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Respuesta  Mensaje 1 de 1110 en el tema 
De: Enzo Claudio  (Mensaje original) Enviado: 30/11/2009 17:03

Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:

Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!

Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.

Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?

Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?

Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?

Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:

"Signore, non cessare di amarci, mai"



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Respuesta  Mensaje 376 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 29/12/2010 04:27
Mercoledì 29 Dicembre 2010
 
V giorno fra l'Ottava di Natale : Lc 2,22-35
Meditazione del giorno
Sant'Ignazio d'Antiochia (? - circa 110), vescovo et martire
Lettera ai Romani, 5-7

 

« Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace  »

        Ora comincio a essere discepolo. Nessuna cosa visibile né invisibile m'impedisca di raggiungere Gesù Cristo... I più crudeli tormenti vengano su di me, purché io raggiunga Gesù Cristo ! A nulla mi servirebbero tutti i piaceri del mondo né i regni di quaggiù. È meglio per me morire in Cristo Gesù che regnare sino ai confini della terra. Lui cerco, che morì per noi ; lui voglio, che per noi è risorto.

        Sto per essere generato di nuovo... Lasciatemi raggiungere la pura luce : là sarò veramente uomo. Lasciatemi essere imitatore della passione del mio Dio... Il mio amore è stato crocifisso, e non vi è più in me un fuoco di concupiscenza terrena, ma un'acqua viva che mormora in me e dall'intimo mi dice : « Vieni al Padre ! » Non gusto più il cibo corruttibile né i piaceri di questo mondo. Voglio il pane di Dio, che è la carne di Gesù Cristo della stirpe di Davide ; ho sete del suo sangue, che è amore incorruttibile.


Respuesta  Mensaje 377 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 30/12/2010 04:19
Giovedì 30 Dicembre 2010
 
VI giorno fra l'Ottava di Natale : Lc 2,36-40
Meditazione del giorno
San Bernardo (1091-1153), monaco cistercense e dottore della Chiesa
Discorsi sul Cantico dei cantici, 2, §8

 

« Parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme  »

        O Ramo di Iesse, tu che sei un segno per i popoli (Is 11, 10), quanti re e profeti hanno desiderato vedere te, ma non ti videro (Lc 10,24). Beato colui che nella sua vecchiaia è stato colmato del dono divino di vederti (Lc 2,30). Esultò nella speranza di vedere il segno, lo vide e se ne rallegrò (Gv 8, 56). Ricevuto il bacio di pace, ha lasciato questo mondo, con la pace nel cuore, dopo aver proclamato che Gesù è nato per essere segno di contraddizione. E questo è quanto successe : appena apparso, il segno di pace è stato contraddetto – da coloro però che odiano la pace. Infatti egli è la pace per gli uomini di buona volontà (Lc 2, 14), invece, per coloro che sono male intenzionati, è una pietra d'inciampo (Lc 2, 34). Erode si turbò, insieme a tutta Gerusalemme. Il Signore venne fra la sua gente, « ma i suoi non l'hanno accolto » (Gv 1,11). Beati i poveri pastori che, vegliando nella notte, sono stati ritenuti degni di vedere questo segno !

        In quel tempo, già, egli si teneva nascosto a coloro che pretendevano essere saggi e prudenti, ma si rivelava agli umili (Mt 11,25). Ai pastori, l'angelo disse : « Questo per voi il segno » (Lc 2,12). Esso è per voi, gli umili e gli ubbidienti, per voi che non vi gloriate di scienza superba, ma vegliate giorno e notte meditando la legge di Dio (Sal 1,2). Ecco il segno per voi ! Quello promesso dagli angeli, richiamato dai popoli, predetto dai profetti ; ora Dio l'ha fatto e ve lo mostra...

