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Respuesta  Mensaje 1 de 1110 en el tema 
De: Enzo Claudio  (Mensaje original) Enviado: 30/11/2009 17:03

Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:

Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!

Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.

Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?

Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?

Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?

Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:

"Signore, non cessare di amarci, mai"



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Respuesta  Mensaje 211 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 22/06/2010 03:32
Martedì 22 Giugno 2010
 
Martedì della XII settimana delle ferie delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 7,6-6#Mt 7,12-14
Meditazione del giorno
San Vincenzo de' Paoli (1581-1660), sacerdote, fondatore di comunità religiose
Colloqui del 4/5/1659

 

« Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro »

        Qual'è il primo atto di carità? Quale opera fa che un cuore sia animato dalla carità? Cosa esce da questo cuore, e non da un cuore che ne sia sprovvisto? È questo: fare il bene a ciascuno come vorremo ragionevolmente che fosse fatto a noi: in questo consiste il concreto della carità. È forse vero che io faccio al mio prossimo quanto mi aspetto da lui? Ah! Questo è un grande esame da fare...

        Guardiamo il Figlio di Dio: che cuore di carità, che fiamma di amore! Mio Gesù, dicci un po', per favore, il motivo che ti ha portato dal cielo a venire a soffrire la maledizione della terra, le tante persecuzioni e i tormenti che hai ricevuto? O Salvatotre, o fonte dell'amore, umiliato fino a noi, fino al supplizio infame, chi ha amato il prossimo quanto tu l'hai amato? Sei venuto ad esporti a tutte le nostre miserie, a prendere forma di peccatore, a condurre una vita di sofferenze, e a soffrire una morte vergognosa, per noi. C'è forse amore simile?... Non c'è nessuno, altro che il Nostro Signore che sia così amante delle creature, da lasciare il trono di suo Padre per venire ad assumere un corpo soggetto alle infermità.

        Per quale motivo? Per allacciare fra di noi, con il suo esempio e con la sua parola, la carità per il prossimo... O amici miei, se avessimo un po' di questo amore, resteremmo forse con le mani in mano? O, no! La carità non può rimanere oziosa; ci spinge alla salvezza e alla consolazione dei nostri fratelli.


Respuesta  Mensaje 212 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 23/06/2010 03:34
Mercoledì 23 Giugno 2010
 
Mercoledì della XII settimana delle ferie delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 7,15-20
Meditazione del giorno
Sant'Ignazio d'Antiochia (? - circa 110), vescovo et martire
Lettera agli Efesini, 13-15

 

Dai nostri frutti ci riconosceranno

        Impegnatevi a riunirvi più di frequente nell'azione di grazie e di gloria verso Dio. Quando vi riunite spesso, le forze di Satana vengono abbattute e il suo flagello si dissolve nella concordia della fede. Niente è più bello della pace nella quale si frustra ogni guerra di potenze celesti e terrestri.

        Nulla di tutto questo vi sfuggirà, se avete perfettamente la fede e la carità in Gesù Cristo, che sono il principio e lo scopo della vita. Il principio è la fede, il fine la carità. L'una e l'altra insieme riunite sono Dio, e tutto il resto segue la grande bontà. Nessuno che professi la fede pecca, nessuno che abbia la carità odia. «L'albero si conosce dal suo frutto». Così coloro che si professano di appartenere a Cristo saranno riconosciuti da quello che operano. Ora l'opera non è di professione di fede, ma che ognuno si trovi nella forza della fede sino all'ultimo.

        È meglio tacere ed essere, che dire e non essere. È bello insegnare se chi parla opera. Uno solo è il maestro e «ha detto e ha fatto» (Sal 32,9) e ciò che tacendo ha fatto è degno del Padre. Chi possiede veramente la parola di Gesù può avvertire anche il suo silenzio per essere perfetto, per compiere le cose di cui parla o di essere conosciuto per le cose che tace. Nulla sfugge al Signore, anche i nostri segreti gli sono vicino. Tutto facciamo considerando che abita in noi templi suoi ed egli il Dio che è in noi, come è e apparirà al nostro volto amandolo giustamente.


