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Respuesta  Mensaje 1 de 1110 en el tema 
De: Enzo Claudio  (Mensaje original) Enviado: 30/11/2009 17:03

Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:

Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!

Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.

Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?

Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?

Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?

Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:

"Signore, non cessare di amarci, mai"



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Respuesta  Mensaje 466 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 29/03/2011 02:37
Martedì 29 Marzo 2011

Meditazione del giorno
Liturgia ortodossa della Santa Quaresima
Preghiera di Sant’Efrem Siro

Aver pietà del nostro prossimo, così come Dio ha avuto pietà di noi

Signore e Maestro della mia vita,
Non abbandonarmi allo spirito di pigrizia, di scoraggiamento,
di dominazione o di vanità.

(Si fa una prosternazione)

Fammi la grazia, a me tuo servo/tua serva,
dello spirito di castità, di umiltà, di pazienza e di carità.

(Si fa una prosternazione)

Sì, Signore e Re, concedimi di vedere le mie colpe
e di non condannare mio fratello,
tu che sei benedetto nei secoli. Amen.

(Si fa una prosternazione.
Poi si dice tre volte, inclinandosi fino a terra)

O Dio, abbi pietà di me peccatore.
O Dio, purificami peccatore.
O Dio, mio creatore, salvami.
Dei miei tanti peccati, perdonami !   

Respuesta  Mensaje 467 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 30/03/2011 02:55
Mercoledì 30 Marzo 2011

Mercoledì della III settimana di Quaresima
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Lo Spirito e la lettera ; PL 44, 217s

« Non sono venuto per abolire, ma per portare a compimento »

        La grazia, un tempo nascosta e velata nell'Antico Testamento, è stata rivelata nel Vangelo del Cristo secondo un'ordinatissima distribuzione dei tempi fatta da Dio, che sa disporre bene tutti gli eventi... In tale mirabile coincidenza c'è questa grande differenza tra due epoche: nel Sinai, il popolo non osava accostarsi al luogo dove il Signore donava la sua legge; nel Cenacolo, invece, lo Spirito Santo discende su coloro ai quali era stato promesso e che per aspettarlo si erano riuniti insieme in un sol luogo (Es 19,23; At 2,1). Prima il Dito di Dio operò su tavole di pietra; ora scrive nei cuori degli uomini (2 Cor 3,3). Un tempo, la legge fu proposta esteriormente e spaventava gli ingiusti; ora viene data interiormente, perché gli ingiusti siano da essa giustificati.

        Infatti tutto ciò che fu scritto su quelle tavole: «Non commettere adulterio, non uccidere, non desiderare», e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: «Amerai il prossimo tuo come te stesso». L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore (Rm 13,9-10). L'amore «è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5).


Respuesta  Mensaje 468 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 31/03/2011 03:23
Giovedì 31 Marzo 2011

Giovedì della III settimana di Quaresima
Meditazione del giorno
Papa Benedetto XVI
Lettera Enciclica « Spe Salvi » § 30-31- © Libreria Editrice Vaticana

« È giunto a voi il regno di Dio »

        Il tempo moderno ha sviluppato la speranza dell'instaurazione di un mondo perfetto che, grazie alle conoscenze della scienza e ad una politica scientificamente fondata, sembrava esser diventata realizzabile. Così la speranza biblica del regno di Dio è stata rimpiazzata dalla speranza del regno dell'uomo, dalla speranza di un mondo migliore che sarebbe il vero « regno di Dio ». Questa sembrava finalmente la speranza grande e realistica, di cui l'uomo ha bisogno. Essa era in grado di mobilitare – per un certo tempo – tutte le energie dell'uomo... Ma nel corso del tempo apparve chiaro che questa speranza fugge sempre più lontano. Innanzitutto ci si rese conto che questa era forse una speranza per gli uomini di dopodomani, ma non una speranza per me. E benché il « per tutti » faccia parte della grande speranza – non posso, infatti, diventare felice contro e senza gli altri – resta vero che una speranza che non riguardi me in persona non è neppure una vera speranza. E diventò evidente che questa era una speranza contro la libertà...

