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Respuesta  Mensaje 1 de 1110 en el tema 
De: Enzo Claudio  (Mensaje original) Enviado: 30/11/2009 17:03

Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:

Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!

Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.

Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?

Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?

Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?

Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:

"Signore, non cessare di amarci, mai"



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Respuesta  Mensaje 391 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 13/01/2011 04:03
Giovedì 13 Gennaio 2011
 
Giovedì della I settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 1,40-45
Meditazione del giorno
Odi di Salomone (testo cristiano ebraico del 2o secolo)
N° 21 et 25

 

«Allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto »

Ho alzato le mani al cielo, verso la grazia del Signore.
Egli ha gettato lontano da me le mie catene.
Il mio protettore mi ha innalzato secondo la sua grazia e la sua salvezza.
Mi sono spogliato dell’oscurità e ho rivestito la luce ;
le mie membra non provano più né pena, né angoscia, né dolore.
Il pensiero del Signore mi ha soccorso ;
la sua luce mi ha esaltato ;
ho camminato alla sua presenza ;
mi avvicinerò a lui lodandolo e glorificandolo.
Il mio cuore ha traboccato, ha pervaso la mia bocca,
ha sgorgato sulle mie labbra.
La gioia del Signore e la sua lode illuminano il mio viso.
Alleluia !

Sono scappato dalle mie catene, e sono fuggito verso di te, o mio Dio !
Sei stato la mia destra, la mia salvezza e il mio aiuto.
Hai contenuto coloro che insorgevano contro di me e sono scomparsi.
Il tuo volto è stato con me e la tua grazia mi ha salvato.
Ero disprezzato e riprovato agli occhi della moltitudine.
Mi hai dato forza e soccorso.
Hai posto la luce alla mia destra e alla mia sinistra.
Tutto in me sia luce !
Ho rivestito l’abito del tuo Spirito,
e mi hai spogliato della tunica di pelli (Gen 3, 21).
La tua destra mi ha innalzato e ha cacciato lontano da me la malattia.
La tua verità mi ha irrobustito e la tua giustizia mi ha santificato.
Sono stato giustificato dal tuo amore dolcissimo,
e il tuo riposo è per me nei secoli dei secoli !
Alleluia !




Respuesta  Mensaje 392 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 14/01/2011 03:54
Venerdì 14 Gennaio 2011
 
Venerdì della I settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 2,1-12
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Esposizione sul salmo 36, no. 3, §3

 

« Si recarono da lui con un paralitico »

        Possiamo, fratelli, sollevare costui che ha perduto in tutte le sue membra interiori la facoltà di compiere opere buone, quasi fosse un paralitico, e aprire il tetto di questa Scrittura, e presentarlo al Signore?

Io intravvedo un certo paralitico nell'anima. E vedo questo tetto (della Scrittura), e sotto il tetto riconosco Cristo nascosto. Farò, per quanto posso, ciò che si loda in coloro che, aperto il tetto, presentarono a Cristo il paralitico, affinché Egli gli dicesse: « Confida, figlio, ti sono rimessi i tuoi peccati ». Perché così salvò l'uomo interiore dalla paralisi, rimettendo i peccati, e rinsaldando la fede.

        Ma vi erano là uomini che non avevano occhi capaci di vedere che il paralitico interiore era già guarito, e credettero che il Medico che lo curava bestemmiasse. « Chi è questi - dicono - che rimette i peccati? Costui bestemmia. Chi può rimettere i peccati, se non il solo Dio? » E poiché egli era Dio, intendeva ciò che essi pensavano. Pensavano queste cose di Dio, ma non vedevano il Dio presente. Compì allora quel medico qualcosa anche nel corpo del paralitico, in modo da risanare l'interiore paralisi di coloro che tali cose avevano detto. Compì cose che essi potessero vedere, e dette loro modo di credere.

        Orsù, chiunque tu sia, tanto infermo e debole di cuore da attenerti agli esempi umani e voler perciò rinunziare alle opere buone, ed essere come colpito da una interiore paralisi, fatti forza per vedere se possiamo, aperto questo tetto, presentarti al Signore.