Respuesta  Mensaje 213 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 24/06/2010 03:29
Giovedì 24 Giugno 2010
 
Natività di San Giovanni Battista, solennità : Lc 1,57-66#Lc 1,80-80
Meditazione del giorno
Origene (circa 185-253), sacerdote e teologo
Discorsi sul Vangelo di Luca,  4, 4-6 ; SC 87, 133

 

« Il Signore dal seno materno mi ha chiamato » (Is 49,1)

        La nascita di Giovanni il Battista è piena di miracoli. Un arcangelo aveva annunciato la nascita del nostro Signore e Salvatore Gesù ; così, un arcangelo annuncia la nascita di Giovanni (Lc 1,13) e dice : « Sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua mandre ». Il popolo giudeo non vedeva che il nostro Signore compiva « miracoli e prodigi » e guariva le loro malattie, invece Giovanni esulta di gioia mentre è ancora nel seno materno. Non si può trattenerlo e, appena arrivata la madre di Gesù, il bambino cerca di uscire dal seno di Elisabetta. « Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo » (Lc 1,44). Ancora nel seno di sua madre, Giovanni aveva già ricevuto lo Spirito Santo...

        La Scrittura dice poi che « ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio » (Lc 1,16). Giovanni ne ha ricondotto « molti » ; il Signore, non molti, bensì tutti. Questa infatti è la sua opera : ricondurre tutti gli uomini a Dio Padre...

        Per parte mia, ritengo che il mistero di Giovanni si compie nel mondo fino a oggi. Chiunque è destinato a credere in Cristo Gesù, bisogna che prima lo spirito e la forza di Giovanni vengano nel suo animo per « preparare al Signore un popolo ben disposto » (Lc 1,17) e, nelle asperità del cuore, « spianare i luoghi impervi e raddrizzare i passi tortuosi » (Lc 3,5). Non soltanto in quel tempo le vie furono spianate e i sentieri raddrizzati, ma ancora oggi lo spirito e la forza di Giovanni precedono la venuta del Signore Salvatore. O grandezza del mistero del Signore e del suo disegno sul mondo !




Respuesta  Mensaje 214 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 25/06/2010 03:16
Venerdì 25 Giugno 2010
 
Venerdì della XII settimana delle ferie delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 8,1-4
Meditazione del giorno
Simeone il Nuovo Teologo (circa 949-1022), monaco ortodosso
Inno 30 ; SC 174, 357

 

« Gesù lo toccò dicendo : ‘ Lo voglio, sii sanato ’ »

Prima che brillasse la luce divina,
io non conescevo me stesso.
Allora, al vedere me nelle tenebre e in carcere,
rinchiuso in un pantano,
coperto di imondizie, ferito, la carne gonfia...,
sono caduto ai piedi di colui che mi aveva illuminato.

E colui che mi aveva illuminato tocca con le sue mani
i miei legami e le mie ferite;
là dove la sua mano tocca e il suo dito si avvicina,
subito cadono i miei legami,
scompaiono le ferite, e ogni sporcizia.
L’impurità della mia carne scompaia...
sicché egli la rende simile alla sua mano divina.
Strana meraviglia: la mia carne, la mia anima e il mio corpo
partecipano della gloria divina.

Appena sono stato purificato e liberato dai miei legami,
ecco che stende verso di me la sua mano divina,
mi tira fuori del pantano interamente,
mi abbraccia, mi si getta al collo,
mi bacia (Lc 15,20).
Mi prende sulle spalle
io che ero completamente esausto,
e avevo perso le mie forze,
e mi porta fuori dall’inferno...
La luce stessa mi porta e mi sostiene;
mi trascina verso una grande luce...
Egli mi dona di contemplare con quale strano rimodellare
lui stesso mi ha plasmato nuovamente (Gen 2,7)
e mi ha strappato dalla corruzione.
Mi ha fatto il dono di una vita immortale
e mi ha rivestito di una tunica immateriale e luminosa
e mi ha dato dei sandali, un anello e una corona
incorruttibili e eterni (Lc 15,22).


Respuesta  Mensaje 215 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 26/06/2010 03:36
Sabato 26 Giugno 2010
 
Sabato della XII settimana delle ferie delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 8,5-17
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (circa 345-407), vescovo d'Antiochia poi di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelie sul vangelo di Matteo, 27,1

 

« Guarì molti malati »

        « Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati ». Vedi come la fede della folla si accresce a poco a poco ? Nonostante l'ora avanzata, non hanno voluto lasciare il Signore, hanno pensato che la sera permetteva loro di portargli dei malati. Pensi a tutte le guarigioni che gli evangelisti tralasciano ; non le raccontano tutte una a una, ma in una sola frase, ci fanno vedere un oceano infinito di miracoli. E affinché la grandezza del prodigio non ci porti all'incredulità, affinché non siamo sconcertati al pensiero che tale folla colpita da mali così diversi sia guarita in un istante, il vangelo porta la testimonianza del profeta, tanto straordinaria e sorprendente quanto i fatti stessi : « Perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia : Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie » (Is 53,4). Non dice : « Egli ha distutto », ma : « Egli ha preso » e « si è addossato », dimostrando così, secondo me, che il profeta parla più del peccato che delle malattie del corpo, ciò che è conforme alla parola di Giovanni : « Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo » (Gv 1,29).


