82

«Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti e i saluti sulle piazze »

La vera umiltà di cuore è più provata e vissuta che esternata. Certo, bisogna sempre mostrarsi umili in presenza di Dio, ma non con quella finta umiltà che non conduce a nulla se non allo scoraggiamento, alla prostrazione e alla disperazione. Dobbiamo avere una cattiva opinione di noi stessi, non fare passare il nostro interesse prima di quello degli altri e ritenere noi stessi inferiori al nostro prossimo.

Se ci vuole pazienza per sopportare le miserie altrui, ce ne vuole ancora di più per imparare a sopportare noi stessi. Di fronte alle tue infedeltà quotidiane, fai senza sosta degli atti di umiltà. Quando il Signore ti vedrà così pentito, stenderà la mano verso di te e ti attirerà a lui.

In questo mondo nessuno merita qualcosa ; è il Signore a concederci tutto, per pura benevolenza e perché, nella sua infinita bontà, ci perdona tutto.


Respuesta  Mensaje 1037 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 18/10/2012 03:06

Giovedì  18 Ottobre  2012

 
San Luca, evangelista, festa
Meditazione del giorno
Vita anonima bizantina di S. Luca (11o secolo)
6-7 ; PG 115, 1134-1135

San Luca, evangelista e compagno di Paolo

Quando, dopo aver abbandonato le tenebre dell'errore per aderire all'amore di Dio, Paolo si unisce al novero dei discepoli, Luca lo accompagna dovunque e diviene il suo compagno di viaggio (At 16, 10)... Si accorda così bene con lui, gli è così familiare e condivide a tal punto tutte le sue grazie, da essere chiamato da Paolo negli scritti ai credenti, suo caro (Col 4, 14). Da Gerusalemme e tutta la sua regione, fino all'Illiria (Rom 15,19), Luca ha predicato il vangelo insieme con lui. Dalla Giudea fino a Roma, ha condiviso con lui le stesse catene, gli stessi lavori, le stesse fatiche, gli stessi naufragi. Voleva ricevere con lui la stessa corona, per aver partecipato agli stessi travagli.

Dopo aver acquisito con Paolo il talento della predicazione e aver convinto e condotto tante nazioni all'amore di Dio, Luca appare proprio come il discepolo amante e amato del Salvatore, e l'evangelista che scrisse la sua sacra storia; un tempo infatti, aveva seguito il maestro (Lc 10, 1), aveva raccolto le testimonianze dei suoi primi servi (Lc 1, 1) e aveva ricevuto l'ispirazione dall'alto. È lui l'evangelista che ha raccontato il mistero del messaggero Gabriele, mandato alla Vergine per annunziare la gioia al mondo intero. E' lui che ha raccontato chiaramente la nascita di Cristo: ci mostra il bambino che giace in una mangiatoia e descrive i pastori e gli angeli proclamando la gioia... Riporta gli insegnamenti dati in parabola in numero più grande degli altri evangelisti. E, come ci ha fatto conoscere la discesa del Verbo sulla terra, ci descrive anche la sua Ascensione in cielo e il suo ritorno nel trono del Padre...

Eppure, in Luca, la grazia non si ferma qui. La sua lingua non si limita al solo servizio del Vangelo. Dopo i miracoli di Cristo, racconta anche gli Atti degli Apostoli... Luca non è soltanto spettatore di tutto questo, ma vi partecipa veramente. Per questo mette tanta cura nell'istruircene.



Respuesta  Mensaje 1038 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 19/10/2012 04:17
Venerdì  19 Ottobre  2012
 
Venerdì della XXVIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Giovanni Eudes (1601-1680), sacerdote, predicatore, fondatore di istituti religiosi
Il Regno di Gesù, II, 30 ; OC I, 238-239

« Gettate in Dio ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi » (1 Pt 5, 7)

Il nostro amabilissimo Salvatore ci assicura più volte, nelle Sacre Scritture, che si prende cura di noi ed è costantemente vigilante nei nostri confronti ; che ci porta e ci porterà sempre nel suo seno, nel suo cuore, nel suo grembo. E non si accontenta di dirlo una o due volte, ma lo dice e lo ridice fino a cinque volte nello stesso passo.