        Noi abbiamo bisogno delle speranze – più piccole o più grandi – che, giorno per giorno, ci mantengono in cammino. Ma senza la grande speranza, che deve superare tutto il resto, esse non bastano. Questa grande speranza può essere solo Dio, che abbraccia l'universo e che può proporci e donarci ciò che, da soli, non possiamo raggiungere. Proprio l'essere gratificato di un dono fa parte della speranza. Dio è il fondamento della speranza – non un qualsiasi dio, ma quel Dio che possiede un volto umano e che ci ha amati sino alla fine (Gv 13, 1): ogni singolo e l'umanità nel suo insieme. Il suo regno non è un aldilà immaginario, posto in un futuro che non arriva mai; il suo regno è presente là dove Egli è amato e dove il suo amore ci raggiunge.


Respuesta  Mensaje 469 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 01/04/2011 02:58
Venerdì 1° Aprile 2011

Venerdì della III settimana di Quaresima
Meditazione del giorno
Concilio Vaticano II
Costituzione dogmatica sulla Chiesa, « Lumen gentium » §42 - Copyright © Libreria Editrice Vaticana

« Ogni cristiano è chiamato alla santità »

        « Dio è amore e chi rimane nell'amore, rimane in Dio e Dio in lui » (1 Gv 4,16). Dio ha diffuso il suo amore nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci fu dato (cfr. Rm 5,5); perciò il dono primo e più necessario è la carità, con la quale amiamo Dio sopra ogni cosa e il prossimo per amore di lui. Ma perché la carità, come buon seme, cresca e nidifichi (Mt 13,35), ogni fedele deve ascoltare volentieri la parola di Dio e con l'aiuto della sua grazia compiere con le opere la sua volontà, partecipare frequentemente ai sacramenti, soprattutto all'eucaristia, e alle azioni liturgiche; applicarsi costantemente alla preghiera, all'abnegazione di se stesso, all'attivo servizio dei fratelli e all'esercizio di tutte le virtù. La carità infatti, quale vincolo della perfezione e compimento della legge (cfr. Col 3,14; Rm 13,10), regola tutti i mezzi di santificazione, dà loro forma e li conduce al loro fine. Perciò il vero discepolo di Cristo è contrassegnato dalla carità verso Dio e verso il prossimo.


Respuesta  Mensaje 470 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 02/04/2011 02:40
Sabato 2 Aprile 2011

Sabato della III settimana di Quaresima
Meditazione del giorno
Santa Teresa del Bambin Gesù (1873-1897), carmelitana, dottore della Chiesa
Scritto autobiografico C, 36r°-v°

Con la fiducia e con l'amore

        Ecco la mia preghiera: chiedo a Gesù di attirarmi nel fuoco del suo amore, di unirmi a lui così strettamente che in me viva e agisca lui. Sento che, quanto più il fuoco dell'amore infiammerà il mio cuore, quanto più dirò: «Attirami», tanto più le anime che si avvicineranno a me (povero piccolo detrito di ferro inutile, se mi allontanassi dalla fornace divina) correranno anch'esse rapidamente all'effluvio dei profumi del loro Amato...

        Mia cara Madre, adesso vorrei dirle che cosa inten¬do per «effluvio dei profumi» dell'Amato. Poiché Gesù è sali¬to al cielo, posso seguire solo le tracce che egli ha lasciato, ma sono tracce così luminose, così profumate! Se appena do un'occhiata al santo Vangelo, respiro il profumo della vita di Gesù, e so da quale parte correre... Non mi slancio verso il primo posto, ma verso l'ultimo; invece di farmi avanti insieme col fariseo, ripeto, piena di fiducia, la preghiera umile del pub¬blicano, soprattutto seguo l'esempio della Maddalena. La sua audacia stupefacente, o piuttosto amorosa, che incanta il Cuore di Gesù, seduce il mio.

