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Respuesta  Mensaje 1 de 1110 en el tema 
De: Enzo Claudio  (Mensaje original) Enviado: 30/11/2009 17:03

Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:

Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!

Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.

Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?

Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?

Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?

Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:

"Signore, non cessare di amarci, mai"



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Respuesta  Mensaje 226 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 07/07/2010 05:57
Mercoledì 7 Luglio 2010
 
Mercoledì della XIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 10,1-7
Meditazione del giorno
Isacco della Stella (? - circa 1171), monaco cistercense

 

« Rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele »

        Cristo è venuto a cercare l'unica pecora che si era persa (Mt 18, 12). È per lei che il Buon Pastore è stato mandato nel tempo, lui, che da sempre è stato promesso ; per lei è nato ed è stato inviato. È unica, proveniente sia dei giudei che dalle nazioni, proveniente da tutte le nazioni, unica nel mistero, molteplice nelle persone, molteplice nel corpo, secondo la natura, unica nello Spirito secondo la grazia, insomma, una sola pecora, e una folla senza numero. Questo è il motivo per cui, Colui che è venuto a cercare l'unica pecora, è stato mandato « alle pecore perdute della casa d'Israele » (Mt 15, 24). Ora ciò che il pastore riconosce come suo « nessuno lo rapirà dalla sua mano » (Gv 10, 28). Poiché non si può costringere la potenza, ingannare la saggezza, distruggere la carità.

        Perciò egli parla con franchezza, dicendo : « Di coloro che mi hai dato, nessuno è andato perduto » (Gv 17, 12). Ed è stato mandato come verità per coloro che erano stati ingannati, come vita per coloro che erano morti, come saggezza per coloro che erano insensati, come rimedio per i malati, come riscatto per i prigionieri e come cibo per quelli che morivano di fame. In tutti loro, si può dire che è stato mandato « alle pecore perdute della casa d'Israele », affinché, non fossero perdute per sempre.


Respuesta  Mensaje 227 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 08/07/2010 02:59
Giovedì 8 Luglio 2010
 
Giovedì della XIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 10,7-15
Meditazione del giorno
San Gregorio Magno (circa 540-604), papa, dottore della Chiesa
Omelie sui vangeli, 6

 

« Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date »

        Potete anche voi, se lo volete, meritare quel bel nome di messaggero di Dio. Infatti, se ognuno di voi, secondo le sue possibilità, nella misura in cui ne ha ricevuto l'ispirazione dal cielo, distoglie il suo prossimo dal male, si prende cura di portarlo al bene, richiama allo smarrito il Regno o il castigo che lo aspettano nell'eternità, è certamente un messaggero delle sante parole di Gesù. E nessuno venga a dirmi: Sono incapace di ammaestrare gli altri, di esortarli. Fate almeno il possibile, perché un giorno non vi sia domandato il conto del talento ricevuto e disgraziatamente conservato. Infatti, il servo della parabola non aveva neanche lui ricevuto più di un talento, ed ha preferito nascondere in suo talento invece di farlo fruttare (Mt 25,14)...

        Trascinate gli altri con voi; siano i vostri compagni sulla strada che conduce a Dio. Quando, andando sulle piazze, incontrate qualche sfaccendato, invitatelo dunque ad accompagnarvi. Infatti le vostre stesse azioni quotidiane servono a unirvi agli altri. Stavate andando a Dio? Provate di non arrivarvi soli. Che colui che ha già sentito nel suo cuore la chiamata dell'amore divino, ne tragga per il suo prossimo una parola di incoraggiamento.