Altrove dice che, se anche si trovasse una donna capace di dimenticare il bambino che ha portato in grembo, lui invece non ci dimenticherà mai ; che ci ha disegnati sulle palme delle mani per averci sempre davanti a sé; dice che, chiunque ci tocchi, tocca la pupilla del suo occhio; che non dobbiamo affannarci per le cose che ci sono necessarie per vivere e vestirci, poiché egli sa che ne abbiamo bisogno e ne ha cura per noi; che i capelli del nostro capo sono tutti contati e nemmeno uno perirà; che il Padre suo ci ama come ama lui e che lui ci ama come lo ama il Padre suo; che vuole che siamo dove egli è, che cioè riposiamo con lui nel seno e nel cuore del Padre suo.
(Riferimenti biblici: Is 46,3-4; Is 49,15-17; Zac 2,12; Mt 6,31-33; 10,30; Lc 21,18; Gv 17,26; 15,9; Gv 17,24; 1,2)



Respuesta  Mensaje 1039 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 20/10/2012 03:06
 

Sabato  20 Ottobre  2012

Sabato della XXVIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Narrazione del martirio di santa Perpetua e Felicita (III secolo)
§ 2-3

« Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio »

Avevano arrestato alcuni giovani catecumeni : Revocato e Felicita, tutti e due schiavi, Saturo e Secondolo. Con loro c'era Vibia Perpetua, che era nobile, aveva ricevuto una brillante educazione e fatto un bel matrimonio. Perpetua aveva ancora il padre e la madre, due fratelli – uno era anch'egli catecumeno – e un bambino non ancora svezzato. Aveva circa ventidue anni. Lei stessa ha raccontato tutta la storia del martirio. Eccola, scritta di suo pugno e secondo le sue impressioni.

«Eravamo ancora con le guardie, quando già mio padre cercava di convincermi. Nella sua tenerezza, si sforzava di far vacillare la mia fede.
- Padre, gli dissi, vedi ad esempio questo vaso o quell'orciolo ?
- Lo vedo, rispose mio padre.
- Puoi tu forse chiamarli con un altro nome, diverso da quello che essi sono ? gli dissi.
- No, mi rispose.
- Così non posso io essere chiamata con un nome diverso da ciò che sono : cristiana.
Mio padre allora, irritato da queste mie parole, mi si scagliò addosso, come volesse strapparmi gli occhi. Tuttavia si limitò a maltrattarmi poi se ne andò, vinto, e portandosi via gli argomenti che gli aveva ispirato il diavolo. Per quei pochi giorni che mio padre fu assente ringraziai il Signore e la sua assenza mi era di sollievo. Proprio nello spazio di quei pochi giorni fummo battezzati, e lo Spirito mi suggerì che all'acqua battesimale non avevo da chiedere altra grazia che la resistenza alla sofferenza fisica.

Qualche giorno dopo fummo trasferiti nel carcere di Cartagine. Ebbi tanta paura, perché non avevo mai conosciuto tenebre come quelle...; ero presa totalmente dall'angoscia per il mio bambino... Riconfortavo mio fratello, raccomandandogli mio figlio. Ero piena di dolore perché vedevo soffrire i miei per causa mia. In queste angustie passai molti giorni ; poi ottenni di poter tenere con me, in carcere, mio figlio. Subito egli ha ripreso forze ed io sono stata liberata dalla pena e dalla sollecitudine per lui. Di colpo il carcere divenne per me un palazzo, al punto che preferivo rimanervi che trovarmi in alcun altro posto».



