|
Poesie: Mariella Buscemi
Elegir otro panel de mensajes |
|
Confusa in una luminescenza arcaica, senza contorni, né definizioni, immersa nel liquido amniotico. - Il tuo abbandono, il mio risveglio nudo - Orfana e vedova, sfrattata. Dondolanti sfilate di funesti funerali, sfilo la fede, sfilacciando il mio anulare, cade il corpo fiacco, un fiocco al collo come cappio.
|
|
|
|
Sotto il peso di orchidee bianche che trasmutano la mia pelle in mistura di aulenze - e s'allargano petali e si spalancano le mie bocche - scende l'acqua perché mi dischiuda.
Lavatemi il cuore e fatemi Eden.
|
|
|
|
Se sei tu il peso della mia colpa il sigillo dell'assoluzione il tredicesimo giudice dei miei scandali scritti sul sangue che bolle come se il corpo mi fosse fucina e le tue parole mi divenissero lapilli nell'incandescenza del comprenderci Allora, io sono in te.
|
|
|
|
Sono l'inciampo la pausa prima della caduta la macchia rossa che mi s'allarga s'espande in grido soffocato ché il Dolore non va urlato - taciuto compostamente - angelo dimesso E Tu il fracasso taciturno che uccide la mia marea di silenzi.
|
|
|
|
Al mattatoio della mia coscienza sotto la pressa del rimpianto le illusioni sono soffitti a volta. Truppe e milizie attaccate ai nervi fragili di un assassinio premeditato stilettate mirate al centro dell'anima. È il disarmo delle mie ali.
|
|
|
|
Claudicante. A zoppicare sulle arterie espandersi in diastole e tramortire in vene strozzate ché il terrore - il tremore - stringe e fa pugno chiuso e saldo nel fervere ansioso poi aprirsi ed accorgersi d'aver trattenuto mosche pensare fossero falene poi mutarsi in api e subirne il pungiglione infetto e quando ci saranno piume a carezzarlo ritrarsi sarà un attimo con lo scatto dell'anticipo e la fuga del sapere come va a finire ché ciò che ha sofferto conosce solo la sofferenza e l'impotenza s'apprende in perenne sistole tra ventricoli appestati ed atri contaminati _crocevia di valvole secernenti veleno.
|
|
|
|
Ho luoghi dispersi in me diffusa sfumata dai contorni frastagliati come una costa mi riverso in un mare interiore ch'è tempesta e morte di vascelli che s'imbattono nelle mie acque straripo nel tumulto dell'onda più alta inghiottita tra le mie braccia in_difesa.
|
|
|
|
Mi appartiene il mare e la tempesta che colpisce alle spalle ed una trasfigurazione che muta in essenza spettrale le emozioni mie umane ché d'esser provate m'è privato ed il desiderio mi rimane tramortito muto nel segno del cordoglio di una passione ammazzata.
|
|
|
|
Mendico l'ultima mia forma l'indomito il coraggio l'anticipo del fiato sulla lunga corsa che lascia l'affanno e la spossatezza lo stremo d'ogni forza e giungo all'orlo sul baratro lo strapiombo in cui mi precipito anelito di sommità.
|
|
|
|
Ho piantato fiori d'acciaio nella mia anima di cemento e ne ho fatto colonna ai bordi della vita sterrata
Ho lavato le mani con cocci di vetro scendere a cascata dai ruscelli asciutti dei rimpianti strofinare gl'occhi generare rivoli cremisi e lacrime secche
Impietosita per il mio stesso Dolore mi sono stretta e mi son vista orribile e magnifica persa e rinchiusa.
|
|
|
|
Senza radice, né cielo legata a catene costruite d'ossessione mi faccio malattia sul pavimento di un ricovero urgente E toccami con le ali nere senza scegliermi senza sceglierti fa che ci si succeda tu come animale io come donna.
|
|
|
|
Mille sfumature di donna. L'aria vintage e le pose barocche, l'anima rococò, il sesso naif. Un'orgia eclettica di modi, stati, umori. Parole in versi endecasillabi e la prosa comprensibile che fa da parafrasi a tutta la mia Poesia notturna. Mi si arricciano i pensieri quando la mia testa tocca altri pensieri svelti e forti come orgasmi multipli di associazioni e somiglianze mentali.
|
|
|
|
Dipingimi dei colori migliori. Intingili nell'ira cospargili di abiezione miscelali secondari al comando come segno e tatuati intorno alla mia iride che io ti stampi nella crosta d'ogni memoria e che da lì Tu possa scorrermi come resina ed olio
Barcollami di purezza Ballami di scandalo.
|
|
|
|
Prodigioso nastro che lega intarsia stringe vita di vite attraverso l'etere infinito che l'occhio non rimane impigliato alle umane cose fragili ma imperversa nell'impermanenza di danze cosmiche e si muta nel suo scomparire e riapparire intangibile nelle vie di mezzo tra cortei e battesimi ché di vita e morte e di ri-nascita sono fatte le memorie ed i pellami scuciti e gli aghi lesti nell'innestare corpi e lembi terrestri e vecchie forme di forme nuove osannati in sutra di cuore e rituali sacri perfetto.
|
|
|
|
Strappami le ali per ricostruire piume così nell'ultima forma di sostanza ergere la necessità ed il Bisogno del Volo ad unire baratro e vuoto e cima e fondo e rosso e cielo in questo mio Nero di angelo-demone di tocco-stimmata di sentire-ossessione.
|
|
|
|
Non voglio un tocco di superficie, ma la sensazione profonda di aghi che trapanano fino allo scheletro fino a scalfirlo e che guardino la pelle come meta lontana, appena al di sotto d'un vestito qualsiasi. Voglio fasci e nervi stringermi allo spasmo e che il tuo midollo venga a farmi visita nella parte più umida della testa e cartilagini unirsi dal primo all'ultimo osso.
Al centro dello sterno tra i polmoni, comprimimi.
|
|
|
Primer
Anterior
25 a 39 de 54
Siguiente
Último
|
|
|
|
©2024 - Gabitos - Todos los derechos reservados | |
|
|