        Questo dunque il segno per voi, ma segno di che cosa ? Segno di perdono, di grazia, di pace, una pace che non avrà fine (Is 9,6). « Questo per voi il segno : un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia ». Ma Dio è in lui, riconciliando a sé il mondo... È il bacio di Dio, il mediatore fra Dio e gli uomini (1Tm 2,5), Gesù uomo e Cristo, che vive e regna per i secoli.




Respuesta  Mensaje 378 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 31/12/2010 04:52
Venerdì 31 Dicembre 2010
 
VII giorno fra l'Ottava di Natale : Jn 1,1-18
Meditazione del giorno
Beato Guerrico d’Igny (circa 1080-1157), abate cistercense
Discorsi per il giorno di Natale, 5, 1-2 ; SC 166, 223-226

 

« Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, e noi vedemmo la sua gloria »

Siamo tutti riuniti, fratelli, per ascoltare la Parola di Dio. Eppure Dio ci ha preparato qualcosa di migliore : ci viene donato oggi, non soltanto di ascoltare, ma pure di vedere il Verbo di Dio, purché noi « andiamo fino a Betlemme e vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere » (Lc 2,15)…

Se è vero che « la fede dipende di ciò che ascoltiamo » (Rm 10,17), Dio sa che essa dipende più direttamente e più rapidamente da ciò che vediamo, come ce lo insegna l’esempio di Tommaso… Dio, volendo accondiscendere alla nostra ottusità, oggi ha reso visibile per noi il suo Verbo, che aveva prima reso udibile. Anzi, l’ha reso palpabile, al punto che alcuni tra noi hanno potuto dire : « Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita » (1 Gv 1,1)…

Se quindi si trova fra di noi un fratello che soffre di languore spirituale, non voglio che i suoi orecchi si affatichino più a lungo nell’ascoltare la mia povera parola. Che si rechi a Betlemme, e là, contempli colui « nel quale gli angeli desiderano fissare lo sguardo » (1 Pt 1,12), che contempli colui « che il Signore ci ha fatto conoscere » (Lc 2,15). Che si rappresenti nella mente come la « Parola di Dio, viva e efficace » (Eb 4,12) giace lì, in una mangiatoia.




Respuesta  Mensaje 379 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 01/01/2011 05:22
Sabato 1° Gennaio 2011
 
MARIA SS.MA MADRE DI DIO (Solennità) : Lc 2,16-21
Meditazione del giorno
San Leone Magno ( ?-circa 461), papa e dottore della Chiesa
Discorso 6 per il Natale 2-3, 5; PL 54, 213-216 (trad. dal breviario)

 

Maria, Madre di Dio, Madre del Principe della Pace (cfr. Is 11,5)

        La festa di Natale rinnova per noi i sacri inizi di Gesù, nato dalla Vergine Maria. E mentre celebriamo in adorazione la nascita del nostro Salvatore, ci troniamo a celebrare il nostro inizio: la nascita di Cristo segna l'inizio del popolo cristiano, il natale del Capo è il natale del Corpo.

        Ora, per onorare la presente festa, che cosa possiamo trovare di più confacente, fra tutti i doni di Dio, se non la pace, quella pace, che fu annunziata la prima volta dal canto degli angeli alla nascita del Signore?  La pace genera i figli di Dio, nutre l'amore, crea l'unione; essa è riposo dei beati, dimora dell'eternità. Suo propio compito e suo beneficio particolare è di unire a Dio coloro che separa dal mondo del male. Quelli dunque che non da sangue né da volere di carne né da volere d'uomo, ma da Dio sono nati (cfr. Gv 1,13), offrano al Padre i loro cuori di figli uniti nella pace. Tutti i membri della famiglia adottiva di Dio si incontrino in Cristo, primogenito della nuova creazione, il quale venne a compiere non la sua volontà, ma quella di chi l'aveva inviato. Il Padre infatti nella sua bontà gratuita adottò come suoi eredi non quelli che si sentivano divisi da discordie e incompatibilità vicendevoli, bensì quelli che sinceramente vivevano ed amavano la loro mutua fraterna unione. Infatti quanti sono stati plasmati secondo un unico modello, devono possedere una comune omogeneità di spirito. Il Natale del Signore è il natale della pace. Lo dice l'Apostolo: « Egli è la nostra pace » (cfr. Ef 2,14).