Respuesta  Mensaje 1040 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 21/10/2012 04:04

Domenica  21 Ottobre  2012

 
XXIX Domenica del Tempo Ordinario - Anno B
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (c. 345-407), sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelia contro gli Anomeri, 8, 6; PG 48, 776

« Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita »

Nel desiderare i primi posti, le cariche più alte, e gli onori più elevati, i due fratelli Giacomo e Giovanni volevano, secondo me, avere autorità sugli altri. Perciò Gesù si oppone alla loro pretesa. Mette a nudo i loro pensieri segreti dicendo loro : « Chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti ». Cioè : « Se ambite al primo posto e agli onori più grandi, cercate l'ultimo posto, impegnatevi a divenire i più semplici, i più umili e i più piccoli di tutti. Mettetevi dopo gli altri. Tale è la virtù che vi procurerà l'onore a cui aspirate. Ne avete accanto a voi un esempio eclatante, "il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10,45). Ecco come otterrete gloria e fama. Vedete ciò che mi è successo : non ricerco né onore né gloria, eppure così realizzo un bene infinito. »

Sappiamo che prima dell'incarnazione di Cristo e del suo abbassamento, tutto era perduto, tutto era corrotto ; ma, dopo essersi umiliato, ha tutto risollevato. Ha abolito la maledizione, ha distrutto la morte, ha aperto il paradiso, ha messo a morte il peccato, ha tolto il catenaccio alle porte del cielo per ricondurvi le primizie della nostra umanità. Ha propagato la fede dovunque nel mondo. Ha scacciato l'errore e ha ristabilito la verità. Ha fatto salire su di un trono regale le primizie della nostra natura. Cristo è l'autore di beni infinitamente numerosi, che né la mia parola, né alcun'altra parola umana potrebbe descrivere. Prima del suo abbassamento, era conosciuto soltanto dagli angeli. Ma dal momento che si è umiliato, è stato riconosciuto da tutta la razza umana.


Respuesta  Mensaje 1041 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 22/10/2012 03:56

Lunedì  22 Ottobre  2012

 
Lunedì della XXIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Concilio Vaticano II
Costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo "Gaudium et spes" § 88-90 (© Libreria Editrice Vaticana)

Ammassare per se stessi o essere ricchi per Dio?

I cristiani cooperino volentieri e con tutto il cuore all'edificazione dell'ordine internazionale, nel rispetto delle legittime libertà e in amichevole fraternità con tutti. Tanto più che la miseria della maggior parte del mondo è così grande che il Cristo stesso, nella persona dei poveri reclama come a voce alta la carità dei suoi discepoli. Si eviti questo scandalo: mentre alcune nazioni, i cui abitanti per la maggior parte si dicono cristiani, godono d'una grande abbondanza di beni, altre nazioni sono prive del necessario e sono afflitte dalla fame, dalla malattia e da ogni sorta di miserie. Lo spirito di povertà e d'amore è infatti la gloria e il segno della Chiesa di Cristo. Sono, pertanto, da lodare e da incoraggiare quei cristiani, specialmente i giovani, che spontaneamente si offrono a soccorrere gli altri uomini e le altre nazioni....

Perciò la Chiesa dev'essere assolutamente presente nella stessa comunità delle nazioni, per incoraggiare e stimolare gli uomini alla cooperazione vicendevole. E ciò, sia attraverso le sue istituzioni pubbliche, sia con la piena e leale collaborazione di tutti i cristiani ... Si abbia una cura particolare di formare in ciò i giovani, sia nell'educazione religiosa che in quella civile....

Infine è auspicabile che i cattolici si studino di cooperare, in maniera fattiva ed efficace, sia con i fratelli separati, i quali pure fanno professione di carità evangelica, sia con tutti gli uomini desiderosi della pace vera.