Respuesta  Mensaje 216 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 27/06/2010 03:20
Domenica 27 Giugno 2010
 
XIII Domenica delle ferie delle ferie del Tempo Ordinario - Anno C : Lc 9,51-62
Meditazione del giorno
Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942), carmelitana, martire, compatrona d'Europa
Meditazione per la festa dell'Esaltazione della croce

 

« Seguimi »

        Il Salvatore ci ha preceduti sul cammino della povertà. Tutti i beni del cielo e della terra gli appartenevano. Non rappresentavano per lui alcun pericolo; poteva farne uso pur tenendo il suo cuore perfettamente libero. Sapeva però che per un essere umano è quasi impossibile possedere dei beni senza subordinarvi se stesso e diventarne schiavo. Per questo ha lasciato tutto e ci ha mostrato, con il suo esempio più ancora che con le sue parole, che solo chi non possiede nulla possiede tutto. La sua nascita in una stalla e la sua fuga in Egitto mostravano già che occorreva che il Figlio dell'uomo non avesse dove posare il capo. Chi vuole seguirlo deve sapere che non abbiamo quaggiù dimora permanente. Quanto più vivamente ce ne accorgeremo, tanto più ardentemente tenderemo verso la nostra dimora futura ed esulteremo al pensiero di avere libero accesso al cielo.


Respuesta  Mensaje 217 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 28/06/2010 03:29
Lunedì 28 Giugno 2010
 
Lunedì della XIII settimana delle ferie delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 8,18-22
Meditazione del giorno
Santa Chiara (1193-1252), monaca francescana
1a Lettera a sant'Agnese di Boemia, §15-23 (Fonti Francescani)

 

« Maestro, ti seguirò dovunque andrai »

        O beata povertà, che procura ricchezze eterne a chi l'ama e l'abbraccia ! O santa povertà : a chi la possiede e la desidera è promesso da Dio il regno dei cieli ed è senza dubbio concessa gloria eterna e vita beata ! O pia povertà, che il Signore Gesù Cristo, nel cui potere erano e sono il cielo e la terra, il quale « disse e tutto fu creato » (Sal 32, 9), si degnò più di ogni altro di abbracciare. Disse egli infatti : « Le volpi hanno le tane e gli uccelli del cielo i nidi, mentre il Figlio dell'uomo – cioè Cristo – non ha dove posare il capo », ma « chinato il capo [sulla croce] rese lo spirito » (Gc 19, 30).

        Se dunque tanto grande e tale Signore quando venne nel grembo verginale volle apparire nel mondo disprezzato, bisognoso e povero, perché gli uomini, che erano poverissimi e bisognosi e soffrivano l'eccessiva mancanza di nutrimento celeste, fossero resi in lui ricchi col possesso del regno celeste, esultate grandemente e gioite ricolma di immenso gaudio e letizia spirituale ; poiché avendo voi preferito il disprezzo del mondo agli onori, la povertà alle ricchezze temporali e nascondere i tesori in cielo più che in terra, la « dove né la ruggine consuma, né il tarlo distrugge, né i ladri rovistano e rubano » (Mt 6, 20), « abbondantissima è la vostra ricompensa nei cieli » (Mt 5, 12).


Respuesta  Mensaje 218 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 29/06/2010 03:59
Martedì 29 Giugno 2010
 
Santi Pietro e Paolo, apostoli, solennità : Mt 16,13-19
Meditazione del giorno
Aelredo di Rievaulx ( 1110-1167), monaco cistercense inglese
Per la festa dei Santi Pietro e Paolo. Omelia XVI, PL 195, 298-302

 

« Su questa pietra, edificherò la mia Chiesa »

        Tutti gli Apostoli sono colonne della terra (Sal 75, 4), però in primo luogo, coloro di cui celebriamo la solennità. Sono le due colonne che sostengono la Chiesa con il loro insegnamento, la loro preghiera e l'esempio della loro costanza. Il Signore stesso ha fondato queste colonne. Prima, erano deboli e non potevano portare né loro, né gli altri. E a questo punto, appare il grande disegno del Signore : Se fossero stati sempre forti, si sarebbe potuto pensare che la loro forza veniva da loro stessi. Perciò il Signore, prima di affermare loro, ha voluto mostrare quanto erano capaci, affinché tutti sappiano che la loro forza veniva da Dio.