Respuesta  Mensaje 393 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 15/01/2011 04:55
Sabato 15 Gennaio 2011
 
Sabato della I settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 2,13-17
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Confessioni, X, 27

 

« Egli, alzatosi, lo seguì »

        Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace.

        Quando mi sarò unito a te con tutto me stesso, non esisterà per me dolore e pena dovunque. Sarà vera vita la mia vita, tutta piena di te. Tu sollevi chi riempi; io ora, non essendo pieno di te, sono un peso per me... le mie afflizioni maligne contrastano le mie gioie oneste, e non so da quale parte stia la vittoria. Ahimè, Signore, abbi pietà di me! Ahimè! Vedi che non nascondo le mie piaghe. Tu sei medico, io sono malato; tu sei misericordioso, io sono misero.


Respuesta  Mensaje 394 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 16/01/2011 05:05
Domenica 16 Gennaio 2011
 
II Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno A : Jn 1,29-34
Meditazione del giorno
J. B. Bossuet (1627-1704), vescovo di Meaux
Meditazioni sui misteri ; 24a settimana ;  2a  meditazione

 

«Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo»

        Guardatelo, l'Agnello di Dio, visto in spirito da Isaia quando lo rappresentò come « l'agnello che si lascia tosare », anzi scuoiare , per così dire, e « immolare, senza aprire bocca » (Is 53,7) ; Geremia lo vedeva, e lo rappresentava nella propria persona, quando disse : « Ero come un agnello mansueto che viene portato al macello » (11,19). Ecco l'Agnello mansueto, semplice, paziente, senza artificio, senza inganno, che verrà immolato per tutti i peccatori. Già è stato immolato in figura, e si può dire in verità che « è stato ucciso e messo a morte fin dalla fondazione del mondo » (Ap 13,8 volg).

        È stato massacrato in Abele il giusto ; quando Abramo volle sacrificare suo figlio, cominciò in figura ciò che si sarebbe compiuto in Gesù Cristo. Vediamo anche adempiersi in lui ciò che cominciarono i fratelli di Giuseppe : Gesù è stato odiato, perseguitato, inseguito e condannato a morte dai suoi fratelli ; nella persona di Giuseppe è stato venduto, gettato in una cisterna, cioè consegnato alla morte. È andato con Geremia nel lago profondo, con i fanciulli nella fornace, con Daniele nella fossa dei leoni. È stato lui immolato in Spirito in tutti i sacrifici. Era presente nel sacrificio che Noè offrì uscendo dall'arca, quando vide nell'arcobaleno, il sacramento della pace ; era nei sacrifici che i patriarchi offrirono sui monti ; in quelli che Mosè e tutta la Legge offrirono nel tabernacolo e in seguito nel Tempio : essendo stato incessantemente immolato in figura, viene ora per essere immolato in verità.>




Respuesta  Mensaje 395 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 17/01/2011 04:31
Lunedì 17 Gennaio 2011
 
Lunedì della II settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 2,18-22
Meditazione del giorno
Giovanni Paolo II, papa dal 1978 al 2005
Lettera Apostolica « Mulieris Dignitatem », § 23, 26 - Copyright © Libreria Editrice Vaticana

 

La Chiesa – Sposa di Cristo

        Un'importanza fondamentale hanno le parole della Lettera agli Efesini: «E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga (...) Per questo, l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna, e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!» (5, 25-32)...

        Il Mistero pasquale rivela fino in fondo l'amore sponsale di Dio. Cristo è lo Sposo perché «ha dato se stesso»: il suo corpo è stato «dato», il suo sangue è stato «versato» (cf. Lc 22, 19-20). In questo modo «amò sino alla fine» (Gv 13, 1). Il «dono sincero», contenuto nel sacrificio della Croce, fa risaltare in modo definitivo il senso sponsale dell'amore di Dio. Cristo è lo Sposo della Chiesa, come redentore del mondo. (...)L'Eucaristia rende presente e in modo sacramentale realizza di nuovo l'atto redentore di Cristo, che «crea» la Chiesa suo corpo. Con questo «corpo» Cristo è unito come lo sposo con la sposa. Tutto questo è contenuto nella Lettera agli Efesini. Nel «grande mistero» di Cristo e della Chiesa viene introdotta la perenne «unità dei due», costituita sin dal «principio» tra uomo e donna.