Respuesta  Mensaje 1042 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 23/10/2012 02:31

Martedì  23 Ottobre  2012

 
Martedì della XXIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Bernardo (1091-1153), monaco cistercense e dottore della Chiesa
Discorso sul Cantico dei cantici n°17, 2

Vegliare nello Spirito Santo

Quando il profeta Eliseo si rese conto che il suo maestro Elia stava per morire, gli domandò la grazia di avere due terzi del suo stesso spirito; ma ciò era possibile solo a condizione di assistere al momento in cui Elia sarebbe stato rapito lontano da lui (2Re 2,9-10)... Questa storia è stata scritta per noi. Dobbiamo essere vigilanti e attenti all'opera della salvezza che sta operandosi in noi, perché con mirabile finezza e con la delicatezza di un'artista divino il Santo Spirito compie continuamente questa opera nel più intimo del nostro essere. Se vogliamo possedere quello spirito che aveva Eliseo, non ci sia mai tolta senza che ce ne accorgiamo questa unzione che ci insegna tutto, e non ci colga mai all'improvviso la sua venuta. Invece occorre tener lo sguardo sempre in agguato e il cuore spalancato per ricevere questa benedizione generosa del Signore. In quali stati d'animo vuole trovarci lo Spirito? “Siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze”. Non torna mai a mani vuote dalla mensa celeste e da tutte le gioie che essa prodiga.

Occorre dunque vegliare e pregare in ogni momento, perché non sappiamo a che ora lo Spirito verrà, né a che ora andrà via di nuovo. Lo Spirito viene e va (Gv 3, 81); se stiamo in piedi grazie a lui, quando si ritira, cadiamo inevitabilmente, ma senza spezzarci, perché il Signore ci trattiene con la sua mano. E lo Spirito non cessa di fare vivere questa alternanza di presenza e di assenza a quelli che sono spirituali, o piuttosto a quelli che vuole rendere spirituali. Per questo li visita all'alba, poi improvvisamente li mette alla prova.



Respuesta  Mensaje 1043 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 24/10/2012 03:42
 

Mercoledì  24 Ottobre  2012

Mercoledì della XXIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Beato Guerrico d'Igny (circa 1080-1157), abate cistercense
Discorso 3 per l'Avvento, 1 ; SC 166

« Non siete nelle tenebre, così che quel giorno possa sorprendervi come un ladro » (1Tes 5,4)

« Prepàrati all'incontro con il tuo Dio, o Israele » (cfr Am 4,12). E anche voi, fratelli miei, « tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate ». Nulla di più sicuro della sua venuta, ma nulla di più incerto del momento di questa venuta. Infatti non spetta a noi conoscere i tempi o i momenti che il Padre, nella sua potenza, ha fissato, poiché neanche agli angeli che lo circondano è stato dato di saperne il giorno e l'ora (At 1,7 ; Mt 24,36).

Verrà anche il nostro ultimo giorno, questa è cosa sicurissima ; ma quando, dove e come, questa è cosa molto incerta. Sappiamo soltanto, come è stato detto prima di noi che « con gli anziani, sta sulla soglia, mentre coi giovani sta in agguato » (S. Bernardo)... Non bisognerebbe che quel giorno ci prendesse alla sprovvista, non preparati, come un ladro nella notte... Il timore rimanga sveglio così da renderci sempre pronti, finché la sicurezza segua al timore, e non il timore alla sicurezza. « Integro sono stato, dice il Saggio, e mi sono guardato dalla colpa » (Sal 18,24), non potendo guardarmi dalla morte. Egli sa infatti che « il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo » (Sap 4,7) ; anzi trionfano sulla morte coloro che non sono stati schiavi del peccato durante la loro vita. Che bello, fratelli miei, che felicità non soltanto essere al sicuro davanti alla morte, ma anche trionfare su di essa con gloria, forti della testimonianza della nostra coscienza.