        Sì, lo sento, anche se avessi sulla coscienza tutti i peccati che si possono commettere, andrei, col cuore spezzato dal pentimento, a gettarmi tra le braccia di Gesù, poiché so quanto egli ami il figliuol prodigo che ritorna a lui. Non perché il Signore, nella sua misericordia prevenien¬te, ha preservato la mia anima dal peccato mortale, io m'innal¬zo a lui con la fiducia e con l'amore.


Respuesta  Mensaje 471 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 03/04/2011 03:32
Domenica 3 Aprile 2011

IV Domenica di Quaresima « Laetare » - Anno A
Meditazione del giorno
Sant'Ireneo di Lione (circa130-circa 208), vescovo, teologo e martire
Contro le eresie V,15,2-4 ; SC 153, 205-211

« Egli è immagine del Dio invisibile...; Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui » (Col 1,15-16)

        Agendo in favore del cieco nato, non semplicemente con una parola bensì con un'azione il Signore gli ha reso la vista. Non ha agito in questo modo senza ragione o per caso, ma per fare conoscere la Mano di Dio che, in principio, aveva plasmato l'uomo. Perciò quando i suoi discepoli gli hanno domandato per colpa di chi, sua o dei suoi genitori quest'uomo era nato cieco, il Signore ha dichiarato : « Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio ».  Queste « opere di Dio », sono prima la creazione dell'uomo. Infatti la Scrittura ce la descrive proprio come un'azione : « Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo » (Gen 2,7). Per questo il Signore sputò per terra, fece del fango con la saliva, e plasmò il fango sugli occhi del cieco. Mostrava così in quale modo ebbe luogo la creazione originale, e per coloro che erano in grado di capire, manifestava la Mano di Dio che aveva plasmato l'uomo con la polvere...

        E poiché, in questa carne plasmata in Adamo, l'uomo era caduto nella trasgressione e quindi aveva bisogno del lavacro di rigenerazione (Tt 3,5), il Signore ha detto al cieco nato, dopo aver spalmato il fango sui suoi occhi : « Va' a lavarti nella piscina di Sìloe ». Gli concedeva nello stesso tempo il rimodellare e la rigenerazione operata dal lavacro. Perciò, dopo essersi lavato, « tornò che ci vedeva », affinché potesse riconoscere colui che lo aveva rimodellato e imparasse allo stesso tempo chi fosse il Signore che gli aveva reso la vista...

        Così colui che, in principio, aveva plasmato Adamo e al quale il Padre aveva detto : « Facciamo l'uomo, a nostra immagine, a nostra somiglianza » (Gen 1,26), proprio lui, in persona si è manifestato agli uomini alla fine dei tempi e ha rimodellato gli occhi di questo discendente di Adamo.


Respuesta  Mensaje 472 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 04/04/2011 03:01
Lunedì 4 Aprile 2011

Lunedì della IV settimana di Quaresima
Meditazione del giorno
Baldovino di Ford ( ? - circa 1190), abate cistercense
Omelia sulla lettera agli Ebrei 4, 12 ; PL 204, 451-453

« Quell'uomo credette alla parola che gli era stata annunciata »

        « La parola di Dio è viva » (Eb 4, 12). Ecco quanto è grande la potenza e la sapienza racchiusa nella parola di Dio ! Il testo è altamente significativo per chi cerca Cristo, che è precisamente la parola, la potenza e la sapienza di Dio. Questa parola, fin dal principio coeterna col Padre, a suo tempo fu rivelata agli apostoli, e per mezzo di essi fu annunziata e accolta con umile fede dai popoli credenti...

        Questa parola di Dio è viva, e ad essa il Padre ha dato il potere di avere la vita in se stessa, né più né meno come il Padre ha la vita in se stesso (Gv 5, 26). Per cui il Verbo non solo è vivo, ma è anche vita, come egli stesso dice : « Io sono la via, la verità e la vita » (Gv 14, 6). È quindi vita, è vivo, e può dare la vita. Infatti « come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole » (Gv 5, 21). E dà la vita quando chiama il morto dal sepolcro e dice : « Lazzaro, vieni fuori ! » (Gv 11, 43). Quando questa parola viene predicata, il Cristo dona alla voce del predicatore, che si percepisce esteriormente, la virtù di operare interiormente, per cui i morti riacquistano la vita, e rinascono nella gioia dei figli di Abramo (Mt 3, 9). Questa parola è dunque viva nel cuore del Padre, viva sulla bocca del predicatore, viva nel cuore di chi crede e di chi ama.