Respuesta  Mensaje 396 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 18/01/2011 04:07
Martedì 18 Gennaio 2011
 
Martedì della II settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 2,23-28
Meditazione del giorno
Sant'Afraate (?-circa 345), monaco e vescovo a Nìnive, nell'Iraq attuale
dimostrazioni, n°13, 1-2.13 ; SC 359, 589

 

Il signore del sabato

        Per mezzo di Mosè suo servo, il Signore ha domandato ai figli di Israele di osservare il sabato. Disse loro: « Sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore» (Es 20,9)... Li avvertì: «Non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame». Aggiunse anche: «Perché possano goder quiete il tuo bue e il tuo asino e possano respirare i figli della tua schiava e il forestiero» (Es 23,12)... Il sabato non è stato imposto come una prova, una scelta da operare fra la vita e la morte, fra la giustizia e il peccato come gli altri precetti secondo  i quali l'uomo può vivere o morire. No, il sabato, a suo tempo è stato dato al popolo in vista del riposo – sia degli uomini che degli animali...

        Ascoltate ora quale è il sabato gradito al Signore. L'ha detto Isaia: «Fate riposare lo stanco» (28,12). E altrove: «Quanti si guardano dal profanare il sabato, restano fermi alla mia alleanza» (56,4)... Il sabato non approfitta affatto ai cattivi, agli assassini, ai ladri. Dio invece abita in coloro che scelgono quello che piace a Dio e non commettono il male; in essi Dio fa la sua dimora secondo la sua parola: «Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò» (Lv 26,12; 2 Cor 6,16)... Noi dunque, custodiamo fedelmente il sabato di Dio, cioè quello che piace al suo cuore. Così entreremo nel sabato del grande riposo, il sabato del cielo e della terra in cui ogni creatura si riposerà.




Respuesta  Mensaje 397 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 19/01/2011 04:05
Mercoledì 19 Gennaio 2011
 
Mercoledì della II settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 3,1-6
Meditazione del giorno
Sant'Ilario di Poitiers (circa 315-367), vescovo, dottore della Chiesa
Trattato sui Salmi 91,3 ; PL 9,495

 

« Ogni giorno, ogni cosa viene creata dal Figlio »

        Il giorno del sabato, era prescritto a tutti, nessuno escluso, di non fare alcun lavoro e di riposarsi nell'inattività. Come dunque il Signore ha potuto trascurare il sabato ? ... In verità, grandi sono le opere di Dio : Tiene il cielo nelle sue mani, dà la luce al sole e agli altri astri, fa crescere le piante della terra, mantiene l'uomo in vita... Si, tutto esiste e dura nel cielo e sulla terra per la volontà di Dio Padre ; tutto viene da Dio e tutto esiste per mezzo del Figlio. Egli è infatti il capo e il principio di tutto. In lui tutto è stato fatto. E dalla sua pienezza, secondo l'iniziativa della sua eterna potenza, ha creato ogni cosa.

        Ora, se Cristo agisce in tutto, è necessariamente mediante l'azione di Colui che agisce in Cristo. Perciò è detto : « Il Padre mio opera sempre e anch'io opero » (Gv 5, 17). Infatti tutto ciò che viene fatto da Cristo, il Figlio di Dio abitato da Dio Padre, è opera del Padre. Perciò, ogni giorno, ogni cosa viene creata dal Figlio, perché tutto ciò che viene fatto dal Padre, è fatto per mezzo del Figlio. Quindi, l'azione del Figlio è di ogni giorno ; e, secondo me, i principi della vita, le forme dei corpi, lo sviluppo e la crescita degli esseri viventi manifestano questa opera.




