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De: Enzo Claudio (Mensaje original) |
Enviado: 30/11/2009 17:03 |
Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:
Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!
Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.
Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?
Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?
Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?
Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:
"Signore, non cessare di amarci, mai"
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Giovedì 31 Dicembre 2009
VII giorno fra l'Ottava di Natale : Jn 1,1-18Meditazione del giorno Guglielmo di Saint-Thierry (ca 1085-1148), monaco benedettino poi cistercense La Contemplazione di Dio, 10
« Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo »
Sì, è proprio così: ci hai amati per primo perché noi ti amassimo; non che tu avessi bisogno del nostro amore, ma perché solo amando te avremmo potuto raggiungere il fine per cui ci avevi creati. Perciò « Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio » (Eb 1,1-2), il tuo Verbo ; in lui « furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera » (Sal 32,6). Parlare per mezzo di tuo Figlio è stato come manifestare chiaramente quanto e come ci hai amati, tu che non hai risparmiato il tuo Figlio, ma lo hai dato per tutti noi, ed egli pure ci ha amati e ha offerto se stesso per noi (Rm 8,32 ; Gal 2,20).
Questa è la tuo parola per noi, Signore, questo il tuo Verbo onnipotente. Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose – il profondo silenzio dell'errore – la tua parola si è lanciata dal tuo trono regale (Sap 18,14) per debellare inesorabilmente il peccato e portarci la dolcezza del suo amore. E tutto ciò che fece, tutto ciò che disse sulla terra, perfino le offese che sopportò, perfino gli sputi e gli schiaffi, perfino la croce e il sepolcro, altro non fu che il tuo parlare a noi per mezzo del Figlio: per suscitare e destare, col tuo amore, il nostro amore per te.
Tu sapevi infatti, o Dio creatore della anime, che quest'amore non poteva essere imposto alle anime dei figli degli uomini, ma bisognava stimolarlo; perché dove c'è costrizione non c'è più libertà, e dove non c'è libertà non c'è nemmeno giustizia... Ma tu, Signore giusto, hai voluto che ti amassimo, perché non avremmo potuto essere salvati con giustizia se non amando te. E non potevamo amarti se non ne avessimo avuto il dono da te. Perciò, Signore, come dice l'apostolo del tuo amore (1 Gv 4,10) e come noi stessi abbiamo già detto, tu per primo ci hai amati e per primo tu ami tutti coloro che ti amano. E noi ti amiamo per l'amore che hai messo in noi.
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Venerdì 1° Gennaio 2010
Maria Santissima Madre di Dio (solennità) : Lc 2,16-21Meditazione del giorno Giovanni Paolo II Omelia, 1 gennaio 2002- Copyright © Libreria Editrice Vaticana
Madre di Dio, Madre del Principe della Pace
"Salve, Madre santa: tu hai dato alla luce il Re che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno" (cfr Antifona d'ingresso). Con questo antico saluto, la Chiesa si rivolge quest'oggi, giorno ottavo dopo il Natale e primo dell'anno, a Maria Santissima, invocandola quale Madre di Dio. Il Figlio eterno del Padre ha preso in Lei la nostra stessa carne e, attraverso di Lei, è diventato "figlio di Davide e figlio di Abramo" (Mt 1,1). Maria è pertanto la sua vera Madre: Theotòkos, Madre di Dio! Se Gesù è la Vita, Maria è la Madre della Vita. Se Gesù è la Speranza, Maria è la Madre della Speranza. Se Gesù è la Pace, Maria è la Madre della Pace, Madre del Principe della Pace. Entrando nel nuovo anno, chiediamo a questa Madre santa di benedirci. DomandiamoLe che ci doni Gesù, nostra piena Benedizione, in cui il Padre ha benedetto una volta per tutte la storia, facendola diventare storia di salvezza... Il Bambino nato a Betlemme è la Parola eterna del Padre fatta carne per la nostra salvezza, è il "Dio con noi", che porta con sé il segreto della vera pace. è il Principe della Pace. (Is 7,14; 9,5)...