Respuesta  Mensaje 228 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 09/07/2010 02:51
Venerdì 9 Luglio 2010
 
Venerdì della XIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 10,16-23
Meditazione del giorno
San Francesco Saverio (1506-1552), missionario gesuita
Lettera 131, 22 ottobre 1552

 

« Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi »

        Corriamo due pericoli, secondo le gente del posto. Il primo è che, dopo aver ricevuto il nostro denaro, l'uomo che ci guida ci abbandoni, in qualche isola deserta o ci getti a mare per sfuggire al governatore di Canton. Il secondo è che, se giungiamo con lui a Canton e arriviamo in presenza del governatore, questi ci infligga maltrattamenti e ci sbatta in prigione. Infatti il nostro intervento è inaudito. Molti decreti vietano a chiunque l'accesso in Cina e, senza un'autorizzazione del re, è assolutamente proibito agli stranieri penetrarvi. Oltre a questi due pericoli, c'è ne sono molti altri, più gravi ancora. Sarebbe molto lungo descriverli ; eppure non smetterò di citarne parecchi.

        Il primo è perdere speranza e fiducia nella misericordia di Dio. È per amore suo e per il suo servizio che andiamo a far conoscere la sua legge e Gesù Cristo suo Figlio e nostro Redentore e Signore. Egli sa bene questo, poiché è stato lui, nella sua santa misericordia, ad averci comunicato questi desideri. Ora, perdere fiducia nella sua misericordia e nel suo potere in mezzo ai pericoli nei quali possiamo cadere per il suo servizio è un pericolo incomparabilmente più grande dei mali che possono suscitarci tutti i nemici di Dio. Infatti, se il suo massimo servizio lo richiede, egli ci custodirà dai pericoli di questa vita, e senza il permesso e l'autorizzazione di Dio, i demoni e i loro ministri non possono affatto nuocerci.


Respuesta  Mensaje 229 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 18/07/2010 03:32
Domenica 18 Luglio 2010
 
XVI Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno C : Lc 10,38-42
Meditazione del giorno
Santa Teresa d'Avila (1515-1582), carmelitana, dottore della Chiesa
Il cammino di perfezione, ch. 17, 5-7

 

Marta e Maria

        Santa Marta era santa, benché non si dicesse che fosse contemplativa. Cosa potete desiderare di più che assomigliare a questa beata donna, che meritò tante volte di possedere Gesù Cristo nostro Signore nella sua casa, di preparargli il cibo, di servirlo, di mangiare a tavola con lui ? Se fosse rimasta assorta come sua sorella, non ci sarebbe stato nessuno per preparare il pasto di questo divino ospite. Ebbene ! Figuratevi che il nostro monastero sia la casa di santa Marta e che sia necessario che vi siano vari uffici. Quelle che Dio conduce per mezzo della vita attiva non devono mormorare contro quelle che vedranno assorte nella contemplazione... Si considerino fortunate di servire insieme con Marta. Ritengano pure che la vera umiltà consiste, soppratutto, nell'accettazione sollicita di ciò che piace al Signore di ordinarci, e nella convinzione che siamo indegne di essere chiamate del nome dei suoi servi.

        Dunque se contemplare, fare orazione mentale o vocale, curare i malati, servire negli impieghi della casa, darsi ai lavori anche i più umili non è altro che compiere i propri doveri riguardo all'ospite divino che viene ad allogiare, mangiare o riposarsi da noi, cosa ci importa servirlo in un modo o nell'altro ?

        Sono ben lungi dal dire che non dovete sforzarvi di giungere alla contemplazione. Dico semplicemente che dovete esercitarvi in funzioni diverse. La contemplazione infatti non vi è concessa a vostro piacimento, ma a quello del Signore ... Lasciate fare il Padrone di casa.


Respuesta  Mensaje 230 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 19/07/2010 03:49
Lunedì 19 Luglio 2010
 
Meditazione del giorno
San Pietro Crisologo (circa 406-450), vescovo di Ravenna, dottore della Chiesa
Discorsi, 3, PL 52, 303-306, CCL 24, 211-215

 

