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De: Enzo Claudio (Mensaje original) |
Enviado: 30/11/2009 17:03 |
Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:
Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!
Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.
Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?
Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?
Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?
Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:
"Signore, non cessare di amarci, mai"
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Giovedì 28 Gennaio 2010
Giovedì della III settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 4,21-25Meditazione del giorno San Massimo il Confessore (circa 580-662), monaco e teologo Risposte a Talassio, quaest. 63 : PG 90, 667-670
La lampada sul lucerniere
La lampada posta sul candelabro è la luce del Padre, quella vera che illumina ogni uomo che viene al mondo (Gv 1,9), il Signore nostro Gesù Cristo... Chiamò lucerniere la santa Chiesa, perché in essa risplende la parola di Dio mediante la predicazione, e così, con i bagliori della verità, illumina quanti si trovano in questo mondo come in una casa, arricchendo le intelligenze con la conoscenza di Dio...
Questa parola annunziata dalla Chiesa esige di essere posta sulla sommità del lucerniere, cioè all’apice dell’onore e dell’impegno di cui la Chiesa è capace. Infatti finché la parola è nascosta dalla lettera della legge come da un moggio, lascia tutti privi della luce eterna. Essa non può trasmettere la visione spirituale a chi non si sforzi di togliere il velo del senso materiale che trae in inganno e può addirittura fuorviare verso l’errore e la falsità. Invece va posta sul lucerniere della Chiesa. Ciò significa che la parola rivelata va intesa nel senso interiore e spirituale, spiegato dalla Chiesa stessa. Solo così potrà veramente illuminare ogni uomo che si trova nel mondo. Se infatti la Scrittura non viene intesa spiritualmente mostra solo un significato superficiale e parziale e non può far giungere al cuore tutta la sua ricca sostanza...
Guardiamoci dunque dal porre sotto il moggio la lucerna, che accendiamo con la contemplazione e la pratica coerente della parola... Non riduciamo colpevolmente la indescrivibile vitalità della sapienza a causa della lettera; ma poniamo la luce sopra il lucerniere cioè sulla santa Chiesa, di modo che dall’alta cima di una interpretazione autentica ed esatta, mostri a tutti lo splendore della verità divina.
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Venerdì 29 Gennaio 2010
Venerdì della III settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 4,26-34Meditazione del giorno Lettera a Diogneto (circa 200) VI ; SC33bis, 65
Seminati per terra
Come è l'anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani. L'anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra. L'anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo (Gv 17,16). L'anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile; i cristiani si vedono nel mondo, ma la loro religione è invisibile. La carne odia l'anima e la combatte pur non avendo ricevuto ingiuria, perché impedisce di prendersi dei piaceri; il mondo che pur non ha avuto ingiustizia dai cristiani li odia perché si oppongono ai piaceri. L'anima ama la carne che la odia e le membra; anche i cristiani amano coloro che li odiano.
L'anima è racchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono nel mondo come in una prigione, ma essi sostengono il mondo. L'anima immortale abita in una dimora mortale; anche i cristiani vivono come stranieri tra le cose che si corrompono, aspettando l'incorruttibilità nei cieli (1 Cor 15,50)… Dio li ha messi in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare.
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Sabato 30 Gennaio 2010
Sabato della III settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 4,35-41Meditazione del giorno Sant’Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa Discorso 63, 1-3; PL 38, 424-425
Battuti dal vento e dalle onde
Per grazia di Dio vi rivolgo la parola sul passo del santo Vangelo letto poco fa e in nome di lui vi esorto a far sì che nei vostri cuori non si assopisca la fede con cui resistere alle tempeste e ai marosi di questo mondo. In effetti non è vero che Cristo nostro Signore avesse in suo potere la morte e non il sonno e che forse l'Onnipotente fu oppresso dal sonno contro la sua volontà mentre stava sulla barca. Se voi crederete questo, egli dorme nel vostro intimo; se invece Cristo è desto, è desta anche la vostra fede. L'Apostolo dice: « [Chiedo di] far abitare Cristo nei vostri cuori per mezzo della fede » (Ef 3,17).