"Salve, Madre santa"! ... Il Bambino, che stringi al tuo petto, porta un nome caro ai popoli di religione biblica: "Gesù", che significa "Dio salva". Così lo chiamò l'arcangelo prima che fosse concepito nel tuo grembo (cfr Lc 2,21). Nel viso del neonato Messia riconosciamo il volto di ogni tuo figlio vilipeso e sfruttato. Riconosciamo specialmente il volto dei bambini, a qualunque razza, nazione e cultura appartengano. Per loro, o Maria, per il loro futuro, ti chiediamo di smuovere i cuori induriti dall'odio, perché si aprano all'amore e la vendetta ceda finalmente il passo al perdono. Ottienici, o Madre, che la verità di questa affermazione - Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono - si imprima nei cuori di tutti. L'umana famiglia potrà così trovare quella pace vera, che sgorga dall'incontro fra la giustizia e la misericordia. Madre santa, Madre del Principe della Pace, aiutaci! Madre dell'umanità e Regina della pace, prega per noi!
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Sabato 2 Gennaio 2010
2 gennaio prima dell'Epifania : Jn 1,19-28Meditazione del giorno Discorso attribuito a Sant'Ippolito di Roma ( ?-circa 235), sacerdote e martire PG 10, 852-861
« Io non sono il Messia »
Giovanni, il precursore del Maestro… gridò a quanti venivano per farsi battezzare da lui : « Razza di vipere (Mt 3, 6), perché mi guardate con tanta insistenza ? Non sono io il Cristo. Sono un servo e non il Padrone. Sono un suddito e non il re. Sono una pecora, e non il pastore. Sono un uomo e non un Dio. Ho guarito la sterilità di mia madre, venendo al mondo, ma non le ho lasciato la sua virginità. Sono stato tirato dal basso, non sono venuto dall'alto. Ho sciolto la lingua di mio padre, non ho elargito la grazia divina. Mia madre mi ha riconosciuto, ma la stella non mi ha designato. Sono spregevole e piccolo, ma dopo di me viene uno che era prima di me.
Viene dopo, nel tempo ; prima era nella luce inaccessibile e ineffabile della divinità. « Viene uno che è più forte di me e io non sono degno neanche di portagli i sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco » (Mt 3, 11). Io sono sottomesso ; lui è libero. Io sono assoggettato al peccato ; lui ha distrutto il peccato. Io inculco la legge ; lui porta la luce della grazia. Io predico da schiavo ; lui detta la legge da maestro. Io come giaciglio, ho il suolo, lui il cielo. Io battezzo con un battesimo di conversione ; lui dona la grazia dell'adozione. « Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco ». Perché venerarmi ? Io non sono il Cristo. »
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Domenica 3 Gennaio 2010
II Domenica dopo Natale - Anno C : Jn 1,1-18Meditazione del giorno San Basilio (circa 330-379), monaco e vescovo di Cesarea in Cappadocia, dottore della Chiesa Omelie per la nascita di Cristo, 2,6 ; PG 31, 1459-1462, 1471-1474
La nascita del Salvatore, è la morte della morte
Dio sulla terra, Dio in mezzo agli uomini : non un Dio che consegna la Legge tra bagliori di fuoco e suoni di tromba su un monte fumante, o in densa nube fra lampi e tuoni, seminando il terrore tra coloro che lo ascoltano (Es 19,18) ; ma un Dio incarnato, che con soavità e dolcezza parla a creature che hanno la sua stessa natura. Dio nella nostra carne !…
In che modo, per mezzo di uno solo, lo splendore raggiunse tutti ? In che modo la divinità risiede nella carne ? Come il fuoco nel ferro :… per partecipazione. Il fuoco, infatti, non passa nel ferro, ma rimanendo dov’è, gli comunica la sua virtù ; né per questa comunicazione diminuisce, ma pervade di sé tutto quello a cui si comunica. Così, il Dio-Verbo, senza mai separarsi da se stesso, « venne ad abitare in mezzo a noi », senza subire alcun mutamento, « si fece carne » : il cielo che lo conteneva non rimase privo di lui mentre la terra lo accoglieva nel suo seno.