Respuesta  Mensaje 398 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 20/01/2011 04:35
Giovedì 20 Gennaio 2011
 
Giovedì della II settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 3,7-12
Meditazione del giorno
Giovanni Cassiano (circa 360-435), fondatore di un monastero a Marsiglia
Conferenza 13

 

« Dalla Galilea, dalla Giudea, dall'Idumea e da Tiro e Sidone, » « venite a me voi tutti »

        Dio non ha creato l'uomo perché si perdesse, bensì perché vivesse in eterno ; questo disegno rimane immutabile... Infatti, « Egli vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità » (1 Tm 2, 4). Questa è la volontà del Padre vostro celeste, dice Gesù, « che non si perda neanche uno solo di questi piccoli » (Mt 18, 14). E altrove sta scritto : « Dio non vuole che alcuna anima perisca ; usa pazienza affinché tutti abbiano modo si pentirsi » (2 Sm 14, 14 ; 2 Pt 3, 9). Dio è veritiero ; non mentisce quando dichiara sotto giuramento : « Com'è vero ch'io vivo, io non godo della morte dell'empio, ma che l'empio desista dalla sua condotta e viva » (Ez 33, 11).

        Possiamo allora pensare, senza commettere un sacrilegio enorme, che egli voglia la salvezza soltanto di alcuni, e non di tutti in generale ? Chiunque si perda, si perde contro la volontà di Dio. Ogni giorno egli grida verso di lui : « Convertitevi dalla vostra condotta perversa ! Perché volete perire, o casa d'Iraele ? » (Ez 33, 11). E di nuovo, insiste : « Perché allora questo popolo si ribella con continua ribellione ? Hanno indurito la faccia più di una rupe, non vogliono convertirsi » (Ger 8, 5 ; 5, 3).  Quindi la grazia di Cristo è sempre a vostra disposizione. Poiché egli vuole che tutti gli uomini siano salvati, li chiama tutti, nessuno escluso. « Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò » (Mt 11, 28).




Respuesta  Mensaje 399 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 21/01/2011 04:59
Venerdì 21 Gennaio 2011
 
Venerdì della II settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 3,13-19
Meditazione del giorno
Santa Teresa del Bambin Gesù (1873-1897), carmelitana, dottore della Chiesa
MS A,2 r°-v°

 

Il mistero della vocazione

        Farò un'unica cosa : comincerò a cantare ciò che devo dire in eterno – « le misericordie del Signore ! » – (Sal 88, 1) ... Aperto il Santo Vangelo, i miei occhi hanno trovato queste parole : « Gesù salito sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono a lui ». È proprio questo il mistero della mia vocazione, anzi di tutta la mia vita e innanzitutto il mistero dei privilegi di Gesù per la mia anima. Egli non chiama a sé quelli che ne sono degni, ma quelli che egli vuole, oppure, come dice san Paolo : « Dio usa misericordia con chi vuole, e ha pietà di chi vuole. Quindi non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell'uomo, ma da Dio che usa misericordia » (Rm 9, 15-16).

        A lungo mi sono chiesta come mai il buon Dio avesse preferenze, come mai tutte le anime non ricevessero lo stesso grado di grazie. Mi stupiva vederlo prodigare favori straordinari ai santi che pur l'avevano offeso, come san Paolo o sant'Agostino, i quali, per così dire, erano costretti a ricevere le sue grazie, oppure leggendo la vita dei santi che Nostro Signore ha voluto accarezzare dalla culla alla tomba, senza lasciare sulla loro strada alcun ostacolo che impedisse loro di alzarsi verso di lui... Gesù si è degnato di istruirmi in questo mistero. Ha messo davanti ai miei occhi il libro della natura e ho capito che tutti questi fiori che egli ha creati sono belli... Ha voluto creare i grandi santi che possono essere paragonati ai gigli e alle rose ; ma ne ha creati anche dei più piccoli e questi devono contentarsi di essere margheritine o violette destinate a rallegrare gli sguardi del buon Dio quando egli li abbassa ai suoi piedi. La perfezione consiste nel fare la sua volontà, nell'essere ciò che egli vuole che siamo.