        Il Signore stesso ha fondato queste colonne, cioè la Santa Chiesa. Ecco perché dobbiamo lodare con tutto il cuore questi nostri santi padri che hanno sopportato tanta fatica per il Signore e hanno perseverato con tanta forza. È niente perseverare nella gioia, nella prosperità e la pazienza. È grande invece essere lapidato, flagellato, schiaffeggiato per il Cristo, e in tutto ciò, perseverare col Cristo (2 Cor 11, 25). È grande, con Paolo, essere maledetto e benedire...essere la feccia del mondo e tirarne gloria (1 Cor 4, 12-13). E cosa dire di Pietro ? Anche se non avesse sopportato nulla per il Cristo, basterebbe per festeggiarlo il fatto che oggi sia stato crocifisso per lui. La croce fu la sua strada.


Respuesta  Mensaje 219 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 30/06/2010 06:14
Mercoledì 30 Giugno 2010
 
Mercoledì della XIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 8,28-34
Meditazione del giorno
Concilio Vaticano II
Constituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (Gaudium et spes), 9-10 - Copyright © Libreria Editrice Vaticana

 

« Lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio »

        Il mondo si presenta oggi potente a un tempo e debole, capace di operare il meglio e il peggio, mentre gli si apre dinanzi la strada della libertà o della schiavitù, del progresso o del regresso, della fraternità o dell'odio. Inoltre l'uomo prende coscienza che dipende da lui orientare bene le forze da lui stesso suscitate e che possono schiacciarlo o servirgli. Per questo si pone degli interrogativi.

        In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell'uomo. È proprio all'interno dell'uomo che molti elementi si combattono a vicenda. Da una parte infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; d'altra parte sente di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato ad una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e a rinunziare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe (Rm 7,14). Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società...

        Con tutto ciò, di fronte all'evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi più fondamentali: cos'è l'uomo?
Qual è il significato del dolore, del male, della morte, che continuano a sussistere malgrado ogni progresso? Cosa valgono quelle conquiste pagate a così caro prezzo? Che apporta l'uomo alla società, e cosa può attendersi da essa? Cosa ci sarà dopo questa vita?

        Ecco: la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà sempre all'uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza per rispondere alla sua altissima vocazione; né «è dato in terra un altro Nome agli uomini, mediante il quale possono essere salvati» (At 4,12). Essa crede anche di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana. Inoltre la Chiesa afferma che al di là di tutto ciò che muta stanno realtà immutabili; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che «è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli» (Eb 13,8).


Respuesta  Mensaje 220 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 01/07/2010 06:03
Giovedì 1° Luglio 2010
 
Giovedì della XIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 9,1-8
Meditazione del giorno
Isacco della Stella (? - circa 1171), monaco cistercense
Omelie,  11

 

« Chi può rimettere i peccati se non Dio solo ? » (Mc 2,7)

        Due cose spettano a Dio solo: l'onore di ricevere la confessione e il potere di perdonare. Dobbiamo fargli la nostra confessione e aspettarci da lui il perdono. A Dio solo infatti spetta perdonare i peccati; quindi a lui solo conviene confessarli. Ma l'Onnipotente, l'Altissimo, avendo preso una sposa debole e povera, ha fatto di questa serva una regina. Lei rimaneva indietro, e Lui l'ha posta accanto a sé; infatti dal suo costato lei è uscita, e in questo modo  egli l'ha unita a sé (Gen 2,22; Gv 19,34). E come tutte le cose del Padre sono del Figlio e tutte le cose del Figlio sono del Padre, per la loro unità di natura (Gv 17,10), così lo Sposo ha dato tutti i suoi beni alla sposa e si è assunto tutto ciò che appartiene alla sposa che ha unita a sé e a suo Padre...

        Per questo lo Sposo, che è una cosa sola con il Padre e una cosa sola con la sposa, ha tolto da lei quanto ha trovato in lei di straniero, fissandolo alla croce dove ha portato i suoi peccati sul legno e li ha distrutti per mezzo del legno. Ciò che è naturale e proprio alla sposa, egli l'ha assunto e rivestito; ciò che gli è proprio e divino, l'ha dato alla sposa... Condivide così la debolezza della sposa insieme al suo gemito, e tutto è comune allo Sposo e alla sposa. L'onore di ricevere la confessione e il potere di perdonare. Per questo ha detto: «Va', presentati al sacerdote» (Mc 1,44).