Respuesta  Mensaje 380 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 02/01/2011 04:53
Domenica 2 Gennaio 2011
 
II Domenica dopo Natale - Anno A : Jn 1,1-18
Meditazione del giorno
Giovanni Taulero (circa 1300-1361), domenicano a Strasburgo
Omelia per Natale, Opere  t.1, p.109

 

« Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo »

        « Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, il tuo Verbo onnipotente dal cielo si lanciò... » (Sap 18, 14-15). Si tratta oggi di questo Verbo... Che luogo è dunque questo, dove Dio viene a pronunciare la sua Parola e generare suo Figlio ? Il cuore dove sta per compiersi tale nascita deve mantenersi in una grande purezza, vivere di una vita interiore intensa, in una profonda unione con Dio. Se non si disperde fuori ma rimane raccolto, unito a Dio nel più profondo del suo essere, là Dio sceglie di dimorare.

        Come possiamo cooperare a questa nascita, a questa misteriosa ispirazione del Verbo ? Come meritare che essa si adempia in noi ? Occorre forse applicarsi mediante immagini o pensieri su Dio ? Possiamo noi affrettare questa nuova nascita di Dio in noi ?  Forse è preferibile, al contrario, vuotarsi di ogni pensiero, ogni parola, ogni azione, ogni immagine e stare davanti a Dio nel silenzio totale, per lasciare che egli agisca in noi ? ... La Parola stessa ha risposto : « Il silenzio... e una voce mi si fece sentire » (Gb 4, 16).

        Raccogli dunque te stesso, se puoi ; dimentica tutto nella tua preghiera ; liberati dalle immagini di cui sei pieno. Quanto più dimenticherai il resto, tanto più sarai capace di ricevere questa Parola che rimane per te così misteriosa... Fuggi dunque l'attività e i pensieri che ti agitano, perché impediscono la pace interiore. Perché Dio parli  il suo Verbo in noi, bisogna che noi siamo nella pace e nel silenzio. Allora può farci udire la sua Parola ; lui, in persona  parla in noi.




Respuesta  Mensaje 381 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 03/01/2011 04:36
Lunedì 3 Gennaio 2011
 
IL SS. NOME DI GESÙ : Jn 1,29-34
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (circa 345-407), vescovo d'Antiochia poi di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Commento sul vangelo di Giovanni, 18

 

« Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo »

        «Ecco l'Agnello di Dio» disse Giovanni, non parla Gesù Cristo; è Giovanni Battista a dire tutto. Lo Sposo è solito agire in questo modo; non dice ancora nulla alla Sposa, ma sta alla sua presenza in silenzio. Altri lo annunziano e gli presentano la Sposa. Quando lei compare, lo Sposo non la prende, bensì la riceve dalle mani di un altro. Ma dopo averla ricevuta, si lega tanto strettamente a lei, che lei non ricorda più coloro che ha dovuto lasciare per seguirlo.

        Così successe a Gesù Cristo. È venuto per sposare la Chiesa. Lui non ha detto nulla, non ha fatto nulla se non presentarsi. È Giovanni, l'amico dello Sposo, ad aver messo nella sua mano quella della Sposa – in altri termini, il cuore degli uomini che aveva convinti con la sua predicazione. Allora Gesù Cristo li ha ricevuti e colmati di beni tanto numerosi, che non sono più tornati da colui che li aveva condotti a lui... È Giovanni, l'amico dello Sposo, l'unico ad essere stato presente al suo sposalizio. Ha fatto tutto ; vedendo Gesù venire verso di lui disse : « Ecco l'Agnello di Dio ». Così facendo, rendeva testimonianza allo Sposo non soltanto con la voce, ma anche con gli occhi. Egli ammirava Cristo e, contemplandolo, il suo cuore trasaliva di gioia. Se non predica, ammira colui che è presente e fa conoscere il dono che Gesù è venuto a portare. Insegna a prepararsi per riceverlo. « Ecco l'Agnello di Dio ! » Ecco colui, disse, che toglie il peccato del mondo. Lo fa incessantemente. Anche se offre una sola volta il suo sacrificio per i peccati del mondo, questo unico sacrificio ha un effetto perpetuo.