Cerca di penetrare nel mistero : Dio assume la carne proprio per distruggere la morte in essa nascosta. Come gli antidoti di un veleno, una volta ingeriti, ne annullano gli effetti, e come le tenebre di una casa si dissolvono alla luce del sole, così la morte che dominava sull’umana natura fu distrutta dalla presenza di Dio. E come il ghiaccio rimane solido nell’acqua finché dura la notte e regnano le tenebre, ma tosto si scioglie al calore del sole, così la morte che aveva regnato fino alla venuta di Cristo, appena apparve la grazia di Dio Salvatore e sorse il sole di giustizia (Mal 3,20), fu ingoiata dalla vittoria (1Cor 15,54), non potendo coesistere con la vita. O grandezza della bontà e dell’amore di Dio per gli uomini !
Diamogli gloria insieme ai pastori, esultiamo con gli angeli « perché oggi è nato il Salvatore, che è Cristo Signore » (Lc 2,11)… Festeggiamo la salvezza del mondo, il giorno della nascita dell’umanità.
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Luned' 4 Gennaio 2009
4 gennaio prima dell'Epifania : Jn 1,35-42Meditazione del giorno Ruperto di Deutz (circa 1075-1130), monaco benedettino Commenti sul vangelo di Giovanni
« Fissando lo sguardo su Gesù che passava »
« Giovanni stava là con due dei suoi discepoli e fissò lo sguardo su Gesù che passava ». Certo si tratta di un atteggiamento del corpo, che pure traduce qualcosa della missione di Giovanni, della veemenza della sua parola ed azione. Ma, secondo l'Evangelista, si tratta anche, più profondamente, di quella tensione viva, sempre in sospeso nel profeta. Giovanni non si limitava a compiere esteriormente la sua missione di profeta; teneva anche sempre vivo nel cuore il desiderio del Signore che aveva riconosciuto al battesimo... Senza dubbio, Giovanni era totalmente teso verso il nostro Signore. Desiderava rivederlo. Infatti, vedere Gesù, era la salvezza per chi lo confessava, la gloria per chi lo annunziava, la gioia per chi lo indicava. Giovanni stava là, in piedi, rizzato da tutto l'ardore del suo cuore; stava tutto dritto; aspettava Cristo ancora nascosto sotto l'ombra della sua umiltà... Insieme con Giovanni, due dei suoi discepoli stavano là come il loro maestro, primizie del popolo preparato dal precursore, non per lui bensì per il Signore. Fissando lo sguardo su Gesù che passava, Giovanni disse: « Ecco l'Agnello di Dio ». Notate i termini di questo racconto. A prima vista, tutto è chiaro, ma per chi si addentra nel senso profondo, si fa sentire il peso del mistero: « Gesù passava »... Cosa vuole dire, se non che il Figlio di Dio è venuto a prendere la nostra natura umana che passa, che cambia. Poiché gli uomini non lo conoscevano, lui si fa conoscere e amare passando in mezzo a noi. è venuto nel seno della Vergine. è passato dal seno della Madre al presepio, e dal presepio alla croce, dalla croce alla tomba; dalla tomba è salito in cielo... Anche il nostro cuore, se imparerà come Giovanni a desiderare Cristo, riconoscerà Gesù mentre passa; se lo seguirà, giungerà, come i discepoli, là dove Gesù dimora – nel Mistero della sua Divinità.