Respuesta  Mensaje 221 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 02/07/2010 03:27
Venerdì 2 Luglio 2010
 
Venerdì della XIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 9,9-13
Meditazione del giorno
San Beda il Venerabile (circa 673-735), monaco, dottore della Chiesa
Omelie sui vangeli, I, 21 ; CCL 122, 149-151

 

A tavola con Gesù

        « Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i suoi discepoli ». Se desideriamo penetrare più a fondo nel significato di ciò che è accaduto, capiremo che Matteo non si limitò ad offrire al Signore un banchetto per il suo corpo nella propria abitazione materiale ma, con la fede e l'amore, gli preparò un convito molto più gradito nell'intimo del suo cuore. Lo afferma colui che dice : « Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me » (Ap 3, 20).

         Gli apriamo la porte per accoglierlo, quando, udita la sua voce, diamo volentieri il nostro assenso ai suoi segreti o palesi inviti e ci applichiamo con impegno nel compito da lui affidatoci. Entra quindi per cenare con noi e noi con lui, perché con la grazia del suo amore, viene ad abitare nei cuori degli eletti, per ristorarli con la luce della sua presenza. Essi così sono in grado di avanzare sempre più nei desideri del cielo. A sua volta, riceve anche lui ristoro mediante il loro amore per le cose celesti, come se gli offrissero vivande gustosissime.


Respuesta  Mensaje 222 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 03/07/2010 06:13
Sabato 3 Luglio 2010
 
San Tommaso, apostolo, festa : Jn 20,24-29
Meditazione del giorno
Basilio di Seleucia ( ?-circa 468), vescovo
Omelie per la Risurrezione, 1-4

 

Sii credente, e sii mio apostolo

        «Metti il dito nel posto dei chiodi». Mi cercavi quando io non c'ero, ora approfitta della mia presenza. Io conosco il tuo desiderio nonostante il tuo silenzio. Prima che tu me lo dica, io so quel che pensi. Ti ho sentito parlare e, pur invisibile, ero vicino a te, vicino ai tuoi dubbi; senza farmi vedere, ti ho fatto aspettare, per scrutare meglio la tua impazienza. «Metti il dito nel posto dei chiodi; e non essere più incredulo ma credente».

        Allora Tommaso lo tocca, e s'infrange tutta la sua diffidenza;  pieno di una fede sincera e di tutto l'amore dovuto al suo Dio, grida: «Mio Signore e mio Dio!» E il Signore gli dice: «Perché mi hai veduto, hai creduto; beati quelli che pur non avendo visto crederanno». Tommaso, porta la novella della mia risurrezione a coloro che non mi hanno visto. Porta tutta la terra a credere non a quello che vede, bensì alla tua parola. Percorri i popoli e le città lontane. Insegna loro a portare la croce sulle spalle invece delle armi. Non fare null'altro che annunciare me: crederanno e mi adoreranno. Non esigeranno altra prova. Di' loro che sono chiamati per grazia, e tu, contempla la loro fede: Beati, in verità, coloro che pur non avendo visto hanno creduto!

        Tale è l'esercito che arruola il Signore; tali sono i figli del fonte battesimale, le opere della grazia, la messe dello Spirito. Hanno seguito Cristo, pur senza averlo visto, l'hanno cercato e hanno creduto. L'hanno riconosciuto con gli occhi della fede, non con quelli del corpo. Non hanno messo il dito nel posto dei chiodi, ma si sono attaccati alla sua croce e hanno abbracciato le sue sofferenze. Non hanno visto il costato del Signore ma, per la grazia, si sono uniti alle sue membra e hanno fatto propria questa parola del Signore: «Beati coloro che pur non avendo visto hanno creduto!»


Respuesta  Mensaje 223 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 04/07/2010 06:50
Domenica 4 Luglio 2010
 
XIV Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno C : Lc 10,1-12#Lc 10,17-20
Meditazione del giorno
Papa Benedetto XVI
Messaggio per la Giornata missionaria mondiale 2006 (© copyright Libreria Editrice Vaticana )

 

La carità, anima della missione

        La missione se non è orientata dalla carità, se non scaturisce cioè da un profondo atto di amore divino, rischia di ridursi a mera attività filantropica e sociale. L'amore che Dio nutre per ogni persona costituisce, infatti, il cuore dell'esperienza e dell'annunzio del Vangelo, e quanti l'accolgono ne diventano a loro volta testimoni. L'amore di Dio che dà vita al mondo è l'amore che ci è stato donato in Gesù, Parola di salvezza, icona perfetta della misericordia del Padre celeste.