Anche il sonno di Cristo è dunque un segno esteriore d'un simbolo. Sono come dei naviganti le anime che fanno la traversata di questa vita in una imbarcazione. Anche quella barca era la figura della Chiesa. Poiché anche ogni persona è tempio di Dio e naviga nel proprio cuore e non fa naufragio se nutre buoni pensieri. Se hai sentito un insulto, è come il vento; se sei adirato, ecco la tempesta. Se quindi soffia il vento e sorge la tempesta, corre pericolo la nave, corre pericolo il tuo cuore ed è agitato. All'udire l'insulto tu desideri vendicarti: ed ecco ti sei vendicato e, godendo del male altrui, hai fatto naufragio. E perché? Perché in te dorme Cristo. Che vuol dire: "In te dorme Cristo"? Ti sei dimenticato di Cristo. Risveglia dunque Cristo, ricordati di Cristo, sia desto in te Cristo: considera lui.
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Domenica 31 Gennaio 2010
IV Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno C : Lc 4,21-30Meditazione del giorno San Cirillo Alessandrino (380-444), vescovo, dottore della Chiesa Commento sul profeta Isaia, 5, 5; PG 70, 1352-1353
Per « rinnovare la faccia della terra » (Sal 104, 30)
Cristo, volendo restaurare il mondo e ricondurre tutti gli uomini al Padre, trasformare in meglio tutte le cose e rinnovare la faccia della terra, « assunse la condizione di servo » (Fil 2, 7) – egli Signore dell'universo – e annunziò la buona novella ai poveri, affermando che proprio per questo era stato mandato. Per poveri si possono intendere quelli che soffrono nella totale indigenza, ma anche, come dice la Scrittura, tutti quelli che non posseggono la speranza e che nel mondo sono privi di Dio (Ef 2, 12).
Arrivati a Cristo dal paganesimo, arricchiti dalla fede in lui, hanno conseguito un tesoro divino venuto dal cielo, la predicazione del Vangelo della salveza, resi partecipi in tal modo del regno dei cieli e consorti dei santi, eredi di quei beni che non si possono né immaginare, né domandare : « Cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore d'uomo ; queste ha preparato Dio per coloro che lo amano » (1 Cor 2, 9).
Quanto ai fratelli venuti dal giudaismo, anch'essi erano poveri, col cuore spezzato, come schiavi e nelle tenebre. Ma venne Cristo, e a Israele prima che agli altri si annunziò con le benefiche e fulgide manifestazioni della sua potenza, proclamò « l'anno di misericordia del Signore » e il « giorno della salvezza ».
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Lunedì 1° Febbraio 2010
Lunedì della IV settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 5,1-20Meditazione del giorno Papa Benedetto XVI Udienza generale del 03/12/08 - Copyright © Libreria Editrice Vaticana
«Esci, spirito immondo, da quest'uomo!»
Quindi il fatto del potere del male nel cuore umano e nella storia umana è innegabile. La questione è: come si spiega questo male?... La fede ci dice che non ci sono due principi, uno buono e uno cattivo, ma c'è un solo principio, il Dio creatore, e questo principio è buono, solo buono, senza ombra di male. E perciò anche l'essere non è un misto di bene e male; l'essere come tale è buono e perciò è bene essere, è bene vivere. Questo è il lieto annuncio della fede: c'è solo una fonte buona, il Creatore...
Poi segue un mistero di buio, di notte. Il male non viene dalla fonte dell'essere stesso, non è ugualmente originario. Il male viene da una libertà creata, da una libertà abusata. Come è stato possibile, come è successo? Questo rimane oscuro. Il male non è logico. Solo Dio e il bene sono logici, sono luce. Il male rimane misterioso... Possiamo indovinare, non spiegare; neppure possiamo raccontarlo come un fatto accanto all'altro, perché è una realtà più profonda. Rimane un mistero di buio, di notte.
Ma si aggiunge subito un mistero di luce. Il male viene da una fonte subordinata. Dio con la sua luce è più forte. E perciò il male può essere superato. Perciò la creatura, l'uomo, è sanabile. Le visioni dualiste, anche il monismo dell'evoluzionismo, non possono dire che l'uomo sia sanabile; ma se il male viene solo da una fonte subordinata, rimane vero che l'uomo è sanabile... E finalmente, ultimo punto, l'uomo non è solo sanabile, è sanato di fatto. Dio ha introdotto la guarigione. è entrato in persona nella storia. Alla permanente fonte del male ha opposto una fonte di puro bene. Cristo crocifisso e risorto, nuovo Adamo, oppone al fiume sporco del male un fiume di luce. E questo fiume è presente nelle storia: vediamo i santi, i grandi santi ma anche gli umili santi, i semplici fedeli. Vediamo che il fiume di luce che viene da Cristo è presente, è forte.