Il segno di Giona

        Ecco che la fuga del profeta Giona lontano dal Signore (Gn 1, 3) diventa una figura profetica, e ciò che viene presentato come un naufragio funesto diventa il segno della Risurrezione del Signore. Il testo stesso della storia di Giona ci mostra bene come egli realizza pienamente la figura del Salvatore. Sta scritto che Giona « si mise in cammino per fuggire lontano dal Signore ». Il Signore stesso non ha forse rifiutato la condizione e l'aspetto della divinità , per assumere la condizione e l'aspetto dell'uomo ? Così dice l'Apostolo Paolo : « Pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio ; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo » (Fil 2, 6-7). Lui che è Signore, ha rivestito la condizione di Servo ; per passare inosservato nel mondo, per essere vittorioso del demonio, ha fuggito lontano da se stesso, nell'uomo... Dio è dovunque : è impossibile fuggire lontano da lui. Per « fuggire lontano dal Signore », non in un'altro luogo ma, in un certo senso, in un'altro aspetto, Cristo si è rifugiato nel volto della nostra schiavitù, fino ad assumerlo totalmente.

        Il testo prosegue : « Giona scese a Giaffa, dove trovò una nave per Tarsis ». Colui che scende, eccolo : « Nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo » (Gv 3, 13). Il Signore è sceso dal cielo verso la terra, Dio è sceso verso l'uomo, l'onnipotenza è scesa verso la nostra schiavitù. Ma Giona che scendeva verso la nave è dovuto salire in essa per viaggiare ; così Cristo, sceso in questo mondo, è salito, con le sue virtù e con i miracoli, nella nave della sua Chiesa.


Respuesta  Mensaje 231 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 20/07/2010 03:39
Martedì 20 Luglio 2010
 
Martedì della XVI settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 12,46-50
Meditazione del giorno
San [Padre] Pio di Pietrelcina (1887-1968), cappuccino
Buona giornata, 6, 8, 9/5

 

« Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre »

        Maria, la Madre di Gesù sapeva benissimo che la redenzione  si sarebbe adempiuta per mezzo della morte di suo figlio ; eppure anche lei ha pianto e sofferto, e quanto ! (GC, 21)

        Se il Signore si manifesta a voi, rendetegli grazie ; se si nasconde, fate lo stesso. La Vergine Maria, nella sua bontà, continui ad ottenere per voi dal Signore la forza di sopportare senza venire meno le numerose prove di amore che egli vi dà. Auguro che arriviate fino a morire con lui sulla croce, e in lui possiate esclamare : « Tutto è compiuto » (AdFP, 563).

        Maria trasformi in gioia ogni sofferenza della tua vita (GC, 24).


Respuesta  Mensaje 232 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 21/07/2010 03:36
Mercoledì 21 Luglio 2010
 
Mercoledì della XVI settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 13,1-9
Meditazione del giorno
Catechismo della Chiesa cattolica
§ 101-105,108 - Copyright © Libreria Editrice Vaticana

 

« Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la Parola e la comprende » (Mt 13,23)

        Il Cristo, Parola unica della Sacra Scrittura : Nella condiscendenza della sua bontà, Dio, per rivelarsi agli uomini, parla loro in parole umane. « Le parole di Dio, infatti, espresse con lingue umane, si sono fatte simili al linguaggio degli uomini, come già il Verbo dell'eterno Padre, avendo assunto le debolezze dell'umana natura, si fece simile agli uomini » (Vaticano II, DV 13). Dio, attraverso tutte le parole della Sacra Scrittura, non dice che una sola Parola, il suo unico Verbo, nel quale esprime se stesso interamente. (Eb 1,1-3) « Ricordatevi che uno solo è il discorso di Dio che si sviluppa in tutta la Sacra Scrittura ed uno solo è il Verbo che risuona sulla bocca di tutti gli scrittori santi, il quale essendo in principio Dio presso Dio, non conosce sillabazione perché è fuori del tempo » (Sant'Agostino).

        Per questo motivo, la Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture, come venera il Corpo stesso del Signore. Essa non cessa di porgere ai fedeli il Pane di vita preso dalla mensa della Parola di Dio e del Corpo di Cristo (Dv 21). Nella Sacra Scrittura, la Chiesa trova incessantemente il suo nutrimento e il suo vigore; infatti attraverso la divina Scrittura essa non accoglie soltanto una parola umana, ma quello che è realmente: Parola di Dio (1 Tes 2,13). « Nei Libri Sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con loro » (DV 21).