Respuesta  Mensaje 473 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 05/04/2011 03:05
Martedì 5Aprile 2011

Martedì della IV settimana di Quaresima
Meditazione del giorno
San Massimo di Torino ( ? – circa 420), vescovo
Discorso per la Quaresima ; CC Sermon 50, 202-204 ; PL 57, 585A-586B

«  Vuoi guarire ? » La Quaresima conduce al battesimo

Leggiamo nell'Antico Testamento che al tempo di Noè, mentre l'intero genere umano era in preda al peccato, le cataratte del cielo si sono aperte e durante quaranta giorni, le piogge si sono abbattute ; simbolicamente, la terra ha ricevuto l'acqua per quaranta giorni. Più di un diluvio, si tratta di un battesimo. Infatti è proprio un battesimo che ha spazzato via l'iniquità dei peccatori e risparmiato la giustizia di Noè. Allo stesso modo, oggi il Signore ha dato anche a noi la Quaresima affinché, per lo stesso numero di giorni, si aprano i cieli per inondarci dell'acquazzone della misericordia divina. Una volta lavati, nelle acque salutari del battesimo, il sacramento ci illumina ; come in questi tempi, le acque spazzano via l'iniquità delle nostre colpe e rassodano la giustizia delle nostre virtù.

        La situazione di oggi è simile a quella del tempo di Noè. Il battesimo è diluvio per il peccatore e consacrazione per coloro che sono fedeli. Nel battesimo il Signore salva la giustizia e distrugge l'iniquità. Lo vediamo nell'esempio di un unico uomo ; l'apostolo Paolo, prima di essere stato purificato dai precetti spirituali, era persecutore e blasfemo. Una volta bagnato dalla pioggia celeste del battesimo, il bestemmiatore è morto, morto il persecutore, morto Saul ; allora nasce l'apostolo, il giusto, Paolo... Chiunque vivrà religiosamente la Quaresima e osserverà le prescrizioni del Signore vedrà morire in sè il peccato e vivere la grazia : egli succedendo, in un certo senso, a se stesso, muore in quanto peccatore, e vive come giusto.


Respuesta  Mensaje 474 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 06/04/2011 03:13
Mercoledì 6 Aprile 2011

Mercoledì della IV settimana di Quaresima
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorsi sul vangelo di Giovanni,  49, 1-3 ; CCL 36, 419-421

« Gesù grido a gran voce : Lazzaro, vieni fuori ! » (Gv 11,43)

        Fra tutti i miracoli compiuti da nostro Signore Gesù Cristo, quello della risurrezione di Lazzaro è forse il più strepitoso. Ma se consideriamo chi è colui che lo ha compiuto, la nostra gioia dovrà essere ancora più grande della meraviglia. Risuscitò un uomo colui che fece l'uomo; egli infatti è l'Unigenito del Padre, per mezzo del quale, come sapete, furon fatte tutte le cose (Gv 1,3). Ora, se per mezzo di lui furon fatte le cose, fa meraviglia che per mezzo di lui sia risuscitato uno, quando ogni giorno tanti nascono per mezzo di lui? ...