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Martedì 2 Febbraio 2010
Presentazione del Signore (festa) : Lc 2,22-40Meditazione del giorno Beato Guerrico d'Igny (circa 1080-1157), abate cistercense 1a omelia per la Purificazione, 3-5 ; SC 166, p.313s
« Luce per illuminare le genti »
Mi rallegro con te e ti benedico, o piena di grazia ; hai dato alla luce la Misericordia che è venuta su di noi. Hai preparato tu questo cero che ricevo oggi nelle mani [nella liturgia di questa festa]. Hai dato tu la cera a questa fiamma...quando, Madre senza corruzione, hai vestito di una carne senza corruzione il Verbo incorruttibile.
Fratelli, andiamo ! Oggi questo cero brucia nelle mani di Simeone. Venite a prendervi la luce, venite a accendervi i vostri ceri, voglio dire queste lampade che il Signore vuole che teniate nelle mani. « Guardate a lui e sarete raggianti » (Sal 33, 6). Non tanto per portare in mano delle fiaccole, quanto per essere voi stessi fiaccole che brillano dentro e fuori, per il bene vostro e per quello degli altri : ... Gesù accenderà la vostra fede, farà brillare il vostro esempio, vi suggerirà la parola giusta, infiammerà la vostra preghiera, purificherà la vostra intenzione...
E per te, che possiedi dentro di te tante lampade accese, quando si spegnerà la lampada di questa vita, sorgerà la luce di quella vita che non si può spegnere. Sarà per te, di sera, come il sorgere della luce di mezzogiorno. Nel momento in cui pensavi di spegnerti, sorgerai come la stella del mattino (Gb 11, 17) e le tue tenebre saranno come il sole meridiano (Is 38, 10). Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna (Is 60, 19), perché la lampada della nuova Gerusalemme è l'Agnello (Ap 21, 23). A lui sia benedizione e splendore per i secoli ! Amen.
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Mercoledì 3 Febbraio 2010
Mercoledì della IV settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 6,1-6Meditazione del giorno Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa Discorsi
« Non è costui il carpentiere ? »
Poiché la superbia ci ha fatto allontanare, l'umiltà ci farà ritornare... Come il medico, stabilita la diagnosi, cura la malattia nella sua causa, anche tu guarisci l'origine del male, guarisci la superbia ; allora non ci sarà più in te alcun male. Per guarire la tua superbia, il Figlio di Dio e sceso ; si è fatto umile. Perché inorgoglirti ? Per te Dio si è fatto umile. Forse ti vergogneresti a imitare l'umiltà di un uomo ; imita almeno l'umiltà di Dio. Il Figlio di Dio si è fatto umile ; è venuto nell'uomo. A te, viene ordinato di essere umile ; non ti viene domandato di diventare una bestia. Lui, Dio, si è fatto uomo. Tu, uomo, riconosci che sei uomo ; tutta la tua umiltà consiste nel conoscerti.
Ascolta Dio come ti insegna l'umiltà : « Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato » (Gv 6, 38). Sono venuto, umile, ad insegnare l'umiltà, come maestro di umiltà. Colui che viene a me, viene incorporato in me ; diviene umile. Chi aderisce a me sarà umile ; non fa la mia volontà, ma quella di Dio. Perciò non sarà respinto (Gv 6, 37), come quando era superbo.
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Giovedì 4 Febbraio 2010
Giovedì della IVsettimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 6,7-13Meditazione del giorno Concilio Vaticano II Decreto sull'attività missionnaria della Chiesa « Ad Gentes », § 10-11
«Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli»
La Chiesa, che da Cristo è stata inviata a rivelare ed a comunicare la carità di Dio a tutti gli uomini ed a tutti i popoli, comprende che le resta ancora da svolgere un'opera missionaria ingente... La Chiesa quindi, per essere in grado di offrire a tutti il mistero della salvezza e la vita che Dio ha portato all'uomo, deve cercare di inserirsi in tutti questi raggruppamenti con lo stesso movimento con cui Cristo stesso, attraverso la sua incarnazione, si legò a quel certo ambiente socio-culturale degli uomini in mezzo ai quali visse...