        Dio è l'autore della Sacra Scrittura. « Le cose divinamente rivelate, che nei libri della Sacra Scrittura sono contenute e presentate, furono consegnate sotto l'ispirazione dello Spirito Santo » (DV 11).

        La fede cristiana tuttavia non è una « religione del Libro ». Il cristianesimo è la religione della « Parola » di Dio: di una Parola cioè che non è « una parola scritta e muta, ma il Verbo incarnato e vivente » (San Bernardo). Perché le parole dei Libri Sacri non restino lettera morta, è necessario che Cristo, Parola eterna del Dio vivente, per mezzo dello Spirito Santo ce ne sveli il significato affinché comprendiamo le Scritture (Lc 24,45).


Respuesta  Mensaje 233 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 22/07/2010 04:00
Giovedì 22 Luglio 2010
 
Santa Maria Maddalena, memoria : Jn 20,1-2#Jn 20,11-18
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Trattato sul Vangelo di Giovanni, 121 ; PL 35, 1955-1959

 

Toccare Cristo spiritualmente

        Le dice Gesù : « Non mi toccare, perché non sono ancora asceso al Padre. » C'è in queste parole qualcosa che dobbiamo considerare, sia pur brevemente, con molta attenzione. Sì perché, con questa risposta, Gesù voleva insegnare la fede a quella donna che lo aveva riconosciuto e chiamato Maestro : voleva, da buon giardiniere, seminare nel cuore di lei, come in un campo, il granello di senape... Ma perché le dice : « Non mi toccare perché non sono ancora asceso al Padre » ?...

        Perché il Signore voleva che si credesse in lui, cioè che lo si toccasse spiritualmente, convinti che egli e il Padre sono una cosa sola (Gv 10, 30). Di uno che ha progredito nella fede si può dire che nell'intimo del suo spirito egli è asceso al Padre, in quanto è giunto a riconoscere che il Figlio è uguale al Padre. Chi invece non è ancora arrivato a questo, non lo tocca in modo autentico, in quanto non crede in lui come dovrebbe.

        Maria forse credeva in lui, ritenendo tuttavia che egli non fosse uguale al Padre, e per questo egli la richiama dicendole : « Non mi toccare », cioè « non credere in me secondo l'idea che ancora hai di me ; non limitarti a fermare la tua attenzione su ciò che io sono diventato per te, trascurando la mia natura divina per mezzo di cui tu sei stata fatta ». Come si può dire che ella non era più attaccata a lui sensibilmente se ancora lo piangeva come fosse stato soltanto un uomo ? « Non sono ancora asceso al Padre mio » : « allora veramente mi toccherai quando avrai creduto che, come Dio, io non sono inferiore al Padre. »


Respuesta  Mensaje 234 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 23/07/2010 03:07
Venerdì 23 Luglio 2010
 
Santa Brigida di Svezia, Religiosa, Compatrona d€™Europa : Jn 15,1-8
Meditazione del giorno
Giovanni Paolo II - Copyright © Libreria Editrice Vaticana
Lettera apostolica Spes aedificandi

 

« Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre »

        Indicando Santa Brigida come compatrona d'Europa, intendo far sì che la sentano vicina non soltanto coloro che hanno ricevuto la vocazione ad una vita di speciale consacrazione, ma anche coloro che sono chiamati alle ordinarie occupazioni della vita laicale nel mondo e soprattutto all'alta ed impegnativa vocazione di formare una famiglia cristiana.