        Tu hai udito che il Signore Gesù risuscitò un morto: ciò ti basti per convincerti che, se avesse voluto , avrebbe potuto risuscitare tutti i morti. Del resto si è riservato di far questo alla fine del mondo; poiché « verrà l'ora in cui tutti quelli che sono nei sepolcri, udranno la sua voce e ne usciranno »; così dice colui che, come avete sentito, con un grande miracolo risuscitò uno che era morto da quattro giorni. Egli risuscitò un morto in decomposizione; ma benché in tale stato, quel cadavere conservava ancora la forma delle membra. Nell'ultimo giorno, ad un cenno, ricostituirà il corpo dalle ceneri. Ma bisognava che intanto compisse alcune cose, che a noi servissero come segni della sua potenza per credere in lui, e prepararci a quella risurrezione che sarà per la vita, non per il giudizio. E' in questo senso che egli ha detto: « Verrà l'ora in cui tutti quelli che sono nei sepolcri, udranno la sua voce e ne usciranno, quelli che hanno agito bene per la risurrezione della vita, quelli che hanno agito male per la risurrezione del giudizio » (Gv 5, 28-29)...

        Se però rivolgiamo la nostra attenzione ad opere di Cristo più meravigliose di questa ci rendiamo conto che ogni uomo che crede risorge; se poi riuscissimo a comprendere l'altro genere di morte molto più detestabile, (quello cioè spirituale), vedremmo come ognuno che pecca muore. Se non che tutti temono la morte del corpo, pochi quella dell'anima... Oh, se riuscissimo a spingere gli uomini, e noi stessi insieme con loro, ad amare la vita che dura in eterno almeno nella misura che gli uomini amano la vita che fugge!


Respuesta  Mensaje 475 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 07/04/2011 03:25
Giovedì 7 Aprile 2011

Giovedì della IV settimana di Quaresima
Meditazione del giorno
Sant'Efrem Siro (circa 306-373), diacono in Siria, dottore della Chiesa
Commento sul Diatèsaron, I, 18-19 ; SC 121, 52-53

« Voi scrutate le Scritture... ; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza »

        La parola del Signore è un albero di vita che, da ogni parte, ti porge dei frutti benedetti. Essa è come quella roccia aperta nel deserto, che divenne per ogni uomo da ogni parte, una bevanda spirituale. Essi mangiarono, dice l'Apostolo, un cibo spirituale e bevvero una bevanda spirituale (1 Cor 10,3 ; Es 17,1).

        Colui al quale tocca una di queste ricchezze non creda che non vi sia altro nella parola di Dio oltre a ciò che egli ha trovato. Si renda conto piuttosto che egli non è stato capace di scoprirvi se non una sola cosa fra molte altre. Dopo essersi arricchito della parola, non creda che questa venga da ciò impoverita. Incapace di esaurirne la ricchezza, renda grazie per l'immensità di essa. Rallégrati perché sei stato saziato, ma non rattristarti per il fatto che la ricchezza della parola ti supera.

        Colui che ha sete è lieto di bere, ma non si rattrista perché non riesce a prosciugare la fonte. È meglio che la fonte soddisfi la tua sete, piuttosto che la sete esaurisca la fonte. Se la tua sete è spenta senza che la fonte sia inaridita, potrai bervi di nuovo ogni volta che ne avrai bisogno. Se invece saziandoti seccassi la sorgente, la tua vittoria sarebbe la tua sciagura. Ringrazia per quanto hai ricevuto e non mormorare per ciò che resta inutilizzato. Quello che hai preso o portato via è cosa tua, ma quello che resta è ancora tua eredità.


Respuesta  Mensaje 476 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 08/04/2011 02:51
Venerdì 8 Aprile 2011

Venerdì della IV settimana di Quaresima
Meditazione del giorno
Origene (circa 185-253), sacerdote e teologo
Commento al vangelo di Giovanni, XIX, 12 ; PG 14, 548

« Nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora »

        Cercare Gesù è per lo più in vista di un bene, poiché è come cercare il Verbo, la verità e la sapienza. Direte però che le parole « cercare Gesù » sono a volte pronunciate riguardo a coloro che gli vogliono del male. Per esempio : « Cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora »... Egli sa da chi si allontana e accanto a chi rimane, anche quando non si è lasciato trovare, affinché cercandolo, lo troviamo nel momento favorevole. L'Apostolo Paolo dice a coloro che non possiedono ancora Gesù e non l'hanno ancora contemplato: «Non dire nel tuo cuore: Chi salirà al cielo? Questo significa farne discendere Cristo; oppure: Chi discenderà nell'abisso? Questo significa far risalire Cristo dai morti. Che dice dunque la Scrittura? Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore» (Rm 10, 6-8).