Tutti i cristiani infatti, dovunque vivano, sono tenuti a manifestare con l'esempio della loro vita e con la testimonianza della loro parola l'uomo nuovo, di cui sono stati rivestiti nel battesimo, e la forza dello Spirito Santo, da cui sono stati rinvigoriti nella cresima; sicché gli altri, vedendone le buone opere, glorifichino Dio Padre e comprendano più pienamente il significato genuino della vita umana e l'universale legame di solidarietà degli uomini tra loro. (Col 3, 10; Mt 5, 16)
Ma perché essi possano dare utilmente questa testimonianza, debbono stringere rapporti di stima e di amore con questi uomini, riconoscersi come membra di quel gruppo umano in mezzo a cui vivono, e prender parte, attraverso il complesso delle relazioni e degli affari dell'umana esistenza, alla vita culturale e sociale. Così debbono... lieti di scoprire e pronti a rispettare quei germi del Verbo che vi si trovano nascosti; debbono seguire attentamente la trasformazione profonda che si verifica in mezzo ai popoli, e sforzarsi perché gli uomini di oggi, troppo presi da interessi scientifici e tecnologici, non perdano il contatto con le realtà divine, ma anzi si aprano ed intensamente anelino a quella verità e carità rivelata da Dio. Come Cristo stesso penetrò nel cuore degli uomini per portarli attraverso un contatto veramente umano alla luce divina, così i suoi discepoli, animati intimamente dallo Spirito di Cristo, debbono conoscere gli uomini in mezzo ai quali vivono ed improntare le relazioni con essi ad un dialogo sincero e comprensivo, affinché questi apprendano quali ricchezze Dio nella sua munificenza ha dato ai popoli; ed insieme devono tentare di illuminare queste ricchezze alla luce del Vangelo, di liberarle e di ricondurle sotto l'autorità di Dio salvatore.
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Venerdì 5 Febbraio 2010
Venerdì della IV settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 6,14-29Meditazione del giorno Messale romano Prefazio di San Giovanni Battista
Giovanni Battista, testimone di Cristo con tutta la sua vita
è veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Noi ti lodiamo per le meraviglie operate in san Giovanni Battista, che fra tutti i nati da donna hai eletto e consacrato a preparare la via a Cristo Signore. Fin dal grembo materno esultò per la venuta del redentore; nella sua nascita preannunziò i prodigi dei tempi messianici e, solo fra tutti i profeti, indicò al mondo l'Agnello del nostro riscatto. Egli battezzò nelle acque del Giordano lo stesso tuo Figlio, autore del Battesimo, e rese a lui la testimonianza suprema con l'effusione del sangue.
E noi, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo senza fine l'inno della tua lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo.
(Riferimenti biblici: Mt 11, 11; Lc 1,41; Gv 1,29)
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Sabato 6 Febbraio 2010
Sabato della IV settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 6,30-34Meditazione del giorno San Cesario di Arles (470-543), monaco e vescovo Discorso Morino 26, § 2-5 ; PLS IV, 297-299
« Gesù vide molta folla e si commosse per loro »
La vera misericordia che è nel cielo (cfr. Sal 35, 6), è Cristo nostro Signore. Quanto è dolce e quanto è buona ; senza che nessuno la cerchi, essa è scesa spontaneamente dai cieli e si è abbassata per rialzarci !...
E Cristo ci ha promesso di stare con noi fino alla consumazione dei secoli ; come egli stesso dice nel Vangelo : « Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo » (Mt 28, 20). Quanta bontà, fratelli ! è già nel cielo alla destra del Padre, e vuole faticare ancora, con noi, sulla terra. Con noi, vuole avere fame e sete, con noi vuole soffrire, con noi essere straniero. Anzi non rifiuta di morire e di essere carcerato con noi (Mt 25, 35). Vedete quanto è grande il suo amore per noi : nella sua tenerezza indicibile, vuole soffrire in noi tutti questi mali.
Sì, la misericordia venuta dal cielo, cioè Cristo nostro Signore, ti ha creato mentre non esistavi, ti ha cercato mentre eri perduto, ti ha riscattato mentre eri stato venduto... E ora, ogni giorno, Cristo si degna di incorporarsi alla tua umanità. Purtroppo, tanti uomini non accettano di aprire la porta del loro cuore.