        Senza lasciarsi fuorviare dalle condizioni di benessere del suo ceto sociale, ella visse col marito Ulf un'esperienza di coppia in cui l'amore sponsale si coniugò con la preghiera intensa, con lo studio della Sacra Scrittura, con la mortificazione, con la carità. Insieme fondarono un piccolo ospedale, dove assistevano frequentemente i malati. Brigida poi era solita servire personalmente i poveri. Al tempo stesso, fu apprezzata per le sue doti pedagogiche, che ebbe modo di esprimere nel periodo in cui fu richiesto il suo servizio alla corte di Stoccolma. Da questa esperienza matureranno i consigli che in diverse occasioni darà a principi e sovrani per la retta gestione dei loro compiti. Ma i primi a trarne vantaggio furono ovviamente i figli, e non a caso una delle figlie, Caterina, è venerata come Santa.

        Dopo la morte dello sposo, avvertì la voce di Cristo che le affidava una nuova missione, guidandola passo passo con una serie di grazie mistiche straordinarie... In Brigida si avverte la forza della profezia. Talvolta i suoi toni sembrano un'eco di quelli degli antichi grandi profeti. Ella parla con sicurezza a principi e pontefici, svelando i disegni di Dio sugli avvenimenti storici. Non risparmia ammonizioni severe anche in tema di riforma morale del popolo cristiano e dello stesso clero...

        In particolare, poi, essendosi le terre scandinave, patria di Brigida, distaccate dalla piena comunione con la sede di Roma nel corso delle tristi vicende del secolo XVI, la figura della Santa svedese resta un prezioso « legame » ecumenico, rafforzato anche dall'impegno in tal senso svolto dal suo Ordine.


Respuesta  Mensaje 235 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 24/07/2010 03:18
Sabato 24 Luglio 2010
 
Sabato della XVI settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 13,24-30
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (circa 345-407), vescovo d'Antiochia poi di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelia sul Vangelo di San Matteo, 46, 1-2

 

La parabola della zizzania

        Il metodo del diavolo è quello di mescolare sempre alla verità, l'errore rivestito delle apparenze e dei colori della verità, per poter sedurre facilmente coloro che si lasciano ingannare. Ecco perché Nostro Signore parla soltanto della zizzania, poiché questa pianta assomiglia al grano. Poi, indica come costui ci sappia fare a ingannare : « Mentre tutti dormivano ». Qui, si vede il grave pericolo che corrono i capi, soprattuto coloro  ai quali è stata affidata la guardia del campo. Questo pericolo del resto, non minaccia soltanto i capi, ma anche i loro subordinati. Ci mostra pure che l'errore viene dopo la verità...

        Cristo ci dice tutto ciò per insegnarci a non addormentarci..., ne consegue la necessità di una guardia vigilante. Perciò diceva : « Chi persevererà sino alla fine sarà salvato » (Mt 10, 22)... Ora considera lo zelo dei servi. Vogliono sradicare la zizzania immediatamente. Anche se manca loro la riflessione, questo prova la loro sollecitudine per il seme. Cercano una cosa sola, non trarre vendetta da costui che ha seminato la zizzania, ma salvare la messe. Ecco perché cercano come scacciare totalmente il male... Cosa risponde allora il Padrone ? ... Glielo impedisce per due motivi : il primo, il timore di nuocere al grano ; il secondo, la certezza che un castigo inevitabile si abbatterà su quelli che sono colpiti da questa malattia mortale. Se vogliamo la loro punizione senza che ne soffra la messe, aspettiamo il momento opportuno...Forse, una parte di quella zizzania si mutarà in grano ? Se quindi la sradichate ora, nuocerete alla messe prossima, sradicando quelli che potranno cambiare a diventare migliori.


Respuesta  Mensaje 236 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 25/07/2010 07:18
Domenica  25 Luglio 2010
 
XVII Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno C : Lc 11,1-13
Meditazione del giorno
Giovanni Paolo II
Dives in misericordia, cap. 8,15

 

« Se voi che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste ? »

        Quanto più la coscienza umana, soccombendo alla secolarizzazione, perde il senso del significato stesso della parola «misericordia», quanto più, allontanandosi da Dio, si distanzia dal mistero della misericordia, tanto più la Chiesa ha il diritto e il dovere di far appello al Dio della misericordia «con forti grida» (Mt 15, 23). Queste «forti grida» debbono essere proprie della Chiesa dei nostri tempi...