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Martedì 5 Gennaio 2010
5 gennaio prima dell'Epifania : Jn 1,43-51Meditazione del giorno Cardinale Joseph Ratzinger [Papa Benedetto XVI] Der Gott Jesu Christi
« Da Nàzaret può mai venire qualcosa di buono? »
Nàzaret ci è tenuta nascosta dai pittori... Questo nome infatti evoca troppo il modo sentimentale con cui vi si trasforma la vita di Gesù in un idillio piccolo borghese, ingannevole per il fatto che attenua il mistero. Occorre cercare altrove l'origine della venerazione per la Santa Famiglia... A partire da Nàzaret si scopre che la casa e la famiglia sono una Chiesa e si assume la responsabilità sacerdotale del capo di famiglia. Nella «Galilea delle genti» (Mt 4,15) Gesù riceve un'educazione ebrea; pur senza andare a scuola, impara a conoscere la Scrittura a casa... Le magre allusioni di Luca bastano per darci un'idea dello spirito di responsabilità e d'apertura, di fervore e di rettitudine che caratterizzavano quella comunità e fecero di essa una realizzazione dell'Israele vero. Ma innanzi tutto noi riconosciamo nell'azione di Gesù, che conosce le Scritture e le tradizioni rabbiniche con la sicurezza di un maestro, quanto la vita comune condotta a Nàzaret sia stata fruttuosa per la sua esperienza. E forse questo non ci riguarda, noi, che viviamo in un'epoca in cui la maggior parte dei cristiani è costretta a vivere in mezzo a una «Galilea delle genti»? La grande Chiesa non può crescere né prosperare se è lasciata nell'ignoranza delle sue radici nascoste nell'ambiente di Nàzaret... Nàzaret è un messaggio permanente per la Chiesa. La Nuova Alleanza non ha avuto inizio nel Tempio, né sul Monte Santo, bensì nella piccola dimora della Vergine, nella casa del lavoratore, in un luogo dimenticato della «Galilea delle genti», dal quale nessuno si aspettava nulla di buono. Solo a partire da lì la Chiesa potrà ripartire e guarire. Non potrà mai dare una vera risposta alla rivolta del nostro secolo contro il potere della ricchezza se, nel suo stesso seno, Nàzaret non sarà una realtà vissuta.
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Mercoledì 6 Gennaio 2010
L'EPIFANIA DEL SIGNORE (solennità) : Mt 2,1-12Meditazione del giorno Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942), carmelitana, martire, compatrona d'Europa Vita nascosta e Epifania ; 245
« Cristo è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, per mezzo della sua carne » (Ef 2,14)
Le persone riunite attorno al presepio ci offrono già un'immagine della Chiesa e del suo spiegamento. I rappresentanti dell'antica stirpe regale alla quale era stato promesso il Salvatore del mondo e i rappresentanti del popolo credente, collegano l'antica con la nuova Alleanza. I re del lontano oriente sono la figura dei popoli pagani che dovrebbero ricevere la salvezza di Giuda. Così, « la Chiesa nata dai giudei e dai pagani » è già presente lì. Al presepio, i magi sono i rappresentanti dei cercatori di Dio di ogni paese e nazione. Sono stati condotti dalla grazia, prima ancora di appartenere alla Chiesa visibile. Animava loro un puro desiderio della verità, che non si fermava ai limiti degli insegnamenti e delle tradizioni del loro paese. Perché Dio è Verità, e vuole lasciarsi trovare da coloro che lo cercano con tutto il cuore (Ger 29,13), occorreva che la stella brillasse, presto o tardi, agli occhi di questi saggi per indicare loro il cammino verso la verità. Perciò si ritrovano davanti alla verità fatta uomo, si prostrano, adorandolo e depongono ai suo piedi la loro corona, perché in confronto alla Verità, tutte le ricchezze del mondo non sono nulla se non un po' di polvere.