Respuesta  Mensaje 382 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 04/01/2011 06:20
Martedì 4 Gennaio 2011
 
4 gennaio prima dell'Epifania : Jn 1,35-42
Meditazione del giorno
San Gregorio Nazianzeno (330-390), vescovo, dottore della Chiesa
Discorso teologico 4

 

Seguire l'Agnello di Dio

        Gesù è Figlio dell'uomo, a motivo di Adamo e a motivo della Vergine da cui discende... Egli è Cristo, l'Unto, il Messia, a motivo della sua divinità; questa divinità è l'unzione della sua umanità..., presenza totale di Colui che così lo consacra... Egli è la Via, perché lui in persona ci conduce. È la Porta, perché ci introduce nel Regno. È il Pastore, perché guida il suo gregge ai pascoli erbosi e lo fa bere ad un'acqua dissetante; gli indica la via da percorrere e lo difende dalle bestie selvatiche; riporta la pecora smarrita, ritrova la pecora perduta, fascia la pecora ferita, custodisce le pecore in buona salute e grazie alle parole che gli ispira la sua scienza di Pastore, le raduna nell'ovile di lassù.

        Egli è anche la pecora, perché è la vittima. È l'Agnello, perché è senza difetto. È il Sommo sacerdote, perché offre il Sacrificio. È Sacerdote alla maniera di Melchisedek, perché è senza madre nel cielo, senza padre sulla terra, senza genealogia lassù. Infatti, dice la Scrittura: «Chi dirà la sua generazione». È anche Melchisedek perché è Re di Salem, Re della Pace, Re della giustizia... Questi sono i nomi del Figlio, Gesù Cristo, lo stesso «ieri, oggi e sempre», corporalmente e spiritualmente, e lo sarà per sempre. Amen.

riferimenti biblici : Mt 24,27 ; Mt 1,16 ; Gv 14,6 ; Gv 10,9 ; Gv 11 ; Sal 22 ; Is 53,7 ; Gv 1,29 ; Eb 6,20 ; Eb 6,20 ; Eb 7,3; Is 53,8 ; Eb 7,2 ; Eb 13,8)




Respuesta  Mensaje 383 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 05/01/2011 04:28
Mercoledì 5 Gennaio 2011
 
5 gennaio prima dell'Epifania : Jn 1,43-51
Meditazione del giorno
San Gregorio Nisseno (circa 335-395), monaco e vescovo
Omelie sul Cantico dei cantici 15

 

« Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto. »

        Filippo dopo esser stato trovato dal Signore – com'è detto nel vangelo che « Gesù incontrò Filippo » – fu anche seguace del Verbo, che gli disse : « Seguimi ». Condotto che fu alla luce vera, ne attinse per sè, come lampada, parte dello splendore, e avvolse di tale luce anche Natanaèle, come porgendogli la torcia del « mistero della pietà » (1 Tm 3, 16). Queste sono le sue parole : « Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù di Nazareth ».