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Domenica 7 Febbraio 2010
V Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno C : Lc 5,1-11Meditazione del giorno Cardinal John Henry Newman (1801-1890), sacerdote, fondatore di una comunità religiosa, teologo Parochial and Plain Sermons, vol. 8, sermon 2
« Egli ti chiama per nome »
Lungo tutta la nostra vita, Cristo ci chiama. Sarebbe bene per noi averne coscienza, invece siamo lenti a capire questa grande verità, che cioè Cristo cammina, in un certo senso, fra di noi, e con la sua mano, con i suoi occhi, con la sua voce ci ordina di seguirlo. Ora non cogliamo nemmeno questa sua chiamata, che egli ci sta rivolgendo in questo momento. è avvenuta, pensiamo, nel tempo degli apostoli, ma non crediamo che essa possa essere per noi, non l'aspettiamo. Non abbiamo occhi per vedere il Signore, e in questo punto, differiamo molto dal discepolo prediletto, il quale distinse Cristo mentre gli altri discepoli non lo riconoscevano (Gv 21, 7).
Eppure, puoi esserne sicuro : Dio ti guarda, chiunque tu sia. Ti chiama per nome. Lui che ti ha fatto, ti vede e ti capisce. Tutto ciò che c'è in te, egli lo conosce : tutti i tuoi sentimenti e i tuoi pensieri, le tue inclinazioni, i tuoi gusti, la tua forza e la tua debolezza. Ti vede nei tuoi giorni di gioia come nei tuoi giorni di pena. Si interassa per tutte le tue angosce e i tuoi ricordi, per tutti i tuoi slanci e tutti gli scoraggiamenti del tuo spirito. Ti stringe fra le braccia e ti sostiene ; ti solleva o ti riposa per terra. Contempla il tuo volto, sia nel sorriso che nel pianto, nella salute o nella malattia. Riguarda le tue mani e i tuoi piedi, ode la tua voce, il battito del tuo cuore e perfino il tuo respiro. Non ti ami tu, più di quanto lui ti ama.
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Lunedì 8 Febbraio 2010
Lunedì della V settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 6,53-56Meditazione del giorno San Gregorio Magno (circa 540-604), papa, dottore della Chiesa Commento sul salmo 50, PL 75,581-582
« Quanti lo toccavano guarivano »
Poniamo davanti al nostro sguardo interiore un ferito grave, sul punto di rendere l'ultimo respiro. La ferita dell'anima è il peccato, di cui parla la Scrittura in questi termini : « Ferite e lividure e piaghe aperte che non sono state ripulite, né fasciate, né curate con olio » (Is 1, 6). Riconosci dentro di te il tuo medico, o ferito, e scopri perché egli le veda, le piaghe dei tuoi peccati. Lascia che lui, che conosce ogni pensiero segreto, oda il gemito del tuo cuore. Che le tue lacrime lo commuovano. Che ci sia perfino un po' di testardaggine nella tua richiesta. Senza sosta lascia salire dal tuo cuore verso di lui, profondi sospiri. Il tuo dolore giunga a lui affinché, anche a te, dica : « Il Signore ha perdonato il tuo peccato » (2 Sam 12, 13). Grida con Davide. Senti ciò che ha detto : « Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia » (Sal 50, 3).
è come se dicesse : « Sono in grave pericolo a causa di una ferita mortale, che nessun medico può guarire, a meno che il medico onnipotente non venga in mio soccorso ». Per questo medico onnipotente, nulla è incurabile. Egli cura gratuitamente ; con una parola rende la salute. Dispererei a causa della mia ferita, se io non mettessi, in anticipo, la mia fiducia nell'Onnipotente.
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Martedì 9 Febbraio 2010
Martedì della V settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 7,1-13Meditazione del giorno Clemente d'Alessandria (150-circa 215), teologo Il Pedagogo, III 89, 94, 98 ; SC 158
La legge nuova scritta nel cuore degli uomini
Abbiamo il Decalogo, dato da Mosè ... e tutto ciò che viene raccomandato dalla lettura dei libri santi. « Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista ! Imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova. Su, venite e discutiamo, dice il Signore » (Is 1, 16-18)... Ma abbiamo anche le leggi del Verbo, le parole di esortazione scritte non su tavole di pietra dal dito di Dio ( Es 24, 12), ma nel cuore dell'uomo (2 Cor 3, 3)... Per questo le tavole dei cuori duri sono state spezzate (Es 32, 19) ; la fede dei bambini imprima i suoi tratti negli spiriti docili. Queste due leggi sono servite al Verbo per la pedagogia dell'umanità, prima per bocca di Mosè, poi per bocca degli apostoli...