Respuesta  Mensaje 1044 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 25/10/2012 04:06

Giovedì  25  Ottobre  2012

Giovedì della XXIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Isacco di Siria (VII secolo), monaco nella regione di Mossul, santo delle Chiese ortodosse
Discorsi ascetici, 1a parte, n°2

« Sono venuto a portare il fuoco sulla terra »

Fatti violenza (cfr Mt 11,12), sforzati di imitare l'umiltà di Cristo, affinché si accenda sempre di più il fuoco che egli ha gettato in te, questo fuoco nel quale sono consumati tutti gli impulsi di questo mondo che distruggono l'uomo nuovo e macchiano le dimore del Signore santo e potente. Affermo infatti con san Paolo che “siamo il tempio di Dio” (2 Cor 6,16). Purifichiamo dunque il suo tempio “come egli è puro” (1 Gv 3,3) affinché egli abbia il desiderio di dimorarvi; santifichiamolo, come egli è santo (1 Pt 1,16); orniamolo di tutte le opere buone e degne.

Riempiamolo del riposo della sua volontà, come di un profumo, con la preghiera pura, cioè la preghiera del cuore, che non si può acquistare abbandonandosi agli impulsi continui di questo mondo. Allora la nube della sua gloria coprirà la tua anima, e la luce della sua grandezza brillerà nel tuo cuore (cfr. 1 Re 8,10). Tutti coloro che dimorano nella casa di Dio saranno ricolmi di gioia e si rallegreranno. Invece gli insolenti e gli immondi scompariranno sotto la fiamma dello Spirito Santo.



Respuesta  Mensaje 1045 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 26/10/2012 02:42

Venerdì  26  Ottobre  2012

 
Venerdì della XXIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Beato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Enciclica "Dives in misericordia", § 15 (© Libreria Editrice Vaticana)

Discernere i segni del nostro tempo

La Chiesa ha il diritto e il dovere di far appello al Dio della misericordia «con forti grida» (Eb 5,7). Queste «forti grida» debbono essere proprie della Chiesa dei nostri tempi..., un grido che implori la misericordia secondo le necessità dell'uomo nel mondo contemporaneo...Dio che è fedele a se stesso, alla sua paternità e al suo amore. E come i profeti, facciamo appello a quell'amore che ha caratteristiche materne e, a somiglianza di una madre, segue ciascuno dei suoi figli, ogni pecorella smarrita, anche se ci fossero milioni di tali smarrimenti, anche se nel mondo l'iniquità prevalesse sull'onestà, anche se l'umanità contemporanea meritasse per i suoi peccati un nuovo «diluvio», come un tempo lo meritò la generazione di Noè.

Facciamo ricorso a quell'amore paterno che ci è stato rivelato da Cristo nella sua missione messianica, e che raggiunse il culmine nella sua croce, nella sua morte e risurrezione! Facciamo ricorso a Dio mediante Cristo, memori delle parole del Magnificat di Maria che proclamano la misericordia «di generazione in generazione» (Lc 1,50)! Imploriamo la misericordia divina per la generazione contemporanea!... Eleviamo le nostre suppliche, guidati dalla fede, dalla speranza, dalla carità che Cristo ha innestato nei nostri cuori.

Questo atteggiamento è parimenti amore verso Dio, che l'uomo contemporaneo a volte ha molto allontanato da sé, reso estraneo a se stesso, proclamando in vari modi che gli è «superfluo». Questo è quindi amore verso Dio, la cui offesa ripulsa da parte dell'uomo contemporaneo sentiamo profondamente, pronti a gridare con Cristo in croce: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,24). Questo è, al tempo stesso, amore verso gli uomini, verso tutti gli uomini senza eccezione e divisione alcuna: senza differenza di razza, di cultura, di lingua, di concezione del mondo, senza distinzione tra amici e nemici.




Respuesta  Mensaje 1046 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 27/10/2012 02:41
 

Sabato  27  Ottobre  2012

Sabato della XXIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Cesario di Arles (470-543), monaco e vescovo
Discorsi 37,1; SC 243

« Riflettete, o peccatori » (Is 46,8)

Ci sono molte cose che a causa della debolezza umana non riusciamo a compiere fisicamente; ma, se lo vogliamo veramente, possiamo, con l'ispirazione di Dio, trovare l'amore nel nostro cuore. Ci sono a volte molte cose che non riusciamo a far uscire dalla nostra soffitta, dalla cantina o dal ripostiglio, ma non abbiamo scuse quando si tratta del nostro cuore....