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Giovedì 7 Gennaio 2010
Giovedì dopo l'Epifania : Mt 4,12-17#Mt 4,23-25Meditazione del giorno Sant'Efrem il Siro (circa 306-373), diacono in Siria, dottore della Chiesa Inno I sulla Risurrezione
« Il popolo che abitava nelle tenebre ha visto una grande luce »
Gesù, nostro Signore, il Cristo, ci è apparso dal seno di suo Padre. è venuto a tirarci fuori dalle tenebre e ci ha illuminato della sua luce gioiosa.
Il giorno s'è levato per gli uomini; la potenza delle tenebre è respinta. Dalla sua luce s'è levata per noi una luce che ha illuminato i nostri occhi oscurati.
Ha fatto sorgere la sua gloria sul mondo ed ha illuminato gli abissi più profondi. La morte è annientata, le tenebre sono scomparse, le porte dell'inferno sono frantumate.
Ha illuminato tutte le creature nelle tenebre dai tempi antichi. Ha compiuto la salvezza e ci ha donato la vita; poi verrà nella gloria e illuminerà gli occhi di tutti coloro che l'avranno atteso.
Viene il nostro Re, nella sua grande gloria: accendiamo le nostre lampade, andiamogli incontro (Mt 25,6); rallegriamoci in lui così come lui si è rallegrato in noi e ci rallegra con la sua luce gloriosa.
Fratelli miei, levatevi, preparatevi per rendere grazie al nostro Re e nostro Salvatore che verrà nella sua gloria e ci rallegrerà con la sua luce gioiosa nel Regno.
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Venerdì 8 Gennaio 2010
Venerdì dopo l'Epifania : Mc 6,34-44Meditazione del giorno San Giovanni Crisostomo (circa 345-407), vescovo d'Antiochia poi di Costantinopoli, dottore della Chiesa Omelia sulla prima lettera ai Corinzi, 24,4 ; PG 61, 204-205
« Preso il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo : questo è il mio corpo che è dato per voi » (Lc 22,19)
Cristo ci ha dato il suo corpo per saziarci, attirandoci a sé in un'amicizia sempre più grande. Accostiamoci dunque a lui con fervore e ardente carità... Anche i magi hanno adorato questo corpo adagiato nel presepe... Essi si accostarono con gran tremore a un presepe e a una grotta, senza scorgere nessuna di quelle cose che tu ora puoi vedere.
Tu invece non ti volgi a un presepe ma a un altare; e non vedi una donna che lo porta, ma un sacerdote che sta in piedi alla sua presenza, e lo Spirito ricco di ogni fecondità, che si libra sulle offerte. Non vedi semplicemente quello stesso corpo, come lo videro loro, ma hai conosciuto la sua potenza e tutto il suo disegno e non ignori nulla di quanto lui ha fatto... Esortiamo quindi noi stessi, con un santo timore, e mostriamo una pietà molto maggiore di quegli stranieri, in modo da... non accostarci a lui con temerità e sconsideratamente.
Poiché questa mensa è la forza della nostra anima, la fonte di unità di tutti i nostri pensieri, il motivo della nostra fiducia; è speranza, salvezza, luce, vita. Se ci saremo allontanati con tutto questo dal santo sacrificio, andremo con fiducia verso i suoi atrii santi, come rivestiti di armature d'oro.
Parlo forse di cose future? Fin da quaggiù, questo mistero è per te il cielo e la terra. Apri quindi le porte del cielo e guarda; ... e allora contemplerai quello che è stato detto. Ciò che lì si trova è la più preziosa di tutte le cose e io te la mostrerò, deposta sulla terra... Non ti mostro angeli né arcangeli, non cieli né i cieli dei cieli, ma ti offro lo stesso Signore di tutto questo. Vedi come puoi vedere sulla terra ciò che è più prezioso di ogni altra cosa? Non solo lo vedi, ma puoi toccarlo; non soltanto lo tocchi ma puoi anche mangiarlo. Purifica quindi la tua anima, prepara la tua mente ad accogliere tali misteri.