Respuesta  Mensaje 400 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 22/01/2011 04:34
Sabato 22 Gennaio 2011
 
Sabato della II settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 3,20-21
Meditazione del giorno
San Tommaso d'Aquino (1225-1274), teologo domenicano, dottore della Chiesa
Opuscolo nella festa del Corpo del Signore (trad. dal breviario)

 

Gesù si dona totalmente fino a farsi cibo per noi

        L'Unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi da uomini dèi. Tutto quello che assunse, lo valorizzò per la nostra salvezza. Offrì infatti a Dio Padre il suo corpo come vittima sullìaltare della croce per la nostra riconciliazione. Sparse il suo sangue facendolo valere come prezzo e come lavacro, perché, redenti dalla umiliante schiavitù, fossimo purificati da tutti i peccati.

        Perché rimanesse in noi, infine, un costante ricordo di così grande beneficio, lasciò ai suoi fedeli il suo corpo in cibo e il suo sangue como bevanda, sotto le specie del pane e del vino... Che cosa mai vi può essere di più prezioso? Non ci vengono imbandite le carni dei vitelli e dei capri, como nella legge antica, ma ci viene dato in cibo Cristo, vero Dio. Che cosa di più sublime di questo sacramento?... Nessuno può esprimere la soavità di questo sacramento. Per mezzo di esso si gusta la dolcezza spirituale nella sua stessa fonte e si fa memoria di quella altissima carità, che Cristo ha dimostrato nella sua passione.

        Egli istituì l'Eucaristia nell'ultima cena, quando, celebrata la Pasqua con i suoi discepoli, stava per passare dal mondo al Padre. L'Eucaristia è il memoriale della passione, il compimento delle figure dell'Antica Alleanza, la più grande di tutte le meraviglie operate dal Cristo, mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini.




Respuesta  Mensaje 401 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 23/01/2011 04:32
Domenica 23 Gennaio 2011
 
III Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno A : Mt 4,12-23
Meditazione del giorno
Lanspergo il Certosino (1489-1539), religioso, teologo
Discorsi,  5 ; Opera omnia, 3, 315-317

 

«Il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce» (Is 9,1)

        Fratelli, nessuno ignora che tutti siamo nati nelle tenebre e vi siamo vissuti per un tempo. Facciamo però in modo di non rimanervi, ora che è sorto per noi il sole di giustizia (Ml 3, 20)...

        Cristo è venuto « per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace » (Lc1,79). Di quali tenebre parliamo ? Quanto si trova nell'intelligenza, la volontà, la memoria e non è Dio, né ha la sua origine in Dio, cioè quanto in noi non è per la gloria di Dio e fa come uno schermo fra Dio e l'anima, è tenebra... Perciò Cristo avendo in lui la luce, l'ha portata a noi, perché potessimo vedere i nostri peccati e odiare le nostre tenebre. Veramente, la povertà che egli ha scelta quando non ha trovato posto nell'albergo è proprio per noi la luce nella quale possiamo fin d'ora conoscere la beatitudine dei poveri in spirito, ai quali appartiene il Regno di Dio (Mt 5,3).

        L'amore che Cristo ha dimostrato consacrandosi alla nostra istruzione e esponendosi a sopportare per noi le prove, l'esilio, la persecuzione, le ferite e la morte di croce, quell'amore che infine l'ha condotto a pregare per i suoi carnefici, è per noi la luce per mezzo della quale possiamo imparare anche noi ad amare i nostri nemici.




Respuesta  Mensaje 402 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 24/01/2011 03:50
Lunedì 24 Gennaio 2011
 
Lunedì della III settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 3,22-30
Meditazione del giorno
Isacco della Stella (? - circa 1171), monaco cistercense
Discorsi,  39,2-6 ; SC 207, 321

 

L'invidia : una bestemmia contro lo Spirito

        « Scaccia i demoni per mezzo del principe dei demòni »... È una particolarità propria ai caratteri pervertiti e spinti dallo spirito di invidia, chiudere gli occhi, per quanto sia possibile, sul merito altrui e quando, vinti dall'evidenza, non lo possono più, disprezzarlo o travisarlo. Così ogni volta che la folla esulta nella devozione e si meraviglia alla vista delle opere di Cristo, gli scribi e i farisei chiudono gli occhi a quello che pur sappiano vero o abbassano ciò che è grande, o travisano ciò che è buono. Una volta, per esempio, facendo finta di non conoscerlo, dicono all'autore di tanti segni meravigliosi : « Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti ? » (Gv 6,30). In questo, non potendo negare il fatto con impudenza, lo disprezzano con cattiveria, chiedendo un segno dal cielo, come se quel segno fosse terreno e basso, e lo travisano dicendo : « Scaccia i demoni per mezzo di Beelzebùl, il principe dei demoni ».