Non ci è stato detto: Andate verso Occidente per cercare la carità, navigate verso Oriente per trovare l'amore di Dio. No, ci è stato ordinato di rientrare nel nostro cuore – dal quale dobbiamo sempre cacciare l'ira. Come dice il profeta: “Riflettete, o peccatori” (Is 46, 8). Quello che il Signore ci chiede non si trova nelle regioni lontane; egli ci manda nel nostro cuore, dove ha posto ciò che vuole. La carità perfetta non è altro che la buona volontà dell'anima; è a suo proposito che gli angeli hanno proclamato ai pastori: “Pace sulla terra agli uomini di buona volontà” (Lc 2,14 Vulg). ...

Con tutte le nostre forze lavoriamo dunque, con l'aiuto di Dio, per dare il primo posto nell'anima alla bontà più che al male, alla pazienza più che alla collera, alla benevolenza più che al desiderio, all'umiltà più che all'orgoglio. Insomma, la dolcezza della carità prenda talmente possesso del nostro cuore che non ci sia più posto per l'amarezza dell'odio.



Respuesta  Mensaje 1047 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 28/10/2012 04:48

Domenica  28 Ottobre  2012

 
XXX Domenica del Tempo Ordinario - Anno B
Meditazione del giorno
Santa Geltrude (1256-1301), monaca benedettina
Gli Esercizi, n° 6; SC 127

« Rabbunì, che io riabbia la vista »

In te, o Dio vivente,
il mio cuore e la mia carne hanno trasalito (Sal 84, 3),
e il mio spirito ha esultato in te, mia vera salvezza (Lc 1, 47).
Quando i miei occhi potranno vederti, Dio degli dei, mio Dio ?
Dio del mio cuore, quando mi rallegrerai con la vista della dolcezza del tuo viso ?
Quando colmerai il desiderio della mia anima
con la manifestazione della tua gloria ?

Mio Dio, fra tutte, sei tu la mia eredità,
la mia forza e la mia gloria !
Quando allora, invece dello spirito di tristezza,
mi rivestirai del manto della lode (Is 61, 10),
perché, unita agli angeli,
tutte le mie membra ti offrano un sacrificio d'esultanza (Sal 27, 6) ?
Dio della mia vita, quando entrerò nel tabernacolo della tua gloria,
per cantare a te alla presenza di tutti i santi,
e proclamare con l'anima e col cuore
che la tua misericordia per me è stata magnifica?
Quando i lacci della morte si spezzeranno,
perché l'anima mia possa vederti senza intermediario?...

Chi si sazierà nel contemplare la tua luce ?
Come potrà bastare l'occhio per vederti
e l'orecchio umano per sentirti
nell'ammirazione della gloria del tuo volto ?




Respuesta  Mensaje 1048 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 29/10/2012 04:06

Lunedì  29 Ottobre  2012

 
Lunedì della XXX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Attribuita a Eusebio d'Alessandria (fine del 5o secolo)
Discorsi sulla domenica, 16, 1-2 ; PG 86, 416-421

« Non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?»

Sono sette i giorni nella settimana: Dio ce ne ha dati sei per lavorare, e ce ne ha dato uno per pregare, riposare e liberarci dai nostri peccati: quindi, se abbiamo commesso colpe durante questi sei giorni, le possiamo riparare la domenica e riconciliarci con Dio.

Di buon mattino, dunque, recati in chiesa, avvicinati al Signore per confessargli i tuoi peccati, portagli la tua preghiera e il pentimento di un cuore contrito. Sii presente durante tutta la santa e divina liturgia, porta a termine la tua preghiera, non uscire prima del congedo dell'assemblea. Contempla il tuo Signore, mentre viene spezzato e distribuito pur senza essere distrutto. E se la tua coscienza è pura, avvicinati e comunica al corpo e al sangue del Signore....