        Nel suo amore per gli uomini, quando il Signore dice: «Voi mi cercherete» (Gv 8,21), fa intravvedere le cose del Regno di Dio, affinché coloro che lo cercano non lo cerchino fuori da sè dicendo «Eccolo qui o: eccolo qua». Il Vangelo dice loro: «Il Regno di Dio è in mezzo a voi» (Lc 17,21). Finché teniamo il seme della verità deposto nella nostra anima, e i suoi comandamenti, il Verbo non si allontana da noi. Invece se il male si diffonde in noi per corromperci, ci dirà Gesù: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato» (Gv 8,21).


Respuesta  Mensaje 477 de 1110 en el tema 
De: Butterfy Enviado: 08/04/2011 07:38

Cristo è via alla luce, alla verità, alla vita

Dai «Trattati su Giovanni» di sant'Agostino, vescovo
(Tratt. 34, 8-9; CCL 36, 315-316)

Il Signore in maniera concisa ha detto: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8, 12), e con queste parole comanda una cosa e ne promette un'altra. Cerchiamo, dunque, di eseguire ciò che comanda, perché altrimenti saremmo impudenti e sfacciati nell'esigere quanto ha promesso, senza dire che, nel giudizio, ci sentiremmo rinfacciare: Hai fatto ciò che ti ho comandato, per poter ora chiedere ciò che ti ho promesso? Che cosa, dunque, hai comandato, o Signore nostro Dio? Ti risponderà: Che tu mi segua.
Hai domandato un consiglio di vita. Di quale vita, se non di quella di cui è stato detto: «E' in te la sorgente della vita»? (Sal 35, 10).
Dunque mettiamoci subito all'opera, seguiamo il Signore: spezziamo le catene che ci impediscono di seguirlo. Ma chi potrà spezzare tali catene, se non ci aiuta colui al quale fu detto: «Hai spezzato le mie catene»? (Sal 115, 16). Di lui un altro salmo dice: «Il Signore libera i prigionieri, il Signore rialza chi è caduto»(Sal 145, 7. 8).
Che cosa seguono quelli che sono stati liberati e rialzati, se non la luce dalla quale si sentono dire: «Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre»? (Gv 8, 12). Si, perché il Signore illumina i ciechi. O fratelli, ora i nostri occhi sono curati con il collirio della fede. Prima, infatti, mescolò la sua saliva con la terra, per ungere colui che era nato cieco. Anche noi siamo nati ciechi da Adamo e abbiamo bisogno di essere illuminati da lui. Egli mescolò la saliva con la terra: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14). Mescolò la saliva con la terra, perché era già stato predetto: «La verità germoglierà dalla terra» Sal 84, 12) ed egli dice: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14, 6). 
Godremo della verità, quando la vedremo faccia a faccia, perché anche questo ci viene promesso. Chi oserebbe, infatti, sperare ciò che Dio non si fosse degnato o di promettere o di dare? 
Vedremo faccia a faccia. L'Apostolo dice: Ora conosciamo in modo imperfetto; ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia (cfr. 1 Core 13, 12). E l'apostolo Giovanni nella sua lettera aggiunge: «Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che, quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è» (1 Gv 3, 2). Questa è la grande promessa.
Se lo ami, seguilo. Tu dici: Lo amo, ma per quale via devo seguirlo? Se il Signore tuo Dio ti avesse detto: Io sono la verità e la vita, tu, desiderando la verità e bramando la vita, cercheresti di sicuro la via per arrivare all'una e all'altra. Diresti a te stesso: gran cosa è la verità, gran bene è la vita: oh! se fosse possibile all'anima mia trovare il mezzo per arrivarci!
Tu cerchi la via? Ascolta il Signore che ti dice in primo luogo: Io sono la via. Prima di dirti dove devi andare, ha premesso per dove devi passare: «Io sono», disse «la via»! La via per arrivare dove? Alla verità e alla vita. Prima ti indica la via da prendere, poi il termine dove vuoi arrivare. «Io sono la via, Io sono la verità, Io sono la vita». Rimanendo presso il Padre, era verità e vita; rivestendosi della nostra carne, è diventato la via. 
Non ti vien detto: devi affaticarti a cercare la via per arrivare alla verità e alla vita; non ti vien detto questo. Pigro, alzati! La via stessa è venuta a te e ti ha svegliato dal sonno, se pure ti ha svegliato. Alzati e cammina!
Forse tu cerchi di camminare, ma non puoi perché ti dolgono i piedi. Per qual motivo ti dolgono? Perché hanno dovuto percorrere i duri sentieri imposti dai tuoi tirannici egoismi? Ma il Verbo di Dio ha guarito anche gli zoppi.
Tu replichi: Si, ho i piedi sani, ma non vedo la strada. Ebbene, sappi che egli ha illuminato perfino i ciechi.