        Natanaèle, da parte sua, accolse ponderatamente questo lieto annunzio, poiché era molto ben istruito sul mistero del Signore dai libri delle profezie e sapeva come la prima manifestazione corporale di Dio avrebbe avuto luogo a Betlemme (cfr. Mi 5, 1) e come poi, dimorando a Nazareth, sarebbe stato chiamato Nazareno (Mt 2, 23). Così Natanaèle, considerando l'una e l'altra cosa, e riflettendo come il mistero dovesse attuarsi, per quanto riguarda la nascita corporale, la grotta, le fasce e la mangiatoia, a Betlemme, la città di Davide, mentre, d'altra parte, alla Galilea doveva toccare un giorno di dargli il proprio nome a motivo del Verbo che si sarebbe recato volentieri tra i gentili (Mt 4, 12-16), domandò : « Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono ? » Allora Filippo gli si fa risolutamente guida a questa grazia, dicendogli « Vieni e Vedi ». Con ciò Natanaèle, lasciato il fico della Legge, la cui ombra gl'impediva di ricevere la luce, arrivò a colui che del fico sterile seccò le foglie (cfr. Mt 21, 19). Ed è per questo motivo che il Verbo gli ha reso testimonanza che era un Israelita genuino, perché dimostrava in se stesso il carattere del Patriarca Israele, libero da ogni intenzione d'inganno : « Ecco davvero, disse, un Israelita in cui non c'è falsita ».




Respuesta  Mensaje 384 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 06/01/2011 04:41
Giovedì 6 Gennaio 2011
 
L'EPIFANIA DEL SIGNORE (solennità) : Mt 2,1-12
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (circa 345-407), vescovo d'Antiochia poi di
Omelie su Matteo, 7-8

 

« Prostratisi lo adorarono »

        Fratelli, seguiamo i magi, lasciamo le nostre abitudini pagane. Andiamo ! Facciamo un lungo viaggio per vedere Cristo. Se i magi non fossero partiti lontano dal loro paese, non avrebbero visto Cristo. Lasciamo anche noi gli interessi della terra. Finché restavano nel loro paese, non vedevano nulla se non la stella ; quando invece hanno lasciato la loro patria, hanno visto il Sole di giustizia (Ml 3,20). Diciamo meglio : se non avessero intrapreso generosamente il loro viaggio, non avrebbero nemmeno visto la stella. Anche noi alziamoci dunque, e anche se a Gerusalemme tutti restano turbati, corriamo là dove si trova il Bambino...

        « Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono i loro doni ». Quale motivo li ha spinti a prostrarsi davanti a quel bambino ? Nulla di particolare nella Vergine o nella casa ; nessun oggetto in grado di colpire lo sguardo e di attirarli. Eppure, non contenti di prostrarsi, aprono i loro tesori, con doni che non si offrono se non a Dio - l'incenso e la mirra simboleggiano la divinità. Quale motivo li ha spinti ad agire in questo modo ? Lo stesso motivo che li aveva decisi a lasciare la patria, e a partire per quel lungo viaggio : È la stella, cioè la luce con la quale Dio aveva riempito il loro cuore e li conduceva poco a poco in una conoscenza più perfetta. Se questa luce non li avesse illuminati, come avrebbero potuto rendere tali omaggi mentre ciò che vedevano era così povero e umile ? Non c'è grandezza materiale, ma soltanto un presepio, una stalla, una madre priva di tutto, perché tu possa vedere più chiaramente la sapienza dei magi, perché tu possa capire che essi sono venuti non verso un uomo, ma verso un Dio, loro benefattore.




Respuesta  Mensaje 385 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 07/01/2011 04:20
Venerdì 7 Gennaio 2011
 
Venerdì dopo l'Epifania : Mt 4,12-17#Mt 4,23-25
Meditazione del giorno
San Romano il Melode (?-circa 560), compositore d'inni
Inni per l'Epifania, I, 1-2 ; II, 3 ; SC 110, 237, 275

 

« Su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata »

        Ti sei manifestato oggi all'universo e la tua luce, Signore, ci è apparsa. Perciò, in questa conoscenza, ti cantiamo : sei venuto, ti sei manifestato, tu luce inaccessibile !...