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Sabato 9 Gennaio 2010
Sabato dopo l'Epifania : Mc 6,45-52Meditazione del giorno Cardinale Joseph Ratzinger [Papa Benedetto XVI] Der Gott Jesu Christi
« Vedendoli tutti affaticati nel remare..., già verso l'ultima parte della notte, andò verso di loro »
Gli apostoli attraversano il lago. Gesù è solo a terra, mentre si spossano a remare senza poter avanzare, poiché hanno il vento contrario. Gesù prega e nella sua preghiera li vede nello sforzo di avanzare. Va dunque loro incontro. è evidente che questo testo è pieno di simboli ecclesiologici: gli apostoli sul mare e con il vento contrario, e il Signore presso il Padre. è determinente il fatto che nella sua preghiera, quando è «presso il Padre», non è assente; proprio al contrario, pregando li vede. Quando Gesù è presso il Padre, è presente alla Chiesa. Il problema della venuta finale di Cristo è qui approfondito e trasformato in una prospettiva trinitaria; Gesù vede la Chiesa nel Padre e, per la potenza del Padre e per la forza del suo dialogo con lui, egli le sta accanto. Proprio questo dialogo con il Padre, mentre è «sul monte», lo rende presente, e viceversa. La Chiesa è per così dire l'oggetto del colloquio tra il Padre e il Figlio. Essa stessa è dunque ancorata nella vita trinitaria.
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Domenica 10 Gennaio 2010
Battesimo del Signore, festa - Anno C : Lc 3,15-16#Lc 3,21-22Meditazione del giorno San Cromazio di Aquileia ( ? – 407), vescovo Omelie per l'Epifania, 34 ; CCL 9A, 156-157
Dal battesimo del Signore al nostro battesimo
Quale grande mistero nel battesimo del nostro Signore e Salvatore! Il Padre si fa sentire dall'alto del cielo, il Figlio si fa vedere sulla terra, lo Spirito si mostra sotto la forma di una colomba. Non c'è infatti vero battesimo né vera remissione dei peccati, dove non c'è la verità della Trinità... Il battesimo dato dalla Chiesa è unico e vero, è dato una sola volta e, nell'esservi immersi una volta, siamo purificati e rinnovati. Purificati, per aver deposto la sozzura dei peccati; rinnovati perché risorgiamo per una vita nuova, dopo esserci spogliati del vecchiume del peccato.
Quindi al battesimo del Signore i cieli si sono aperti affinché, per il lavacro della nuova nascita, scoprissimo che i regni dei cieli sono aperti ai credenti, secondo questa parola del Signore: «Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio»(Gv 3,5). è dunque entrato, colui che rinasce e non ha trascurato di preservare il suo battesimo...
Poiché il nostro Signore è venuto a dare il battesimo nuovo per la salvezza del genere umano e la remissione di tutti i peccati, egli ha voluto essere battezzato per primo, non però per spogliarsi del peccato, poiché non aveva commesso peccato, ma per santificare le acque del battesimo per distruggere i peccati di tutti i credenti che sarebbero rinati mediante il battesimo.
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Battesimo del Signore, festa - Anno C : Lc 3,15-16#Lc 3,21-22Meditazione del giorno San Cromazio di Aquileia ( ? – 407), vescovo Omelie per l'Epifania, 34 ; CCL 9A, 156-157
Dal battesimo del Signore al nostro battesimo
Quale grande mistero nel battesimo del nostro Signore e Salvatore! Il Padre si fa sentire dall'alto del cielo, il Figlio si fa vedere sulla terra, lo Spirito si mostra sotto la forma di una colomba. Non c'è infatti vero battesimo né vera remissione dei peccati, dove non c'è la verità della Trinità... Il battesimo dato dalla Chiesa è unico e vero, è dato una sola volta e, nell'esservi immersi una volta, siamo purificati e rinnovati. Purificati, per aver deposto la sozzura dei peccati; rinnovati perché risorgiamo per una vita nuova, dopo esserci spogliati del vecchiume del peccato.