Respuesta  Mensaje 478 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 09/04/2011 02:42
Sabato 9 Aprile 2011

Sabato della IV settimana di Quaresima
Meditazione del giorno
Giovanni Paolo II, papa dal 1978 al 2005
Lettera enciclica Dives in misericordia, cap. V,7- Copyright © Libreria Editrice Vaticana

«Questi è il Cristo!»

        Il significato vero e proprio della misericordia non consiste soltanto nello sguardo, fosse pure il più penetrante e compassionevole, rivolto verso il male...: la misericordia si manifesta nel suo aspetto vero e proprio quando rivaluta, promuove e trae il bene da tutte le forme di male esistenti nel mondo e nell'uomo. Così intesa, essa costituisce il contenuto fondamentale del messaggio messianico di Cristo... [Questo] messaggio messianico di Cristo e la sua attività fra gli uomini terminano con la croce e la risurrezione... La dimensione divina della redenzione consente di svelare la profondità di quell'amore che non indietreggia davanti allo straordinario sacrificio del Figlio, per appagare la fedeltà del Creatore e Padre nei riguardi degli uomini...

        Gli eventi del Venerdì santo e, prima ancora, la preghiera nel Getsemani introducono, in tutto il corso della rivelazione dell'amore e della misericordia, nella missione messianica di Cristo, un cambiamento fondamentale. Colui che «passò beneficando e risanando» e «curando ogni malattia e infermità» (At 10,38; Mt 9,35)sembra ora egli stesso meritare la più grande misericordia e richiamarsi alla misericordia, quando viene arrestato, oltraggiato, condannato, flagellato, coronato di spine, quando viene inchiodato alla croce e spira fra tormenti strazianti. È allora che merita particolarmente la misericordia dagli uomini che ha beneficato, e non la riceve. Perfino coloro che gli sono più vicini non sanno proteggerlo e strapparlo dalle mani degli oppressori. In questa tappa finale della missione messianica si adempiono in Cristo le parole dei profeti e soprattutto di Isaia, pronunciate riguardo al Servo di Jahvè: «Per le sue piaghe noi siamo stati guariti» (Is 53,5). [...]

        «Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore», scriverà san Paolo (2 Co 5,21), riassumendo in poche parole tutta la profondità del mistero della croce ed insieme la dimensione divina della realtà della redenzione. Proprio questa redenzione è l'ultima e definitiva rivelazione della santità di Dio, che è la pienezza assoluta della perfezione.



 


 


Respuesta  Mensaje 479 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 10/04/2011 03:27
Domenica 10 Aprile 2011

V Domenica di Quaresima - Anno A
Meditazione del giorno
San Giovanni Damasceno (circa 675-749), monaco, teologo, dottore della Chiesa
Triodo del Mattutino del Sabato di Lazzaro, Odi 6-9

« Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i giudei : Vedi come lo amava »

        Essendo tu Dio vero, conoscevi, Signore, il sonno di Lazzaro e l'hai predetto ai tuoi discepoli... Essendo nella carne, pur essendo senza limiti, vieni a Betania. Vero uomo, piangi su Lazzaro ; Vero Dio, risusciti con la tua sola volontà, questo morto di quattro giorni. Abbi pietà di me, Signore ; tante sono le mie trasgressioni. Sollevami dall'abisso dei mali, ti supplico. Verso di te ho gridato, ascoltami, Dio della mia salvezza.