        Il messaggio salvifico si potrebbe ben sintetizzare allora nelle parole dell'evangelista Giovanni: «In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui» (1 Gv 4,9). Il mandato di diffondere l'annunzio di questo amore fu affidato da Gesù agli Apostoli dopo la sua risurrezione, e gli Apostoli, interiormente trasformati il giorno della Pentecoste dalla potenza dello Spirito Santo, iniziarono a rendere testimonianza al Signore morto e risorto. Da allora, la Chiesa continua questa stessa missione, che costituisce per tutti i credenti un impegno irrinunciabile e permanente.


Respuesta  Mensaje 224 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 05/07/2010 05:45
Lunedì 5 Luglio 2010
 
Lunedì della XIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 9,18-26
Meditazione del giorno
San Francesco d'Assisi (1182-1226), fondatore dei Fratelli minori
Lettera al capitolo generale e a tutti i frati

 

« Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita »

        Ascoltate, fratelli miei: se la beata Vergine Maria è tanto onorata, com'è giusto, perché ha portato Gesù nel suo santissimo seno, se il beato Giovanni Battista tremò e non osava toccare il santo corpo del Signore, e se è venerato il Sepolcro nel quale per poco tempo egli giacque, quanto deve essere santo, giusto e degno chi tocca con le mani, riceve nella bocca e porge agli altri Colui che non morirà più ma in eterno vive glorioso, nel quale gli angeli sono ansiosi di fissare lo sguardo?

        Considerate la vostra dignità o fratelli sacerdoti, e siate santi, perché Dio è santo (1 Pt 1,16)... Vi comportereste in maniera ben indegna se, mentre egli è presente nelle vostre mani, vi preoccupaste di qualunque altra cosa!

        L'umanità rimanga con il fiato sospeso, l'universo intero si commuova, il cielo si riempia di gioia, quando sull'altare, nelle mani del sacerdote, si fa presente il Cristo, il Figlio del Dio vivo! O ammirabile altezza, o degnazione stupenda! O miracolo di umiltà, che il Signore dell'universo, Dio e Figlio di Dio, si abbassi talmente fino a nascondersi in un pezzo di pane per la nostra salvezza! Ammirate, fratelli, l'umiltà di Dio e aprite a lui i vostri cuori; siate umili anche voi e sarete esaltati da lui. Non riservate nulla per voi stessi, perché vi accolga colui che si è dato totalmente a voi.


Respuesta  Mensaje 225 de 1110 en el tema 
De: lore luc Enviado: 06/07/2010 03:02
Martedì 6 Luglio 2010
 
Martedì della XIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 9,32-38
Meditazione del giorno
Giovanni Paolo II
Messaggio per la 38a Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, 6 maggio 2001 (© copyright Libreria Editrice Vaticana)

 

« Pregate il padrone della messe, che mandi operai »

Padre santo, fonte perenne dell'esistenza e dell'amore,
che nell'uomo vivente mostri lo splendore della tua gloria,
e metti nel suo cuore il seme della tua chiamata,
fa che nessuno, per nostra negligenza, ignori questo dono o lo perda,
ma tutti, con piena generosità, possano camminare
verso la realizzazione del tuo Amore.

Signore Gesù, che nel tuo pellegrinare per le strade della Palestina,
hai scelto e chiamato gli apostoli e hai affidato loro il compito
di predicare il Vangelo, pascere i fedeli, celebrare il culto divino,
fa' che anche oggi non manchino alla tua Chiesa
numerosi e santi Sacerdoti, che portino a tutti
i frutti della tua morte e della tua risurrezione.

Spirito Santo, che santifichi la Chiesa
con la costante effusione dei tuoi doni,
immetti nel cuore dei chiamati alla vita consacrata
un'intima e forte passione per il Regno,
affinché con un sì generoso e incondizionato,
pongano la loro esistenza al servizio del Vangelo.

Vergine Santissima, che senza esitare
hai offerto te stessa all'Onnipotente
per l'attuazione del suo disegno di salvezza,
infondi fiducia nel cuore dei giovani
perché vi siano sempre pastori zelanti,
che guidino il popolo cristiano sulla via della vita,
e anime consacrate che sappiano testimoniare
nella castità, nella povertà e nell'obbedienza,
la presenza liberatrice del tuo Figlio risorto.
Amen.



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