Quindi al battesimo del Signore i cieli si sono aperti affinché, per il lavacro della nuova nascita, scoprissimo che i regni dei cieli sono aperti ai credenti, secondo questa parola del Signore: «Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio»(Gv 3,5). è dunque entrato, colui che rinasce e non ha trascurato di preservare il suo battesimo...
Poiché il nostro Signore è venuto a dare il battesimo nuovo per la salvezza del genere umano e la remissione di tutti i peccati, egli ha voluto essere battezzato per primo, non però per spogliarsi del peccato, poiché non aveva commesso peccato, ma per santificare le acque del battesimo per distruggere i peccati di tutti i credenti che sarebbero rinati mediante il battesimo.
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Lunedì 11 Gennaio 2010
Lunedì della I settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 1,14-20Meditazione del giorno Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità Testamento spirituale
Ascoltatelo pronunciare il vostro nome : la chiamata di Gesù
La Madonna è stata, insieme con Giovanni e, ne sono sicura, con Maria di Màgdala, la prima a sentire il grido di Gesù « Ho sete! » (Gv 19,28). Essa conosce l'intensità e la profondità dell'ardente desiderio di Gesù per voi e per i poveri. E noi, lo conosciamo? Lo sentiamo come lei?... Prima, la Madonna lo domandava a me, ora, sono io, in nome suo, a domandarvelo, a supplicarvene: « Ascoltate la sete di Gesù ». Questa sia per ciascuno una parola di vita. Come avvicinarvi alla sete di Gesù? Un solo segreto: quanto più verrete a Gesù, tanto più conoscerete la sua sete.
« Convertitevi e credete al vangelo » ci dice Gesù (Mc 1,15). Di cosa dobbiamo pentirci? Della nostra indifferenza, della nostra durezza di cuore. E cosa dobbiamo credere? Che Gesù ha sete fin d'ora del vostro cuore e dei poveri: Lui conosce la vostra debolezza, e desidera comunque solo il vostro amore; vuole semplicemente che gli lasciate la possibilità di amarvi...
Ascoltatelo. Ascoltatelo pronunciare il vostro nome. E così fate perché la mia gioia, e la vostra, siano perfette (1 Gv 1,14).
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Martedì 12 Gennaio 2010
Martedì della I settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 1,21-28Meditazione del giorno Baldovino di Ford ( ?-circa 1190), abate cistercense Trattati 6 ; PL 204, 451-453
« Gesù lo sgridò : Taci ! Esci da quell'uomo »
« La Parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio » (Eb 4,12). Ecco quanto è grande la potenza e la sapienza racchiusa nella Parola di Dio! Il testo è altamente significativo per chi cerca Cristo, che è precisamente la parola, la potenza e la sapienza di Dio... Quando questa parola viene predicata, il Cristo dona alla voce del predicatore, che si percepisce esteriormente, la virtù di operare interiormente, per cui i morti riacquistano la vita (Lc 7,22), e rinascono nella gioia dei figli di Abramo (Mt 3,9). Questa parola è dunque viva nel cuore di chi crede e di chi ama. E appunto perché questa parola è così viva, non v'è dubbio che sia anche efficace.
è efficace nella creazione, è efficace nel governo del mondo, è efficace nella redenzione. Che cosa potrebbe essere più efficace e più potente? « Chi può narrare i prodigi del Signore e far risuonare tutta la sua lode? » (Sal 105,2). è efficace quando opera, è efficace quando viene predicata. Infatti non ritorna indietro vuota, ma produce i suoi frutti dovunque viene annunziata (Is 55,11).
La parola è efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio quando viene creduta e amata. Che cosa infatti è impossibile a chi crede, che cosa è impossibile a chi ama?