Tuttavia abbiamo bisogno di un maestro per spiegarci queste parole sante... Lui ci insegnerà le parole di Dio. La scuola, è la Chiesa ; il nostro unico Maestro, è il Fidanzato, che è volontà buona di un Padre buono, saggezza originaria, santità della conoscenza. « Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati » (1 Gv 2, 2). Guarisce l'uomo intero, sia i nostri corpi, sia le nostre anime, lui, Gesù, che è « vittima di espiazione non soltanto per i nostri peccati, ma anche per quelli di tutto il mondo. Da questo sappiamo d'averlo conosciuto : se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice « lo conosco » e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui » (1 Gv 2, 3-4).
Allievi di questa beata pedagogia, completiamo il bel volto della chiesa e accorriamo come bambini, verso questa madre piena di bontà. Diventiamo gli ascoltatori del Verbo ; glorifichiamo la beata provvidenza, la quale ci guida per mezzo di questo Pedagogo e ci santifica come figli di Dio.
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Mercoledì 10 Febbraio 2010
Mercoledì della V settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 7,14-23Meditazione del giorno San Gregorio Nisseno (circa 335-395), monaco e vescovo Omelie sulle Beatitudine, 6, PG 44, 1269-1272
« Crea in me, o Dio, un cuore puro » (Sal 51,12)
Chi ha purificato il suo cuore può contemplare l'immagine della divina natura nella bellezza della sua stessa anima. Se dunque laverai le brutture che hanno coperto il tuo cuore, risplenderà in te la divina bellezza. Come il ferro, liberato dalla ruggine splende al sole, così anche l'uomo interiore, quando avrà rimosso da sé la ruggine del male, ricupererà la somiglianza con la forma originale e primitiva (Gen 1, 27), e sarà buono. Infatti chi assomiglia alla Bontà, è necessariamente buono...
In tal modo diviene beato chi ha il cuore puro (Mt 5, 8), perché mentre guarda la sua purità scorge, attraverso questa immagine, la sua prima e principale forma. Coloro che vedono il sole in uno specchio, benché non fissino i loro occhi in cielo, vedono il sole non meno bene di quelli che guardano direttamente l'astro luminoso. Così anche voi, benché le vostre forze non siano sufficienti per scorgere e contemplare la luce inaccessibile, se ritornerete alla grazia originaria, troverete in voi ciò che cercate.
La divinità infatti è purezza, è assenza di passioni, è lontananza da ogni male. Se dunque queste realtà sono in te, Dio è senz'altro in te. Quando pertanto la tua anima sarà pura da ogni sorta di vizi, libera da passioni e difetti e lontana da ogni inquinamento, allora sarai felice per l'acutezza e la limpidezza della vista.
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Giovedì 11 Febbraio 2010
Giovedì della Vsettimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 7,24-30Meditazione del giorno San Giovanni Crisostomo (circa 345-407), vescovo d'Antiochia poi di Costantinopoli, dottore della Chiesa Omelia « Cristo sia annunziato », 12-13; PG 51, 319-320
La preghiera umile e insistente
Una donna Cananèa, si avvicinò a Gesù e si mise a supplicarlo a gran voce per sua figlia posseduta da uno spirito immondo... Che altro era questa donna, straniera, barbara, senza alcun legame con la comunità ebraica, se non una cagna indegna di ottenere ciò che domandava ? « Non è bene, dice Gesù, prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini ». Eppure la sua perseveranza le ha meritato di essere esaudita. Colei che era considerata non più di una cagna, è stata innalzata da Gesù alla dignità dei figli ; anzi egli l'ha colmata di elogi. Le disse, mentre la congedava : « Donna, davvero grande è la tua fede ! Ti sia fatto come desideri » (Mt 15, 28). Quando udiamo Cristo dire : « La tua fede è grande », non dobbiamo cercare altrove altre prove della grandezza di animo di questa donna. Vedi come lei ha cancellato la sua indegnità con la sua perseveranza. Inoltre, nota che otteniamo di più dal Signore con la nostra preghiera che con la preghiera degli altri.
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