Questo è il giorno che ti viene offerto per la preghiera e il riposo. “Questo è il giorno fatto dal Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso” (Sal 118, 24). E a colui che risuscitò in questo giorno, tributiamo gloria col Padre e lo Spirito Santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.



Respuesta  Mensaje 1049 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 30/10/2012 04:17
 

Martedì  30 Ottobre  2012

Martedì della XXX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (c. 345-407), sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelie sul Vangelo di Matteo, 46, 2

« Finché sia tutta fermentata »

Il Signore presenta poi l'immagine del lievito... Come il lievito diffonde la sua forza in tutta la pasta, così la forza del Vangelo trasformerà il mondo intero grazie al ministero di miei apostoli... Non ditemi: 'Che possiamo fare noi, dodici miserabili peccatori, di fronte al mondo intero?' E' proprio l'enorme differenza tra causa ed effetto, la vittoria di un pugno di uomini a fronte di una moltitudine che dimostrerà lo splendore della vostra potenza. Non è forse immergendo il lievito nella pasta, nascondendovelo, secondo la parola del Vangelo, che esso trasforma tutta la massa? Così anche voi, mescolandovi alla massa dei popoli li penetrerete del vostro spirito e trionferete sugli avversari. Il lievito, pur scomparendo nella massa, non perde la sua forza; anzi, cambia la natura di tutta la massa. Nello stesso modo la vostra predicazione cambierà tutti i popoli. Così, siate pieni di fiducia”...

E' Cristo che dà una simile forza a questo lievito... Non rimproverategli dunque il piccolo numero di discepoli: è la potenza del messaggio che è grande... Basta una scintilla per trasformare in brace qualche ramo secco di legno, che poi brucia anche tutto il legno verde d'intorno.




Respuesta  Mensaje 1050 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 31/10/2012 03:59

Mercoledì  31 Ottobre  2012

 
Mercoledì della XXX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Lettera 102 (a Deogratias), 8.11-12 (trad. Nuova Biblioteca Agostiniana)

« Vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio »

Se Cristo proclama sé stesso la via della salvezza, la grazia, la verità e alle anime credenti in lui presenta se stesso quale unico mediatore per il ritorno a Dio (Gv 16, 6), che cosa hanno fatto gli uomini di tanti secoli prima di Cristo?... Noi affermiamo che Cristo è il vero Dio, dal quale è stata creata ogni cosa; egli è il Figlio di Dio, perché suo Verbo. Non è un verbo che appena pronunciato è già passato, ma il Verbo immutabile e immutabilmente sussistente presso il Padre, anche esso immutabile. Dal Verbo è diretta e guidata ogni creatura spirituale e corporea nel modo più confacente ai tempi e ai luoghi. In lui risiede la sapienza e la scienza capace di dirigere e guidare tutte le creature e di determinare che cosa, in qual luogo o tempo sia più opportuno fare per il loro bene.... Il Verbo esisteva sempre uguale ... così pure da adesso sino alla fine del mondo...

Perciò fin dai primordi del genere umano tutti coloro, i quali hanno creduto in Lui e in qualche modo l'hanno conosciuto e hanno menato una vita pia e giusta conforme ai suoi precetti, in qualsiasi tempo e luogo siano vissuti, senza dubbio si sono salvati per mezzo di Lui.... Sì; come noi crediamo in Lui non solo vivente col Padre ma anche già incarnato, così gli antichi credevano in Lui e vivente col Padre e che sarebbe venuto nel mondo. E se, conforme alla diversità dei tempi, viene annunciato adesso come già avvenuto quel che un tempo era preannunciato da avvenire, ciò non significa che la fede sia cambiata o sia diversa l'unica e identica salvezza.
(Riferimenti biblici: Gv 14,6; 1,1-2; 1Cor 1,24; Eb 1,3; 13,8)



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