        Nella Galilea delle genti, nel paese di Zàbulon, nella terra di Nèftali, come disse il profeta, Cristo, tale una grande luce, risplendette (Is 8, 23 – 9,1). Su coloro che abitavano in terra tenebrosa, un gran chiarore, sgorgando da Betlemme, rifulse : il Signore nato da Maria, il Sole di giustizia, diffonde i suoi raggi sull'universo intero (Ml 3,20). Noi, figli di Adamo che siamo nudi, veniamo, rivestiamolo per essere riscaldati. Proprio per vestire quelli che sono nudi, rischiarare quelli che sono nelle tenebre, ti sei manifestato, tu luce inaccessibile.

        Dio non disprezzò colui che nel paradiso è stato spogliato per scaltrezza dei suoi vestiti e ha perso la sua tunica tessuta dalle mani stesse di Dio. Torna da lui e chiama, con la sua voce santa, il disubbidiente : « Adamo, dove sei ? (Gen 3,9). Smetti di nasconderti. Per quanto nudo e povero tu sia, voglio vederti. Non avere paura, mi sono fatto simile a te. Tu hai desiderato diventare Dio e non hai potuto. Ora, perché l'ho voluto, mi sono fatto carne. Quindi, vieni avanti, riconosci me e di' : Sei venuto, ti sei manifestato, tu luce inaccessibile. »

        Canta, canta, Adamo ; adora colui che viene a te. Mentre ti allontanavi, si è manifestato a te per farsi vedere, toccare, accogliere. Colui che avevi temuto quando eri stato ingannato dal demonio, per te si è fatto simile a te. È disceso sulla terra per prenderti in cielo ; è divenuto mortale perché tu diventassi Dio e ritrovassi la tua primitiva bellezza. Volendo aprirti le porte dell'Eden, ha abitato Nàzaret. Per questo, canta, uomo, e loda con tutti i tuoi inni colui che si è manifestato e ha illuminato l'universo.




Respuesta  Mensaje 386 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 08/01/2011 04:16
Sabato 8 Gennaio 2011
 
Sabato dopo l'Epifania : Mc 6,34-44
Meditazione del giorno
Papa Benedetto XVI
Omelia per la conclusione del XXIV Congresso Eucaristico Nazionale, 29 maggio 2005 © Libreria Editrice Vaticana

 

« Gesù presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli »

        "Senza la domenica non possiamo vivere" - ci riporta all'anno 304, quando l'imperatore Diocleziano proibì ai cristiani, sotto pena di morte, di possedere le Scritture, di riunirsi la domenica per celebrare l'Eucaristia... Ad Abitene, una piccola località nell'attuale Tunisia, 49 cristiani furono sorpresi una domenica mentre celebravano l'Eucaristia... Arrestati, vennero condotti a Cartagine per essere interrogati... Risposero: "Sine dominico non possumus": cioè senza riunirci in assemblea la domenica per celebrare l'Eucaristia non possiamo vivere. Ci mancherebbero le forze per affrontare le difficoltà quotidiane e non soccombere...

        Il Figlio di Dio, essendosi fatto carne, poteva diventare Pane, ed essere così nutrimento del suo popolo... in cammino... verso la terra promessa del Cielo. Abbiamo bisogno di questo Pane per affrontare le fatiche e le stanchezze del viaggio. La Domenica, Giorno del Signore, è l'occasione propizia per attingere forza da Lui, che è il Signore della vita. Il precetto festivo non è quindi un dovere imposto dall'esterno, un peso sulle nostre spalle. Al contrario, partecipare alla Celebrazione domenicale, cibarsi del Pane eucaristico e sperimentare la comunione dei fratelli e delle sorelle in Cristo è un bisogno per il cristiano, è una gioia, così il cristiano può trovare l'energia necessaria per il cammino che dobbiamo percorrere ogni settimana.