        Ecco, carissimi, quella bestemmia contro lo Spirito che lega coloro che ha presi con le catene di una colpevolezza eterna. Non è che sia rifiutato al penitente il perdono di tutto, se fa opere degne della conversione (Lc 3,8). Soltanto che, schiacciato sotto un tale peso di malizia, non ha la forza di aspirare a quella degna penitenza che attira il perdono. In virtù di un profondo e giusto giudizio di Dio, colui che, mentre percepisce con evidenza in suo fratello la grazia e l'opera dello Spirito Santo, non potendo negarla e stimolato dall'invidia, non teme di travisare e di calunniare e di attribuire con impudenza allo spirito cattivo ciò che sa appartenere allo Spirito Santo, questi è così abbandonato dallo Spirito di grazia, al quale fa questo affronto, che ormai, oscurato e accecato dalla propria malizia, non accetta più la penitenza che gli otterebbe il perdono. Cosa di più grave infatti che osare, per invidia per un fratello che abbiamo ricevuto l'ordine di amare come noi stessi, bestemmiare la bontà di Dio che dobbiamo amare più che noi stessi e insultare la maestà di Dio, volendo disprezzare  un uomo ?




Respuesta  Mensaje 403 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 25/01/2011 04:18
Martedì 25 Gennaio 2011
 
LA CONVERSIONE DI S. PAOLO APOSTOLO (festa) : Mc 16,15-18
Meditazione del giorno
San Cirillo di Gerusalemme (313-350), vescovo di Gerusalemme, dottore della Chiesa
Catechesi 10

 

« Costui non è quel tale che ci perseguitava ? » (At 9,21)

        « Noi non predichiamo noi stessi ; ma Cristo Gesù Signore ; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù » (2 Cor 4,5). Chi è dunque questo testimone che annunzia Cristo ? Proprio colui che prima lo perseguitava. Grande meraviglia ! Il persecutore di prima, eccolo che annunzia Cristo. Perché ? Sarà forse stato comprato ? Ma nessuno avrebbe potuto convincerlo in tal modo. Forse la vista di Cristo su questa terra l'avrebbe accecato ? Gesù era già salito in cielo. Saul era uscito da Gerusalemme per perseguitare la Chiesa di Cristo e, tre giorni dopo, a Damasco, il persecutore è divenuto predicatore. Sotto quale influenza ? Altri citano come testimone in favore dei loro amici, gente della loro parte. Io, invece, ti ho dato come testimone uno che prima era nemico.

        Dubiti ancora ? Grande è la testimonianza di Pietro e Giovanni ma... erano proprio della casa. Quando il testimone, un uomo che dopo morrà per causa di Cristo, è colui che prima era nemico, chi potrebbe ancora dubitare del valore della sua testimonianza ? Io sono proprio in ammirazione davanti al piano dello Spirito... : Concede a Paolo che era persecutore, di scrivere le sue quattordici lettere... Siccome non si potrebbe contestare il suo insegnamento, ha concesso a colui che era prima il nemico e il persecutore di scrivere più di Pietro e Giovanni. In questo modo, la fede di noi tutti può essere consolidata. Riguardo a Paolo infatti, tutti si meravigliavano e dicevano : « Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro di noi, ed era venuto qua precisamente per condurci in catene ? » (At 9,21) Non meravigliatevi, dice Paolo. Lo so bene, « duro è per me ricalcitrare contro il pungolo » (At 26,14). « Non sono degno neppure di essere chiamato apostolo » (1 Cor 15,9) ; « mi è stata usata misericordia perché agivo senza saperlo » ... « La grazia del Signore nostro ha sovrabbondato » (1 Tm 1,13-14).