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Mercoledì 13 Gennaio 2010
Mercoledì della I settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 1,29-39Meditazione del giorno Guigo il Certosino (1083-1136), priore della Grande Certosa Meditazioni 1, 1-49 ; SC 163, 127
« Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava »
Gesù stesso, che è Dio e Signore, la cui fortezza non aveva bisogno di trovare sostegno in alcun ritiro, e non veniva intralciata dalla compagnia degli uomini, purtuttavia ebbe cura di lasciarci un esempio. Prima del suo ministero di predicazione e prima di fare miracoli, si è sottomesso, nella solitudine, alla prova della tentazione e del digiuno (Mt 4,1s). La Scrittura ci riferisce che, trascurata la folla dei discepoli, saliva sul monte a pregare, solo (Mc 6,46). Poi, nell'ora in cui la sua Passione si avvicina, abbandona i suoi discepoli per andare a pregare solo (Mt 26,36). Questo è un esempio adatto per farci capire quanti vantaggi la preghiera trae dalla solitudine, visto che egli non vuole pregare accanto a dei compagni, fossero anche i suoi apostoli.
Non bisogna passare sotto silenzio tale mistero che ci riguarda tutti. Lui, il Signore, il Salvatore del genere umano, offre nella sua persona un esempio vivo: solo, nel deserto, si dedica alla preghiera e agli esercizi della vita interiore – il digiuno, le veglie, e altri frutti di penitenza – superando così le tentazioni dell'Avversario con le armi dello Spirito.
O Gesù, accetto che all'esterno, non ci sia nessuno con me; ma purché dentro di me, io sia maggiormente con te. Guai all'uomo solitario, se non sei con lui! Quanti uomini mentre stanno nella folla, sono veramente soli, perché non sono con te. Vorrei, con te, non essere mai solo. Poiché in questo momento, anche se nessuno è con me, io non sono solo: da solo sono una folla.
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Giovedì 14 Gennaio 2010
Giovedì della I settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 1,40-45Meditazione del giorno San Giovanni della Croce (1542-1591), carmelitano, dottore della Chiesa Fiamma d'amore viva, strofa 2
« Gesù stese la mano e lo toccò »
O vita divina, tu dai la morte solo per dare la vita, ferisci solo per guarire. Mi hai ferito per guarirmi, o mano divina! Hai ucciso in me ciò che mi teneva nella morte! Ero allora privo della vita di Dio, in cui ora, invece, mi trovo a vivere! Debbo questo favore alla liberalità della tua generosa grazia verso di me quando mi hai fatto sentire il tocco di Colui che è « irradiazione della tua gloria e impronta della tua sostanza » (Eb 1,3), cioè il tuo Figlio unigenito, nel quale, come tua Sapienza, tu tocchi « da un confine all'altro della terra con forza per la sua purezza » (Sap 8,1).
O tocco delicato, o Verbo, Figlio di Dio, che con la delicatezza del tuo essere divino penetri sottilmente la sostanza della mia anima e, toccandola tutta con delicatezza, l'assorbi completamente in te e adoperi mezzi del tutto divini per colmarla di soavità « mai sentita in terra di Canaan né mai viste in Teman » (Bar 3,22)! O tocco delicato, divinamente delicato del Verbo, tanto più delicato in me in quanto tu facevi sobbalzare i monti e spaccavi le rocce sul monte Oreb con l'ombra del tuo potere e la forza che lo precedeva, ti facesti sentire dal profeta « nel soffio leggero del vento » (1Re 19,11-12)!
O soffio leggero, che sei così fine e delicato, dimmi: come puoi toccare così sottilmente e delicatamente, o Verbo, Figlio di Dio, pur essendo così terribile e potente? O felice, mille volte felice, Signor mio, l'anima che tocchi così delicatamente e dolcemente... « Tu nascondi queste anime nel segreto del tuo volto, che è il tuo divin Figlio, lontano dagli intrighi degli uomini » (Sal 30,21).
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