Respuesta  Mensaje 387 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 09/01/2011 04:32
Domenica 9 Gennaio 2011
 
IL BATTESIMO DEL SIGNORE (festa) : Mt 3,13-17
Meditazione del giorno
San Gregorio Nazianzeno (330-390), vescovo, dottore della Chiesa
Discorso per il Battesimo del Signore 39 ; PG 36, 359-363

 

« Conviene che così adempiamo ogni giustizia »

        Cristo nel battesimo si fa luce, entriamo anche noi nel suo splendore ; Cristo riceve il battesimo, inabissiamoci con lui per poter con lui salire alla gloria...

        Giovanni dà il battesimo, Gesù si accosta a lui, forse per santificare colui dal quale viene battezzato nell'acqua, ma anche di certo per seppellire totalmente nelle acque il vecchio uomo. Santifica il Giordano prima di santificare noi e lo santifica per noi. E poiché era spirito e carne, santifica nello Spirito e nell'acqua (Gv 3,4). Il Battista non accetta la richiesta, ma Gesù insiste : « Io ho bisogno di esseree battezzato da te », dice la lucerna al Sole (Gv 5, 35), l'amico allo Sposo (Gv 3, 29), colui che è il più grande tra i nati di donna al primogenito di ogni creatura (Mt 11,11 ; Col 1,15).

        Gesù sale dalle acque e porta con sé in alto tutto intero il cosmo. Vede scindersi e aprirsi i cieli, quei cieli  che Adamo aveva chiuso per sé e per tutta la sua discendenza, quei cieli preclusi e sbarrati, come il paradiso dalla spada fiammegiante (Gen 3, 24). E lo Spirito testimonia la divinità di Cristo : si presenta simbolicamente sopra colui che gli è del tutto uguale. Una voce proviene dalle profondità dei cieli, da quelle stesse profondità dalle quali proveniva Chi in quel momento riceveva la testimonianza. Lo Spirito appare visibilmente come colomba e, in questo modo, onora anche la nostra carne divinizzata.




Respuesta  Mensaje 388 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 10/01/2011 04:37
Lunedì 10 Gennaio 2011
 
Lunedì della I settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 1,14-20
Meditazione del giorno
Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942), carmelitana, martire, compatrona d'Europa
Das Weihnachtsgeheimnis

 

« Il tempo è compiuto... Seguitemi »

        Il bambino del presepio è il Re dei re, colui che regge la vita e la morte. Egli dice: «Seguimi» e chi non è con lui è contro di lui (Lc 11,23). Questo egli disse anche per noi e ci colloca di fronte alla scelta fra luce e tenebre. Ignoriamo dove il divino Bambino vuole condurci su questa terra, e non conviene domandarlo prima che sia il tempo. Sappiamo invece che «tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8,28), e che la strada tracciata dal Signore conduce aldilà di questa terra.

        Assumendo un corpo, il Creatore del genere umano ci offre la sua divinità. Dio si è fatto uomo perché gli uomini possano diventare figli di Dio. «O meraviglioso scambio!» Al fine di questa opera il Salvatore è venuto nel mondo. Uno di noi aveva rotto il legame della nostra filiazione con Dio. Uno di noi doveva riannodarlo ed espiare la colpa. Nessun germoglio dell'antica stirpe, malata e degenere poteva farlo. Occorreva che su questo tronco fosse innestata una pianta nuova, sana e nobile. Egli è divenuto uno di noi, e contemporaneamente più di questo: una sola cosa con noi. Proprio questo nel genere umano è meraviglioso: che  cioè siamo tutti una sola cosa... Egli è venuto per formare con noi un corpo misterioso: essendo lui il Capo, e noi le sue membra (Ef 5,23-30).