Respuesta  Mensaje 404 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 26/01/2011 04:17
Mercoledì 26 Gennaio 2011
 
Santi Timoteo e Tito, vescovi, memoria : Lc 10,1-9
Meditazione del giorno
Catechismo della Chiesa cattolica
§ 863-865 © Libreria Editrice Vaticana

 

Timoteo e Tito successori degli Apostoli

        Tutta la Chiesa è apostolica in quanto rimane in comunione di fede e di vita con la sua origine attraverso i successori di san Pietro e degli Apostoli. Tutta la Chiesa è apostolica, in quanto è « inviata » in tutto il mondo; tutti i membri della Chiesa, sia pure in modi diversi, partecipano a questa missione. « La vocazione cristiana infatti è per sua natura anche vocazione all'apostolato ». Si chiama « apostolato » « tutta l'attività del corpo mistico » ordinata alla « diffusione del regno di Cristo su tutta la terra » (Concilio Vaticano II : AA2).

        « Siccome la fonte e l'origine di tutto l'apostolato della Chiesa è Cristo, mandato dal Padre, è evidente che la fecondità dell'apostolato », sia quello dei ministri ordinati sia quello « dei laici, dipende dalla loro unione vitale con Cristo ». Secondo le vocazioni, le esigenze dei tempi, i vari doni dello Spirito Santo, l'apostolato assume le forme più diverse. Ma la carità, attinta soprattutto nell'Eucaristia, rimane sempre « come l'anima di tutto l'apostolato » (Concilio Vaticano II : AA3).

        La Chiesa è una, santa, cattolica e apostolica nella sua identità profonda e ultima, perché in essa già esiste e si compirà alla fine dei tempi « il regno dei cieli », « il regno di Dio », che è venuto nella persona di Cristo e che misteriosamente cresce nel cuore di coloro che a lui sono incorporati, fino alla sua piena manifestazione escatologica. Allora tutti gli uomini da lui redenti, in lui resi « santi e immacolati al cospetto » di Dio « nella carità », (Ef 1,4) saranno riuniti come l'unico popolo di Dio, « la Sposa dell'Agnello » , « la Città santa » che scende « dal
cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio »; e « le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici Apostoli dell'Agnello » (Ap 21,9-11.14).




Respuesta  Mensaje 405 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 27/01/2011 04:03
Giovedì 27 Gennaio 2011
 
Giovedì della III settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 4,21-25
Meditazione del giorno
Paolo VI, papa dal 1978 al 2005
Esortazione apostolica « Evangelii nuntiandi », § 80 - Copyright © Libreria Editrice Vaticana

 

La lampada sul lucerniere

        Il nostro appello a evangelizzare oggi può ispirarsi al fervore dei più grandi predicatori ed evangelizzatori, la cui vita fu dedicata all'apostolato. (...) Essi hanno saputo superare tanti ostacoli alla evangelizzazione. Tra tali ostacoli, che sono anche dei nostri tempi, Noi ci limiteremo a segnalare la mancanza di fervore, tanto più grave perché nasce dal di dentro; essa si manifesta nella negligenza e soprattutto nella mancanza di gioia e di speranza. Noi, pertanto, esortiamo tutti quelli che hanno, a qualche titolo e a qualche livello, il compito dell'evangelizzazione ad alimentare il fervore dello spirito. (...)

         Conserviamo dunque il fervore dello spirito. Conserviamo la dolce e confortante gioia d'evangelizzare, anche quando occorre seminare nelle lacrime (Ps 125,5). Sia questo per noi - come lo fu per Giovanni Battista, per Pietro e Paolo, per gli altri Apostoli, per una moltitudine di straordinari evangelizzatori lungo il corso della storia della Chiesa - uno slancio interiore che nessuno, né alcuna cosa potrà spegnere. Sia questa la grande gioia del1e nostre vite impegnate. Possa il mondo del nostro tempo, che cerca ora nell'angoscia, ora nella speranza, ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo, la cui vita irradii fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo, e accettino di mettere in gioco la propria vita affinché il Regno sia annunziato e la Chiesa sia impiantata nel cuore del mondo.





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