        Piangendo sul tuo amico, nella tua compassione hai messo fine alle lacrime di Marta, e con la tua Passione volontaria, hai asciugato le lacrime su ogni volto del tuo popolo (Is 25, 8). « Benedetto il Signore, Dio dei padri nostri » (Esd 7,27). Custode della vita, hai chiamato un morto come se stesse dormendo. Con una parola, hai strappato il ventre degli inferi e hai risuscitato colui che si mise a cantare : « Benedetto il Signore, Dio dei padri nostri ». Rialza anche me, che sono strangolato dai legami dei miei peccati, affinché io canti : « Benedetto il Signore, Dio dei padri nostri »...

        Come segno di riconoscenza, Maria ti porta, Signore, un vaso di mirra, come fosse dovuto per suo fratello (Gv 12,3), e lei ti canta nei secoli. In quanto mortale, invochi il Padre ; in quanto Dio, svegli Lazzaro. Per questo ti cantiamo, o Cristo, nei secoli dei secoli... Svegli Lazzaro, un morto di quattro giorni ; lo fai risorgere dal sepolcro, designandolo così testimone veritiero della tua risurrezione il terzo giorno. Cammini, piangi, parli, mio Salvatore, mostrando la tua natura umana ; ma svegliando Lazzaro, riveli la tua natura divina. In modo indicibile, Signore, mio Salvatore, secondo le tue due nature, sovranamente, hai compiuto la mia salvezza.



Respuesta  Mensaje 480 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 11/04/2011 03:15
Lunedì 11 Aprile 2011

Lunedì della V settimana di Quaresima
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Commento al vangelo di Giovanni, 33, 5-8

« Neanch'io ti condanno ; va' e d'ora in poi non peccare più »

        « Uno dopo l'altro, tutti si ritirarono ». Rimasero soltanto loro due: la misera e la Misericordia. E il Signore, dopo averli colpiti con la freccia della giustizia, non si fermò a vederli cadere, ma, distolto lo sguardo da essi, « si rimise a scrivere in terra col dito ».

        Quella donna era dunque rimasta sola, poiché tutti se ne erano andati. Gesù levò gli occhi verso di lei. Abbiamo sentito la voce della giustizia, sentiamo ora la voce della mansuetudine... Essa si aspettava di essere colpita da colui nel quale non si poteva trovar peccato. Ma egli, che aveva respinto gli avversari di lei con la voce della giustizia, alzando verso di lei gli occhi della mansuetudine, le chiese: « Nessuno ti ha condannato? » Ella rispose: « Nessuno, Signore ». Ed egli: « Neppure io ti condanno », neppure io, dal quale forse hai temuto di esser condannata, non avendo trovato in me alcun peccato. « Neppure io ti condanno ».

        Come, Signore? Tu favorisci dunque il peccato? Assolutamente no. Ascoltate ciò che segue: « Va' e d'ora innanzi non peccare più ». Il Signore, quindi, condanna il peccato, ma non l'uomo... Ne tengano conto coloro che amano nel Signore la mansuetudine, e temano la verità... Il Signore è mansueto, il Signore è longanime, è misericordioso; ma è anche giusto, è anche verace (Sal 85,15). Ti dà il tempo di correggerti; ma tu fai assegnamento su questa dilazione, senza impegnarti a correggerti. Ieri sei stato cattivo? oggi sii buono. Anche oggi sei caduto nel male? almeno domani cambia.

        E' in questo senso che il Signore dice alla donna: « Neppure io ti condanno: non preoccuparti del passato, pensa al futuro. Neppure io ti condanno: ho distrutto ciò che hai fatto, osserva quanto ti ho comandato, così da ottenere quanto ti ho promesso ».




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