        L'uomo contemporaneo si interroga spesso, con profonda ansia, circa la soluzione delle terribili tensioni che si sono accumulate sul mondo e si intrecciano in mezzo agli uomini. E se talvolta non ha il coraggio di pronunciare la parola «misericordia», oppure nella sua coscienza, priva di contenuto religioso, non ne trova l'equivalente, tanto più bisogna che la Chiesa pronunci questa parola, non soltanto in nome proprio, ma anche in nome di tutti gli uomini contemporanei. Bisogna che la pronunci in un'ardente preghiera, in un grido che implori la misericordia secondo le necessità dell'uomo nel mondo contemporaneo.

        Questo grido sia denso di tutta quella verità sulla misericordia che ha trovato cosi ricca espressione nella Sacra Scrittura e nella tradizione, come anche nell'autentica vita di fede di tante generazioni del Popolo di Dio. Con tale grido ci richiamiamo, come gli scrittori sacri, al Dio che non può disprezzare nulla di ciò che ha creato, al Dio che è fedele a se stesso, alla sua paternità e al suo amore.


Respuesta  Mensaje 237 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 26/07/2010 03:34
Lunedì 26 Luglio 2010
 
Lunedì della XVII settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 13,31-35
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (circa 345-407), vescovo d'Antiochia poi di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelia sul Vangelo di San Matteo, 46, 2-3

 

La parabola del lievito

        Il Signore presenta, in seguito, l'immagine del lievito : come questo lievito comunica la sua forza alla massa di farina, così trasformerete, anche voi, il mondo intero... Non mi obiettate : cosa potremo fare, noi che siamo soltanto dodici, gettati in mezzo a una folla così grande ? Ciò che farà risaltare lo splendore della vostra potenza, è proprio il fatto che affrontiate la moltitudine senza indietreggiare... È solo Cristo che dà al lievito la sua potenza : ha impastato con la moltitudine, quelli che avevano fede in lui, perché ci comunicassimo gli uni agli altri le nostre conoscenze. Non lo si rimproveri per il numero ridotto dei suoi discepoli, perché grande è la potenza del messaggio ; e quando la massa è fermentata, diviene essa stessa, a sua volta, lievito per il resto...

        Ma, se dodici uomini hanno fatto lievitare la terra intera, quanto siamo cattivi noi che, nonostante il nostro numero considerabile, non riusciamo a convertire quelli che ci circondano, quando un tale numero dovrebbe bastare per essere lievito per migliaia di mondi ! – Questi dodici però, direte, erano Apostoli ! – E allora ? Non erano forse nelle stesse condizioni di noi. Non abitavano in città ? Non condividevano la nostra sorte ? Non esercitavano mestieri ? Erano forse angeli scesi dal cielo ? Dite che hanno fatto miracoli ? Però non è per questo motivo che li ammiriamo. Fino a quando parleremo dei loro miracoli per nascondere la nostra pigrizia ?...– Allora da dove viene la grandezza degli Apostoli ? – Dal loro disprezzo delle ricchezze, dal loro disdegno della gloria... È il loro modo di vivere che dà il vero splendore e fa scendere la grazia dello Spirito.


Respuesta  Mensaje 238 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 27/07/2010 02:47
Martedì 27 Luglio 2010
 
Martedì della XVII settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 13,36-43
Meditazione del giorno
Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
A Simple Path, 69

 

« Il seme buono sono i figli del regno »

        Non ci sono due mondi, il mondo fisico e il mondo spirituale ; ce n'è solo uno : il Regno di Dio « come in cielo così in terra » (Mt 6, 10).

        Molti tra noi dicono nella preghiera : « Padre nostro che sei nei cieli ». Pensano che Dio sia lassù, il che radica l'idea di una separazione fra i due mondi. A molti occidentali piace distinguere la materia dallo spirito. Ma ogni verità è una, e anche la realtà è una. Appena ammettiamo l'incarnazione di Dio, che per i cristiani si realizza nella persona di Gesù Cristo, allora cominciamo a prendere le cose sul serio.