        Se accettiamo di mettere le mani nelle mani del divino Bambino, se rispondiamo «Sì» al suo «Seguimi», allora siamo suoi e la via è libera perché passi in noi la sua vita divina. Tale è l'inizio della vita eterna in noi. Non è ancora la visione beatifica nella luce della gloria, è ancora l'oscurità della fede; ma non è più l'oscurità di questo mondo – e questo è essere già nel Regno di Dio.




Respuesta  Mensaje 389 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 11/01/2011 04:20
Martedì 11 Gennaio 2011
 
Martedì della I settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 1,21-28
Meditazione del giorno
Catechismo della Chiesa cattolica
§ 2851-2854 © Libreria Editrice Vaticana

 

« Sei venuto a rovinarci! »

        « Ma liberaci dal male » : in questa richiesta del Padre nostro, il male non è un'astrazione; indica invece una persona: Satana, il maligno, l'angelo che si oppone a Dio. Il « diavolo » è colui che « si getta di traverso » al disegno di Dio e alla sua « opera di salvezza » compiuta in Cristo. « Omicida fin dal principio [...], menzognero e padre di menzogna » (Gv 8,44), « Satana, che seduce tutta la terra » (Ap 12,9), è a causa sua che il peccato e la morte sono entrati nel mondo, ed è in virtù della sua sconfitta definitiva che tutta la creazione sarà « liberata dalla corruzione del peccato e della morte » [Preghiera eucaristica IV]. « Sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca: chi è nato da Dio preserva se stesso e il maligno non lo tocca. Noi sappiamo che siamo nati da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del maligno » (1 Gv 5,18-19)...

        La vittoria sul « principe del mondo » (Gv 14,30) è conseguita, una volta per tutte, nell'Ora in cui Gesù si consegna liberamente alla morte per darci la sua vita. Avviene allora il giudizio di questo mondo e il principe di questo mondo è « gettato fuori » (Gv 12,31). Egli « si avventò contro la Donna », ma non la poté ghermire : la nuova Eva, « piena di grazia » dello Spirito Santo, è preservata dal peccato e dalla corruzione della morte... « Allora il drago si infuriò contro la Donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza » (Ap 12,13.17). È per questo che lo Spirito e la Chiesa pregano : « Vieni, Signore Gesù » (Ap 22,17.20) : la sua venuta, infatti, ci libererà dal male.




Respuesta  Mensaje 390 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 12/01/2011 04:29
Mercoledì 12 Gennaio 2011
 
Mercoledì della I settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 1,29-39
Meditazione del giorno
Omelia del 5o secolo sulla preghiera
Attribuita erroneamente a san Giovanni Crisostomo; PG 54, 64, 461 (trad. dal breviario)

 

« Si ritirò in un luogo deserto e là pregava »

        La pregheria, o dialogo con Dio, è un bene somno... La preghiera è luce dell'anima, vera conoscenza di Dio, mediatrice tra Dio e l'uomo. L'anima, elevata per mezzo suo in alto fino al cielo, abbraccia il Signore con amplessi ineffabili. Come il bambino, che piangendo grida alla madre, l'anima cerca ardentemente il latte divino, brama che i propri desideri vengano esauditi e riceve doni superiori ad ogni essere visibile. La preghiera funge da augusta messaggera dinanzi a Dio, e nel medesimo tempo rende felice l'anima perché appaga le sue aspirazioni.

        Parlo, però, della pregheria autentica e non delle sole parole. Essa è un desiderare Dio, un amore ineffabile che non proviene dagli uomini, ma è prodotto dalla grazia divina. Di essa l'Apostolo Paolo dice: Non sappiamo pregare come si conviene, ma lo Spirito stesso intercede per noi con gemiti inesprimibili (cfr. Rm 8, 26b). Se il Sigore dà a qualcuno tale modo di pregare, è una ricchezza da valorizzare, è un cibo celeste che sazia l'anima; chi l'ha gustato si accende di desiderio celeste per il Signore, come di un fuoco ardentissimo che infiamma la sua anima.





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