Respuesta  Mensaje 239 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 28/07/2010 03:36
Mercoledì 28 Luglio 2010
 
Mercoledì della XVII settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 13,44-46
Meditazione del giorno
Sant'Ireneo di Lione (circa130-circa 208), vescovo, teologo e martire
Contro le Eresie, IV, 26 ; SC 100, 711

 

Il tesoro nascosto nel campo delle Scritture

        Cristo era presente a tutti coloro ai quali, dal principio, Dio comunicava la sua Parola, il suo Verbo. E se qualcuno legge la Scrittura in questa prospettiva, troverà in essa un'espressione concernente Cristo e una prefigurazione della chiamata nuova. Infatti è lui « il tesoro nascosto nel campo » cioè nel mondo (Mt 13, 38). Tesoro nascosto nelle Scritture, perché veniva manifestato attraverso figure e parabole che, umanamente parlando, non potevano essere intese prima che le profezie fossero compiute, cioè prima della venuta del Signore. Perciò è stato detto al profeta Daniele : « Chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della fine » (Dn 12, 4)... Anche Geremia dice : « Alla fine dei giorni comprenderete tutto ! » (Ger 22, 20)...

        Letta dai cristiani la legge è un tesoro, un tempo nascosto in un campo, ma rivelato e spiegato dalla croce di Cristo ; ... essa manifesta la sapienza di Dio, rivela i suoi disegni di salvezza per l'uomo, prefigura il Regno di Cristo, preannuncia la Buona Novella dell'eredità della Gerusalemme santa, predice che l'uomo che ama Dio progredirà fino a vederlo ed a udire la sua parola, e sarà glorificato da questa parola...

        In questo modo, dopo la sua risurrezione, il Signore ha spiegato le Scritture ai suoi discepoli, dimostrando loro con esse che « bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria » (Lc 24, 26). Quindi se qualcuno legge le Scritture in questo modo, sarà un discepolo perfetto, « simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e antiche » (Mt 13, 52).


Respuesta  Mensaje 240 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 29/07/2010 04:10
Giovedì 29 Luglio 2010
 
Santa Marta, memoria : Jn 11,19-27
Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Trattato sul vangelo di Giovanni, 49,15

 

« Chi crede in me vivrà »

        « Chi crede in me anche se è morto vivrà, e chiunque vive e crede in me non morirà in eterno ». Che vuol dire questo ? « Chi crede in me, anche se è morto come è morto Lazzaro, vivrà », perché egli non è Dio dei morti ma dei viventi. Così rispose ai Giudei, riferendosi ai patriarchi morti da tanto tempo, cioè ad Abramo, Isacco e Giacobbe : « Io sono il Dio di Abramo, il Dio d'lsacco e il Dio di Giacobbe ; non sono Dio dei morti ma dei viventi : essi infatti sono tutti vivi » (Lc 20, 38). Credi dunque, e anche se sei morto, vivrai ; se non credi, sei morto anche se vivi... Quando è che muore l'anima? Quando manca la fede. Quando è che muore il corpo ? Quando viene a mancare l'anima. La fede è l'anima della tua anima.

        « Chi crede in me anche se è morto nel corpo, vivrà nell'anima, finché anche il corpo risorgerà per non più morire. E chiunque vive nel corpo e crede in me, anche se temporaneamente muore per la morte del corpo, non morirà in eterno per la vita dello spirito e per la immortalità della risurrezione. »

        Questo è il senso delle sue parole. « Lo credi tu ? » - domanda Gesù a Marta - ; Ed essa risponde : « Sì, Signore, io ho creduto che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, che sei venuto in questo mondo (Gv 11, 26-27). E credendo questo, ho con ciò creduto che tu sei la risurrezione, che tu sei la vita ; ho creduto che chi crede in te, anche se muore, vivrà, e che chi vive e crede in te, non morirà in eterno. »



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